Il vento soffia e nevica la frasca,
e tu non torni ancora al tuo paese,
quando partisti, come son rimasta,
come l'aratro in mezzo alla maggese.

domenica 30 settembre 2007

Mi piaci quando taci di Pablo Neruda

Mi piaci quando taci
Mi piaci quando taci perché sei come assente,
e mi ascolti da lungi e la mia voce non ti tocca.
Sembra che gli occhi ti sian volati via
e che un bacio ti abbia chiuso la bocca.
Poiché tutte le cose son piene della mia anima
emergi dalle cose, piene dell'anima mia.
Farfalla di sogno, rassomigli alla mia anima,
e rassomigli alla parola malinconia.
Mi piaci quando taci e sei come distante.
E stai come lamentandoti, farfalla turbante.
E mi ascolti da lungi, e la mia voce non ti raggiunge:
lascia che io taccia col tuo silenzio.
Lascia che ti parli pure col tuo silenzio
chiaro come una lampada, semplice come un anello.
Sei come la notte, silenziosa e costellata.
Il tuo silenzio è di stella, così lontano e semplice.
Mi piaci quando taci perché sei come assente.
Distante e dolorosa come se fossi morta.
Allora una parola, un sorriso bastano.
E son felice, felice che non sia così.
(Altra traduzione di Mi piaci silenziosa)
dipinto è di Klimt

sabato 29 settembre 2007

Non è il tuo amore che voglio di F. G. Lorca

Leonard Campbell Taylor*Persuasion
"Non è il tuo amore che voglio
voglio soltanto saperti vicina
e che muta e silenziosa
di tanto in tanto, mi tenda la tua mano."

venerdì 28 settembre 2007

Implorazione di Gabriele D'Annunzio

Josè Arburo Morell
Alcyone
Madrigali dell'estate
IMPLORAZIONE
Estate, Estate mia, non declinare!

Fa che prima nel petto il cor mi scoppi
come pomo granato a troppo ardore.
Estate, Estate, indugia a maturare
i grappoli dei tralci su per gli oppi.
Fa che il colchico dia più tardo il fiore
Forte comprimi sul tuo sen rubesto
il fin Settembre, che non sia sì lesto.
Sòffoca, Estate, fra le tue mammelle
il fabro di canestre e di tinelle.

giovedì 27 settembre 2007

Altro effetto di luna di Eugenio Montale

Altro effetto di luna
La trama del carrubo che si profila
nuda contro l'azzurro sonnolento,
il suono delle voci, la trafila
delle dita d'argento sulle soglie,
la piuma che si invischia, un trepestìo

sul molo che si scioglie
e la feluca già ripiega il volo
con le vele dimesse come spoglie.
(Eugenio Montale, Le occasioni; Parte prima)

(Enchantress è di Hughes)

mercoledì 26 settembre 2007

Luccica il marciapiede di V. Solouchin

Luccica il marciapiede,
per le vivide pozze corrono i venti freddolosi.
Non sono ancora i geli dell'inverno,
ma è già tempo di scrosci e di burrasche.
Macchine,ombrelli di passanti,acceso
luccichio di vetrine e di réclames......
Anche la notte qui somiglia al giorno,
in città non esistono le tenebre.
(V.Solouchin)
(Otono è di Mellory)

martedì 25 settembre 2007

La rosa bianca di Attilio Bertolucci

Gerhartz
Coglierò per te
l'ultima rosa del giardino,
la rosa bianca che fiorisce
nelle prime nebbie.
Le avide api l'hanno visitata
sino a ieri,
ma è ancora così dolce
che fa tremare.
E' un ritratto di te a trent'anni,
un po' smemorata, come tu sarai allora.

lunedì 24 settembre 2007

La casa tanto amata LXXI di Antonio Machado

Dyonnes
La casa tanto amata
dove abitava lei,
su un mucchio di macerie rovinata
o distrutta, indica scardinata
quella nera e tarlata
impalcatura di legno.
La luna sta volgendo
la sua chiara luce in sogni d'argento
alle finestre. Mal vestito e triste
vado a passeggio per la vecchia strada.
***
La casa tan querida
donde habitaba ella,
sobre un montòn de escombros arruinada
o derruida, ensena
el negro y carcomido
maltrabado esqueleto de madera.
La luna està vertiendo
su clara luz en suenos que platea
en la ventanas. Mal vestido y triste
voy caminando por la calle vieja.

Se io fossi un poeta di Antonio Machado

Berard*Madame Berard
Se io fossi un poeta
galante, canterei
agli occhi vostri un canto così puro
come sul marmo bianco l'acqua chiara.
E in una strofa d'acqua
tutto il canto direbbe:
"So già che non rispondono ai miei occhi,
che vedono e guardando nulla chiedono,
i vostri chiari; hanno i vostri occhi
la calma buona luce,
luce del mondo in fiore, che un mattino
ho visto dalle braccia di mia madre".

domenica 23 settembre 2007

Quest'autunno è mio di Rabindranath Tagore

QUEST'AUTUNNO E' MIO
di Rabindranath Tagore
Quest'autunno

è mio,
fu cullato nel mio cuore.
I campanelli luccicanti
alle caviglie
mi tintinnavano
nel sangue
e il suo san di velo
ondeggiava nel mio respiro.
Io riconosco il contatto

dei suoi capelli ondulati
in tutti i miei sogni.
Intorno c'è sempre lei,
anche nei tremuli rami
che danzano
al mio ritmo,
e i suoi occhi,
che dal cielo azzurro
sorridono,
presero luce da me
Rabindranath Tagore
(Kennington/Autumn)

Mattino d' autunno di F.G.Lorca

Alphonse Mucha*Autumn
Che dolcezza infantile
nella mattinata tranquilla!
C'è il sole tra le foglie gialle
e i ragni tendono fra i rami
le loro strade di seta.

L'estate è finita di Emily Dickinson

Leonard Taylor Campbell
Sono più miti le mattine
e più scure diventano le noci
e le bacche hanno un viso più rotondo.
La rosa non è più nella città.
L'acero indossa una sciarpa più gaia.
La campagna una gonna scarlatta,
Ed anch'io,
per non essere antiquata,
Mi metterò un gioiello

sabato 22 settembre 2007

Addii, fischi nel buio...di Eugenio Montale

Addii, fischi nel buio, cenni, tosse
e sportelli abbassati. È l'ora. Forse
gli automi hanno ragione. Come appaiono
dai corridoi, murati!
. . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
- Presti anche tu alla fioca
litania del tuo rapido quest'orrida
e fedele cadenza di carioca? -
(Eugenio Montale, Le occasioni, mottetti)
(La morte di Pocris è di Apperley)

venerdì 21 settembre 2007

Dedica di Anna Andreevna Achmatova

Robert Bell Anning* The Fragrant Posy
Davanti a questa pena s'incurvano i monti,
Non scorre il grande fiume,
Ma tenaci sono i chiavistelli del carcere,
E dietro ad essi le "tane dell'ergastolo"
E una mortale angoscia.
Per chi spiri il vento fresco,
Per chi sia delizia il tramonto,
Noi non sappiamo, siamo ovunque le stesse,
Sentiamo solo l'odioso strider delle chiavi
E i passi pesanti dei soldati.
Ci si alzava come a una messa mattutina,
Si andava per la capitale abbandonata,
Là ci s'incontrava, più inanimate dei morti,
Il sole più in basso e più nebbiosa la Neva,
Ma la speranza canta sempre di lontano.
La condanna.
E subito sgorgano le lagrime,
Ormai divisa da tutti,
Come se con dolore la vita dal cuore le strappassero.
Come se con rozzezza la rovesciassero indietro,
Ma cammina.
Barcolla.
Sola.
Dove sono ora le amiche occasionali
Di quei miei due anni maledetti?
Che appare loro nella bufera siberiana,
Che balugina nel disco lunare?
A loro invio il mio saluto d'addio.

giovedì 20 settembre 2007

Non posso più essere contento di F.G. Lorca

Julio Borrell
"Non posso più essere contento,
per tutti i miei giorni devo portare
nella mia nostalgia la tua immagine.
Son proprio tuo."

mercoledì 19 settembre 2007

Paris at night di Jacques Prevert

Paris at night
Tre fiammiferi accesi uno per uno nella notte
Il primo per vederti tutto il viso
Il secondo per vederti gli occhi
L'ultimo per vedere la tua bocca
E tutto il buio per ricordarmi queste cose
Mentre ti stringo fra le braccia
(Madame Maillol di Maillol)

martedì 18 settembre 2007

Ultimi deliri di Dacia Maraini

Buigas
ultimi diluvi di una giovinezza
sparite leggerezze, occhi spezzati
come è fresca la giornata che nasce
vita mia che ti sfiorisci
senza saperlo e perdi ad una ad una
le voglie più stupide e gloriose
morire senza degenerare
sarebbe giusto e dolce
chiudere la bocca senza dire addio
allungarsi sul letto ed
essere già freddi e lontani
camminare via coi piedi
nelle scarpe di cartone
ma la dolcezza sbolle lentamente
si perde nei sentieri degli occhi
fa nidi sparsi fra i pensieri
le palpebre pesanti
si aprono ancora la mondo
e il gusto della vita
si insinua sotto la lingua.

lunedì 17 settembre 2007

Biltà di donna e di saccente core sonetto III di Guido Cavalcanti

Waterhouse
Biltà di donna e di saccente core
e cavalieri armati che sien genti;
cantar d'augilli e ragionar d'amore;
adorni legni 'n mar forte correnti;
aria serena quand' apar l'albore
e bianca neve scender senza venti;
rivera d'acqua e prato d'ogni fiore;
oro, argento, azzuro 'n ornamenti:
ciò passa la beltate e la valenza
de la mia donna e 'l su' gentil coraggio,
sì che rasembra vile a chi ciò guarda;
e tanto più d'ogn' altr' ha canoscenza,
quanto lo ciel de la terra è maggio.
A simil di natura ben non tarda.

domenica 16 settembre 2007

Sete di te m'incalza di Pablo Neruda

da Venti poesie d'amore e una canzone disperata
Sete di te m'incalza
Sete di te m'incalza nelle notti affamate.
Tremula mano rossa che si leva fino alla tua vita.
Ebbra di sete, pazza di sete, sete di selva riarsa.
Sete di metallo ardente, sete di radici avide.
Verso dove, nelle sere in cui i tuoi occhi non vadano
in viaggio verso i miei occhi, attendendoti allora.
Sei piena di tutte le ombre che mi spiano.
Mi segui come gli astri seguono la notte.
Mia madre mi partorì pieno di domande sottili.
Tu a tutte rispondi. Sei piena di voci.
Ancora bianca che cadi sul mare che attraversiamo.
Solco per il torbido seme del mio nome.
Esista una terra mia che non copra la tua orma.
Senza i tuoi occhi erranti, nella notte, verso dove.
Per questo sei la sete e ciò che deve saziarla.
Come poter non amarti se per questo devo amarti.
Se questo è il legame come poterlo tagliare, come.
Come, se persino le mie ossa hanno sete delle tue ossa.
Sete di te, sete di te, ghirlanda arroce e dolce.
Sete di te, che nelle notti mi morde come un cane.
Gli occhi hanno sete, perchè esistono i tuoi occhi.
La bocca ha sete, perchè esistono i tuoi baci.
L'anima è accesa di queste braccia che ti amano.
Il corpo, incendio vivo che brucerà il tuo corpo.
Di sete. Sete infinita. Sete che cerca la tua sete.
E in essa si distrugge come l'acqua nel fuoco.
(Gitana di Apperley)

sabato 15 settembre 2007

Canzone d'amore di Hermann Hesse

Stephan Wladislawowitsch Bakalowicz
Per dire cos’ hai fatto
di me, non ho parole.
cerco solo la notte
fuggo davanti al sole.
La notte mi par d’oro
più di ogni sole al mondo,
sogno allora una bella
donna dal capo biondo.
Sogno le dolci cose,
che il tuo sguardo annunciava,
remoto paradiso
di canti risuonava.
Guarda a lungo la notte
e una nube veloce-
per dire cos’ hai fatto
di me, non ho la voce.

venerdì 14 settembre 2007

Caposezione di Guillaume Apollinaire

Gustave Courbet
La mia bocca avrà ardori di geenna
La mia bocca sarà per te un inferno di dolcezza e seduzione
Gli angeli della mia bocca troneggeranno sul tuo cuore
I soldati della mia bocca ti prenderanno d'assalto
I preti della mia bocca incenseranno la tua bellezza
La tua anima si agiterà come una regione durante il terremoto
I tuoi occhi saranno carichi allora di tutto l'amore
Che si è accumulato negli sguardi dell'umanità da quando esiste
La mia bocca sarà un esercito contro di te un esercito pieno di contrasti
Vario come un incantatore che sa variare le sue metamorfosi
L'orchestra e i cori della mia bocca ti diranno il mio amore
Te lo sussurra di lontano
Mentre gli occhi fissi sull'orologio attendo il minuto stabilito per l'assalto.

giovedì 13 settembre 2007

Res amissa di Giorgio Caproni

Morbelli*Lady
Non ne trovo traccia. ......
Venne da me apposta
(di questo sono certo)
per farmene dono.
.......
Non ne trovo più traccia.
.......
Rivedo nell'abbandono
del giorno l'esile faccia
biancoflautata...
La manica
in trina...
La grazia,
così dolce e allemanica
nel porgere...
.......
.......
Un vento
d'urto -
un'aria
quasi silicea agghiaccia
ora la stanza...
(È lama di coltello?
Tormento oltre il vetro
ed il legno
- serrato - dell'imposta?)
.......
.......
Non ne scorgo più segno.
Più traccia.
.......
....... Chiedo
alla morgana...
Rivedo
esile l'esile faccia
flautoscomparsa...
Schiude
- remota -
l'albeggiante bocca,
ma non parla.
(Non può
- niente può
- dar risposta.)
.......
.......
Non spero più di trovarla.
.......
L'ho troppo gelosamente
(irrecuperabilmente) riposta.

mercoledì 12 settembre 2007

A galla di Eugenio Montale

A galla
Chiari mattini,
quando l'azzurro è inganno che non illude,
crescere immenso di vita,
fiumana che non ha ripe né sfocio
e va per sempre,e sta - infinitamente.
Sono allora i rumori delle strade

l'incrinatura nel vetro
o la pietra che cade
nello specchio del lago e lo corrùga.
E il vocìo dei ragazzi
e il chiacchiericcio liquido dei passeri
che tra le gronde svolano
sono tralicci d'oro
su un fondo vivo di cobalto,
effimeri...
Ecco, è perduto nella rete di echi,

nel soffio di pruina
che discende sugli alberi sfoltiti
e ne deriva un murmure
d'irrequieta marina,
tu quasi vorresti, e ne tremi,
intento cuore disfarti,
non pulsar più! Ma sempre che lo invochi,
più netto batti come
orologio traudito in una stanza
d'albergo al primo rompere dell'aurora.
E senti allora,
se pure ti ripetono che puoi
fermarti a mezza via o in alto mare,
che non c'è sosta per noi,
ma strada, ancora strada,
e che il cammino è sempre da ricominciare.
(Eugenio Montale, Poesie disperse)
Luna piena a settembre è di Rennie Mackintosh

martedì 11 settembre 2007

Un sorriso di anonimo

Caroto
Un sorriso non costa niente e produce molto arrichisce chi
lo riceve,
senza impoverire chi lo da.
Dura un solo istante,
ma talvolta il suo ricordo è eterno.
Nessuno è così ricco da poter farne a meno,
nessuno è abbastanza povero da non meritarlo.
Crea la felicità in casa,
è il segno tangibile dell'amicizia,
un sorriso da riposo a chi è stanco,
rende coraggio ai più scoraggiati,
non può essere comprato, ne prestato, ne rubato,
perchè è qualcosa di valore solo nel momento in cui viene dato.
E se qualche volta incontrate qualcuno
che non sa più sorridere,
siate generoso,dategli il vostro,
perchè nessuno ha mai bisogno di un sorriso
quanto colui che non può regalarne ad altri.

lunedì 10 settembre 2007

All'orecchio di una ragazza di F.G.Lorca

Tamara De Lempicka*Gitana
Non volli.
Non volli dirti nulla.
Vidi nei tuoi occhi
due alberelli folli.
Di brezza, di riso e d'oro.

Oscillavano.
Non volli.
Non volli dirti nulla.

domenica 9 settembre 2007

Addio Alex di Pasquale Capasso

Casas Carbo
Eri il mio sole,
eri il mio mare,
eri tutto per me.
Il tuo sorriso riusciva ad animare in me sensazioni inimmaginabili,
i tuoi occhi,
come limpidi specchi azzurri,
riflettevano la gioia e la voglia di vivere.
Le tue carezze erano come seta che dolcemente sfiorava la mia pelle,
il mio amore per tè era come una dolce sinfonia che mi rimbomba tutto ora nel cuore.
Terribile fu lo sguardo della signora morte,
quel giorno,
mi dicesti:
Giurami di dimenticarmi e di vivere la tua vita correttamente fino infondo come non ho potuto
fare io,
risposi lo GIURO,
un attimo dopo la vidi appassire come un fiore tra le nude braccia della terra.
POESIA DEL: 1994

sabato 8 settembre 2007

La stella della sera di E.A. Poe

Henner L'estate era al suo meriggio,
e la notte al suo colmo;
e ogni stella, nella sua propria orbita,
brillava pallida, pur nella luce
della luna, che più lucente e più fredda,
dominava tra gli schiavi pianeti,
nei cieli signora assoluta,
e, col suo raggio, sulle onde.
Per un poco io fissai
il suo freddo sorriso;
oh, troppo freddo, troppo freddo per me!
Passò, come un sudario,
una nuvola lanuginosa,
e io allora mi volsi a te
orgogliosa stella della sera,
alla tua remota fiamma,
più caro avendo il tuo raggio;
giacché più mi allieta
l'orgogliosa parte
che in cielo svolgi a notte,
e di più io ammiro
il tuo fuoco distante
che non quella fredda, consueta luce.

venerdì 7 settembre 2007

Un di' che l'piccol dio d'amore di W.Shakespeare

Francois Pascal Simon Gèrard
Un dì che il piccol dio d'Amore addormentato
avea deposto accanto la torcia che i cuori infiamma,
parecchie ninfe che a castità s'eran votate
s'accostarono danzando; con virginea mano
la più bella delle caste s'impossessò del fuoco
che tante legioni di puri cuori avea scaldato;
e così il gran sovrano di passioni ardenti
fu mentre dormiva da vergin mano disarmato.
Ella spense la torcia in una vicina fredda fonte
che dal fuoco dell'Amore prese perpetuo ardore,
diventando un bagno e salutar rimedio
per uomini malati; ma io, della mia donna schiavo
là per guarire andai e solo questo posso dire:
fuoco d'Amor acqua riscalda, acqua non raffredda Amore.

giovedì 6 settembre 2007

Ho sentito che non volete imparare di Bertolt Brecht

Igler*In detention
Ho sentito che non volete imparare niente.
Deduco: siete milionari.
Il vostro futuro è assicurato – esso è
Davanti a voi in piena luce. I vostri genitori
Hanno fatto sì che i vostri piedi
Non urtino nessuna pietra. Allora non devi
Imparare niente. Così come sei
Puoi rimanere.
E se, nonostante ciò,
ci sono delle difficoltà, dato che i tempi,
Come ho sentito, sono insicuri
Hai i tuoi capi che ti dicono esattamente
Ciò che devi fare affinché stiate bene.
Essi hanno letto i libri di quelli
Che sanno le verità
Che hanno validità in tutti i tempi
E le ricette che aiutano sempre.
Dato che ci sono così tanti che pensano per te
Non devi muovere un dito.
Però, se non fosse così
Allora dovresti studiare.

mercoledì 5 settembre 2007

Sondaggio N.1 di Carlo Bordini

Vittorio Corcos*Sogni
SONDAGGIO 1
Certo, tu dici che
mi ami, e che il mio amore
per te t'impedisce di
amarci, per-
ché è troppo forte,
come troppo forte è il tuo,
e ne trabocchi fino alle orecchie.
Ma non capisci come sei vile,
e come sono vile anch'io, a dir-
ti di sì,
tu temevi ch'io non
ti amassi, ed io temevo
lo stesso da te, en-
trambi per
paura
Non devi lasciarmi
solo - solo - capi-
sci? lo non
posso restare
solo -
finché parlavo da solo
e avevo l'in-
sonnia -
andava bene.
Quando ho avuto
le crisi di pianto,
tu lo sai,
Ma quando hanno co-
minciato a venire
le prime allucinazioni,
allora tu lo sai ti ho
detto:
Per questo,
scrivo di te.
Non ucciderlo ti prego.
(Come io non uc-
cido mia madre).
Il fatto è quello
che sei diventata
te.
Ti dico
E' finito.
Non c'è nulla.
è finito.
Non c'è più.
Tu lo sai:
non avevi vergogna di
lui,
avevi vergogna di
te.
Ti ho penetrata così
profondamente,
come non ho mai fatto
con nessuno.
Guardami:
io sono Dio.
Tu lo sai che io sono Dio,
e perché vuoi lasciare
un dio,
hai paura di un dio
non sai che bisogna avere
timor di Dio? -
Non è male avere un Dio
che ti intimorisce
o è male?
Per questo avevi Paura
di me?
Guarda che io sono un Dio
buono
non hai paura di me?
non ho mai abusato dei miei poteri.
Non ho mai usato i miei poteri.
Li scialacquavo così,
aspettando.
Sì, ti aspettavo,
aspettavo una persona dannata,
per poter
scappare insieme...
Essere Dio significa scappare,
avere la forza esatta la com-
prensione
per
scappare,
ma per farlo bisogna
passarci den-
tro,
ed io aspettavo una persona
che avesse male come me,
per scappare insieme.
Ora capisci perché non bisogna lasciare un dio
solo?
Eravamo pieni di
pianto. tremavamo
come foglie, quan-
do ci siamo spoglia-
ti nudi, e ci siamo
visti, ma perché te-
mere
la nostra vista,
la nostra belissi-
ma vista,
temere di rico-
no-
Nessuno di noi due sapeva
tutto questo. Eravamo
impreparati.
diciamo che non ci cono-
scevamo,
eravamo due persone così,
che si in-
contrano.
Senza sapere si possono fare
errori
mostruosi, scassare vecchi mobili, rompere
pignatte, vecchi catini di porcellana,
cose vecchie,
rompere cose vecchie,
che errore mostruoso!
Per poi fuggire,
stupidamente.
Come ladri ed assas-
sini. Incespicando. Rompere
cose vecchie.
Scappare diciamo attraverso cancelli
di cimiteri, rompere cancelli
di cimiteri
appunto.
ma quando i morti sono scappati
dai cimiteri,
noi,
come l'apprendista stregone,
abbiamo detto: ...

martedì 4 settembre 2007

Avete 'n vo' li fior' e la verdura sonetto di Guido Cavalcanti

PhilipThornhill 
Avete 'n vo' li fior' e la verdura
e ciò che luce od è bello a vedere;
risplende più che sol vostra figura:
chi vo' non vede, ma' non pò valere.
In questo mondo non ha creatura
sì piena di bieltà né di piacere;
e chi d'amor si teme, lu' assicura
vostro bel vis' a tanto 'n sé volere.
Le donne che vi fanno compagnia
assa' mi piaccion per lo vostro amore;
ed i' le prego per lor cortesia.
che qual più può più vi faccia onore
ed aggia cara vostra segnoria,
perché di tutte siete la migliore.

lunedì 3 settembre 2007

Giochi ogni giorno di Pablo Neruda

Giochi ogni giorno...
Giochi ogni giorno con la luce dell'universo.
Sottile visitatrice, giungi nel fiore e nell'acqua.
Sei più di questa bianca testina che stringo
come un grappolo tra le mie mani ogni giorno.
A nessuno rassomigli da che ti amo.
Lasciami stenderti tra le ghirlande gialle.
Chi scrive il tuo nome a lettere di fumo tra le stelle del sud?
Ah lascia che ricordi come eri allora, quando ancora non esistevi.
Improvvisamente il vento ulula e sbatte la mia finestra chiusa.
Il cielo è una rete colma di pesci cupi.
Qui vengono a finire i venti, tutti.
La pioggia si denuda.
Passano fuggendo gli uccelli.
Il vento. Il vento.
Io posso lottare solamente contro la forza degli uomini.
Il temporale solleva in turbine foglie oscure
e scioglie tutte le barche che iersera s'ancorarono al cielo.
Tu sei qui. Ah tu non fuggi.
Tu mi risponderai fino all'ultimo grido.
Raggomitolati al mio fianco come se avessi paura.
Tuttavia qualche volta corse un'ombra strana nei tuoi occhi.
Ora, anche ora, piccola mi rechi caprifogli,
ed hai persino i seni profumati.
Mentre il vento triste galoppa uccidendo farfalle
io ti amo, e la mia gioia morde la tua bocca di susina.
Quanto ti sarà costato abituarti a me,
alla mia anima sola e selvaggia, al mio nome che tutti allontanano.
Abbiamo visto ardere tante volte l'astro baciandoci gli occhi
e sulle nostre teste ergersi i crepuscoli in ventagli giranti.
Le mie parole piovvero su di te accarezzandoti.
Ho amato da tempo il tuo corpo di madreperla soleggiata.
Ti credo persino padrona dell'universo.
Ti porterò dalle montagne fiori allegri, copihues,
nocciole oscure, e ceste silvestri di baci.
Voglio fare con te
ciò che la primavera fa con i ciliegi.
(dipinto di Apperley/La rosa)

domenica 2 settembre 2007

Io pronuncio il tuo nome di F.G.Lorca

Van Gogh*Starry night
Io pronuncio il tuo nome
nelle notti oscure,
quando giungono gli astri
a bere nella luna,
e dormono i rami
delle fronde occulte.
Ed io mi sento vuoto
di passione e di musica.
Folle orologio che canta
antiche ore defunte.
Io pronuncio il tuo nome

in questa notte oscura,
e il tuo nome mi suona
più lontano che mai.
Più lontano di tutte le stelle
e più dolente della mite pioggia.
Ti amerò come allora

qualche volta? Che colpa
ha commesso il mio cuore?
Se la nebbia si scioglie
quale nuova passione mi aspetta?
Sarà tranquilla e pura?
Se potessi sfogliare
con le dita la luna!!

sabato 1 settembre 2007

L'amore è simile alla rosa di macchia di Emily Bronte

Gerhartz
L'amore è simile alla rosa di macchia,
l'amicizia assomiglia all'agrifoglio:
l'agrifoglio è scuro quando la rosa fiorisce,
ma chi è più costante nella fioritura?
La rosa di macchia è odorosa in primavera,

i suoi fiori estivi profumano l'aria;
ma aspetta che torni l'inverno:
chi si ricorderà della rosa di macchia?
Disprezza allora l'inutile corona di rose

e ricopriti della lucentezza dell'agrifoglio
che – quando dicembre rattrista la tua fronte –
ancora sa mantener verde la tua ghirlanda.