sabato 9 ottobre 2010

Le tristezze ignote di Gabriele D'Annunzio

Elizabeth Trockmorton/Largilliere/1729
 E sia pace al defunto.
Ma che soave odore!
Autunno, già nei vasi
fioriscon le viole!
Ed ecco, al fine, il sole
sul davanzale è giunto.
Tra le mie dita, quasi
ha il liquido tepore
del latte appena munto.
Sia pace a chi sofferse.
Oggi tutto è pacato.
Io non son triste, quasi.
Penso a tristezze ignote,
d’anime assai remote,
ne la vita disperse.
Io non son triste, quasi.
Oggi tutto è pacato.
Sia pace a chi sofferse.
Le suore, a le finestre
del convento, sul fiume
guardan passar le barche:
guardano mute e sole,
mute e digiune, al sole.
Giungono a le finestre
(come tarde le barche!)
un odor di bitume,
un odore silvestre.
I prigionieri assale
un’ansia: falci lente
falciano l’erba nuova,
a la prigione intorno.
Gli infermi (inclina il giorno),
pallidi sul guanciale,
ascoltano la piova
battere dolcemente
l’orto de l’ospedale.
(Poema paradisiaco/Hortulus Animae)

2 commenti:

  1. "Io non son triste, quasi. Oggi tutto è pacato"
    ecco l'autunno mi trasmette questo stato d'animo.. tutto è pacato, tutto si fa più silente, anche le gioie e i dolori.. e le viole fioriscono nei vasi...:)
    buona domenica Francesca e godiamoci questa splendida stagione

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  2. Buona domenica a te Viola, dura così poco questa bella stagione, le foglie dagli splendidi colori stanno già per cadere....

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