Il vento soffia e nevica la frasca,
e tu non torni ancora al tuo paese,
quando partisti, come son rimasta,
come l'aratro in mezzo alla maggese.

martedì 25 novembre 2014

Per una donna di Anonimo

Arthur Hacker
Per tutte le violenze consumate su di Lei,
per tutte le umiliazioni che ha subìto,
per il suo corpo che avete sfruttato,
per la sua intelligenza che avete calpestato,
per l’ignoranza in cui l’avete lasciata,
per la libertà che le avete negato,
per la bocca che le avete tappato,
per le ali che le avete tagliato, per tutto questo:
in piedi Signori, davanti a una Donna.

domenica 23 novembre 2014

L'ora di grazia di Antonia Pozzi

A November Night, 1874, John Atkinson Grimshaw
Tetraggine lenta, sfinita
di un cortile umidiccio
in maschera di giardino;
ostentata verdezza
di un fico sterile
che non sa né il vento né il sole;
malinconia di una piccola finestra a ogiva,
di un ballatoio ingombro di foglie morte,
di un povero tralcio nero inchiodato al muro
che sopra al ballatoio si sfa
in quattro pampini vizzi.
Qui l'ora di grazia non può essere
se non l'ora delle campane:
quando la sera, cantando,
si getta dalle torri incombenti
e come acqua ricolma
ogni fossa terrena;
quando su ogni stento terreno
che duole in maschera di ricchezza
la sera, come acqua, riflette,
dal cielo al fondo, qualche raggio di stella.

Milano, 7 novembre 1931

lunedì 10 novembre 2014

Ti ho nascosto di Miklos Radnóti

Edith White
Ti ho nascosto a lungo
come il ramo tra le foglie
il frutto che tarda a maturare,
e ora fiorisci nei miei occhi
come sullo specchio della finestra d'inverno
il fiore giudizioso del ghiaccio.
E so già cosa significa
quando posi l mano sui capelli,
e custodisco già nel cuore
il movimento della caviglia,
e il bell'arco delle costole
che ammiro con distacco,
come chi s'è riposato
su tali meraviglie che respirano.
Eppure nei miei sogni
spesso ho cento braccia
e come un dio in sogno
ti stringo nelle mie cento braccia.
**
1942
Trad. Edith Bruck
Il poeta fu assassinato l'11 novembre del 1944.
Le parole rimangono.

mercoledì 5 novembre 2014

Sangue nostro di Susana Chávez

Betty Busby*La Luz
Sangue mio,
di alba,
di luna tagliata a metà
del silenzio.
della roccia morta,
di donna in un letto,
che salta nel vuoto,
Aperta alla pazzia.

Sangue chiaro e nitido,
fertile e seme,
Sangue che si muove incomprensibile,
Sangue liberazione di se stesso,
Sangue fiume dei miei canti,
Mare dei miei abissi.
Sangue istante nel quale nasco sofferente,
Nutrita dalla mia ultima presenza.
*****
SANGRE NUESTRA

Sangre mía,
de alba,
de luna partida,
del silencio.
de roca muerta,
de mujer en cama,
saltando al vacío,
Abierta a la locura.

Sangre clara y definida,
fértil y semilla,
Sangre incomprensible gira,
Sangre liberación de sí misma,
Sangre río de mis cantos,
Mar de mis abismos.
Sangre instante donde nazco adolorida,
Nutrida de mi última presencia.
Susana Chavez nacque a Ciudad Juárez il 5 novembre 1974 e fu assassinata a Ciudad Juárez il 6 gennaio 2011 http://it.wikipedia.org/wiki/Susana_Ch%C3%A1vez

Ti occupavi delle donne sparite, Susana, e noi festeggiamo i tuoi 40 anni e speriamo di sentire il vento che ci porta la tua voce ancora...

lunedì 3 novembre 2014

Canzone del rosario di Georg Trakl

Henri Matisse*L'Italienne*1916
(Henri Matisse morto il 3 novembre 1954)
alla sorella

Dove tu vai è autunno e sera
azzurra fiera che sotto alberi echeggia,
solitario lago a sera.

Lieve il volo degli uccelli echeggia,
la tristizia sopra l’arco delle tue ciglia,
il tuo sottile sorriso echeggia.

Un dio ha piegato le tue palpebre.
Astri, fanciullo del dolore, cercano
a notte il portale della tua fronte.

****

Rosenkranzlieder

an die Schwester

Wo du gehst wird Herbst und Abend,
Blaues Wild, das unter Bäumen tönt,
Einsamer Weiher am Abend.

Leise der Flug der Vögel tönt,
Die Schwermut uber deinen Augenbogen.
Dein schmales Lacheln tönt.

Gott hat deine Lider verbogen.
Sterne suchen nachts, Karfreitagskind,
Deinen Stirnenbogen.             *
Georg Trakl nel centenario della morte
3 novembre 1914

domenica 26 ottobre 2014

Perchè levante gela di Dylan Thomas

Marie Bashkirtseff 1883
Perché levante gela e austro rinfresca
Non sarà conosciuto finché il pozzo del vento non dissecchi
E l’ovest non resti più immerso
Nei venti che recano il frutto e la corteccia
Di centinaia e centinaia di cadute;
Perché la seta è soffice e la pietra ferisce
Il fanciullo si chiederà ogni giorno,
Perché pioggia notturna e sangue di mammella
Tutti e due lo dissetano, avrà una nera risposta.

Quando verrà Mastro Gelo? domandano i bambini.
Stringeranno nei pugni una cometa?
Finché la loro polvere, dal cielo e da terra,
Non sparga in occhi infantili un lungo ultimo sonno
E l’ombra non sia folta di fantasmi di bimbi,
Nessuna bianca risposta farà eco dalle cime dei tetti.

Tutto è conosciuto: il consiglio degli astri
Esorta qualche contento a viaggiare coi venti,
Ma ciò che chiedono gli astri mentre aggirano
Tempo dopo tempo le torri dei cieli
Sarà poco ascoltato, prima che gli astri siano spenti.
Io ascolto contento e "Contèntati"
Squilla pei corridoi come una campanella,
E "Nessuna risposta" e io non ho
Nessuna risposta al pianto dei bambini
Né di risposta d’eco né dell’uomo di gelo
Né di comete spettrali sopra i pugni levati.
******
Why East Wind Chills

Why east wind chills and south wind cools
Shall not be known till windwell dries
And west's no longer drowned
In winds that bring the fruit and rind
Of many a hundred falls;
Why silk is soft and the stone wounds
The child shall question all his days,
Why night-time rain and the breast's blood
Both quench his thirst he'll have a black reply.

When cometh Jack Frost? the children ask.
Shall they clasp a comet in their fists?
Not till, from high and low, their dust
Sprinkles in children's eyes a long-last sleep
And dusk is crowded with the children's ghosts,
Shall a white answer echo from the rooftops.

All things are known: the stars' advice
Calls some content to travel with the winds,
Though what the stars ask as they round
Time upon time the towers of the skies
Is heard but little till the stars go out.
I hear content, and 'Be Content'
Ring like a handbell through the corridors,
And 'Know no answer,' and I know
No answer to the children's cry
Of echo's answer and the man of frost
And ghostly comets over the raised fists. 
***
Nel centenario della nascita
DYLAN THOMAS
26 ottobre 1914*9 novembre 1953

lunedì 20 ottobre 2014

Ridotto a me stesso? di Mario Luzi

Ambrogio Alciati*Signora con cappello*1916
Ridotto a me stesso?
Morto l'interlocutore?
O morto io,
l'altro su di me
padrone del campo, l'altro,
universo, parificatore...o no,
niente di questo:il silenzio raggiante
dell'amore pieno,della piena incarnazione
anticipato da un lampo? -
pensose è pensare questo
e non opera di sonno
nella pausa solare
del tumulto di adesso...
***
Al fuoco della controversia
*
Nel centenario della nascita
20 ottobre 1914

mercoledì 15 ottobre 2014

Amore di Piero Bigongiari

Leo Gestel
C'è poco spazio per l'amore, tra una
chiamata telefonica, un viaggio,
un grido, a malapena un esser qui
tra un sorriso, un morire del sorriso,
ma questo è amore, questo poco spazio
che viene meno: screzio del possibile,
strazio dell'impossibile che può.

Se è intatta la coppa, l'incrinata
coppa ma che non versa, è che l'amore
che l'incrina la tiene, che la sbriciola
la rifonde in un tutto. Nulla passa:
la ferita non versa, par guarita.
Ma non l'amore, esso non è guaribile.

Non guarisce l'amore, l'inguaribile.
scende stilla a stilla dagli occhi, e uno dice: vedo;
stilla a stilla dal cuore, e uno dice: sento,
sento un vuoto, un dolore, sento venir meno
la notte o l'alba che dovrebbero seguirsi
a breve distanza, caute, tacendo.

È notte o l'alba, non so: il fiume qui è grosso
ma pur fine, fatto di stille di temporali miti.
Gridano di andarsene dal cuore le poche cose che lo
posseggono
ma come una stiva che una tempesta mette a soqquadro,
quanto spazio là, quanto spazio tra le cose mercanteggiate,
in qualche pericolo
qualcuno grida lassù in alto con un urlo lacerante qualcosa.

Ha veduto, o non ha veduto, il pack aprirsi
a un' improvvisa primavera che ha percorso le acque
fredde
in canali profondi; ha veduto, o non ha veduto,
anche il carico aprirsi, sbandare, ritrovare quel disordine
antico che all'improvviso provoca non udito,

ultrasuono infrasuono, non una voce per chi è sordo a ogni
ordine estremo
o forse all'opposto di ogni ordine. Se tutto, dentro e fuori,
ugualmente e tutto insieme si apre, attento
attento a non cadere in questa grafia fine che l'amore crea
tra le cose
come se volesse descriverle, lui l'indescrivibile,
attento a non scinderti in un significato che non può
significare linsignificabile
perché l'amore può stritolarti là in mezzo dove ti lascia
dolcemente cadere
se tu non ne sei la tenaglia ma il mallo amaro.***
PIERO BIGONGIARI
nasce come oggi 100 anni fa
il 15 ottobre del 1914

sabato 4 ottobre 2014

Le tue mani ostinate di Anne Sexton

Ernest Bieler
Poi a letto penso a te,
la tua lingua metà oceano, metà cioccolata,
alle case dove entri con disinvoltura,
ai tuoi capelli di lana d’acciaio,
alle tue mani ostinate
e come rosicchiamo la barriera
perché siamo due.
Come vieni e afferri la coppa di sangue,
mi ricompatti e bevi la mia acqua salata.
Siamo nudi.
Ci siamo denudati fino all’osso
e insieme nuotando risaliamo il fiume,
l’identico fiume chiamato Possesso
e vi sprofondiamo insieme. Nessuno è solo.
***
Then I think of you in bed,
your tongue half chocolate, half ocean,
of the houses that you swing into,
of the steel wool hair on your head,
of your persistent hands
and then how we gnaw at the barrier
because we are two.
How you come and take my blood cup
and link me together and take my brine.
We are bare.
We are stripped to the bone
and we swim in tandem and go up and up the river,
the identical river called Mine
and we enter together. No one’s alone.
***
ANNE SEXTON ha deciso di andarsene
come oggi 40 anni fa.
Rispettiamo la sua decisione con il rimpianto
di averla persa.

martedì 30 settembre 2014

Il nostro destino è la morte di Quinto Orazio Flacco

Eros and the Goddesses of Destiny - Julius Kronberg 1908
Ahimé fugaci, o Postumo, o Postumo, 
scorrono gli anni, la pietà 
non porterà impedimento alle rughe e 
alla vecchiaia che incalza e alla morte inesorabile 
neppure se tu placassi, o amico, 
con trecento tori tutti i giorni che passano,
l'illacrimato Plutone, che il tre volte grande Gerione 
e Tizio tiene chiusi con la sua triste onda, 
che senza dubbio dovrà essere oltrepassata da tutti noi, 
quanti fruiamo dei doni della terra, sia re sia umili coloni. 
Inutilmente ci terremo lontani dal cruento Marte e dai flutti infranti sul fragoroso Adriatico, invano negli autunni temeremo l'Austro dannoso ai corpi 
Dovremo vedere il nero Cocito errante con lento corso e la stirpe infame di Danao e l'Eulide Sisifo, condannato a eterna fatica. 
Bisognerà lasciare la terra e la casa e la sposa amata, 
e di queste piante che coltivi a parte gli odiosi cipressi, 
nessuna ti seguirà padrone per breve tempo. 
Un erede più degno assumerà Cècubo 
conservato sotto cento chiavi e bagnerà il pavimento
con il vino superbo migliore di quello della cena dei pontefici.
***
Eheu fugaces, Postume, Postume,
labuntur anni, nec pietas moram
rugis et instanti senectae
afferet indomitaeque morti,
non si trecenis quotquot eunt dies,
amice, places illacrimabilem
Plutona tauris, qui ter amplum
Geryonen Tityonque tristi
compescit unda, scilicet omnibus
quicumque terrae munere uescimur
enauiganda, siue reges
siue inopes erimus coloni.
Frustra cruento Marte carebimus
fractisque rauci fluctibus Hadriae,
frustra per autumnos nocentem
corporibus metuemus Austrum:
uisendus ater flumine languido
Cocytos errans et Danai genus
infame damnatusque longi
Sisyphus Aeolides laboris.
Linquenda tellus et domus et placens
uxor, neque harum quas colis arborum
te praeter inuisas cupressos
ulla breuem dominum sequetur.
Absumet heres Caecuba dignior
seruata centum clauibus et mero
tinget pauimentum superbo,
pontificum potiore cenis.
****

lunedì 29 settembre 2014

Calendario di Vincenzo Cardarelli

Alexey Shalaev
L'autunno romano tempesta
con furia senile.
E' Giove che si cruccia
di non poter risplendere
in tutta la sua gloria,
dio irragionevole e antico.
E tuona con fragore
di mobili in isgombero,
lampeggia con improvvise
accensioni di lampadina,
rinnovando in autunno i suoi capricci
primaverili,
e gli alberi si illudono
di rinverdire.
Nume violento e spossato
che, al dolce tempo restio,
poi che passò l'estate
nel caos ci precipita,
per farci rivedere la sua faccia,
di là da questo diluvio,
insostenibilmente luminosa.

venerdì 26 settembre 2014

Giorno d'autunno di Rainer Maria Rilke

Otto Modersohn*Autumn Morning
Signore: è tempo. Grande era l'arsura.
Deponi l'ombra sulle meridiane,
libera il vento sopra la pianura.

Fa' che sia colmo ancora il frutto estremo;
concedi ancora un giorno di tepore,
che il frutto giunga a maturare, e spremi
nel grave vino l'ultimo sapore.

Chi non ha casa adesso, non l'avrà.
Chi è solo a lungo solo dovrà stare,
leggere nelle veglie, e lunghi fogli
scrivere, e incerto sulle vie tornare
dove nell'aria fluttuano le foglie.
***
Herbsttag
Herr: es ist Zeit. Der Sommer war sehr groß.
Leg deinen Schatten auf die Sonnenuhren,
und auf den Fluren lass die Winde los.

Befiel den letzten Früchten voll zu sein;
gib ihnen noch zwei südlichere Tage,
dränge sie zur Vollendung hin und jage
die letzte Süße in den schweren Wein.

Wer jetzt kein Haus hat, baut sich keines mehr.
Wer jetzt allein ist, wird es lange bleiben,
wird wachen, lesen, lange Briefe schreiben
und wird in den Alleen hin und her
unruhig wandern, wenn die Blätter treiben.

martedì 23 settembre 2014

Canzone d'autunno di Paul Claudel

Edward Cucuel
Nella luce d'autunno risplendente
di mattino ci incamminiamo.
Esplode l'autunno magnificente
nel cielo lontano.

Il mattino che fu tutta la giornata,
l'intera giornata di purissimo argento,
e al'aria dell'oro fino all'ora in cui mostra
Dionea il suo corno nel firmamento.

Tutta la giornata ch'era di vergine argento,
e la foresta un grande angelo d'oro,
un angelo con albero bordato di rosso come
un cero lucente
che brilla fuoco su fiamma, oro su oro!

Oh sentire l'odore della foresta che muore!
Oh sentire l'odore del fumo! del sangue vivo
alla morte mischiato!
Oh l'infinita brusca attesa dell'oro per la rosa
del giorno chiaro in fiore!
Oh colore della violacciocca!

Che si è chiuso in silenzio, esplode, si smorza,
rinasce,
ascolto al cuore della foresta finita,
e riprende, arrochisce, si prolunga, più cupo,
l'inaccessibile richiamo del corno.

Il richiamo cupo del corno inconsolabile
per via del tempo che non esiste più,
che non esiste più per via di questo solo giorno
mirabile
per il quale la cosa non è più.

Che fu una volta, ahimè!
Una volta che non ci sarà più:
per via di quest'oro,
per via di tutto l'oro irreparabile,
per via di quest'ore
serali, di questa notte!
Di questa luna e di quest'Orsa Maggiore.
***
Chanson d'automne

Dans la lumière éclatante d'automne
Nous partîmes le matin.
La magnificence de l'automne
Tonne dans le ciel lointain.

Le matin qui fut toute la journée,
Toute la journée d'argent pur,
Et l'air de l'or jusqu'à l'heure où Dionée
Montre sa corne dans l'azur.

Toute la journée qui était d'argent vierge,
Et la forêt comme un grand ange en or,
Et comme un ange bordé de rouge avec arbre comme un cierge clair.
Brûlant feu sur flamme, or sur or !

O l'odeur de la forêt qui meurt, la sentir !
O l'odeur de la fumée, la sentir ! et de sang vif à la mort mêlée
O l'immense suspens sec de l'or par la rose du jour clair en fleur !
O couleur de la giroflée !

Et qui s'est tu, et qui éclate, et qui s'étouffe et reprend corps,
J'entends au cœur de la forêt finie,
Et qui reprend, et qui s'enroue, et qui se prolonge, plus sombre,
L'appel inaccessible du cor.

L'appel sombre du cor inconsolable
A cause du temps qui n'est plus,
Qui n'est plus à cause de ce seul jour admirable
Par qui la chose n'est plus.

Qui fut une fois, hélas !
Une fois et qui ne sera plus :
A cause de l'or que voici,
A cause de tout l'or irréparable,
A cause du soir que voici !
A cause de la nuit que voici !
A cause de la lune et de la Grande-Ourse que voici.

lunedì 22 settembre 2014

Sera di Roma di Alfonso Gatto

Lorraine Christie
O grande prateria del cielo, o rosa
decrepita, alle cupole sbandate
del temporale la città furiosa
delle speranze brucia l'estate.

L'odor di Villa Sciarra è autunnale,
piove dal verde muschio dei suoi marmi
sulla spoglia dell'aria con l'uguale
lentezza delle foglie, quasi a darmi

il ricordo dei secoli e dell'ora
vana che splende ai simulacri e all'erme.
Scesa al sepolcro già la terra odora
al suo buio gradito nelle ferme

chiese dove s'annuvola la notte.

E' come un sogno s'io ricordi il nome
scritto sui marmi scritto sull'oblio,
dimenticato sulle fresche chiome
dei morti che ci dicono addio.
***
POESIE DISPERSE

domenica 21 settembre 2014

Cade la sera di Walter Savage Landor

Fog over the river,  Ivan Augustovich Velz, 1916
Dal bosco profondo procede la sera dallo sguardo livido:
Dapprima attraverso le valli calde nascoste
E il pallido sentiero odoroso di ligustro;
Poi tra gli ontani che fiancheggiano il fiume.
Ora la ostacola il vento, che le pecore
Muovono sotto l'ombra del biancospino.
Ma, guarda laggiù! vedi una marea fosca
Salire per la collina. Opprime la macchia già scura,
Avviluppa persino la casa bianca; ne insidia le mura
Finché non affondano e si sgretolano.
Calando, raggiunge la torre del villaggio,
Ricopre la base, si ferma sugli archi,
Strappa l'edera avvinghiata ai merli,
Si confonde in un abbraccio con la pietra,
Continua a gonfiarsi come il mare
In onde lente che affondano indistinte.

PROGRESS OF EVENING
From yonder wool-mark blue-eyed Eve proceed:
First through the deep and warm and secret glens,
Through the pale glimmering privet-scented lane,
And through those alders by the river-side:
Now the soft dust impedes her, which the sheep
Have hollow'd out beneath their hawthorn shade.
But ah! look yonder! see a misty tide
Rise up the hill, lay low the frowning grove,
Enwrap tha gay white mansion, sap its sides
Until they sink and melt away like chalk;
Now it come down against our village-tower,
Covers its base, floats o'er its arches, tears
The clinging ivy from the battlements,
Mingles in broad embrace the obdurate stone,
(All one vast ocean), and goes swelling on
In slow and silent, dim and deepening waves.

sabato 20 settembre 2014

Declino dell'estate di Georg Trakl

Fiodor Vassiliev*Swamp in the forest
L'estate verde è divenuta
tanto sommessa, il tuo volto cristallino.
Sullo stagno serale sono morti i fiori
un grido di merlo spaurito.

Speranza vana della vita. Già s'appresta
al viaggio la rondine nella casa,
e il sole sprofonda lungo il colle;

già la notte accenna al viaggio delle stelle.

Pace dei villaggi; risuonano intorno
le foreste abbandonate. Cuore,
piegati ora più teneramente
sulla tranquilla dormente.

L'estate verde è divenuta
tanto sommessa, e risuona il passo
dello straniero per la notte d'argento.
Oh, se ricordi una fiera azzurra il suo sentiero,
l'armonia degli anni spirituali!

SOMMERSNEIGE
Der grüne Sommer ist so leise
Geworden, dein kristallenes Antlitz.
Am Abendweiher starben die Blumen,
Ein erschrockener Amselruf.

Vergebliche Hoffnung des Lebens.
Schon rüstet Zur Reise sich die Schwalbe im Haus
Und die Sonne versinkt am Hügel;
Schon winkt zur Sternenreise die Nacht.

Stille der Dörfer; es tönen rings
Die verlassenen Wälder. Herz,
Neige dich nun liebender
Über die ruhige Schläferin.

Der grüne Sommer ist so leise
Geworden und es läutet der Schritt
Des Fremdlings durch die silberne Nacht
Gedichte ein blaues Wild seines Pfads,
Des Wohllauts seiner geistlichen Jahre!

martedì 16 settembre 2014

Non sospendi un terremoto di Giovanni Raboni

Chaos.  The Genesis, Ivan Aivazovsky, 1841
Non sospendi un terremoto, non fermi
la deriva dei continenti; e uguale
successo avrà chi soffre il capitale
e per avversare i suoi non eterni

nè imperscrutabili disegni sale
fiducioso su navicelle inermi
contro le sue corazzate, o in interni
sabotaggi s'avventura. Eh! a che vale,

colombelle mie? Tanto durerà
quanto deve, non un giorno di meno,
a nostro cupo scorno - ma nemmeno

uno di più. La festa si farà
senza di noi, poveri untori senza
pestilenza, solchi senza semenza.
***
ALTRI SONETTI
Giovanni Raboni ci ha lasciati 10 anni fa, il 16 settembre 2004.

lunedì 15 settembre 2014

Test di Nicanor Parra

Salvador Dalì - Flores surrealistas, 1938
Cos'è un antipoeta:
Un commerciante di urne e bare?
Un sacerdote che non crede in niente?
Un generale insicuro?
Un vagabondo che ride di tutto
Anche della vecchiaia e della morte?
Un interlocutore irascibile?
Un ballerino sull'orlo dell'abisso?
Un narcisista che ama tutti?
Un burlone sanguinario
Deliberatamente miserabile
Un poeta che dorme su una sedia?
Un alchimista dei tempi moderni?
Un rivoluzionario tascabile?
Un piccolo borghese?
Un ciarlatano?
Un dio?
Un innocente?
Un paesano di Santiago del Cile?
Sottolinei la frase che considera corretta.

Cos'è l'antipoesia:
Una tempesta in un bicchier d'acqua?
Una macchia di neve su una roccia?
Un vassoio pieno di escrementi umani
come crede padre Salvatierra?
Uno specchio che dice la verità?
Uno schiaffo al Presidente
della Società degli Scrittori?
(che Dio l'abbia in gloria)
Un avvertimento ai giovani poeti?
Una bara a reazione?
Una bara a forza centrifuga?
Una bara a gas di paraffina?
Una camera ardente senza defunto?

Barri con una croce
La definizione che considera corretta.
******
TEST
Qué es un antipoeta:
Un comerciante en urnas y atáudes?
Un sacerdote que no cree en nada?
Un general que duda de sí mismo?
Un vagabundo que se ríe de todo
Hasta de la vejez y de la muerte?
Un interlocutor de mal carácter?
Un bailarín al borde del abismo?
Un narciso que ama a todo el mundo?
Un bromista sangriento
Deliberadamente miserable?
Un poeta que duerme en una silla?
Un alquimista de los tiempos modernos?
Un revolucionario de bolsillo?
Un pequeño burgués?
Un charlatán?
un dios?
un inocente?
Un aldeano de Santiago de Chile?
Subraye la frase que considere correcta.

Qué es la antipoesía:
Un temporal en una taza de té?
Una mancha de nieve en una roca?
Un azafate lleno de excrementos humanos
Como lo cree el padre Salvatierra?
Un espejo que dice la verdad?
Un bofetón al rostro
Del Presidente de la Sociedad de Escritores?
(Dios lo tenga en su santo reino)
Una advertencia a los poetas jóvenes?
Un ataúd a chorro?
Un ataúd a fuerza centrífuga?
Un ataúd a gas de parafina?
Una capilla ardiente sin difunto?

Marque con una cruz
La definición que considere correcta.

La camisa de fuerza, 1968
*
(Oggi, ma qualcuno da il 5 settembre - poco importa - Nicanor Parra
 compie 100 anni, è infatti nato nel settembre 1914....)

domenica 14 settembre 2014

Notte di luna di Rabindranath Tagore

Christian Schloe
Notte di luna,
come un viandante
passi dall’altra parte del mare
con la tua pallida lanterna oscillante.
Io sono uno straniero,
solitario e distratto;
sul balcone lontano
così tu mi incanti,
e porti via il mio cuore.
Le nuvole tramano
per fare prigioniera la luna:
la luna suona la conchiglia magica.
Al suono incantato svaniscono le tenebre;
le nuvole navigano bianche
come schiuma al chiaro di luna.
Il flauto magico canta
le meraviglie della primavera,
le sue modulazioni
si levano in aria
portate dal vento.
Giovane viaggiatore,
dimentica le stanchezze del viaggio,
procedi con coraggio!
Non spegnere nell’anima
la luce del tuo cammino.

giovedì 11 settembre 2014

Fotografia dell'11 settembre di Wisława Szymborska

Christian Schloe
Sono saltati giù dai piani in fiamme -
... uno, due, ancora qualcuno
sopra, sotto.

La fotografia li ha fissati vivi,
e ora li conserva
sopra la terra verso la terra.

Ognuno è ancora un tutto
con il proprio viso
e il sangue ben nascosto.
 
C'è abbastanza tempo
perchè si scompiglino i capelli
e dalle tasche cadano
gli spiccioli, le chiavi.

Restano ancora nella sfera dell'aria,
nell'ambito di luoghi
che si sono appena aperti.

Solo due cose posso fare per loro -
descrivere quel volo
e non aggiungere l'ultima frase.
***
11 settembre 2002.
*
Fotografia z 11 września

Skoczyli z płonących pięter w dół
- jeden, dwóch, jeszcze kilku
wyżej, niżej.
Fotografia powstrzymała ich przy życiu,
a teraz przechowuje
nad ziemią ku ziemi.
Każdy to jeszcze całość
z osobistą twarzą
i krwią dobrze ukrytą.
Jest dosyć czasu,
żeby rozwiały się włosy,
a z kieszeni wypadły
klucze, drobne pieniądze.
Są ciągle jeszcze w zasięgu powietrza,
w obrębie miejsc,
które się właśnie otwarły.
Tylko dwie rzeczy mogę dla nich zrobić
- opisać ten lot
i nie dodawać ostatniego zdania.

martedì 9 settembre 2014

Per i "Sweet Honey in the Rock" di Sonia Sanchez

Gianrico Gualtieri
Starò su questo campo di battaglia
Starò su questo campo di battaglia
Starò su questo campo di battaglia finché vivo
Starò su questo campo di battaglia
Starò su questo campo di battaglia
Starò su questo campo di battaglia finché vivo.
ero venuta in città portando la vita negli occhi
tra sussurri di morte,
urlando a tutti quelli che volevano ascoltare
è tempo di entrare tutti in un altro secolo
tempo per la libertà e la giustizia razziale e sessuale
tempo per le donne e i bambini e gli uomini tempo per le mani slegate
ero venuta in città portando seni pacifici
e gli spazi tra di noi sorridevano
ero venuta in città portando la vita negli occhi.
ero venuta in città portando la vita negli occhi.
E ci seguirono nelle macchine coi loro computer
e le loro lingue strisciavano coi caterpillar
e ci spinsero fuori dalla strada ci rovesciarono le macchine,
e ci bombardarono le case uccidendo i nostri bambini,
e spararono ai dottori che si occupavano dei nostri corpi,
e le loro corti si trasformarono in confessionali
ma continuammo ad organizzarci continuammo a insegnare e a credere
a amare a fare cose sante spostandoci su un terreno più alto
anche se le nostre mani erano piene di denti spaccati
ma alzavamo gli occhi deliranti di grazia.
ma alzavamo gli occhi deliranti di grazia.
Voglio trattare tutti con giustizia
Voglio trattare tutti con giustizia
Voglio trattare tutti con giustizia finché vivo.
Voglio trattare tutti con giustizia
Voglio trattare tutti con giustizia
Voglio trattare tutti con giustizia finché vivo.
venite. vi dico venite, voi che state seduti tra i batteri domestici
venite. vi dico venite, voi che state in piedi nelle mattine col doppiopetto
venite. vi dico venite, e tornate a lottare.
questa lotta per la nostra terra
questa lotta per i nostri figli
questa lotta per la nostra vita
abbiamo bisogno delle vostre voci di uragano
abbiamo bisogno delle vostre mani sacre
vi dico, venite, sorella, fratello al campo di battaglia
venite nelle foreste pluviali
venite nel ghetto
venite nel barrio
venite nelle scuole
venite nelle cliniche degli aborti
venite nelle prigioni
venite a carezzarci la schiena
vi dico venite, avvolgete i piedi intorno alla giustizia
vi dico venite, avvolgete la lingua intorno alla verità
vi dico venite, avvolgete le mani con opere e preghiere
voi marroni
voi gialli
voi neri
voi gay
voi bianchi
voi lesbiche
Venitevenitevenitevenitevenite in questo campo di battaglia
chiamato vita, chiamato vita, chiamato vita.
Starò su questo campo di battaglia
Starò su questo campo di battaglia
Starò su questo campo di battaglia finché vivo.
Starò su questo campo di battaglia
Starò su questo campo di battaglia
Starò su questo campo di battaglia finché vivo
******
For Sweet Honey in the Rock
I'm gonna stay on the battlefield
I'm gonna stay on the battlefield
I'm gonna stay on the battlefield til I die.
I'm gonna stay on the battlefield
I'm gonna stay on the battlefield
I'm gonna stay on the battlefield til I die.
i had come into the city carrying life in my eyes
amid rumors of death,
calling out to everyone who would listen
it is time to move us all into another century
time for freedom and racial and sexual justice
time for women and children and men time for hands unbound
i had come into the city wearing peaceful breasts
and the spaces between us smiled
i had come into the city carrying life in my eyes.
i had come into the city carrying life in my eyes.
And they followed us in their cars with their computers
and their tongues crawled with caterpillars
and they bumped us off the road turned over our cars,
and they bombed our buildings killed our babies,
and they shot our doctors maintaining our bodies,
and their courts changed into confessionals
but we kept on organizing we kept on teaching believing
loving doing what was holy moving to a higher ground
even though our hands were full of slaughtered teeth
but we held out our eyes delirious with grace.
but we held out our eyes delirious with grace.
I'm gonna treat everybody right
I'm gonna treat everybody right
I'm gonna treat everybody right til I die.
I'm gonna treat everybody right
I'm gonna treat everybody right
I'm gonna treat everybody right til I die.
come. i say come, you sitting still in domestic bacteria
come. i say come, you standing still in double-breasted mornings
come. i say come, and return to the fight.
this fight for the earth
this fight for our children
this fight for our life
we need your hurricane voices
we need your sacred hands
i say, come, sister, brother to the battlefield
come into the rain forests
come into the hood
come into the barrio
come into the schools
come into the abortion clinics
come into the prisons
come and caress our spines
i say come, wrap your feet around justice
i say come, wrap your tongues around truth
i say come, wrap your hands with deeds and prayer
you brown ones
you yellow ones
you black ones
you gay ones
you white ones
you lesbian ones
Comecomecomecomecome to this battlefield
called life, called life, called life. . . .
I'm gonna stay on the battlefield
I'm gonna stay on the battlefield
I'm gonna stay on the battlefield til I die.
I'm gonna stay on the battlefield
I'm gonna stay on the battlefield
I'm gonna stay on the battlefield til I die.
ALTRE AMERICHE
***
Oggi Sonia Sanchez compie 80 anni.
Auguri Signora!
(http://www.casadellapoesia.org/poeti/sanchez-sonia/poesie)

lunedì 8 settembre 2014

Mia madre di Alfonso Gatto

Julian Alden Weir
Mia madre all'alba non ha colore
ma il freddo celesti aurore
le porta nel seno,
dolci paesi d'albicocca.
Alle sue mani la musica degli anni,
ascolta come l'oriente sereno
indora i mesti inganni
del suo sorriso,
e d'un palpito ha gli occhi
d'un soffio il suo viso.
***
POESIE DISPERSE
*
Mamma, 6 anni.

sabato 6 settembre 2014

L'addio dell'estate di Maria Luisa Spaziani

Gaetano Bellei
Lo spirito del fieno impregna l'anima.
L'addio dell'estate. Si raccolgono
le rondini sui fili e sulle antenne,
anomali emigranti verso l'Africa.

Nuvole non più rosa si scaglionano
a isterici plotoni nel vento che le opprime.

Già si arrende il roseto e batte ai vetri
con raffiche di petali e di spine.
***
(Non si riposa il mare)

venerdì 5 settembre 2014

Gatti di Dario Bellezza

Suzanne Valadon
Ti basta un filo di cotone, un pezzo
di carta raggomitolando il tutto
niente parole per fortuna, solo
qualche bacetto dato di nascosto
al tuo faccino, davanti allo specchio
di tutte le meraviglie. In paradiso
ci andrai dritta, con vele bianche e
la fanfara, io a stento ti terrò
dietro sapendo di fermarmi
molto prima.
***
Rimorso a guardarti nella confusione;
sei solo una gatta, anzi sei una gatta,
una natura felice, un miracolo, un incanto:
quando agiti la coda o cerchi di afferrarla
sei più dispettosa di ogni ragazzo,
più dolce di ogni zucchero filato.
Ma il rimorso mi divora, sapessi,
pensando che dovrò lasciarti,
non sono fedele negli amori,
non so sacrificarmi.
Dimmi che fine farai
lasciami libero di decidere,
di perdermi in un altro destino.
***
Dario Bellezza nacque 70 anni fa
il 5 settembre 1944

dal blog: http://toniorasputin.blogspot.it/2009/12/parlando-di-gatti.html

giovedì 4 settembre 2014

Alla sorella Paola di Carlo Michelstaedter

Joseph DeCamp*Pauline DeCamp age 13
Come le rondinelle anno per anno
tornano al nido che le vide implumi,
così l’uomo nel giro dei suoi giorni
torna e ritorna al pensier della culla.
Ed ogni anno quel dì rifesteggiando
che alla fame, alla sete, che al dolore,
che alla vita mortale l’ha svegliato,
ogni anno in quel dì si riconforta
ad amar la sua vita.

E i parenti che allor nel neonato,
nella creatura fragile impotente,
della speranza lor videro il frutto,
e con pavido amore a lui porgendo
quanto la vita dona a chi la chiede,
del suo pianto si fecer velo agli occhi,
confidando che vesti e nutrimento
gli potessero far vivere la vita,
anno per anno poi rinnovellando
la speranza lontana ed il dolore
si fanno velo ancora agli occhi stanchi,
grazie porgendo a lui dell’esser nato,
perch’ei sia grato a lor della sua vita,
perchè il muto dolore sia obliato
e la promessa vana ogni presente.
Ma l’augurio che ciò ch’ei mai non ebbe
pur un istante
promette in lunghi anni luminosi,
dia la sua luce presa dal futuro
al giorno natalizio, e l’illusione
moltiplicando gli finga la fame
essere un bene e vita sufficiente
la diuturna morte.
E baci e doni e la mensa imbandita,
dolci parole in copia e dolci cose,
liete promesse e guardi fiduciosi
faccian chiara la stanza familiare,
facciano schermo alla notte paurosa...

Paola, non ti so dir dolci parole,
cose non so che possan esser care,
poichè il muto dolore a me ha parlato,
e m’ha narrato quello che ogni cuore
soffre e non sa, chè a sè non lo confessa.
Ed oltre il vetro della chiara stanza
che le consuete immagini riflette
vedo l’oscurità pur minacciosa,
e sostare non posso nel deserto.
Lasciami andare, Paola, nella notte,
a crearmi la luce da me stesso,
lasciami andare oltre il deserto, al mare,
perch’io ti porti il dono luminoso.
.... molto più che non credi mi sei cara.
2 agosto 1910.

mercoledì 3 settembre 2014

Cartolina postale di Guillaume Apollinaire

Theo Van Rysselberghe 1918
Ti scrivo da sotto la tenda
Mentre muore questo giorno d’estate
In cui nel cielo appena azzurrato
come uno sboccio di fiori sfolgorante
una cannonata eclatante
sfiorisce prima di essere stata
***
Carte postale
Je t'écris de dessous la tente
Tandis que meurt ce jour d'été
Où floraison éblouissante
Dans ce ciel à peine bleuté
Une canonnade éclatante
Se fane avant d'avoir été
***
Calligrammes, 1918

martedì 2 settembre 2014

Valvins di Paul Valéry

Edouard Manet
Se sciogliere tu vuoi la foresta che lieta
Ti vèntila alle foglie tu ti confondi se
Vai sul canotto lieve, ormai sacro al poeta,
Scintillante di soli in accensione che

Errano sulla bianca fiancata alla carezza
Della Senna increspata o prèsaga del canto
Del Pomeriggio mentre tuffa una lunga treccia
Il gran bosco e la tua vela mischia all'incanto

Dell'Estate. Ma sempre presso te, abbandonato
Dal silenzio ai crescenti gridi del vivo azzurro,
L'ombra di qualche foglio di libro, sparpagliato,

Trema come la tua vela e scivola sulla
Carne della verde acqua di polvere coperta
In mezzo a un lungo sguardo, la Senna semiaperta.
Trad: Luigi De Nardis
****************
Si tu veux dénouer la forêt qui t’aère
Heureuse, tu te fonds aux feuilles, si tu es
Dans la fluide yole à jamais littéraire,
Traînant quelques soleils ardemment situés

Aux blancheurs de son flanc que la Seine caresse
Émue, ou pressentant l’après-midi chanté,
Selon que le grand bois trempe une longue tresse,
Et mélange ta viole au meilleur de l’été.

Mais toujours prês de toi que le silence livre
Aux cris multipliés de tout le brut azur,
L’ombre de quelque page éparse d’aucun livre

Tremble, reflet de voile vagabonde sur
La poudreuse peau de la rivière verte
Parmi le long regard de la Seine entr’ouverte.
1920

lunedì 1 settembre 2014

La luna di settembre di Sandro Penna

Antonello Da Messina*1474
La luna di settembre su la buia
valle addormenta ai contadini il canto.ù

Una cadenza insiste: quasi lento
respiro di animale, nel silenzio,
salpa la valle se la luna sale.

Altro respira qui, dolce animale
anch’egli silenzioso. Ma un tumulto
di vita in me ripete antica vita.

Più vivo di così non sarò mai.

mercoledì 27 agosto 2014

Carme 72 di Caio Valerio Catullo

John William Godward*He Loves Me, He Loves Me Not
Dicebas quondam solum te nosse Catullum,
Lesbia, nec prae me velle tenere Iovem.
Dilexi tum te non tantum ut vulgus amicam,
sed pater ut gnatos diligit et generos.
Nunc te cognovi: quare etsi impensius uror,
multo mi tamen es vilior et levior.
"Qui potis est", inquis? Quod amantem iniuria talis
cogit amare magis, sed bene velle minus.
***
Un tempo dicevi di amare soltanto Catullo,
o Lesbia, e per me di non volere l'abbraccio di Giove.
Allora ti amai, non solo come il volgo l'amante,
ma come il padre ama i suoi figli e i suoi generi.
Ora ti ho conosciuta; perciò anche se brucio più forte,
tuttavia mi sei molto più vile e leggera.
"Come è possibile?", dici. Perché tale offesa costringe
l'amante ad amare di più, ma a volere meno bene.

martedì 26 agosto 2014

Se devo vivere di Julio Cortàzar

Paul François Quinsac*A beauty in Violet*1909
Se devo vivere senza di te, che sia duro e cruento,
la minestra fredda, le scarpe rotte, o che a metà dell'opulenza
si alzi il secco ramo della tosse, che latra
il tuo nome deformato, le vocali di spuma, e nelle dita
mi si incollino le lenzuola, e niente mi dia pace.
Non imparerò per questo a meglio amarti,
però sloggiato dalla felicità
saprò quanta me ne davi a volte soltanto standomi nei pressi.
Questo voglio capirlo, ma mi inganno:
sarà necessaria la brina dell'architrave
perché colui che si ripari sotto il portale comprenda
la luce della sala da pranzo, le tovaglie di latte, e l'aroma
dl pane che passa la sua mano bruna per la fessura.
Tanto lontano ormai da te
come un occhio dall'altro,
da questa avversità che assumo nascerà adesso
lo sguardo che alla fine ti meriti.
*****
Si he de vivir
Si he de vivir sin ti, que sea duro y cruento,
la sopa fría, los zapatos rotos, o que en mitad de la opulencia
se alce la rama seca de la tos, ladrándome
tu nombre deformado, las vocales de espuma, y en los dedos
se me peguen las sábanas, y nada me dé paz.
No aprenderé por eso a quererte mejor,
pero desalojado de la felicidad
sabré cuánta me dabas con solamente a veces estar cerca.
Esto creo entenderlo, pero me engaño:
hará falta la escarcha del dintel
para que el guarecido en el portal comprenda
la luz del comedor, los manteles de leche, y el aroma
del pan que pasa su morena mano por la hendija.
Tan lejos de ti
como un ojo del otro,
de esta asumida adversidad
nacerá la mirada que por fin te merezca.
***
Julio Cortàzar nasceva il 26 agosto del 1914
a Bruxelles.
Nel centenario.

domenica 24 agosto 2014

Universo di Giuseppe Ungaretti

Gustave Courbet*La mer à Palavas*1854
Devetachi il 24 agosto 1916

Col mare
mi sono fatto
una bara
di freschezza
*
Il Porto Sepolto

sabato 23 agosto 2014

Santa Rosa da Lima di Paul Claudel

Scuola Lombardo-Piemontese XVIII secolo
S.Rosa da Lima e il Bambin Gesù
Puro onore di un altro clima
- Com'è dolce il suo volto! -
Fiorisce Santa Rosa da Lima
Alla fine del mese d'agosto.
********
SAINTE ROSE DE LIMA
Pur honneur d'un autre climat,
Fleurit, que son visage est doux!
Sainte Rose da Lima
A l'extremité du mois d'août

venerdì 22 agosto 2014

Terrazza di Vittorio Sereni

Guido Trentini*Le perle del lago*1914
Improvvisa ci coglie la sera.
                                     Più non sai
dove il lago finisca;
un murmure soltanto
sfiora la nostra vita
sotto una pensile terrazza.

Siamo tutti sospesi
a un tacito evento questa sera
entro quel raggio di torpediniera
che ci scruta poi gira se ne va..
da PensieriParole

giovedì 21 agosto 2014

Amanti di Mario Luzi

Kostantin Gorbatov*1925
Che mi riserva rivederti, amore,
quale viaggio t’hanno dato i venti?
L’oscuro avvolge questi giorni chiari,
circola forse in questa luce densa
qui dove a macchie dondolanti o ferme
filtra oro ed il vino matura.

Spicco dal cielo questo frutto splendido,
chiudo gli occhi su quel che porta seco,
o lo stare sulle spine
o il dirsi addio a cuore gonfio,
questo tempo nel tempo senza fine.***
ONORE DEL VERO

mercoledì 20 agosto 2014

Voci notturne di Fëdor Tjutčev

René François Xavier Prinet*Le balcon*1905-6
Come il giardino verde dorme stanco
dentro la notte cerula e tranquilla!
Fra il melo dai suoi fiori fatto bianco
Come dolce la luna d’oro brilla!

Uno sciame di stelle arde nel vano
cielo, come nel dì della creazione.
Geme l’eco d’un ballo di lontano,
più chiara è della fonte la canzone.

Scende sull’universo una cortina,
ogni moto si cheta, ogni lavoro…
Sulla città la notte, come in cima
agli alberi, risveglia ora il suo coro.

Donde viene quel suono irraggiungibile?
O forse è il mondo insonne del pensiero,
incorporeo, sonoro ed invisibile,
che ronza, o notte, nel tuo caos nero?

venerdì 15 agosto 2014

La bella stagione di Jacques Prèvert

Ford Maddox Brown
A digiuno sperduta intirizzita
Tutta sola senza un soldo
Una ragazza di sedici anni
Immobile in piedi
A Place de la Concorde
A mezzogiorno del quindici agosto.

mercoledì 13 agosto 2014

La stella della sera di Aleksandr Sergeevič Puškin

Ivan Aivazovsky*The Black Shea at Night*1879
Si dirada volando la nuvola leggera.
Malinconica stella, o stella della sera!
Inargenta il tuo raggio le squallide pianure,
il golfo sonnolento e le montagne scure.
Amo il tuo fioco lume nell’aria trasparente;
esso ha in me risvegliato un pensiero dormente:
ricordo il tuo tramonto, o astro prediletto,
sovra un dolce paese sempre caro al mio affetto,
dove nelle vallate s’alzano i pioppi fieri,
dove dormono i mirti ed i cipressi neri,
ed i tiepidi flutti sussurrano soavi.
In quei monti col cuore pieno di sogni gravi
distraevo sul mare l’indolenza pensosa:
scendeva sopra i tetti la tenebra gelosa,
e una giovane donna me nell’ombra cercava
e te col proprio nome alle amiche chiamava.

martedì 12 agosto 2014

Dolce far nulla di Raymond Carver

Egon Schiele*Autoritratto con camicia a righe*1910
Un attimo fa ho dato un’occhiata nella stanza
ed ecco quel che ho visto:
la mia sedia al suo posto, accanto alla finestra,
il libro appoggiato faccia in giù sul tavolo.
E sul davanzale, la sigaretta
lasciata accesa nel posacenere.
Lavativo!, mi urlava sempre dietro mio zio,
tanto tempo fa. Aveva proprio ragione.
Anche oggi, come ogni giorno,
ho messo da parte un po’ di tempo
per fare un bel niente.

lunedì 11 agosto 2014

Al mare (o quasi) di Eugenio Montale

Enoch Bolles 1939
L'ultima cicala stride
sulla scorza gialla dell'eucalipto
i bambini raccolgono pinòli
indispensabili per la galantina
un cane alano urla dall'inferriata
di una villa ormai disabitata
le ville furono costruite dai padri
ma i figli non le hanno volute
ci sarebbe spazio per centomila terremotati
di qui non si vede nemmeno la proda
se può chiamarsi cosí quell'ottanta per cento
ceduta in uso ai bagnini
e sarebbe eccessivo pretendervi
una pace alcionica
il mare è d'altronde infestato
mentre i rifiuti in totale
formano ondulate collinette plastiche
esaurite le siepi hanno avuto lo sfratto
i deliziosi figli della ruggine
gli scriccioli o reatini come spesso
li citano i poeti. E c'è anche qualche boccio
di magnolia l'etichetta di un pediatra
ma qui i bambini volano in bicicletta
e non hanno bisogno delle sue cure
Chi vuole respirare a grandi zaffate
la musa del nostro tempo la precarietà
può passare di qui senza affrettarsi
è il colpo secco quello che fa orrore
non già l'evanescenza il dolce afflato del nulla
Hic manebimus se vi piace non proprio
ottimamente ma il meglio sarebbe troppo simile
alla morte ( e questa piace solo ai giovani)
***
QUADERNO DI QUATTRO ANNI
da PensieriParole

domenica 10 agosto 2014

Per i Martiri di Piazzale Loreto di Alfonso Gatto

Georg Rueter
Ed era l’alba, poi tutto fu fermo
la città, il cielo, il fiato del giorno.
Rimasero i carnefici soltanto
vivi davanti ai morti.

Era silenzio l’urlo del mattino,
silenzio il cielo ferito:
un silenzio di case, di Milano.
Restarono bruttati anche di sole,
sporchi di luce e l’uno all’altro odiosi,
gli assassini venduti alla paura.

Era l’alba e dove fu lavoro,
ove il Piazzale era la gioia accesa
della città migrante alle sue luci
da sera a sera, ove lo stesso strido
dei tram era saluto al giorno, al fresco
viso dei vivi, vollero il massacro
perché Milano avesse alla sua soglia
confusi tutti in uno stesso cuore
i suoi figli promessi e il vecchio cuore
forte e ridesto, stretto come un pugno.

Ebbi il mio cuore ed anche il vostro cuore,
il cuore di mia madre e dei miei figli,
di tutti i vivi uccisi in un istante
per quei morti mostrati lungo il giorno
alla luce d’estate, a un temporale
di nuvole roventi. Attesi il male
come un fuoco fulmineo, come l’acqua
scrosciante di vittoria, udii il tuono
d’un popolo ridesto dalle tombe.

Io vidi il nuovo giorno che a Loreto
sopra la rossa barricata i morti
saliranno per primi, ancòra in tuta
E col petto discinto, ancòra vivi
di sangue e di ragioni. Ed ogni giorno,
ogni ora eterna brucia a questo fuoco,
ogni alba ha il petto offeso da quel piombo
degli innocenti fulminati al muro.
***
Strage di Piazzale Loreto
10 agosto 1944

(La storia delle vittime)

sabato 9 agosto 2014

Stelle cadenti di Vincenzo Cardarelli

Egon Schiele*Woman*1899
Enfatica, teatrale,
incredibile Olinda!
Non eri che una misera fanciulla
dal viso di statua affilato
come luna nova,
dal passo di baccante
riposata e indolente.
Misera davvero e scalza
come una mendicante.
Progenie migratoria
a perdizione votata,
disposta a offrirti qual preda a chi vince,
piena di nostalgie verso i tuoi porti
meridionali,
dove forse di te farai ludibrio.
Pure nessuna donna
seppe più gaio riso
mescere nei suoi baci,
nessun braccio più lieve
si posò sul mio collo.
Ma come stella cade e non dà tempo
di carpire un augurio,
così ti vidi, effimera, sparire
nel tuo nero destino. E mai saprò
se pietà m`ispirasti o forse amore.

venerdì 8 agosto 2014

Italiano in Grecia di Vittorio Sereni

Gaetano Bellei
Prima sera d'Atene, esteso addio
dei convogli che filano ai tuoi lembi
colmi di strazio nel lungo semibuio.
Come un cordoglio
ho lasciato l'estate sulle curve
e mare e deserto è il domani
senza più stagioni.
Europa Europa che mi guardi
scendere inerme e assorto in un mio
esile mito tra le schiere dei bruti,
sono un tuo figlio in fuga che non sa
nemico se non la propria tristezza
o qualche rediviva tenerezza
di laghi di fronde dietro i passi
perduti,
sono vestito di polvere e sole,
vado a dannarmi a insabbiarmi per anni.
Pireo, agosto 1942

giovedì 7 agosto 2014

Sul lago s’è fermata ora la luna di Anna Achmatova

Karl Schweninger Jr.-1903 - La luna
Sul lago s’è fermata ora la luna,
e sembra una finestra spalancata
in una casa calma e illuminata,
dove sia penetrata la sfortuna.

Forse il padrone morto han riportato,
o la padrona via se n’è fuggita,
o la bimba più piccola è sparita:
sul lago una scarpetta han ritrovato.

Nulla si vede. Un funebre destino
Presentendo, noi siam rimasti muti.
Cantan le preci per i morti i gufi
E il vento caldo infuria nel giardino.

venerdì 25 luglio 2014

CHIUSO PER FERIE

  SI RIAPRE IL 7 AGOSTO

lunedì 14 luglio 2014

Morire di Paul Éluard

Vincent van Gogh Le Quatorze Juillet
in Paris, 1886
Chi non vuol morte ha l'ansia in gola
Chi si sa morto si consola

Cosa uscirà da te
Che danzatrice immobile
Bianca sì esattamente

Che mendica d'estate
Di ancor verdi virtù
Di sorrisi straziati

Che bella di guanti pudichi
Liscia fronte mani vergini
Che luce che sguardo che sogno

Cieco di ombre terrestri
Tu ad occhi aperti morrai.
***
Mourir

Qui ne veut mourir s'affole
Qui se voit mort se console

Que sortira-t-il de toi
Quelle danseuse immobile
Blanche très exactement

Quelle mendiante d'été
Aux vertus encore vertes
Aux sourires suppliciés

Quelle belle aux gants pudiques
Aux mains vierges aux front lisse
Quel jour quel regard quel songe

Aveugle aux ombres terrestres
Tu mourras les yeux ouverts.trad. Franco Fortini

GRANDE FRANCESE PER IL GIORNO PIU'
BELLO DI FRANCIA

sabato 12 luglio 2014

Empiti di me di Pablo Neruda

Christian Schloe
Empiti di me.
Desiderami, stremami, versami, sacrificami.
Chiedimi. Raccoglimi, contienimi, nascondimi.
Voglio esser di qualcuno, voglio esser tuo, è la tua ora.
Sono colui che passò saltando sopra le cose,
il fuggitivo, il dolente.

Ma sento la tua ora,
l’ora in cui la mia vita gocciolerà sulla tua anima,
l’ora delle tenerezze che mai non versai,
l’ora dei silenzi che non hanno parole,
la tua ora, alba di sangue che mi nutrì di angosce,
la tua ora, mezzanotte che mi fu solitaria.

Liberami di me.Voglio uscire dalla mia anima.
Io sono ciò che geme, che arde, che soffre.
Io sono ciò che attacca, che ulula, che canta.
No, non voglio esser questo.
Aiutami a rompere queste porte immense.
Con le tue spalle di seta disseppellisci queste àncore.
Così una sera crocifissero il mio dolore.
Liberami di me.Voglio uscire dalla mia anima.

Voglio non aver limiti ed elevarmi verso quell’astro.
Il mio cuore non deve tacere oggi o domani.
Deve partecipare di ciò che tocca,
dev’essere di metalli, di radici, d’ali.
Non posso esser la pietra che s’innalza e non torna,
non posso essere l’ombra che si disfa e passa.

No, non può essere, non può essere.
Allora griderei, piangerei, gemerei.
Non può essere, non può essere.
Chi avrebbe rotto questa vibrazione delle mie ali?
Chi m’avrebbe sterminato? Quale disegno, quale parola?
Non può essere, non può essere, non può essere.

Liberami di me. Voglio uscire dalla mia anima.
Perchè tu sei la mia rotta. T’ho forgiata in lotta viva.
Dalla mia lotta oscura contro me stesso, fosti.
Hai da me quell’impronta di avidità non sazia.
Da quando io li guardo i tuoi occhi son più tristi.
Andiamo insieme. Spezziamo questa strada insieme.
Sarò la tua rotta. Passa. Lasciami andare.
Desiderami,stremami,versami,sacrificami.
Fai vacillare le cinte dei miei ultimi limiti.

E che io possa, alfine, correre in fuga pazza,
inondando le terre come un fiume terribile,
sciogliendo questi nodi, ah Dio mio, questi nodi,
spezzando,
bruciando,
distruggendo
come una lava pazza ciò che esiste,
correre fuor di me stesso, perdutamente,
libero di me, furiosamente libero.
Andarmene,
Dio mio,
andarmene!
***
LLÉNATE DE MÍ

Llénate de mí.
Ansíame, agótame, viérteme, sacrifícame.
Pídeme. Recógeme, contiéneme, ocúltame.
Quiero ser de alguien, quiero ser tuyo, es tu hora,
Soy el que pasó saltando sobre las cosas,
el fugante, el doliente.
.
Pero siento tu hora,
la hora de que mi vida gotee sobre tu alma,
la hora de las ternuras que no derramé nunca,
la hora de los silencios que no tienen palabras,
tu hora, alba de sangre que me nutrió de angustias,
tu hora, medianoche que me fue solitaria.
.
Libértame de mí. Quiero salir de mi alma.
Yo soy esto que gime, esto que arde, esto que sufre.
Yo soy esto que ataca, esto que aúlla, esto que canta.
No, no quiero ser esto.
Ayúdame a romper estas puertas inmensas.
Con tus hombros de seda desentierra estas anclas.
Así crucificaron mi dolor una tarde.

Libértame de mí. Quiero salir de mi alma.
.
Quiero no tener límites y alzarme hacia aquel astro.
Mi corazón no debe callar hoy o mañana.
Debe participar de lo que toca,
debe ser de metales, de raíces, de alas.
No puedo ser la piedra que se alza y que no vuelve,
no puedo ser la sombra que se deshace y pasa.
.
No, no puede ser, no puede ser, no puede ser.
Entonces gritaría, lloraría, gemiría. .
No puede ser, no puede ser.
Quién iba a romper esta vibración de mis alas?
Quién iba a exterminarme? Qué designio, qué‚ palabra?
No puede ser, no puede ser, no puede ser.

Libértame de mí. Quiero salir de mi alma.
Porque tú eres mi ruta. Te forjé en lucha viva.
De mi pelea oscura contra mí mismo, fuiste.
Tienes de mí ese sello de avidez no saciada.
Desde que yo los miro tus ojos son más tristes.
Vamos juntos. Rompamos este camino juntos.
Ser‚ la ruta tuya. Pasa. Déjame irme.
Ansíame, agótame, viérteme, sacrificarme.
Haz tambalear los cercos de mis últimos límites.
Y que yo pueda, al fin, correr en fuga loca, 
inundando las tierras como un río terrible,
desatando estos nudos, ah Dios mío, estos nudos,
destrozando,
quemando,
arrasando
como una lava loca lo que existe,
correr fuera de mì mismo, perdidamente,
libre de mí, furiosamente libre.
Irme,
Dios mío,
irme!
***
PABLO NASCE IL 12 LUGLIO 1904
A PARRAL IN CILE...
e deve ancora morire....