martedì 22 marzo 2011

Fontana di luce di Ada Negri

John Collier/Devonshire Nel marzo ebro di sole il grande arbusto
in mezzo al prato si coprì di gialli
fioretti: le novelle accese rame
salenti e ricadenti con superba
veemenza di getto dànno raggi
e barbagli a mirarle; e tu quasi odi
scroscio di fonte uscir da loro; e tutta
la Primavera da quell'aurea polla
ti si versa cantando entro le vene.

11 commenti:

  1. I.

    Non è più estate./
    Ora distrutto, il fico s'innalzava,/
    tortuosa, lussureggiante certezza./
    È come se una gioia troppo cauta,/
    inadeguato entusiasmo,/
    l'avesse tolto insieme al senso/
    ed alla terra, destituito/
    d'ogni fondamento./

    II.

    Dov'eri tu mentre io rifiorivo/
    in stagioni di pietra?/
    Mentre mi perpetuavo/
    nella durezza degli anni?/
    Un'unica stagione, un solo clima/
    governa mente e rami/
    li grava di menzogne/
    ancora acerbe./

    Bon Printemps à tous...

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  2. Chissà qual era l'arbusto dai fiori gialli? una forsizia, un maggociondolo, un citiso... ma bello il paragone con la fontana, bello il rumore che sembra provenirne.
    Questa poesia è davvero piena di luce!

    Sempre profondo, Ardea.
    Ma la primavera in francese è maschile? :(

    Sole e freddo. Sento un inizio di raffreddore.

    Buon martedì!

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  3. Merci Rose... Sì in francese c'est *le* Printemps...
    Sole e caldo da queste parti.
    Bonne soirée!

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  4. Ancora congratulazioni Ardea, versi molto suggestivi. Davvero bravo.
    Rose erano ginestre?
    E per finire una nota poco intellettuale:
    quanto tempo ho passato dentro i magazzini Printemps a Parigi!
    Quasi come al Louvre. Vergogna!

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  5. Non sono d'accordo coi francesi: la primavera non può essere maschio. ;)

    Ginestra! sì, Francesca, e bella profumata!
    Per il peccato... primaverile sei più che perdonata!

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  6. La cultura francese è una cultura che penalizza, per molti versi, la donna... la nostra è l'evoluzione di una cultura matriarcale. Lo rivela l'analisi delle "parolacce" che non è il caso qui di svolgere, ma che dimostra inequivocabilmente una "supremazia" del "maschile" nella cultura des "droits de l'homme" e una superiorità indiscussa del "femminile" nella cultura nostrana.
    Avevo pensato alle ginestre di leopardiana memoria, tantopiù se menzionate da una poetessa del calibro di Ada Negri...

    Francesca: i musei oggi sono obitori o, nel migliore dei casi, dimenticatoi. Te lo dice uno che ha studiato la pittura antica per la maggior parte della sua vita...

    Bonne journée...

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  7. Wow. La nostra una cultura matriarcale? 0_0 Ma se fino al '75 il diritto di famiglia ci considerava proprietà dei mariti! E se ci educano fin da bambine a piacere agli uomini...
    Le donne francesi, poi, sono più emancipate di noi, più inserite e più importaanti nella società.

    Con tutto, Ardea, se puoi indicarmi del materiale che tratta dell'origine delle parolacce ti sarei grata!

    Anch'io avevo pensato all'"odorata ginestra" di Leopardi.
    Magari, per sentirne il profumo, aspetteremo qualche mese...

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  8. Rose, parlavo della "matrice", dell'impronta delle società, non dei loro sviluppi più o meno recenti... le tracce nel linguaggio sono sopravvivenze molto antiche e rivelatrici, anche se nel frattempo magari la situazione è cambiata, da noi come altrove. Culti matriarcali e poi quello di Iside sono attestati in area mediterranea da tempi immemorabili.
    Le analisi del senso delle parolacce sono... farina del mio sacco, perciò se la padrona di casa non si offusca do' qualche cenno qui. Da noi per dire che qualcuno è ottuso, non capisce niente, si dice che è un c***one, o testa di c...., con una connotazione peggiorativa che viene associata al sesso - e all'organo sessuale - maschile. I francesi diranno che qualcuno così è "con", e questo termine indica il sesso femminile, più particolarmente il sesso di una donna anziana e quasi insterilita, che viene di conseguenza associato a qualcosa di stupido e inutile.
    Penso aver detto abbastanza vista la gradevolezza dell'argomento...

    Un saluto, G.

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  9. Se posso intervenire, io ho una zia sposata a un francese che vive in un delizioso paesino ai confini con l'Alsazia. Abbiamo avuto molte discussioni in merito, ma non c'è nulla da fare: in pratica lei come entità non esiste, sui documenti, sul cancello, sulla cassetta postale c'è solo il cognome del marito. Se va in ospedale lei è madame Xyxy...e non col suo cognome.
    Ora loro sono persone anziane, ma per le coppie giovani è ancora così?
    Buon giovedì di primavera amici!

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  10. Grazie dei chiarimenti, Ardea. Per me l'argomento delle parolacce in sé è neutro. Sono altre le cose sgradevoli.

    A proposito di neutro, curiosavo sul "sesso" delle stagioni.
    In latino, la primavera (ver, veris) è neutro, come in inglese.
    In spagnolo e in tedesco è femminile.

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  11. Correggo: maschile in tedesco. Ach so!

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