sabato 23 gennaio 2016

Blues della mattina d'inverno di Stefano Benni

The Umbrellas, Pierre-Auguste Renoir, c. 1883
Vai in questa
nebbia grigia schiuma di lavasecco
tra Topsy bar Billy bar Ringo bar
equivoci bar di periferia
con l'uomo scuro che fuma sulla porta
e puttane infiocchettate come
le vetrine di profumiere a Natale
un bus sadico che scappa e si fa
rincorrere da vecchie zoppe
bambini col muso di scimmia li vedo
entrare imprecando in una galera
di cubi gialli la chiamano scuola
con nanetti e daini dipinti sui muri
e scritte BR e Rinaldi è un busone
scritto a spray enorme blu come
le scritte della stazione che è
(chi lo ricorda?) saltata su in agosto

Ma adesso è inverno, e io vado
ad aspettare sentenze ai gabinetti d'analisi
in un angolo, pieno di freddo e medicine
nell'attesa con questa giacca a vento
rossa con lo stemma che mi hai regalato tu
e ascolto Africa di Nina Hagen
a una radio di una macchina
ferma a un semaforo, gelato, e poi
gettono sempre i Rolling Stones
e ballo attraverso i vetri sporchi
di un posto dove si mangiano panini
con polpette di animale morto
in circostanze poco chiare
delitti nello squallido mondo
degli insaccati. Ieri poi è partita una
che non ti fa entrare nel dancing
luminoso dei suoi denti. Non vuole
baci, per Dio, solo scopare insomma
e sul più bello alla finestra è spuntato
il suo fidanzato incazzato vestito
da Babbo Natale. Bestiale.
Natale è un bancario che ha
la casa piena di dischi. Ha i baffi
ed è triste perchè è morto Lennon. Dice
che è finita la musica utopica. Orca!
Maurizio è tornato da New York
dice che là è freddo cold come qua
tira la coca tira le palle di neve
il comune libera le strade
dai drogati e dai blocchi gelati
e pigliamo la broncopolmonite
per vedere una brunetta che
alle due di notte si spoglia
a un sesto piano.Tutto ciò
è molto, ma molto americano
Col fumo che dalla bocca va su
uguale a Bologna Frisco e Milano
coi tassisti isterici e i fanali rossi
e una goccia di gelo sulla punta delle scarpe
e bocche voluttuose che succhiano le sciarpe
e immaginare Mongo città d'un pianeta
sempre nella nebbia, e Gino il marinaio
che con la mano gonfia mi fa
secondo me Stampax dovresti anche tu
farti qualche pera. Ciano è in galera
aveva una bella faccia da indiano
e i capelli rasati. Domani forse
sparo a qualcuno. Oppure mi compro
guanti di lana rossa per poter salutare
nella nebbia, anche da lontano.
***
da PRIMA O POI L'AMORE ARRIVA

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