domenica 11 marzo 2012

La pioggia di marzo di Ivano Fossati

Ettore Tito○1898
E mah è forse è quando tu voli rimbalzo dell'eco è stare da soli
è conchiglia di vetro, è la luna e il falò
è il sonno e la morte è credere no
margherita di campo è la riva lontana
è la riva lontana è, ahi! è la fata Morgana
è folata di vento onda dell'altalena un mistero profondo
una piccola pena
tramontana dai monti domenica sera è il contro è il pro
è voglia di primavera
è la pioggia che scende è vigilia di fiera è l'acqua di marzo
che c'era o non c'era
è si è no è il mondo com'era è Madamadorè burrasca passeggera
è una rondine al nord la cicogna e la gru, un torrente una fonte
una briciola in più
è il fondo del pozzo è la nave che parte un viso col broncio
perché stava in disparte
è spero è credo è una conta è un racconto una goccia che stilla
un incanto un incontro
è l'ombra di un gesto, è qualcosa che brilla il mattino che è qui
la sveglia che trilla
è la legna sul fuoco, il pane, la biada, la caraffa di vino
il viavai della strada
è un progetto di casa è lo scialle di lana, un incanto cantato
è un'andana è un'altana
è la pioggia di marzo, è quello che è
la speranza di vita che porti con te
è la pioggia di marzo, è quello che è
la speranza di vita che porti con te
è mah è forse è quando tu voli rimbalzo dell'eco
è stare da soli
è conchiglia di vetro, è la luna e il falò
è il sonno e la morte è credere no
è la pioggia di marzo, è quello che è
la speranza di vita che porti con te .

7 commenti:

  1. Qui è una bella giornata, un attimino ventosa, ma marzolina.
    Buon marzo a tutti...sta arrivando....

    RispondiElimina
  2. Colloquio

    Per il deluso autunno,
    per gli scolorenti
    boschi vado apparendo, per la calma
    profusa, lungi dal lavoro
    e dal sudato male.
    Teneramente
    sento la dalia e il crisantemo
    fruttificanti ovunque sulle spalle
    del muschio, sul palpito sommerso
    d'acque deboli e dolci.
    Improbabile esistere di ora
    in ora allinea me e le siepi
    all'ultimo tremore
    della diletta luna,
    vocali foglie emana
    l'intimo lume della valle. E tu
    in un marzo perpetuo le campane
    dei Vesperi, la meraviglia
    delle gemme e dei selvosi uccelli
    e del languore, nel ripido muro
    nella strofe scalfita ansimando m'accenni;
    nel muro aperto da piogge e da vermi
    il fortunato marzo
    mi spieghi tu con umili
    lontanissimi errori, a me nel vivo
    d'ottobre altrimenti annientato
    ad altri affanni attento.

    Sola sarai, calce sfinita e segno,
    sola sarai fin che duri il letargo
    o s'ecciti la vita.

    Io come un fiore appassito
    guardo tutte queste meraviglie

    E marzo quasi verde quasi
    meriggio acceso di domenica
    marzo senza misteri

    inebetì nel muro.

    Andrea Zanzotto

    RispondiElimina
  3. Due graditissime sorprese.

    Sublime Zanzotto. Ardea, ti invio un abbraccio prima che il vento mi porti via (Rose-lla O'Hara).

    Mi permetto di aggiungere la voce di Ivano Fossati.
    :http://www.youtube.com/watch?v=jXLOKhHpUOI

    RispondiElimina
  4. Grazie Rose, un caro saluto a te, a Francesca, Veronica e tutti gli amici del blog. G.

    RispondiElimina
  5. Ma che bella domenica, torna Ardea e ci porta un bel regalo. Un abbraccio da parte mia, esteso anche a Rose, e alle anime belle di questa isola che non c'è.

    RispondiElimina
  6. Cara Francesca,

    Sono sempre qui. Non sempre la mia voglia di seguire e di esprimermi riesce a raccogliere sufficiente energia per tradursi in frasi articolate e intelligibili.
    Buona settimana a tutti,

    G.

    RispondiElimina
  7. Grazie a tutti, Gianrico, scrivi, vai bene sempre anche disarticolato ok?
    Facciamo nostro l'appello di Veronica: Asia se ci sei batti un colpo!
    Buona settimana a tutti...

    RispondiElimina