mercoledì 25 maggio 2011

La vita in versi di Giovanni Giudici

Maria Oakey Dewing/Garden in may/1895
Metti in versi la vita, trascrivi
fedelmente, senza tacere
particolare alcuno, l’evidenza dei vivi.
Ma non dimenticare che vedere non è
sapere, né potere, bensì ridicolo
un altro voler essere che te.
Nel sotto e nel soprammondo s’allacciano
complicità di visceri, saettando occhiate
d’accordi. E gli astanti s’affacciano
al limbo delle intermedie balaustre:
applaudono, compiangono entrambi i sensi
del sublime – l’infame, l’illustre.
Inoltre metti in versi che morire
è possibile più che nascere
e in ogni caso l’essere è più del dire.

6 commenti:

  1. Qualcuno ha detto che se muoiono i poeti possono cadere anche le cattedrali. Buon sonno Giovanni!

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  2. molto piacevole passare da questo blog...un saluto

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  3. cerca nel cuore,
    più giù,
    più profondo
    lì troverai
    il poeta che cerchi

    Gujil

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  4. "Vita è l'ardua parola,
    è l'esercizio amaro
    del pensiero,
    la calma piatta
    di una violenza oscena."

    Très beau, merci Francesca, bonne journée...

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  5. Era importante ricordare Giovanni Giudici, e ringrazio Francesca per averlo fatto con questo splendore di poesia.

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  6. Grazie a voi amici, che mi onorate con la vostra presenza!

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