E poiché diventava meschina e malvagia
col freddo incorruttibile l'avete purificata
Stamani, fino alle ciminiere che cantano insieme
inalberando bandiere bianche:
Signore. avete elargito al mondo diviso
lo neve della vostra pace...
Dimentico
le mani bianche che premendo il grilletto
fecero crollare gli imperi,
le mani che fustigarono schiavi e
che vi flagellarono.
le vecchie mani bianche che vi schiaffeggiarono.
mani sicure che mi spinsero
alla solitudine e all'odio,
le mani bianche che abbatterono
la foresta di palma
che dominava l'Africa...
Il mio cuore, Signore, si è sciolto come neve
sui tetti di Parigi
al sole della vostra tenerezza.
E tenero si è fatto ai miei nemici, fratelli
dalle mani già bianche senza neve,
anche per queste dita di rugiada che sento,
ogni sera,
sulle mie guance brucianti.
DI DRAGHI CHE IN NOI
RispondiEliminaAssordante silenzio
è fiato che senti e non vuoi
è dietro di te.
Calcando bui percorsi
di ansia e mestizia
c'è un solo riscontro
che palpebre urta ed incarna.
A guisa di antro
un cuore s'inombra
e perpetua nei ritmici
Inverni del nostro scontento.
Scivolanti declivi
di nere scoscese e piovaschi
ad eludere chiome e cipressi
sferzati da gelido vento
percorsi interiori dilagano.
Gujil, 2008
Grazie per le belle poesie che mi mandi.
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