giovedì 26 febbraio 2009

Oboe sommerso di Salvatore Quasimodo

D.G.Rossetti/King DavidAvara pena, tarda il tuo dono
in questa mia ora
di sospirati abbandoni.
Un oboe gelido risillaba
gioia di foglie perenni,
non mie, e smemora;
in me si fa sera:
l'acqua tramonta
sulle mie mani erbose.
Ali oscillano in fioco cielo,
labili: il cuore trasmigra
ed io son gerbido,
e i giorni una maceria.

2 commenti:

  1. anch'io
    trafitto da un raggio di sole
    domando e rispondo
    ma non v'è certezza alcuna.

    Gujil

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