lunedì 11 aprile 2011

Un grido di Rainer Maria Rilke

Canterbury/Frederick Childe Hassam/1889
Chi mi dirà sin dove
giunga la vita mia?
Chi mi dirà se anch'io vibro e stormisco
per entro l'uragano;
O se, flutto, mi adagio in fondo al lago;
se non sono anch'io
la pallida betulla che si sbianca,
rabbrividendo ai soffi dell'aprile.

4 commenti:

  1. La mia vita, il mio canto

    L'egual vita diversa urge intorno;
    cerco e non trovo e m'avvio
    nell'incessante suo moto:
    a secondarlo par uso o ventura,
    ma dentro fa paura.
    Perde, chi scruta,
    l'irrevocabil presente;
    né i melliflui abbandoni
    né l'oblioso incanto
    dell'ora il ferreo battito concede.
    E quando per cingerti lo balzo
    - o sirena del tempo -
    un morso appéna e una ciocca ho di te:
    o non ghermita fuggi, e senza grido
    nel pensiero ti uccido
    e nell'atto mi annego.
    Se a me fusto è l'eterno,
    fronda la storia e patria il fiore,
    pur vorrei maturar da radice
    la mia linfa nel vivido tutto
    e con alterno vigore felice
    suggere il sole e prodigar il frutto;
    vorrei palesasse il mio cuore
    nel suo ritmo l'umano destino,
    e che voi diveniste - veggente
    passione del mondo,
    bella gagliarda bontà -
    l'aria di chi respira
    mentre rinchiuso in sua fatica va.
    Qui nasce, qui muore il mio canto:
    e parrà forse vano
    accordo solitario;
    ma tu che ascolti, recalo
    al tuo bene e al tuo male;
    e non ti sarà oscuro.

    -- Clemente Rebora

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  2. Ben due poesie, oggi.
    Grazie a Francesca e ad Ardea.

    Quando sarà possibile, sarò quello che incontrerò: dal lombrico al virus, all'aquila, all'atomo di azoto, alle stelle di Cassiopea, anche alla popò e allo scarafaggio, alla sequoia e alle neve dell'Himalaya... insomma, tutto, per sentire tutto.

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  3. Bhè cosa aggiungere? Siete fantastici! E buon martedì!

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