venerdì 7 gennaio 2011

Soltanto non sarebbe di Erich Fried

Gustav Klimt/Johanna Staude
La vita
sarebbe
forse più facile
se io
non ti avessi mai incontrata.
Meno tristezza
ogni volta
che dobbiamo separarci
meno paura
della prossima separazione
e di quella che ancora verrà.
E anche poco
di quella nostalgia impotente
che quando non ci sei
vuole l'impossibile
e subito
fra un istante
e che poi
poiché non è possibile
resta turbata
e respira a fatica.
La vita
sarebbe forse
più facile
se io
non ti avessi incontrata.
Soltanto
non sarebbe
la mia vita.

10 commenti:

  1. Splendida. Grazie Francesca.
    Sono commossa. Parole semplici ma che vanno diritte al cuore.
    p.s.
    il mio amore l'ho perso ma pur nella sofferenza che ciò mi procura non potrò mai rinnegarlo: non sarei più quella che sono ora...

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  2. p.s.
    grazie per avermi fatto compagnia.
    ...arrivederci...

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  3. Ma Fried è un po' masochista, si sa.
    A volte ho l'impressione che lo scrivere sulle sofferenze per amore sia un modo di ottenere un certo protagonismo.

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  4. Con tutto... siamo quasi a fine settimana! Ciao, Francesca!

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  5. Non soltanto l'ideale è più vero del reale, ma costituisce l'unica realtà. La misura del vero e di noi stessi...

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  6. @Rose
    magari avessero tutti quella che tu chiami "voglia di protagonismo" ci sarebbero più SAlinas e meno stolti.
    Naturalmente la mia è una riflessione Rose, senza offesa.

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  7. @Ardea
    l'ideale è più vero del reale perché parte dall'unità soggettiva che è la nostra anima. Concordo.

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  8. L'ideale è più vero del reale in quanto realtà soprasensibile della quale noi e le cose partecipiamo. Talvolta avendone confusa nozione, talvolta più coscientemente.

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  9. Grazie dei vostri graditissimi commenti. A me leggendo questa poesia sono venuti in mente i versi di Vinicio De Moraes (A proposito dell'amore):
    "Può durare anche un attimo, basta che sia infinito..."
    Grazie Veronica a te, per la compagnia e a tutti. Buon sabato nevoso/piovoso/nebbioso...

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  10. @veronica
    Devi perdonarmi, ma rimango della mia opinione.
    Capisco e conosco il mal d'amore, ma il fatto di soffrirne non ci rende necessariamente artisti o poeti, né più interessanti.
    Molta produzione sul tema amoroso è sconcertantemente melensa e scontata (la mia per prima): non perché siamo figli del Romanticismo e propensi all'esaltazione dei sentimenti siamo dei Salinas.
    La sofferenza può non avere parole ed essere atroce al contempo.

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