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Jozef Mehoffer*Portait with Pegaso*1913 |
1
Disparve nel pieno dell’inverno:
i ruscelli erano gelati, gli aeroporti quasi deserti,
e la neve sfigurava le statue pubbliche;
il mercurio sprofondava nella bocca del giorno morente.
Sì, tutti gli strumenti concordano:
il giorno della sua morte era un giorno scuro e freddo.
Lontano dal suo male
i lupi correvano per le foreste sempreverdi,
il fiume di campagna fu insensibile alla moda dei moli;
lingue afflitte
nascosero la morte del poeta ai suoi versi.
Ma per lui fu l’ultimo pomeriggio che fu lui,
un pomeriggio d’infermiere e di sussurri;
le province del suo corpo si ribellarono,
le piazze della sua mente rimasero vuote,
il silenzio invase i sobborghi,
il flusso del sentire cessò in lui: egli divenne i suoi
ammiratori.
Ora è sparso per cento città
e dato per intero a estranei affetti;
perchè trovi la sua felicità in un’altra specie di bosco
e sia punito secondo un codice di coscienza straniero.
Le parole di un morto
mutano nelle viscere dei vivi.
Ma nell’importanza e nel chiasso di un domani,
quando gli agenti di cambio vanno ruggendo come
belve per la Borsa,
e i poveri hanno le sofferenze cui sono alquanto avvezzi,
e ognuno nel carcere di sè è quasi convinto della sua
libertà,
alcune migliaia penseranno a questo giorno
come a un giorno in cui si è fatto qualcosa di un po’
inconsueto.
Sì, tutti gli strumenti concordano:
il giorno della sua morte era un giorno scuro e freddo.
2
Eri come noi sciocco; il tuo dono sopravvisse a tutto:
alla parrocchia delle ricche dame, al declino del corpo,
a te stesso: la folle Irlanda ti ferì facendoti poeta.
L’Irlanda conserva la sua follia e il suo clima,
chè la poesia non fa accadere niente: sopravvive
nella valle del suo dire dove i suoi funzionari
mai vorrebbero mettere mano; scorre a sud
dalle tenute della solitudine e delle assidue pene,
spoglie città in cui crediamo e moriamo; sopravvive ,
un modo di accadere, una bocca.
3
Prendi un ospite onorato,
terra: William Yeats è stato.
Che il vasel d’Irlanda sia
vuoto in te di sua poesia.
Il Tempo che è insofferente
con l’ardito e l’innocente,
e insensibile in un giorno
ad un corpo tutto adorno,
il linguaggio onora, e approva
chi gli dona vita nuova;
vanità e viltà perdona,
finalmente le incorona.
Se con questa strana scusa
Kipling perdonò e la musa
di Claudel perdonerà,
di un tal genio ha già pietà.
Nell’ora dell’incubo atra
ogni can d’Europa latra,
ogni viva gente aspetta
nel suo odio tutta stretta;
l’onta intellettuale osserva
da ogni viso uman proterva,
e negli occhi addolorati
mari covano ghiacciati.
E, poeta, tu, sprofonda
nella tenebra più fonda,
la tua voce sempre voglia
liberarci d’ogni doglia;
messi i versi tuoi a coltura,
rendi vigna la sventura,
la miseria umana in canto
volgi estatico nel pianto;
nei deserti d’ogni cuore
apri il fonte guaritore,
chi, dei giorni schiavo, gode
libertà muovi alla lode.
gennaio 1939
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In Memory of W. B. Yeats
I
He disappeared in the dead of winter:
The brooks were frozen, the air-ports almost deserted,
And snow disfigured the public statues;
The mercury sank in the mouth of the dying day.
O all the instruments agree
The day of his death was a dark cold day.
Far from his illness
The wolves ran on through the evergreen forests,
The peasant river was untempted by the fashionable
quays;
By mourning tongues
The death of the poet was kept from his poems.
But for him it was his last afternoon as himself,
An afternoon of nurses and rumours;
The provinces of his body revolted,
The squares of his mind were empty,
Silence invaded the suburbs,
The current of his feeling failed; he became his
admirers.
Now he is scattered among a hundred cities
And wholly given over to unfamiliar affections,
To find his happiness in another kind of wood
And be punished under a foreign code of conscience.
The words of a dead man
Are modified in the guts of the living.
But in the importance and noise of to-morrow
When the brokers are roaring like beasts on the floor
of the Bourse,
And the poor have the sufferings to which they are
fairly accustomed,
And each in the cell of himself is almost convinced of
his freedom,
A few thousand will think of this day
As one thinks of a day when one did something slightly
unusual.
O all instruments agree
The day of his death was a dark cold day.
II
You were silly like us; your gift survived it all:
The parish of rich women, physical decay,
Yourself; mad Ireland hurt you into poetry.
Now Ireland has her madness and her weather still,
For poetry makes nothing happen: it survives
In the valley of its saying where executives
Would never want to tamper, flows south
From ranches of isolation and the busy griefs,
Raw towns that we believe and die in; it survives,
A way of happening, a mouth.
III
Earth, receive an honoured guest:
William Yeats is laid to rest.
Let the Irish vessel lie
Emptied of its poetry.
Time that is intolerant
Of the brave and innocent,
And indifferent in a week
To a beautiful physique,
Worship language and forgives
Everyone by whom it lives;
Pardons cowardice, conceit,
Lay its honours at their feet.
Time that with this strange excuse
Pardoned Kipling and his views,
And will pardon Paul Claudel,
Parsons him for writing well.
In the nightmare of the dark
All the dogs of Europe bark,
And the living nations wait,
Each sequestered in its hate;
Intellectual disgrace
Stares from every human face,
And the seas of pity lie
Locked and frozen in each eye.
Follow, poet, follow right
To the bottom of the night,
With your unconstraining voice
Still persuade us to rejoice;
With the farming of a verse
Make a vineyard of the curse,
Sing of human unsuccess
In a rapture of distress;
In the deserts of the heart
Let the healing fountain start,
In the prison of his days
Teach the free man how to praise.
d. Jan.1939
(Un altro tempo)