domenica 18 luglio 2010

Sera estiva di Clemente Rebora

Spencer Sui fianchi òndano avvinti
gli amatori in bisbiglio
nel languor sciolto dell’estiva sera;
dietro mi volgo: lento indi procedo,
e voluttà m’addolora.
Ma donne a veder sole più m’accora,
ché nulla ad esse, tranne amor, par vita;
nel frantumo del giorno,
giuocan l’attesa e rimando:
e nel guardar chi s’accompagna, intorno
dalle occhiaie dispera
intento l’occhio che par dica – quando? –
mentre orgoglio sicure le drizza
e muove a vagheggiarsi alle vetrine.
Il fato di ciascun è dentro al mio,
come nell’occhio lo sguardo:
e argomentando, tacito m’avvio
per la notte che stringe le cortine
sul lacrimar dell’ombre
per forme indefinite
al flaccido baglior ch’estenuato
da fanale a fanale sbadiglia
in una pausa senza fine.
O stanchi di sognar, oggi dormite:
Tutto, domani, ricomincerà.

Nessun commento:

Posta un commento