lunedì 30 novembre 2009

Arie XXXIII e XXXIV di Pietro Metastasio

JacquetXXXIII
Ch'io parto reo, lo vedi;
ch'io son fedel, lo sai:
di te non mi scordai;
non ti scordar di me.
Soffro le mie catene;
ma questa macchia in fronte,
ma l'odio del mio bene
soffribile non è.
XXXIV
Se mai senti spirarti sul volto
lieve fiato, che lento s'aggiri
,dì: son questi gli estremi sospiri
del mio fido, che muore per me.
Al mio spirto dal seno disciolto
la memoria di tanti martìri
sarà dolce con questa mercé.

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