Il vento soffia e nevica la frasca,
e tu non torni ancora al tuo paese,
quando partisti, come son rimasta,
come l'aratro in mezzo alla maggese.

venerdì 31 dicembre 2010

Nel breve numero di dodici mesi di Fernando Pessoa

Walter B. Humphrey Nel breve numero di dodici mesi
l'anno passa, e brevi sono gli anni.
Pochi la vita dura.
Che son dodici o sessanta nella foresta
dei numeri, e quanto poco manca
al termine del futuro!
Due terzi ormai, sì rapido, del corso
che mi è imposto correre declinando, trascorro.
M'affretto, e subito finisco.
Abbandonato in declivio cedo, e riluttante affretto
il moribondo passo.
Non so di chi ricordo il mio passato
che altro fui quando fui, né mi conosco
come se colla mia anima sentissi
quell'anima che nel sentire ricordo.
Da un giorno all'altro ci lasciamo.
Nulla di vero a noi ci unisce -
siamo chi siamo, e chi siamo stati fu
cosa vista di dentro.
Quel che sentiamo, non quel che è sentito,
è quel che abbiamo. Quindi, l'inverno triste
accogliamolo come destino.
Ci sia inverno sulla terra, non nella mente.
E, amore ad amore, o libro a libro, amiamo
il nostro teschio breve.
Sì, so bene
che mai sarò qualcuno.
So d'avanzo
che mai avrò un'opera.
So, infine,
che mai saprò di me.
Sì, ma adesso,
finché dura quest'ora,
questa luna, questi rami,
questa pace in cui stiamo,
lascino che mi creda
quel che mai potrò essere.
(Buon 2011!!!!)

giovedì 30 dicembre 2010

Sommario di Corrado Govoni

Maxfield Parrish/1910
L'annata lava con la pioggia il suo cadavere.
Il tempo ha un abito da povero
L'anima mia è un orto senza chiave.
I miei pensieri sono come gigli in un ricovero.
De l'edifizio verde
de la speranza più non resta una pietra.
Lo scudo contro i colpi spietati del male perde
la tempera. La via dell'avvenire è tetra.
Oh come è triste questo sommario!
Ed è forse ancora lontano
l'invocato calvario.
E tutto sembra vano, e tutto è vano...
Il vento a le porte
urta insistentemente;
ed il mio cuore si sente
pieno di foglie morte.
(Armonia in grigio et in silenzio)

mercoledì 29 dicembre 2010

Il mio passato di Alda Merini

Edward Runci Spesso ripeto sottovoce
che si deve vivere di ricordi solo
quando mi sono rimasti pochi giorni.
Quello che è passato
è come se non ci fosse mai stato.
Il passato è un laccio che
stringe la gola alla mia mente
e toglie energie per affrontare il mio presente.
Il passato è solo fumo
di chi non ha vissuto.
Quello che ho già visto
non conta più niente.
Il passato ed il futuro
non sono realtà ma solo effimere illusioni.
Devo liberarmi del tempo
e vivere il presente giacché non esiste altro tempo
che questo meraviglioso istante.

martedì 28 dicembre 2010

La bianca neve di Guillaume Apollinaire

George Sheridan Knowles
 Gli angeli gli angeli nel ciel
Uno è vestito da ufficial
Uno è vestito da cucinier
E gli altri a cantar
Bell'ufficiale color del ciel
Dopo Natale maggio verrà
E d'un bel sole ti decorerà
Ti decorerà
Spenna le oche il cucinier
Le oche oh che
Oh che neve cade e perché
Fra le mie braccia la mia bella non c'è
*******
La blanche neigeLes anges les anges dans le ciel
L'un est vêtu en officier
L'un est vêtu en cuisinier
Et les autres chantent
Bel officier couleur du ciel
Le doux printemps longtemps après Noël
Te médaillera d'un beau soleil
D'un beau soleil
Le cuisinier plume les oies
Ah! tombe la neige
Tombe et que n'ai-je
Ma bien-aimée entre mes bras.

lunedì 27 dicembre 2010

Aria del Dio della felicità di Bertolt Brecht

Window shopping/Anton Pieck
 Mi fai spuntare le lacrime, fratello,
vedo che la vita non è allegra
Ecco una mela: io ne possiedo tre,
perciò una la regalo a te.
Non ci vedo niente di eccezionale:
e l’uno e l’altro possiamo vivere.
Solo i semi, promettimelo,
avido non inghiottirli,
sputali invece a terra
prima che mi allontani.
E se poi cresce un melo
dentro il mio campicello
vieni a prenderti i frutti:
è il tuo albero quello!

domenica 26 dicembre 2010

Inverno di Attilio Bertolucci

Maurice Cullen/St.Lawrence street
Inverno, gracili sogni
sfioriscono sugli origlieri,
giardini lontani fra nebbie
nella pianura che sfuma
in mezzo alle luci dell’alba,
voci come in un ricordo
d’infanzia, prigioniere del gelo,
s’allontanano verso la campagna;
ninfe dagli occhi dolci e chiari
fra gli alberi spogli, sotto il cielo grigio,
cacciatori che attraversano un ruscello,
mentre uno stormo d’uccelli s’alza a volo.
Là in fondo quella casa
che ospitale appare
coperta di bianco,
in un silenzio da fiaba.
E attraverso i vetri
si vede la fiamma rossa
nel caminetto vacillare.
I treni arrivano,
è domenica, è Natale?
Più non scende lieve
sulla terra la neve.

sabato 25 dicembre 2010

Natale scettico di Jules Laforgue

Felix Ehrlich
È Natale… Natale?… Notte: uno scampanio
lontano…La mia penna, senza fede, sul foglio
cade. I ricordi cantano: dilegua, ecco, l'orgoglio,
e la tristezza permea tutto l'essere mio…
Ah, voci della notte; ricantano: "È Natale";
da laggiù, dalla chiesa che s'accende all'interno
m'arriva come un dolce rimprovero materno,
e il cuore mi si gonfia tanto da farmi male…
È notte. Ascolto a lungo quel suono di campane…
O famiglia dei vivi, ecco, sono il tuo paria
Nel cui stambugio a tratti giungono sopra l'aria
Le voci d'una festa, commoventi e lontane….

venerdì 24 dicembre 2010

Un Natale di Truman Capote

Jesus Blasco
Ma certo che Babbo Natale esiste.
Solo che non c'è nessuno
che possa fare da solo
tutto quello che deve fare lui.
E allora il Signore ha distribuito
i suoi compiti
tra tutti noi.
Per questo noi siamo tutti Babbo Natale.
Io. Tu.
Persino tuo cugino Billy Bob.
E adesso dormi.
Conta le stelle.
Pensa a cose più serene.
Alla neve, per esempio.
(da Un Natale)

giovedì 23 dicembre 2010

Notte di Natale di Diego Valeri

Small Christmas Day/Anastasia Duhanina"Mamma, chi è che nella notte canta questo canto divino?"
"Caro, è una mamma poveretta e santa che culla il suo bambino."
"Mamma, m'è parso di sentire un suono come di ciaramella..."
"Sono i pastori, mio piccino buono, che van dietro alla stella."
"Mamma, c'è un batter d'ali, un sussurrare di voci, intorno intorno."
"Son gli angeli discesi ad annunciare il benedetto giorno."
"Mamma, il cielo si schiara e si colora come al levar del sole..."
"Splendono i cuor degli uomini: è l'aurora del giorno dell'amore."

mercoledì 22 dicembre 2010

Happy Xmas (War Is Over) di John Lennon e Yoko Ono

Harry Anderson
E così è arrivato il Natale,
e tu cosa hai fatto?
Un altro anno se n’è andato
e uno nuovo è appena iniziato.
E così è Natale,
auguro a tutti di essere felici
alle persone vicine e a quelle care
ai vecchi ed ai giovani.
Buon Natale
e felice anno nuovo.
Speriamo sia un buon anno
senza timori né paure.
E così è Natale,
per i deboli ed i forti,
per i ricchi ed i poveri,
il mondo è così sbagliato.
E così è Natale,
per i neri ed i bianchi,
per i gialli ed i rossi,
smettiamola di combattere.
Buon Natale
e felice anno nuovo.
Speriamo sia un buon anno
senza timori né paure.
E così è Natale,
con tutto quello che è successo.
Un altro anno se n’è andato
e uno nuovo è appena iniziato.
E così è Natale,
auguro a tutti di essere felici
alle persone vicine e a quelle care
ai vecchi ed ai giovani.
Buon Natale
e felice anno nuovo.
Speriamo sia un buon anno
senza timori né paure.
La guerra è finita
Se tu lo vuoi
La guerra è finita
La guerra è finita, adesso.
************************
So this is Christmas
And what have you done
Another year over
And a new one just begun
And so this is Christmas
I hope you have fun
The near and the dear one
The old and the young
A very merry Christmas
And a happy New Year
Let’s hope it’s a good one
Without any fear
And so this is Christmas
For weak and for strong
For rich and the poor ones
The world is so wrong
And so happy Christmas
For black and for white
For yellow and red ones
Let’s stop all the fight
A very merry Christmas
And a happy New Year
Let’s hope it’s a good one
Without any fear
And so this is Christmas
And what have we done
Another year over
And a new one just begun
And so this is Christmas
I hope you have fun
The near and the dear one
The old and the young
A very merry Christmas
And a happy New Year
Let’s hope it’s a good one
Without any fear
War is over
If you want it
War is over
Now…

martedì 21 dicembre 2010

Castelvecchio, 21 decembre di Giovanni Pascoli

Viggo Johansen Io sento il suono dell'antica avena
su l'alba ancora scialba ma serena.
Ed ecco il monte trascolora in rosa,
splendono i vetri a tutte le finestre.
E gente va, che vuol saper la cosa,
per le callaie e per le vie maestre.
Va dove il placido organo silvestre
canta l'antica sacra cantilena.
E`un pastor bianco al pari della neve,
che non ha casa ed anco all'otre beve.
Dice: - Era il sole per fuggir dal cielo.
Oggi s'è fermo e tornerà pian piano.
Piccolo è il seme, ma fa lungo stelo;
il seme è poco, ma fa tanto grano:
ed il buon Sole per un anno sano
semina, o genti, il giorno suo più breve. -
(Diario autunnale 1907)

lunedì 20 dicembre 2010

Natale..... 1895! di Vittoria Aganoor

Albert Chevallier Tayler/Christmas Tree/1911
E' Natale o fratelli
lontani, o creature
chiuse dentro gli avelli,
o fantasmi scomparsi
dell’oblìo nelle immense sepolture:
a voi tendo le braccia,
a voi volgo smarrita
la lagrimosa faccia,
a voi, che me vedeste
il limitare ascender della vita.
Oh tornatemi intorno!
oh ch’io da voi, siccome
in quel lontano giorno,
dir oda: - È l’ora, vieni,
vieni! - e chiamarmi oda da voi per nome.
La mia piccola mano
teneramente presa
- come in quel dì lontano -
io senta dalle vostre,
e sia notte, e laggiù brilli la chiesa.
Così per l’ampia strada
piena d’ombre e misteri
da voi protetta io vada
nulla temendo, e siano
tutti pieni di luce i miei pensieri.
Io non sappia che oscuro
d’imminenti procelle
ci sta sopra il futuro;
io sogni come allora,
in quella notte, un gran sogno di stelle.
Nulla io sappia del folle
mondo; di forsennate
stragi per poche zolle,
di madri che ai figliuoli
tendono invan le braccia disperate;
nulla io sappia e soltanto
come allora, nel suono,
o piuttosto nel canto
delle campane, io senta
una grande promessa e un gran perdono.

domenica 19 dicembre 2010

Natale di Enrico Panzacchi

Christian Krohg Alta è la notte, scendono
in candida legione
dal firmamento gli angeli
recinti di splendor.
Pace alla gente buona:
è nato il Redentor.
Fiocca la neve: déstansi
in mezzo all'ombra e al gelo
e alle melòdi angeliche
rispondono i pastor:
Sia gloria a Dio del cielo:
è nato il Redentor!
Un tintinnio di giubilo
da mille torri suona:
s'allargano le tenebre,
Spuntan dai tronchi i fior.
Pace alla terra buona:
è nato il Redentor.
Nell'umile presepio,
o Dio, invan ti Celi;
a offrire i re già vengono
mirra, profumi ed òr.
Gloria sia a Dio nei cieli:
è nato il Redentor.

sabato 18 dicembre 2010

Il vecchio Natale di Marino Moretti

Toth Gabor Mentre la neve fa, sopra la siepe,
un bel merletto e la campana suona,
Natale bussa a tutti gli usci e dona
ad ogni bimbo un piccolo presepe.
Ed alle buone mamme reca i forti
virgulti che orneran furtivamente
d'ogni piccola cosa rilucente:
ninnoli, nastri, sfere, ceri attorti...
A tutti il vecchio dalla barba bianca
porta qualcosa, qualche bella cosa.
e cammina e cammina senza posa
e cammina e cammina e non si stanca.
E, dopo avere tanto camminato
nel giorno bianco e nella notte azzurra,
conta le dodici ore che sussurra
la mezzanotte e dice al mondo: È nato!

venerdì 17 dicembre 2010

Con dolcezza inalterata di Emily Dickinson

William M. Spittle/Carol singers
Con dolcezza inalterata
Informato che l'ora era giunta
Con nessuna rinuncia al trionfo
L'autunno si avviò a casa -
A casa è con la Natura
Come al termine di una gara
Da influenti congiunti
Invitato a tornare
In supplementi di Porpora
Un adeguato pasto
In celeste rassegna
La parte residua è trascorsa -

giovedì 16 dicembre 2010

Rose di dicembre di Francesco Chiesa

William Charles Thomas Dobson/Christmas rose 
Vedere ancor due roselline, oggi,
a mezzo dicembre, mi pare un inganno
degli occhi, un prodigio, trovar queste
povere due roselline.
Con voce di foglie già morte, il rosaio
risponde alle scosse del vento;
si tien dritto al muro, a sentir se l'intonaco
tiepido è ancora.
Sì: forse un pò tiepido; e basta ai due bocci
che s'aprono lenti, in silenzio;
e pare un celato sorridere, un muoversi
vago di labbra.

mercoledì 15 dicembre 2010

Nell'orto di Giovanni Pascoli

Jan Brueghel Castelvecchio, 15 decembre
A casa mia giunto sul vespro alfine,
io vedo un sogno ch'è pur cosa vera.
I quattro peri che piantai nell'orto
a circondar la conca d'arenaria,
vedo fioriti! E il cielo è bigio e smorto,
la nebbia fuma, fredda punge l'aria:
la neve è su la Pania solitaria...
- Allora, a marzo, o che lassù non c'era? -
E tutto cade, tutto va, si perde;
il fiume va come una folla in pianto.
La quercia ha il musco e l'edera, di verde:
sui verdi rami ha un suo gran rosso manto.
Sol foglie secche, e i vostri fior soltanto!...
- O non era così di primavera? -
Marzo a decembre, alba somiglia a sera!
Eppure altro è il principio, altro la fine.
Vedo tremare un poco le fogline
delle corolle al vento che le sfiora.
Avete il tempo, arbusti miei, sbagliato:
ora non viene la dolciura in cielo.
Non si prepara a rifiorire il prato:
viene la brina e mangia ogni suo stelo.
Viene la brina, ed anche viene il gelo...
- E così dunque non accadde allora? -
Ma il monte allora ritornò turchino,
e fiorirono i peschi e gli albicocchi.
Era fiorito il mandorlo e il susino,
metteva il melo foglie e fiori a gli occhi.
Fiori per tutto, a spighe, a mazzi, a fiocchi...
- A noi, col gelo li strinò l'aurora! -
Poveri arbusti! E si riprovan ora.
Oh! videro fiorire anche le spine!...
(Diario Autunnale 1907)

15 Dicembre di Anne Sexton

Alex Ross/1949Il giorno della sbronza solitaria è qui.
Non c'è la volpe, né meteo,
niente uccelli né i chipmunks,
né giochi sul sofà, nè villaggio vacanze.
Niente di quanto c'è stato tra noi,
né cielo, né mese -solo ciucca.
La mezzaluna è acida, amara,
triste mentre mi canto il Blended Whiskey Blues

martedì 14 dicembre 2010

Natale..... 1894! di Vittoria Aganoor

 Boughton/1864
"Gloria nei cieli e pace
agli uomini!" -
Oh non sia
la promessa, fallace!
ah s’apra questa via
angusta, ove una face
non brilla, ove s’obblìa
la mèta, in un tenace
miraggio di follìa!
Noi soffochiamo; il lezzo
sale; si gonfia il core
di sdegno e di ribrezzo...
Non lasciarci, o Signore,
a questo fango in mezzo,
o la speranza muore!

lunedì 13 dicembre 2010

Biglietto di Natale a Maria Luisa Spaziani di Cristina Campo

Nochebuena/Antonio Lopez Garcia/1955
Maria Luisa quante volte
raccoglieremo questa nostra vita
nella pietà di un verso, come i Santi
nel loro palmo le città turrite?
La primavera quante volte
turbinerà i miei grani di tristezza
dentro le piogge, fino alle tue orme
sconsolate - a Saint Cloud, sulla Giudecca?
Non basterà tutto un Natale
a scambiarci le favole più miti:
le tuniche d’ortica, i sette mari,
la danza delle spade.
“Mirabilmente il tempo si dispiega…”
ricondurrà nel tempo questo minimo
corso, una donna, un atomo di fuoco:
noi che viviamo senza fine.
Cristina

domenica 12 dicembre 2010

Narcissi di Giovanni Pascoli

Henry Jules Jean Geoffroy Bologna, 12 decembre.
- Narcissi d'oro, candidi narcissi,
voi che corona avete oltre corolla:
per cuna aveste un vaso, e non la zolla;
terriccio a letto, e non la madre terra.
Per gli altri il freddo, ma per voi la serra;
morivan gli altri, e voi veniste in boccia.
Ora ogni foglia stride e s'accartoccia;
e voi fiorite, lieti, belli, e soli. -
- Oh! i primi caldi dopo il verno, e i voli
delle farfalle, e i canti dei fringuelli!
Al sole uscir con tutti i suoi fratelli,
odorar tutti al cominciar d'aprile!
al vento, all'acqua, a gruppi a macchie a file,
in tanti, in tanti, da sfiorire in pace!
nel prato, con le altr'erbe, fin che piace
alla falce che agguaglia erbe e narcissi. -
(Diario Autunnale 1907)

sabato 11 dicembre 2010

La leggenda di Natale di Fabrizio De Andrè

Alfons Siber/Love Frozen/1913
Parlavi alla luna giocavi coi fiori
avevi l'età che non porta dolori
e il vento era un mago, la rugiada una dea,
nel bosco incantato di ogni tua idea.
E venne l'inverno che uccide il colore
e un babbo Natale che parlava d'amore
e d'oro e d'argento splendevano i doni
ma gli occhi eran freddi e non erano buoni.
Coprì le tue spalle d'argento e di lana
di pelle e smeraldi intrecciò una collana
e mentre incantata lo stavi a guardare
dai piedi ai capelli ti volle baciare.
E adesso che gli altri ti chiamano dea
l'incanto è svanito da ogni tua idea
ma ancora alla luna vorresti narrare
la storia d'un fiore appassito a Natale.
1968

venerdì 10 dicembre 2010

La neve cade di Boris Pasternak

Cornelius Krieghoff/1871 La neve cade, la neve cade
Alle bianche stelline in tempesta
Si protendono i fiori del geranio
Dallo stipite della finestra:
La neve cade e ogni cosa è in subbuglio,
ogni cosa si lancia in un volo,
i gradini della nera scala,
la svolta del crocicchio.
La neve cade, la neve cade,
come se non cadessero i fiocchi,
ma in un mantello rattoppato
scendesse a terra la volta celeste.
Come se con l'aspetto di un bislacco
Dal pianerottolo in cima alle scale,
di soppiatto, giocando a rimpiattino,
scendesse il cielo dalla soffitta.
Perché la vita stringe. Non fai a tempo
A girarti dattorno, ed è Natale.
Solo un breve intervallo:
guardi, ed è l'Anno Nuovo.
Densa, densissima la neve cade.
E chi sa che il tempo non trascorra
Per le stesse orme, nello stesso ritmo,
con la stessa rapidità o pigrizia,
tenendo il passo con lei?
Chi sa che gli anni, l'uno dietro l'altro,
non si succedano come la neve,
o come le parole d'un poema?
La neve cade, la neve cade,
la neve cade e ogni cosa è in subbuglio:
il pedone imbiancato,
le piante sorprese,
la svolta del crocicchio.

giovedì 9 dicembre 2010

9 dicembre di Anne Sexton

Simon Dewey Due anni fa, Riservista,
avresti voluto bruciare
la cartolina oppure
sparire, disertore.
Invece sei rimasto a servire
l'Aereonautica. La testa sfornava
cattive pensate, mandavi
il cuore in porta
come un pallone, il tuo buon cuore
che mai e poi mai cessa
di riconoscere i suoi torti.
Da Frisco hai fatto una telefonata.
Poi ti hanno confezionato
un Aereomedico
che riappiccicava insieme
pezzi umani staccati
dagli spari. Alcuni rispediti al mittente
troppo morti per essere malati.
Ma io non tenni un diario
a quel tempo
e tu dici che oggi
fai di peggio
Oggi scarichi corpi di uomini
alla base aereonautica
di Travis - maledetta -
niente alberi, un cratere
circondato da colline.
Lo Starlifter dal
Vietnam, megacarro funebre,
atterra. Cento
ne arrivano giorno dopo giorno
solo quarantott'ore
dopo la morte, carichi
addirittura a volte
di sessanta bare in schiera.
Manuale Meno Numero
Sedici Prontuario
preferisce intitolare il tutto
I resti umani.
Questa è la posizione
che ha preso il mondo
con i figli del nemico
e le conquiste del nemico.
Tu li scarichi - scivolano
in sacchi di gomma
dentro una bara di alluminio -
questi resti umani,
ché mantengono sempre la testa più alta
dei dieci ditini dei piedi.
Hanno la precedenza assoluta quando
vengono rispediti
con lo stipendio di quattro mesi
e con le spese di sepoltura
acclusi.
Quali riguardi
per quei resti umani!
Servono per le statistiche!
Non sia mai che vengano
gettati a mare da aerei in panne.
Restino a bordo! Sono più importanti
ora che sono morti.
E tu mi dici: "Finché non t'ammazzano
ti trattano come una merda".
E vengono poi portati nella Caverna
quei resti umani timbrati
su uno Starlifter, un Cargomaster,
un aereo postale, un Hercules
mentre il napalm bolle in pentola,
mentre il napalm s'acquatta nel nido di morte.
E qui da noi si faceva
la Marcia della Pace -
questa Washington che occupiamo.

mercoledì 8 dicembre 2010

Canzone minore di Federico Garcia Lorca

Ignacio Zuloaga Y Zabaleta/Lola con vestido de flor
Hanno gocce di rugiada
le ali dell'usignolo,
gocce chiare di luna
rapprese d'illusione.
Il marmo della fonte
raccoglie il bacio dello zampillo,
sogno di umili stelle.
Tutte le bambine dei giardini
quando passo
mi dicono addio. Anche
le campane mi dicono addio.
Nel crepuscolo gli alberi
si baciano. Ed io
piango lungo il viale,
grottesco e senza rimedio,
triste come Cyrano
e Don Chisciotte,
redentore
di impossibili infiniti
al ritmo dell'orologio.
Vedo gigli appassire
a contatto della mia voce
macchiata di luce sanguigna,
e nella mia lirica canzone
indosso abiti da pagliaccio
impolverato. L'amore
vago e bello si è nascosto
sotto un ragno. E il sole
come un altro ragno mi nasconde
con le sue zampe d'oro.
Mai raggiungerò la buona sorte,
perché son come l'Amore stesso,
con frecce di pianto
nella faretra del cuore.
Darò tutto agli altri
e piangerò la mia passione
come un bambino abbandonato
in un racconto sbiadito.
(Granada, dicembre 1918)

martedì 7 dicembre 2010

Ritorno a Brema di Erich Fried

Juan Botas/1987
Tardo autunno
la prima neve
le strade di notte
ghiacciate
ma verso te
Poi all'alba
la ferrovia
monotona
stancante
ma verso te
Verso la tua voce
verso il tuo essere
verso il tuo essere tu
verso te.

lunedì 6 dicembre 2010

Prega, amico, per la casa insonne di Marina Cvetaeva

Marianne Stokes/Candlemas Day 1901
Ecco ancora una finestra,
dove ancora non dormono.
Forse - bevono vino,
forse - siedono così.
O semplicemente - le due
mani non staccano.
In ogni casa, amico,
c'è una finestra così.
Non candele o lampade hanno acceso il buio:
ma gli occhi insonni!
Grido di distacchi e d'incontri:
tu, finestra nella notte!
Forse, centinaia di candele,
forse, tre candele...
Non c'è, non c'è per la mia
mente quiete.
Anche nella mia casa
è entrata una cosa come questa.
Prega, amico, per la casa insonne,
per la finestra con la luce.
dicembre 1916

domenica 5 dicembre 2010

Dicembre di Vittoria Aganoor

Laurets Andersen Ring/1888
Qua e là per la campagna irti si drizzano
al cielo i rami delle piante esauste.
Piove; incombe sull’ampia solitudine
desolata, il silenzio.
Sulla deserta immensità dell’anima
talor mute così piovon le lagrime;
umane braccia così al ciel protendonsi
talora, emunte e supplici.

sabato 4 dicembre 2010

4 dicembre di Anne Sexton

John Mellencamp E dov'è che ci siamo conosciuti?
A Londra, in Carnaby Street?
Fu Parigi, sulla Rive Gauche,
Quel "là" cui posso essere grata?
No. Eravamo ad Harvard Square,
All'edicola in lacrime entrambi.
A quel "là" posso essere grata -
Il giorno che Jack Kennedy moriva.
E un'ora dopo era morto,
Le cervella schizzate dalla mente brillante.
E piangendo bevemmo un whiskey liscio,
E il mondo ancora ricorda la data.
Entrambi scrivemmo poesie, ma non ci riuscimmo
E insieme piangemmo tutta la notte
E fra teneri sospiri ci innamorammo
La sera che i grandi comandano morte.

venerdì 3 dicembre 2010

3 dicembre di Vittorio Sereni

Juan Gris All'ultimo tumulto dei binari
hai la tua pace, dove la città
in un volo di ponti e di viali
si getta alla campagna
e chi passa non sa
di te come tu non sai
degli echi delle cacce che ti sfiorano.
Pace forse è davvero la tua
e gli occhi che noi richiudemmo
per sempre ora riaperti
stupiscono
che ancora per noi
tu muoia un poco ogni anno
in questo giorno.
(Frontiera)

giovedì 2 dicembre 2010

La ghiandaia ha scosso le sue nacchere di Emily Dickinson

William Adolphe Bouguereau/Genevieve Bouguereau/1850 
La Ghiandaia ha scosso le sue Nacchere
Metti il manicotto per l'Inverno
La Stola che ignora la sua voce
È impudente verso la natura
Di Bruni Giorni è la compagna
Il suo Loto è la castagna
Il Grillo mette giù una linea nera
Nulla di più dalla vostra per adesso

mercoledì 1 dicembre 2010

Dicembre di Diego Valeri

Hans Flato Tristi venti scacciati dal mare
agitavano la città notturna.
Da nere gole aperte tra le case
rompevano, invisibili
ombre, con schianti ed urla;
si gettavano per le vie deserte
ferme nel bianco gelo dei fanali,
urtavano alle porte
sbarrate, s'abbrancavano alle morte
rame d'alberi dolenti,
scivolavano lungo muri lisci,
dileguavano via, serpenti,
con fischi lunghi e lenti strisci...
Ora mi sporgo nell'attonita pace
della grigia mattina: tutto tace.
Teso il cielo di pallide bende.
Il gran cipresso, assorto, col suo verde
strano, nell'alta luce. Un coccio lustra
tra la terra bruna dell'orto.
Finestre senza tende, cupe,
guardano intorno. Non c'è voce umana,
grido d'uccello, rumore di vita,
nell'aria vasta e vana.
C'è solo una colomba,
tutta nitida e bionda,
che sale a passi piccoli la china
d'un tetto, su tappeti
fulvi di lana vellutata, e pare
una dolce regina
di Saba
che rimonti le silenziose scale
della sua fiaba.