martedì 3 settembre 2013

Romanza di Gabriele D'Annunzio

Charles Edward Perugini
Ne le sue nubi avvolta 
la Luna si riposa, 
come in profondo letto. 
Ridendo, a volta a volta, 
sorge come una sposa 
ignuda a mezzo il petto. 

Ancor su l'acqua splende 
trepidamente in arco 
il solco de 'l naviglio; 
e lungi si protende 
la fresca ombra de 'l parco 
entro il chiaror vermiglio. 

Ne l'aria de la notte 
il fior d'arancio effonde 
odor più dolce e pieno, 
misto a 'l fior d'oleandro. 

Su la scala, ove rotte 
hanno gemiti l'onde, 
Rosalinda vien meno 
tra le braccia a Silvandro.

3 commenti:

  1. Due nomi più strani non li avrebbe potuti scegliere! Silvandro, poi! Poveretto... che aveva fatto di male? :S

    Continua il caloroso settembre, ma trovo fichi, noci fresche e uva a ricordare che si va autunnando! Insomma, è sempre un magna magna.

    Mamma mia che veste giaguarona, la ragazza! Da chi l'ha presa, dalla Santanchè?

    Buon mercoledìììììì!

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  2. Bepi, Toni e Nane non erano nomi che potevano piacere al Vate.
    E di nonne leopardate ce ne sono molte in giro ahimè...buon soba.
    Buona frutta (ma ci dobbiamo privare di tutto?)

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  3. Eh, sì: le nonne leopardate non sono esattamente low-profile...

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