sabato 20 novembre 2010

Il ponte sull'Aposa di Giovanni Pascoli

Giovanni Sottocornola/Muratore/1891 Bologna, 20 Novembre
Aposa trista! Il povero al tuo ponte
sosta, e non altri. Siede sul sedile,
né guarda: non a valle non a monte:
non alle torri lunghe e sdutte, che oggi
sfumano in grigio, non a quelle file
d'alti cipressi tra i castagni roggi:
ascolta, a capo chino, ad occhi bassi,
te che laggiù brontoli cupa, e passi.
A te vengono gli uomini infelici,
Aposa trista! E nella solitaria
notte a qualcuno tristi cose dici.
T'ascolta a lungo. E poi, quando una foglia
secca di platano, a un brivido d'aria,
sembra un fruscìo di gonna su la soglia:
ecco, quell'uomo non è più: dirupa...
tu passi, e dopo un po' brontoli cupa.
Aposa trista! E l'Aposa risponde:
- Vien l'usignolo, a marzo, tra le acace!
Al gorgoglìo delle mie picciole onde
sta prima attento, a lungo impara, e tace.
Ma poi di canto m'empie le due sponde;
e il canto suo già mio singulto fu.
Canta al suo nido, al nido suo di fronde,
di quelle fronde che cadono giù... -
(Appendice Diario Autunnale V - 1907)

4 commenti:

  1. Sono andata a cercarmi il significato di "sdutto": stava da qualche parte della mia memoria, ma non mi è giunto immediato, nonostante la radice latina.

    Per il resto, sono innamorata dell'usignolo dell'Aposa.
    Subito fa cambiare il tono della poesia da triste a lieto. Riempie le sponde - entrambe: come si spande la sua voce! - di canto e riesce persino a risollevare le "fronde che cadono giù".
    Che magia.

    Buon fine settimana!

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  2. Buona domenica splendidi fiori del mio giardino...Rose e Viole.

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  3. Grazie cara Carmen, e benvenuta.
    Voi che mi onorate di leggere questo blog siete i miei amici dell'anima.
    Buona domenica!

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