giovedì 14 aprile 2011

La vite di Giovanni Pascoli

Charles Conder/The farm/1888
Or che il cucco forse è vicino,
mentre i peschi mettono il fiore,
cammino, e mi pende all'uncino
la spada dell'agricoltore.
Il pennato porto, ché odo
già la prima voce del cucco...
cu... cu... io rispondo a suo modo:
mi dice ch'io cucchi, e sì, cucco.
Sì, ti cucco, vite, ché sento
già nel sole stridere l'api:
ti taglio ogni vecchio sarmento,
ti lascio tre occhi e due capi.
O che piangi, vite gentile,
perché al vento stai nuda nata?
Se anch'io tra i fioretti d'aprile
sembravo una vite tagliata!
Piangi quello che ti si toglie?
Ma ti cucco, taglio ed accollo,
perché, quando cadon le foglie,
tu abbia un tuo qualche grispollo!
O mia vite... no, o mia vita,
così torta meglio riscoppi!
E poi... com'è buono, alle dita,
l'odore di gemme di pioppi!
E parlare, ritto su loro,
col venuto di là dal mare,
chiedendogli, in mezzo al lavoro,
quant'anni si deve campare!
(Canti di Castelvecchio)

6 commenti:

  1. Togliere qualcosa perché qualcosa nasca.
    Pascoli contadino che cura una vite, e potandola si sente di confortarla per quello che le sta tagliando via.

    Frescolino, oggi. Buon... middle week? ;)

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  2. Frescolino davvero, il giusto per aprile direi, era prima che era troppo caldo.
    Buon pomeriggio del giovedì mia cara.

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  3. Oh che piangi vite gentile

    se anche io tra i fioretti d'aprile

    sembravo una vite tagliata

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  4. ( cercate di capirmi fiori d'aprile tra la vostra spontaneità anche solo il mio occhio che vi guarda sfigura)
    -
    (sta male, semplicemente)

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  5. ...ti lascio tre occhi e due capi...
    L'albero é umano, e l'umano é albero.
    Pascoli é come Buddha, illuminato e fuso nella bellezza della natura. Quanta delicatezza nelle sue parole! ah! che meraviglia!
    ciao

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