Il vento soffia e nevica la frasca,
e tu non torni ancora al tuo paese,
quando partisti, come son rimasta,
come l'aratro in mezzo alla maggese.

lunedì 31 gennaio 2011

La neve che mai si accumula di Emily Dickinson

MIllais*Effie
La Neve che mai si accumula -
La transitoria, fragrante neve
Che arriva una sola volta l'Anno
Morbida s'impone ora -
Tanto pervade l'albero
Di notte sotto la stella
Che certo sia il Passo di Febbraio
L'Esperienza giurerebbe -
Invernale come un Volto
Che austero e antico conoscemmo
Riparato in tutto tranne la Solitudine
Dall'Alibi della Natura -
Fosse ogni Tempesta così dolce
Valore non avrebbe -
Noi compriamo per contrasto - La Pena è buona
Quanto più vicina alla memoria -

domenica 30 gennaio 2011

Inverno di Antonia Pozzi

Jean Egger/1927
Fili neri di pioppi-
fili neri di nubi
sul cielo rosso-
e questa prima erba
libera dalla neve
chiara
che fa pensare alla primavera
e guardare
se ad una svolta
nascono le primule.
Ma il ghiaccio inazzurra i sentieri-
la nebbia addormenta i fossati-
un lento pallore devasta
i dolori del cielo.
Scende la notte-
nessun fiore è nato-
è inverno-anima-
è inverno.

A tutti voi

Diaz OlanoSiete 200
GRAZIE!

sabato 29 gennaio 2011

Nuda è la terra di Antonio Machado

Agnes Goodsir
Nuda è la terra, ulula
l'anima sull'orizzonte pallido
come lupa famelica. Che cerchi,
poeta, nel tramonto?
Amaro camminare, perchè pesa
nel cuore il cammino. Il vento gelido
e la notte che arriva, e l'amarezza
della distanza...Sul bianco cammino,
si stagliano neri alberi stecchiti,
lungo i monti solitari c'è oro e sangue...
Il sole è morto...Che cerchi,
poeta, nel tramonto?
***************************************Desnuda está la tierra,
y el alma aúlla al horizonte pálido
como loba famélica. ¿Qué buscas,
poeta, en el ocaso?
¡Amargo caminar, porque el camino
pesa en el corazón! ¡El viento helado,
y la noche que llega, y la amargura
de la distancia!... En el camino blanco
algunos yertos árboles negrean;
en los montes lejanos
hay oro y sangre... El sol murió... ¿Qué buscas,
poeta, en el ocaso?

venerdì 28 gennaio 2011

Gelo di Mario Luzi

Jules Bastien LePage
Il giorno schietto
d'inverno inasprisce le carraie,
aguzza il taglio della pietra,
sopra i poggi pelati
brucia i pochi fili d'erba.
Chi affastella legna, chi sciorina
panni s'affretta; sgretola la crosta
con le scarpe chiodate, con gli zoccoli,
spranga l'uscio di casa.
E' un tempo che fa bruschi i conciliaboli,
ruvide le parole ed i commiati.
…Antenne
e nervature d'alberi, di rovi
graffiano i venti del tramonto…

giovedì 27 gennaio 2011

Lettera di Chaim ai genitori

Diego Vera
 Miei cari genitori,
se il cielo fosse carta e tutti i mari del mondo inchiostro, non potrei descrivervi le mie sofferenze e tutto ciò che vedo intorno a me.
Il campo si trova in una radura.
Sin dal mattino ci cacciano al lavoro nella foresta.
I miei piedi sanguinano perché ci hanno portato via le scarpe... tutto il giorno lavoriamo quasi senza mangiare e la notte dormiamo sulla terra (ci hanno portato via anche i nostri mantelli).
Ogni notte soldati ubriachi vengono a picchiarci con bastoni di legno e il mio corpo è pieno di lividi come un pezzo di legno bruciacchiato.
Alle volte ci gettano qualche carota cruda, una barbabietola ed è una vergogna: ci si batte per averne un pezzetto e persino qualche foglia.
L'altro giorno due ragazzi sono scappati, allora ci hanno messo in fila e ogni quinto della fila veniva fucilato... io non ero il quinto, ma so che non uscirò vivo di qui.
Dico addio a tutti, cara mamma, caro papà, mie sorelle e miei fratelli, e piango...
(Lettera scritta in yiddish da un ragazzo di 14 anni nel campo di concentramento di Pustkow-Galizia,uscita dal lager grazie all'aiuto di un contadino. Chaim non è più tornato...)NEVER FORGET!

mercoledì 26 gennaio 2011

Auschwitz di Francesco Guccini

Mann
 Son morto ch´ero bambino
son morto con altri cento
passato per un camino
e ora sono nel vento
Ad Auschwitz c´era la neve
il fumo saliva lento
nei campi tante persone
che ora sono nel vento
Nei campi tante persone
ma un solo grande silenzio
che strano, non ho imparato
a sorridere qui nel vento.
Io chiedo come può un uomo
uccidere un suo fratello
eppure siamo a milioni
in polvere qui nel vento.
Ancora tuona il cannone
ancora non è contenta
di sangue la bestia umana
e ancora ci porta il vento.
Io chiedo quando sarà
che un uomo potrà imparare
a vivere senza ammazzare
e il vento si poserà.

martedì 25 gennaio 2011

La notte d’inverno di Salvatore Quasimodo

Fernand Khnopff E ancora la notte d’inverno,
e la torre del borgo cupa con suoi tonfi,
e le nebbie che affondano il fiume,
e le felci e le spine. O compagno,
hai perduto il tuo cuore: la pianura
non ha piu spazio per noi.
Qui in silenzio piangi la tua terra:
e mordi il fazzoletto di colore
con i denti di lupo:
non svegliare il fanciullo che ti dorme accanto
coi piedi nudi chiusi in una buca.

lunedì 24 gennaio 2011

Avviso ai cari amici/e

Fernando Botero
Il mio pc da qualche tempo fa le bizze (si spegne improvvisamente) e nessun espertone è riuscito a farci nulla. Negli ultimi giorni il difetto si è acuito, mi potrebbe lasciare a terra da un momento all'altro. Quindi miei cari se all'improvviso sparisco per qualche giorno è per questo....il tempo di riorganizzarmi e sono da voi. Era doveroso avvisare. Intanto continuo...un abbraccio.

In grigio di Emanuel Carnevali

Bouguereau/The first mourning/1888
Il giorno mi pesa addosso come una tonnellata di fumo.
Le cose già fatte sono
cadaveri che riempiono di fetore
le stanze grigie dei miei ricordi.
Il futuro è una fila di
bambini nati morti.
La pozza dell’oblio è fangosa.
Solo ricordi in lenta marcia
avanzano lungo la strada dell’oggi. Cielo grigio
per ridestarmi in un momento.
Ma un sonno tetro è il programma per oggi:
sonno che sale dal cuore
come un gas nero.
Io so che per avere dormito a lungo
i morti hanno ripreso forza.
In giorni come questi
spalancano a calci le loro tombe
e ne balzano fuori con eleganza.
Sussurrano orribili segreti
l’uno all’altro e a me.
Portano i loro sudari e
li scuotono animosamente.
O Divinità del terrore e della malinconia
vienimi in aiuto!
Ho ancora baci sfioriti per te,
baci che non voglio buttare via perché sono molto povero,
distaccami dai miei ricordi.
Essi mi inquietano tanto che il sonno sussulta e fugge,
sussulta e fugge.

domenica 23 gennaio 2011

La civetta della neve-I tizzi allegri-Breve storia di Leonardo Sinisgalli

Alfons Mucha/Princezna Hyacinta/1911 La civetta della neve
Vengono anch'essi a scaldarsi
accanto al camino i vecchi Dei.
Viene intirizzita a chiederci asilo
la civetta della neve.
*************
I tizzi allegri
I tizzi ardono allegri
quando la casa resta vuota.
*************
Breve storia
Piovve tutto l'inverno quell'anno
di scuola, di chiesa, di cortile.
A quell'età bisognava morire.

sabato 22 gennaio 2011

La pace di Emily Dickinson

Raeburn/Reverend Robert Walker
La Pace è un'invenzione della nostra Fede -
Le Campane una Notte d'Inverno
Portano il Vicino oltre il Suono
Che non discese mai.
*********************
Peace is a fiction of our Faith -
The Bells a Winter Night
Bearing the Neighbor out of Sound
That never did alight.

venerdì 21 gennaio 2011

L'or di notte di Giovanni Pascoli

Walter Langley/The Waif/1889 Nelle case, dove ancora
si ragiona coi vicini
presso al fuoco, e già la nuora
porta a nanna i suoi bambini,
uno in collo e due per mano;
pel camino nero il vento,
tra lo scoppiettar dei ciocchi,
porta un suono lungo e lento,
tre, poi cinque, sette tocchi,
da un paese assai lontano:
tre, poi cinque e sette voci,
lente e languide, di gente:
voci dal borgo alle croci,
gente che non ha più niente:
- Fate piano! piano! piano!
Non vogliamo saper nulla:
notte? giorno? verno? state?
Piano, voi, con quella culla!
che non pianga il bimbo... Fate
piano! piano! piano! piano!
Non vogliamo ricordare
vino e grano, monte e piano,
la capanna, il focolare,
mamma, bimbi... Fate piano!
piano! piano! piano! piano!

giovedì 20 gennaio 2011

Tordo a sera di Thomas Hardy

Varley
M'appoggiai al cancello d'un boschetto
Quando il gelo era grigio fantasma,
E le scorie d'inverno desolavano
L'occhio morente del giorno.
I rami intrecciati striavano il cielo
Come corde di lire spezzate,
E tutti gli umani all'intorno
Erano presso il loro focolare.
Le linee della terra scheletrita
Sembravano il cadavere del secolo disteso.
Sua cripta sepolcrale la volta nuvolosa,
Il vento suo lagno di morte.
Il palpitare antico del seme e della nascita
S'era rattratto in rigida secchezza,
E ogni spirito sopra la terra
Svuotato di fervore come me.
Ed ecco una voce improvvisa
Scoppiò dagli squallidi rami,
A piena gola, in canto vespertino
Di gioia sconfinata;
Un vecchio tordo, fragile, sparuto, piccolino,
Le piume arruffate dal vento,
In quel modo spendeva la sua anima
Sull'ombra che scendeva.
Così poco incentivo a carole
Di tanto estatica nota
Era scritto sul volto della terra,
Lontano o intorno a lui,
Da farmi pensare vibrasse
In quella sua gioiosa buona-notte
Una lieta speranza, di cui egli sapeva
E io ero ignaro.

mercoledì 19 gennaio 2011

Ex voto di Guido Gozzano

Felix Henri Giacomotti/La patineuse/1888
S'alza la neve in pace;
la valle che s'imbianca
spicca sul cielo bruno.
Il Santuario tace
nella gran pace bianca
dove non c'è nessuno.
Nessuno per guarire
del male che lo strazia
più giunge di lontano...
Sol io potrei salire,
salire per la grazia:
mi rifarebbe sano...
Ma non vedrò la faccia
nera e la mitra aguzza...
Troppo ai bei dì sereni,
avvinto a quelle braccia
baciai la medagliuzza
tepente tra i due seni...

martedì 18 gennaio 2011

Requiescat di Oscar Wilde

Lucien Victor Guirand De Scevola/1900 Fate piano, ella è qui presso
sotto la neve,
parlate sommesso, ella ode persino
crescere le margheritine.
Tutti i suoi vividi capelli d'oro
offuscati di ruggine,
lei, così giovane e bella,
caduta in polvere.
Liliale, bianca come neve,
quasi ignorava
d'essere donna, tanto
dolcemente era cresciuta.
Asse di bara, pietra tombale,
gravano, sopra il suo petto;
io, desolato, tormento il mio cuore,
ella riposa.
Basta, ora, basta, non può ella udire
lira o canzone;
l'intera mia vita è sepolta qui,
ammucchiate terra sopra di essa.

lunedì 17 gennaio 2011

Giaculatoria alla neve di Amado Nervo

Paul Fischer/A street scene in winter/Copenhagen 1901 Che miracolosa è la Natura!
Dunque, non dà luce la neve? Immacolata
e misteriosa, tremula e silenziosa,
mi sembra che silenziosamente preghi
mentre scende.... Oh nevicata!:
la tua imponderabile e glaciale eucaristia
oggi del peccato di vivere mi assolva
e faccia che, come tu, la mia anima giri
fulgida, bianca, silenziosa e fredda.
*************************************
¡Qué milagrosa es la Naturaleza!
Pues, ¿no da luz la nieve? Inmaculada
y misteriosa, trémula y callada,
paréceme que mudamente reza
al caer... ¡Oh nevada!:
tu ingrávida y glacial eucaristía
hoy del pecado de vivir me absuelva
y haga que, como tú, mi alma se vuelva
fúlgida, blanca, silenciosa y fría.

domenica 16 gennaio 2011

A sera di Hermann Hesse

Kirchner/Berlino/1913
A sera vanno le coppie di amanti
lentamente attraverso il campo,
donne sciolgono i loro capelli,
commercianti contano i soldi,
sul giornale della sera leggono ansiosi
i borghesi le novità,
fanciulli agitano piccoli pugni
dormono sonni profondi e lunghi.
Ognuno compie le proprie azioni
adempie al sublime dovere,
borghesi, poppanti, coppie di amanti -
eccetto me?
Certo! Neppure delle mie azioni serali
delle quali sono schiavo
lo spirito del mondo può privarsi,
anch'esse hanno un senso.
E così affondo e risalgo,
danzo nell'intimo,
canticchio sciocchi canti di strada,
lodo Dio e me stesso,
bevo vino fantasticando
di essere un pascià,
avverto noie ai reni,
sorrido e bevo anche di più,
dico si al mio cuore
(al mattino non è possibile)
da dolori del passato
giuocando intesso una poesia,
vedo la luna e le stelle ruotare,
ne percepisco il significato
e via con loro mi sento andare
non importa dove.

sabato 15 gennaio 2011

Mattino nel porto di Boris Pasternak

Axentowicz In un'illusoria bellezza invernale
dormicchia la rada tra la foschia dell'alba,
sonnolenta avvolgendosi nella caligine
col suo viluppo di alberature
e bagnandosi, come nella guazza,
con i pennoni ondeggianti
nell'argento e nella madreperla
dei fanali quasi morenti.
Striscia appena appena
il mareggio del mattino.
Ogni sussurro appena percettibile,
quanto più fievole, quanto più piccolo,
si ripercuote con un tremito,
nel corpo delle navi.

venerdì 14 gennaio 2011

La perfezione della neve di Andrea Zanzotto

Rudolf Wacker/Winterlandschaft Quante perfezioni, quante
quante totalità. Pungendo aggiunge.
E poi astrazioni astrificazioni formulazione d’astri
assideramento, attraverso sidera e coelos
assideramenti assimilazioni -
nel perfezionato procederei
più in là del grande abbaglio, del pieno e del vuoto,
ricercherei procedimenti
risaltando, evitando
dubbiose tenebrose; saprei direi.
Ma come ci soffolce, quanta è l’ubertà nivale
come vale: a valle del mattino a valle
a monte della luce plurifonte.
Mi sono messo di mezzo a questo movimento-mancamento
radiale
ahi il primo brivido del salire, del capire,
partono in ordine, sfidano: ecco tutto.
E la tua consolazione insolazione e la mia, frutto
di questo inverno, allenate, alleate,
sui vertici vitrei del sempre, sui margini nevati
del mai-mai-non-lasciai-andare,
e la stella che brucia nel suo riccio
e la castagna tratta dal ghiaccio
e - tutto - e tutto-eros, tutto libertà nel laccio
nell’abbraccio, mi sta: ci sta,
ci sta all’invito, sta nel programma, nella faccenda.
Un sorriso, vero? E la vi(ta) (id-vid)
quella di cui non si può nulla, non ipotizzare,
sulla soglia si fa (accarezzare?).
Evoè lungo i ghiacci e le colture dei colori
e i rassicurati lavori degli ori.
Pronto. A chi parlo? Riallacciare.
E sono pronto, in fase dell’immortale,
per uno sketch-idea della neve, per un suo guizzo.
Pronto.
Alla, della perfetta.
“E’ tutto, potete andare.”
(La Beltà)

giovedì 13 gennaio 2011

Neve in campagna di Giovanni Marradi

Segantini/Il dolore confortato dalla fede
Fra il candore de' colli algidi in tondo
biancheggian selve rigide e severe,
fantasmi di defunte primavere
nella penombra d'un cinereo sfondo.
Bianchi fantasmi, visioni bianche
fra un bianco polverio d'àtomi erranti,
sorgon rigidi e stan gli alberi grami;
e non ha un'eco o un brivido neanche
l'immobil aura, che di voli e canti
strepitava fra' bei verdi fogliami.
Tacitamente nevica su i rami,
su i campi muti; e tutto imbianca un gelo,
tutto agghiaccia un oblio. Par che dal cielo
piova silenzio, e pare un sogno il mondo.

mercoledì 12 gennaio 2011

Pastello del tedio di Aldo Palazzeschi

Jakimowicz Myeczis/1909 Dal grigio della nebbia fitta fitta
traspaiono cipressi
ombre nere
spugne di nebbia.
E di lontano dondolando lento
ne viene un suono di campana quasi spento.
Più lontano lontano
passa un treno mugghiando.

martedì 11 gennaio 2011

Il cielo è basso di Emily Dickinson

Jean Francois Millet/Contessa di Valmont/1841 
Il Cielo è basso - le Nuvole sono misere.
Un Vagabondo Fiocco di Neve
In un Fienile o sul Solco di una ruota
Si chiede se andrà a finire -
Un Vento Gretto lamenta tutto il Giorno
Come qualcuno l'ha trattato
La Natura, come Noi è talvolta sorpresa
Senza Diadema -

lunedì 10 gennaio 2011

La terza neve di Evgenij Aleksandrovič Evtušenko

Hurley
Guardavamo dalle finestre, là
dove i tigli
si stagliavano neri
nella profondità del cortile.
Sospirammo
ancora, la neve non veniva,
ed era tempo, ormai,
era tempo...
E la neve venne,
venne verso sera.
Essa
giù dall'alto dei cieli
volava
a seconda del vento.
e nel volo
oscillava.
A falde sottili come lamine.
fragili,
era confusa di sé stessa.
La prendevamo delicatamente nelle mani
e stupivamo:
dunque, era quella la neve?
Ma la neve ci rassicurava:
Verrà, io lo so,
verrà la neve vera.
Non vi turbate
mi scioglierò,
non inquietatevi
subito... .
Dopo sette giorni
venne la neve nuova.
Non venne
precipitò.
Cadeva cosi fitta, da non potere
tenere aperti gli occhi.
a tutta forza
vorticava in cerchio, mugliando.
Con pervicace ostinazione
voleva inseguire il trionfo
perché tutti dicessero concordi:
si, è lei, la neve
vera. Che non dura un sol giorno,
o due.
Ma disperò di sé, non resistette
e si diede per vinta.
E se non si scioglieva tra le mani
si scioglieva
sotto
i piedi...
E noi inquieti, ansiosi
sempre più spesso
scrutavamo l'orizzonte: quando
quella vera verrà?
Perché era tempo,
era tempo...
E un mattino,
appena alzati, pieni di sonno,
ignari ancora,
d'improvviso aperta la porta,
meravigliati, la calpestammo.
Posava, alta e pulita
in tutta la sua tenera semplicità.
Era
fittissimamente di sé sicura.
Giacque
in terra
sui tetti
e stupì tutti
con la sua bianchezza.
Era davvero tanta,
ed era davvero bella.
Cadeva e cadeva
nel baccano dell'alba
fra il rombo delle macchine e lo sbuffare
dei cavalli
e sotto i piedi non si scioglieva.
anzi diventava più compatta.
Giaceva
fresca e scintillante
e ognuno ne era abbagliato.
Ed era lei, la neve. La vera.
L'aspettavamo.
Era venuta.

domenica 9 gennaio 2011

Nellie Clark di Edgar Lee Masters

John Faed Avevo soltanto otto anni;
e prima di crescere e capirne il significato
non ebbi parole per questo, tranne
che ero spaventata e lo dissi alla mamma;
e mio padre prese una pistola
e avrebbe voluto uccidere Charlie, che era un ragazzone,
di quindici anni, se non fosse stato per sua madre.
Nondimeno la storia mi rimase attaccata.
Ma l'uomo che mi sposò, un vedovo trentacinquenne,
era un nuovo venuto e non lo seppe mai
fino a due anni dopo il matrimonio.
Allora si considerò truffato,
e il villaggio convenne che in realtà non ero vergine.
E allora lui mi abbandonò, e io morii
nell'inverno seguente.
(Trad. di Fernanda Pivano)

sabato 8 gennaio 2011

La neve era sospesa di Cristina Campo

Tamara De Lempicka*1928
La neve era sospesa tra la notte e le strade
come il destino tra la mano e il fiore.
In un suono soave
di campane diletto sei venuto…
Come una verga è fiorita la vecchiezza di queste scale.
O tenera tempesta
notturna, volto umano!
(Ora tutta la vita è nel mio sguardo,
stella su te, sul mondo che il tuo passo richiude).

venerdì 7 gennaio 2011

Soltanto non sarebbe di Erich Fried

Gustav Klimt/Johanna Staude
La vita
sarebbe
forse più facile
se io
non ti avessi mai incontrata.
Meno tristezza
ogni volta
che dobbiamo separarci
meno paura
della prossima separazione
e di quella che ancora verrà.
E anche poco
di quella nostalgia impotente
che quando non ci sei
vuole l'impossibile
e subito
fra un istante
e che poi
poiché non è possibile
resta turbata
e respira a fatica.
La vita
sarebbe forse
più facile
se io
non ti avessi incontrata.
Soltanto
non sarebbe
la mia vita.

giovedì 6 gennaio 2011

I Magi di Boris Pasternak

Francisco de Zurbaran Albeggiava. Come granelli di fuliggine, l'alba
spazzava le ultime stelle dalla volta celeste.
E della innumerevole folla solo i Magi
Maria lasciò entrare nella cavità della roccia.
Lui dormiva, tutto splendente, in una culla di
quercia,
come un raggio di luna dentro il cavo d'un tronco.
Invece di pelli di pecora,
le labbra d'un asino e le nari d'un bue.
Stavano in ombra, come nel buio della stalla,
sussurravano, trovando a stento le parole.
A un tratto qualcuno, un po' a sinistra
nell'oscurità,
con la mano scansò dalla culla uno dei Magi
e quello si voltò: dalla soglia la vergine
guardava come un ospite la stella di Natale.

mercoledì 5 gennaio 2011

L'uccellino del freddo di Giovanni Pascoli

Hugo Darnaut Viene il freddo. Giri per dirlo
tu, sgricciolo, intorno le siepi;
e sentire fai nel tuo zirlo
lo strido di gelo che crepi.
Il tuo trillo sembra la brina
che sgrigiola, il vetro che incrina...
trr trr trr terit tirit...
Viene il verno. Nella tua voce
c'è il verno tutt'arido e tecco.
Tu somigli un guscio di noce,
che ruzzola con rumor secco.
T'ha insegnato il breve tuo trillo
con l'elitre tremule il grillo...
trr trr trr terit tirit...
Nel tuo verso suona scrio scrio,
con piccoli crepiti e stiocchi,
il segreto scricchiolettio
di quella catasta di ciocchi.
Uno scricchiolettio ti parve
d'udirvi cercando le larve...
trr trr trr terit tirit...
Tutto, intorno, screpola rotto.
Tu frulli ad un tetto, ad un vetro.
Così rompere odi lì sotto,
così screpolare lì dietro.
Oh! lì dentro vedi una vecchia
che fiacca la stipa e la grecchia...
trr trr trr terit tirit...
Vedi il lume, vedi la vampa.
Tu frulli dal vetro alla fratta.
Ecco un tizzo soffia, una stiampa
già croscia, una scorza già scatta.
Ecco nella grigia casetta
l'allegra fiammata scoppietta...
trr trr trr terit tirit...
Fuori, in terra, frusciano foglie
cadute. Nell'Alpe lontana
ce n'è un mucchio grande che accoglie
la verde tua palla di lana.
Nido verde tra foglie morte,
che fanno, ad un soffio più forte...
trr trr trr terit tirit...
(Canti di Castelvecchio)

martedì 4 gennaio 2011

Mattino d'inverno di Aleksandr Sergeevič Puškin

Lilian Westcott Hale/Zeffy/1906 Gelo e sole; giornata mirabile!
E tu sonnecchi, o mia adorabile -
su, bella, di svegliarsi e' ora:
dischiudi gli occhi di piacere,
stella del nord fatti vedere
incontro alla nordica aurora!
Ieri sera era tormenta,
e fosco il cielo, buia tenda;
la luna, pallida chiazza,
ingialliva fra nuvole gravi
e tutta mesta tu sedevi -
ma adesso... guarda alla finestra:
sotto quel cielo azzurrissimo
stesa la neve, al sole splende;
soltanto il bosco nereggia,
l'abete alla brina verdeggia,
di ghiaccio il ruscello lucente.
Una luce ambrata si posa
su tutta la stanza. E' festosa
la stufa che accesa scricchia.
Al caldo bello meditare.
Ma perche' non far attaccare
la morellina alla slitta?
Sulla neve del mattino,
con l'impaziente cavallino,
Mia cara, svelti scivolando
vedremo i campi sterminati,
i boschi, da poco spogliati,
e quella riva che amo tanto.
(1829)

lunedì 3 gennaio 2011

Inverno di Umberto Saba

Stabrowski/Julia/1908 È notte, inverno rovinoso. Un poco
sollevi le tendine, e guardi. Vibrano
i tuoi capelli, selvaggi, la gioia
ti dilata improvvisa l'occhio nero;
che quello che hai veduto - era un'immagine
della fine del mondo - ti conforta
l'intimo cuore, lo fa caldo e pago.
Un uomo si avventura per un lago
di ghiaccio, sotto una lampada storta.

domenica 2 gennaio 2011

Inverno di Pablo Neruda

Esquieses/Francisco Pons Arnau Giunge l'inverno. Splendido dettato
mi dan le foglie lente
vestite di giallo e di silenzio.
Sono un libro di neve,
una mano spaziosa, una prateria,
un circolo che attende,
appartengo alla terra e al suo inverno.
Crebbe il rumor del mondo nel fogliame,
arse poi il frumento costellato
di fiori rossi come scottature,
quindi venne l'autunno a stabilire
la scrittura del vino:
tutto passo', fu cielo passeggero
la coppa dell'estate,
e si spense la nube navigante.
Ho atteso sul balcone cosi' funebre,
come ieri con l'edera della mia infanzia,
che la terra distendesse
le sue ali sul mio amore disabitato.
Ho saputo che la orsa sarebbe caduta
e che il nocciolo della pesca transitoria
sarebbe tornato a dormire e a germinare:
mi sono inebriato con la coppa dell'aria
fino a che tutto il mare divenne notturno
e il rosso delle nubi fu cenere.
La terra vive ora
tranquillizzando il suo interrogatorio,
distesa la pelle del suo silenzio.
Io torno a essere ora
il taciturno che venne da lontano
avvolto di pioggia fredda e di campane:
debbo alla morte pura della terra
la volonta' delle mie germinazioni.
"Giardino d'inverno"
(Al sorriso contagioso di Giulia, ai suoi splendidi 30 anni che oggi avrebbe festeggiato...)

sabato 1 gennaio 2011

Capodanno di Antonia Pozzi

Joseph Christian Leyendecker 
Se le parole sapessero di neve
stasera, che canti
e le stelle
che non potrò mai dire...
Volti immoti s'intrecciano fra i rami
nel mio turchino nero:
osano ancora,
morti ai lumi di case lontane,
l'indistrutto sorriso dei miei anni.