venerdì 25 febbraio 2011

Il burattinaio di Marino Moretti

Andrè Derain/1924 Da paese a paese egli cammina
portando la baracca su le spalle,
da paese a paese, dalla valle
alla collina.
E quando incontra un piccolo villaggio,
egli si ferma per quei tre marmocchi,
chiama Arlecchino che straluni gli occhi
per suo vantaggio,
chiama la Reginetta e il suo bel paggio
che si facciano ancor qualche moina,
e Brighella, cuor d'oro, e Colombina, rosa di maggio;
e raccattato qualche buon soldino
dal capannel che un poco si dirada,
egli continua sull'aperta strada
il suo cammino...
Tutto ha con sè: la casa, la famiglia,
i beni, i sogni, il mondo; e tutto è lieve
alle sue spalle come al guardo un breve
batter di ciglia.

4 commenti:

  1. Questo lavoro non è né prestigioso né remunerativo, ma al burattinaio dà tutto ciò che serve, inclusa una leggerezza da fiaba. Di certo il suo spirito giocoso e fantasioso lo avrà aiutato nei momenti tristi e difficili.

    Francesca carissima, se ci vederemo ti porterò le paste con la crema chantilly. ;)

    Ora mi godo il venerdì col sole, come da te. Buona giornata!

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  2. Ho scritto "vederemo"... :(

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  3. Omnia mea maecum porto...
    Due metafore s'intrecciano, quella del mondo come teatro e quella dell'uomo come microcosmo, mondo in miniatura. La chiusura è memore delle Elegie di Rilke...

    Molto bella questa tua selezione tematica, buon WE Francesca...

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  4. Buon we a voi amici, grazie per le paste Rose...

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