Il vento soffia e nevica la frasca,
e tu non torni ancora al tuo paese,
quando partisti, come son rimasta,
come l'aratro in mezzo alla maggese.

sabato 28 febbraio 2015

Simone e Giovanna di Mario Luzi

Jean Jacques Henner
Così si ripresenta lei profana
tra sogno e insonnia
del lungo dormiveglia,
così la riesuma la memoria
o il desiderio la balestra.
Viene, quasi gliela sospinge incontro
dal fondo delle sue verdi navate
una frusciante primavera
                                 e lei,
dentro, perduta,
                                 avanza
a stento e con pazienza
nel folto controvento
però non lo raggiunge,
                                 le si oppongono
erbe alte, le appare
insuperabile quel campo -
                                o invece la contrastano
invisibili avversari,
una forza millenaria
la trattiene, di contro desiderio
e disvolere, o altro strano incanto.
Nè lui le muove incontro

o le facilita il cammino.
Il cuore resta colmo
della sua mancanza.
Fino a quando? fino a quando?
***
Mario Luzi manca da 10 anni. Dal 28 febbraio 2005.

venerdì 27 febbraio 2015

Attesa e Impressione di Christoph Wilhelm Aigner

Melancholie Enckell Magnus
ATTESA
Così lunga l'attesa
che ogni pietra
sulla spiaggia del mio villaggio
ha la forma di un cuore
pulsa nella mano
La sabbia che scorre
tra le dita
cuori sgretolati.
***
IMPRESSIONE
Sulla mia spalla vicino al collo
la pelle si inarca
Se ricordo bene
è proprio la forma della tua guancia.

giovedì 26 febbraio 2015

Faccio tutto ciò che posso di Victor Hugo

Robert Fleury
( A Juliette Drouet)

Faccio tutto ciò che posso
perché il mio amore
non ti disturbi,
ti guardo di nascosto,
ti sorrido quando non mi vedi.
Poso il mio sguardo
e la mia anima ovunque
vorrei posare i miei baci:
sui tuoi capelli,
sulla tua fronte,
sui tuoi occhi,
sulle tue labbra,
ovunque le carezze
abbiano libero accesso.
***
Hugo nacque a Besançon, il 26 febbraio 1802
da PensieriParole

mercoledì 25 febbraio 2015

Sonetto X di Vittoria Colonna

Jules Joseph Lefebvre/Vittoria Colonna
A che miseria Amor mio stato induce,
che ’l proprio sol ancor tenebre rende!
Non prima il veggio scorger, che raccende
il desio di veder mia vaga luce.
  Quanto più gemme ed or fra noi riluce,
l’inferma vista mia più se n’offende;
e se dolce armonia l’orecchia intende,
pianto e sospir alfin nel cor produce.
  S’io verde prato scorgo, trema l’alma
priva di speme, e se fior vaghi miro,
si rinverde il desir del mio bel frutto,
  che morte svelse, ed a lui grave salma
tolse in un breve e felice sospiro,
coprendo il mondo, e me d’eterno lutto.
***
Vittoria Colonna è mancata il 25 febbraio 1547
Francesco Jacovacci
L'omaggio di Michelangelo a Vittoria Colonna

martedì 24 febbraio 2015

Nell'amore e Tutta la notte io gemo di Agazia Scolastico

Augustus Jules Bouvier (1825 - 1881) - The three graces
Nell' amore non devi tu mostrarti
umile e supplichevole, ma schivo
piuttosto e riservato, il ciglio altero
e sobrio nel guardare. Ama la donna
irridere i superbi e farsi beffa
di chi troppo si lagna. E sol colui
che accoppia un cuor sensibile a fierezza
un amante perfetto è ritenuto.
***
Tutta la notte io gemo. E quando all'alba
spero di riposarmi, tutt'intorno
garriscono le rondini e nel pianto
spingono il dolce sonno. Gli occhi miei
svegli son dunque ancora, e di Rodante
nell'animo il pensiero mi ritorna.
Smettetela, pettegole gelose:
non io tagliai la lingua a Filomela.
Andate a piangere Itilo sui monti,
a lamentarvi in alto sulle rocce
presso il nido dell' upupa, lasciate
ch'io mi riposi un poco, o rondinelle.
Un sogno forse, poi, potrà venire
a pormi tra le braccia di Rodante.
*

Trad. di Michele Coco

lunedì 23 febbraio 2015

Io grido a te pietà di John Keats

Lady in a White Dress, Ferdinand Georg Waldmüller

Io grido a te pietà, pietà, amore –
sì, amore! Amore misericordioso,
non supplizio di Tantalo, ma univoco
pensiero, ed immutabile e innocente,
a viso aperto e chiaro e senza macchia!
Lascia ch’io t’abbia tutta, tutta mia!
Quella forma leggiadra, quella dolce
droga d’amore minima, il tuo bacio –
mani ed occhi divini, il caldo e bianco
lucente seno delle mille gioie;
te stessa, la tua anima, ti supplico
per pietà, dammi tutto, non escluso
un atomo di un atomo, o morrò,
o se forse vivrò, tuo miserando
servo, sarà mia vita senza scopo
nella foschia della sventura inutile –
perduto dal palato della mente
il gusto e resa l’ambizione cieca.***
Joh Keats è morto il 23 febbraio 1821

domenica 22 febbraio 2015

Credi ch'io sia fedele? di Edna S. Vincent Millay

William Strang, Bank Holiday, 1912
Credi ch’io sia fedele a una promessa?
Sono infedele, tranne che all’amore.
Se tu non fossi amabile, sarei
già fuggita a inseguire la bellezza.
Se tu non fossi ancora cibo raro
ed acqua per la mia sete piú aspra,
ti lascerei – ignoralo, ma è vero! –
e come cercai te, cercherei un altro.
   Ma come l’aria mobile tu sei,
e piú cangianti di marea i tuoi vezzi,
perciò non è un problema l’incostanza:
   non ho che da restarti sempre a fianco.
Sei cosí fatuo e folle, amore mio,
che quanto piú tradisco son sincera.***
Edna è nata il 22 febbraio 1892

sabato 21 febbraio 2015

Oh, dite, che cos'è davvero Amore? di Wystan Hugh Auden

Luxembourg Gardens at Twilight, 1879, John Singer Sargent.
Per alcuni Amore è un fanciullo,
e per altri un uccello,
per alcuni governa il mondo,
il che per altri è assurdo:
domandai al mio vicino se
per caso lo sapesse;
secca la moglie disse che
non era un suo interesse.

Assomiglia a un pigiama
o a un prosciutto vecchio e scipito?
Odora come un lama,
o avrà profumo di pulito?
Al tatto è acuto spino
o d’oca soffice piumino,
è aguzzo o liscio fuori?
Oh, che cos’è davvero Amore?

I libri di storia ne parlano
in note misteriose,
ed è un argomento consueto
nei viaggi di crociera;
l’ho visto menzionato nei
racconti di suicidio,
e scarabocchiato perfino
sull’orario dei treni.

Fa l’urlo d’un famelico alsaziano
o come una fanfara un gran baccano,
lo imiterà nel modo meno incerto
una sega o uno Steinway da concerto,
quando canta alle feste fa furore,
soltanto roba classica gli piace,
E quando vuoi silenzio tace?
Oh, che cos’è davvero Amore?

Sono andato a vedere nel bersò,
non ci aveva mai messo piede,
ho esplorato il Tamigi a Maidenhead
e l’aria salubre di Brighton;
non so che cosa mi cantasse il merlo
o dicessero le rose,
ma non era nascosto nel pollaio
né era finito sotto il letto.
Fa straordinarie smorfie forse,
in altalena gli gira la testa,
passa tutto il suo tempo alle corse
o pizzicando qualche corda pesta,
sul denaro s’è fatto proprie idee,
rende a quella di Patria il giusto onore?
Storie allegre racconta, pur pleblee?
Oh, che cos’è davvero Amore?

Quel che senti quando l'incontri
si dice che non scordi,
ne vado in cerca da bambino,
ma non riesco a trovarlo;
già sto per fare i trentacinque
ed ancora non so
qual creatura sia mai capace
di turbarci così.

Quando arriva, imprevisto s’avvicina 
mentre mi metto le dita nel naso,
o bussa alla mia porta la mattina,
o nel tram mi schiaccia un piede per caso,
giunge improvviso come un temporale,
saluta da villano o da signore?
Cambia mia vita in modo totale?
Oh, dite che cos’è davvero Amore?

trad. Nicola Gardini
***
Auden nacque il 21 febbraio 1907

venerdì 20 febbraio 2015

Tra poco di Annie Vivanti

George Lambert
Tra poco, quando cesserò d’amarti,
Ritroverò il mio riso impertinente,
Ritroverò le mie perfidie e l’arti
Di torturare e innamorar la gente.

Tra poco, quando cesserò d’amarti,
Serena, smemorata e senza addio,
Contenta di fuggire e di scordarti
Riprenderò il vagabondaggio mio.

Tra poco, quando cesserò d’amarti,
Scontrandoti per via smorto e severo,
Passerò accanto senza salutarti
Cogli occhi rilucenti e il cor leggiero.

Amar stasera ed obliar domani,
Ecco il mio fato... Oh, tu cògli in quest’ora
Il fior de’ baci miei, gl’incanti strani
Della mia fantasia che t’innamora.

No, non impallidir! baciami ancora.
***
Annie è morta il 20 febbraio 1942

giovedì 19 febbraio 2015

Ahi sconsigliato! di Vincenzo Monti

Pietro Antonio Rotari
Ahi sconsigliato! ahi forsennato! e dove,
dove son tratto dal furor di questo
tremendo affetto? In lei sepolto, in lei
sola è sepolto il mio pensier. Quest'occhi
altro non veggon che sua dolce immago;
altro nel core risonare non sento
che l'amato suo nome, e tutto apparmi,
se lei ne traggi, l'universo estinto.
***
Vincenzo Monti nacque il 19 febbraio 1754

mercoledì 18 febbraio 2015

Staremo insieme di Anna Achmatova

Mikhail Nesterov 1905
Staremo insieme, caro, insieme,
Lo sanno tutti che siamo affini,
E i sorrisi beffardi,
Come un sonaglio lontano,
Non possono offenderci
Non possono rattristarci.

Non ricordiamo dove ci sposammo,
Ma risplendeva quella chiesa
Della luce inconsistente,
Che solo gli angeli possono
Portare sulle bianche ali.

E ora è una tale epoca,
Un anno tremendo, e una città tremenda,
Come possiamo separarci
Io da te, tu da me?
*
Trad. Paolo Galvagni

martedì 17 febbraio 2015

L'aurora, la luna , la rosa di Heinrich Heine

Cesare Tallone/Lina Cavalieri/1900
L'aurora, la luna, la rosa, la viola
ho amato d'intensa passione amorosa.
Ma ora non più, ora amo lei sola,
la bella, la dolce, la pura, la sposa;
in lei io ritrovo ogni fiore, ogni cosa:
l'aurora, la luna, la viola, la rosa.

Trad. Donata Berra

Heine è morto il 17 febbraio 1856

lunedì 16 febbraio 2015

Vendette della luna di Giosuè Carducci

The Fountain, 1907-1908, Charles Sims
Te, certo, te, quando la veglia bruna
lenti adduceva i sogni a la tua culla,
te certo riguardò la bianca luna,
bianca fanciulla.
  A te scese la dea ne la sua stanca
serenitade e con i freddi baci
china al tuo viso - O fanciulletta bianca, -
disse - mi piaci. -
  E al fatal guardo, ove or s'annega e perde
l'anima mia, piovea lene il gentile
tremolar del suo lume entro una verde
notte d'aprile.
  Ti deponea tra i labbri la querela
de l'usignuolo al frondeggiante maggio,
quando la selva odora e argentea vela
nube il suo raggio;
  E del languor niveo fulgente, ond'ella
ride a l'Aurora da le rosee braccia,
ti diffondeva la persona bella,
la bella faccia:
  onde a' cari occhi tuoi, dal cui profondo
tutto lampeggia quel che ama e piace,
nel roseo tempo che sorride il mondo
io chiesi pace:
  pace al tuo riso, ove fiorisce pura
la voluttà che nel mio spirto dorme,
e che promesso m'ha l'alma natura
per mille forme.
  Ahi, ma la tua marmorëa bellezza
mi sugge l'alma, e il senso de la vita
m'annebbia; e pur ne libo una dolcezza
strana, infinita:
  com'uom che va sotto la luna estiva
tra verdi susurranti alberi al piano;
che in fantastica luce arde la riva
presso e lontano,
   Ed ei sente un desio d'ignoti amori
una lenta dolcezza al cuor gravare,
e perdersi vorria tra i muti albori
e dileguare.
RIME NUOVE
Giosuè morì il 16 febbraio del 1907

domenica 15 febbraio 2015

Baciami di Louise Labè

Franz von Stuck - Kiss of the Sphinx
Baciami ancora e sempre coi tuoi baci,
Dammi un bacio dei tuoi più appassionati,
Dammene uno dei tuoi più innamorati,
Per quattro miei ardenti come braci.
E che, ti lagni? Su ch'io tutto appaci
Con altri dieci di miele irrorati.
Sì l'un dell'altro gioiamo beati
D'unire bocca a bocca e baci a baci.
Duplice vita avrà ciascuno allora,
Ciascuno in sé e nell'esser che adora.
Consenti, Amor, che me vinca Follia:
Chè male io vivo in senno e in discrezione,
Né posso aver giammai soddisfazione,
Se fuor di me non trovo un'altra via.
***
Trad: di Enzo Giudici

Louise è morta il 15 febbraio 1566

sabato 14 febbraio 2015

Alla Louisa Grace Bartolini di Giosuè Carducci

A te, sciolto da’ languidi
Tedi lo spirto, e anelo
Del vital aere al fremito
Ed a l’effuso cielo,
Sorge: dal cuor rimormora
L’aura de’ canti, inclita donna, a te;
Vittorio Matteo Corcos-Mezzogiorno al mare
A cui ne’ tócchi rapidi
D’animator pennello
E ne’ frenati numeri
La memore del bello
Idea sorride e tenero
Senso e del bene l’operosa fe’.

O desta a i forti palpiti
Che viltà preme in noi,
Nata a i concilii splendidi
De i vati e de gli eroi,
Salve, Eloisa, armonica
D’altre genti figliuola e d’altre età!

Perché tra i vecchi popoli
Venisti e a gli anni tardi,
Quando gli eroi si assoldano,
Spengonsi i vati e i bardi,
E si scelera l’ultimo
De l’oscurato ciel raggio, beltà?

Altr’aer ed altro secolo
L’attèa Corinna accolse;
E, quando ella da’ rosei
Labbri il canto devolse,
Tutto pendeva un popolo
Da l’ardente fanciulla affisa al ciel.

Fremea sotto la cetera
L’onda alterna del petto:
Da le forme virginee
Ineffabil diletto
Spirava; ma le lacrime
Splendido a’ folgoranti occhi eran vel.

Stupían mirando i príncipi
E i figli de gli Achei
Poggiati a’ colli madidi
De’ corridori elei:
Cantava l’alta vergine
La sua patria, i suoi dèi, la libertà.

Ed oblioso Pindaro
De la ceduta palma
Parea per gli occhi effondere
Il sorriso de l’alma,
Rimembrando Eleuteria
Che tra i popoli salvi inneggia e va.

Ma ben, come da súbita
Procella esercitate,
Le selve atre germaniche
Suonâr, se a l’adunate
Plebi i cruenti oracoli
Apria Velleda e de le pugne il dí.

Tra l’erme ombre de’ larici,
Da la luna e dal vento
Rotte, la vergin pallida
In nero vestimento
Alta levossi, a gli omeri
Lenta il crin biondo onde null’uom gioí.

E cantò guerre, orribili
Guerre; e a la cena ìmmonda
Convitò i lupi e l’aquile;
E tepefatta l’onda
De’ freddi fiumi scendere
Vide tarda fra i corpi al negro mar.

Lungo andò allor per l’aere
Rombo da i tócchi scudi:
Precipitâr da’ plaustri
Le madri, e con gl’ignudi
Petti la pugna accesero
O ululando le marse aste affrontâr.

Ahi, dov’è pompa inutile
Al vivere civile
La donna, ivi non ornasi
Il costume virile
Di forza e verecondia,
E turpe incombe a’gravi spirti amor.

Ma tu, Eloisa, l’agile
Estro di Suli a i monti
Invía, dove piú gelide
Mormoran l’aure e i fonti,
E molce i petti liberi
Canto d’augelli e balsamo di fior;

E dinne la bellissima
Sposa d’eroi Zavella,
Che pur con l’una stringesi
Il nato a la mammella,
Con l’altra mano fulmina
L’oste premente e gli orridi bassà.

De le polone femmine
Ridinne i canti amari,
Che di lor vene tingono
I supplicati altari
0 chieggono a la Vistola
Tra cotanta di spade impunità

Gli spenti figli. O candido
Stuolo, lamenta e muori,
In fin che basta il ferreo
Tempo de gli oppressori,
E pur cadendo mormora
102- No, che la patria mia morta non è. -

Già la rivolta affrettasi
Fósca di villa in villa,
Turbina il vento ed agita
L’animatrice squilla,
E il nuovo carme a’ liberi
Popoli suona su i caduti re.
***
LEVIA GRAVIA 1861

Louisa Grace Bartolini era nata il 14 febbraio 1818

venerdì 13 febbraio 2015

Peccato di Forough Farrokhzad

Mars and Venus: an allegory of Peace, (1770). Louis-Jean Francois Lagrenèe
Ho peccato, peccato, quanto piacere
nell’abbraccio caldo e ardente ho peccato
fra due braccia ho peccato
accese e forti di caldo rancore, ho peccato.

In quel luogo di buio silenzio appartato
nei suoi occhi colmi di segreti ho guardato,
nel palpito del petto furioso il mio cuore
tremava nei suoi occhi di desiderio in preghiera.

In quel luogo di buio silenzio appartato
accanto a lui al suo fianco sconvolta
la sua bocca desiderio versava tra le labbra mie,
scappata, io, dalle pene del folle mio cuore.

Gli sussurrai piano piano la melodia dell’amore:
ti voglio, ti voglio, anima mia
ti voglio, ti voglio, abbraccio che infiamma
ti voglio, amore mio pazzo.

Il desiderio nei suoi sguardi fiamme avvampava,
il vino nero nella coppa tremava e danzava.
Il mio corpo sul tenero letto
sul suo petto ubriaco oscillava.

Ho peccato, peccato, quanto piacere
accanto all’estatico fremito di un corpo.
Oddio, mio Dio, che cosa ho mai fatto
in quel luogo di buio silenzio appartato?

(Trad. di Domenico Ingenito)
Forough ci ha lasciato il 13 febbraio del 1967, aveva 32 anni.

giovedì 12 febbraio 2015

Restituzione di Julio Cortàzar

El Jaleo, 1882, John Singer Sargent.
Se della tua bocca non so che la tua voce
e dei tuoi seni solo il verde o l’arancione delle bluse,
come posso iattarmi di avere di te
più della grazia di un’ombra che passa sull’acqua.
Nella memoria porto gesti, la moina che tanto
felice mi faceva, e questo modo di restartene
in te stessa, con il curvo riposo
di un’immagine d’avorio.
Non è gran cosa questo tutto che mi resta.
In più opinioni, collere, teorie,
nomi di fratelli e sorelle,
l’indirizzo postale e il numero del telefono,
cinque fotografie, un profumo di capelli,
una pressione di piccolette mani fra le quali nessuno direbbe
che mi si nasconde il mondo.
Questo tutto me lo porto senza sforzo, perdendolo poco a poco.
Non inventerò l’inutile menzogna della perpetuità,
meglio passare i ponti con le mani
piene di te,
tirando via a piccoli pezzi il mio ricordo,
dandolo alle colombe, ai fedeli
passeri, che ti mangino
fra canti, arruffio e svolazzi.
***

Restitución

Si de tu boca no sé más que la voz
y de tus senos sólo el verde o el naranja de las blusas,
cómo jactarme de tener de ti
más que la gracia de una sombra que pasa sobre el agua.
En la memoria llevo gestos, el mohín
que tan feliz me hacía, y ese modo
de quedarte en ti misma, con el curvo
reposo de una imagen de marfil.
No es gran cosa ese todo que me queda.
Además opiniones, cóleras, teorías,
nombres de hermanos y de hermanas,
la dirección postal y telefónica,
cinco fotografías, un perfume de pelo,
una presión de manos pequeñitas donde nadie diría
que se me esconde el mundo.
Todo lo llevo sin esfuerzo, perdiéndolo de a poco.
No inventaré la inútil mentira de la perpetuidad,
mejor cruzar los puentes con las manos
ileanas de ti
tirando a pedacitos mi recuerdo,
dándolos a las palomas, a los fieles
gorriones, que te coman
entre cantos y bullas y aleteos.
***
Julio è nato il 12 febbraio del 1914

mercoledì 11 febbraio 2015

Morta di Giulio Pinchetti

André Devambez (1867-1944), La Pensée aux Absents - 
„Raccolto avea da que’ soavi incendi.
Pugni d’amara cenere.....“ Aleardi



È morta la fanciulla innamorata
E il sasso sepolcral ci posa sù:
La preghiera de’ morti han recitata
E i vivi adesso non ci pensan più!

Lieve, lieve come un sogno estivo,
Profumata d’amori, ella spirò:
E quel grand’occhio nero e fuggitivo,
Il tolto amico, nel svanir, cercò:

Lo cercò lungamente, e non l’affise:
L’amor cercò, le rispondea l’avel!
Ma quel suo sguardo celestial sorrise
Forse pensò, ne rivedremo in ciel!

***
Pinchetti nacque nel 1845, l'11 febbraio
*
In pieno stile scapigliato.....

martedì 10 febbraio 2015

Quando tra le mie braccia io ti stringo di Aleksandr Sergeevič Puškin

Frédéric Soulacroix
Quando tra le mie braccia
Io stringo il tuo corpo armonioso,
E teneri discorsi d'amore
Nell'estasi io ti prodigo,
Silenziosa, dalla stretta delle braccia
Liberando il tuo corpo flessuoso
Tu mi rispondi, amica cara,
Con un incredulo sorriso;
Bene serbavi nella memoria
Le tristi tradizioni dei tradimenti,
Così senza partecipazione e attenzione
Malinconicamente mi ascolti...
Maledico le perfide fatiche
Della mia criminosa giovinezza
E le attese di incontri convenuti
Nei giardini, nel silenzio delle notti.
Maledico il sussurro d'amore delle parole,
La melodia misteriosa dei versi,
E le carezze delle sventate fanciulle,
E le loro lacrime, e il tardo rimorso***
Aleksandr Sergeevič Puškin è morto il 10 febbraio 1837

lunedì 9 febbraio 2015

Oblio di Luigi Gualdo

Friedrich Von Amerling
La mia tristezza
è indefinita
Error di Dio
mi par la vita
E intanto il ritmo
campestre e folle
Là su quel colle
s'ode echeggiar
Là su quel colle
tentar l'oblio
Della tempesta
del viver mio
Veglio tra il gajo
danzar che ignora
Il mal che ognora
ne può arrecar
La mia tristezza
è indefinita
Error di Dio
mi par la vita.
1879
***
Luigi Gualdo nacque il 9 febbraio del 1844

domenica 8 febbraio 2015

L'arte di perdere di Elizabeth Bishop

Achille Funi
L'arte di perdere non è difficile da imparare; 
così tante cose sembrano pervase dall'intenzione di essere perdute, 
che la loro perdita non è un disastro. 
Perdi qualcosa ogni giorno. 
Accetta il turbamento delle chiavi perdute, 
dell'ora sprecata. 
L'arte di perdere non è difficile da imparare. 
Poi pratica lo smarrimento sempre più, perdi in fretta: 
luoghi, e nomi, e destinazioni verso cui volevi viaggiare. 
Nessuna di queste cose causerà disastri. 
Ho perduto l'orologio di mia madre. 
E guarda! L'ultima, o la penultima, delle mie tre amate case. 
L'arte di perdere non è difficile da imparare. 
Ho perso due città, proprio graziose. 
E, ancor di più, ho perso alcuni dei reami che possedevo, 
due fiumi, un continente. 
Mi mancano, ma non è stato un disastro. 
Ho perso persino te (la voce scherzosa, un gesto che ho amato). 
Questa è la prova. 
È evidente, l'arte di perdere non è difficile da imparare, 
benché possa sembrare un vero (scrivilo! ) disastro.
***
Elizabeth nacque l'8 febbraio 1911

sabato 7 febbraio 2015

Dal nulla viene l'amore di Adonis

Portrait of the Artist and his Wife - John MacDonald Aiken 1910
Dal nulla viene l'amore - rimane straniero
più grande di quanto l'abbiamo immaginato,
più lontano di quanto l'abbiamo pensato.
Dal nulla -
dove le cose sono venti o spettri
e il significato è gioco
che vaga nelle lande di Dio.

La sua mano è nella mia
entrambi siamo stranieri
ed entrambi saremo morti domani
in un letto lontano.
Avvolgeteci con i nostri fantasmi
o leggende dei nostri giorni,
fatti straniero e avvicìnati
o oceano che barcolli su una scala di schiuma,
o corpo.
***
Cento poesie d'amore trad. Fawzi Al Delmi

venerdì 6 febbraio 2015

Notturno di Ruben Darìo

Carlos Schwabe, The Death and The Lilies.
Voi che avete auscultato il cuore della notte,
voi che nell’ostinata insonnia avete udito
un chiudersi di porte, il rumore di vetture
lontane, un’eco vaga, un leggero fruscio…

In quegli istanti di silenzio misterioso
quando sorgon dal loro carcere gli obliati,
nell’ora dei defunti, nell’ora del riposo,
leggerete i miei versi d’amarezza impregnati.

Come in un vetro io verso in essi i miei dolori,
i remoti ricordi, le disgrazie funeste,
le meste nostalgie dell’anima inebriata,
la pena del mio cuore, triste in mezzo alle feste.

Dolore di non essere quello che avrei potuto,
perdita del reame per il quale ero nato,
pensiero che un istante decise la mia vita,
sogno ch’è l’esistenza da quando sono stato!

Tutto mi giunge in mezzo al silenzio profondo
in cui la notte avvolge la terrena illusione
e sento come un’eco del gran cuore del mondo
che penetra e commuove il mio cuore in ascolto

***
NOCTURNO

Los que auscultasteis el corazón de la noche,
los que por el insomnio tenaz habéis oído
el cerrar de una puerta, el resonar de un coche
lejano, un eco vago, un ligero ruido…

En los instantes del silencio misterioso,
cuando surgen de su prisión los olvidados,
en la hora de los muertos, en la hora del reposo,
¡sabréis leer estos versos de amargor impregnados!…

Como en un vaso vierto en ellos mis dolores
de lejanos recuerdos y desgracias funestas,
y las tristes nostalgias de mi alma, ebria de flores,
y el duelo de mi corazón, triste de fiestas.

Y el pesar de no ser lo que yo hubiera sido,
y la pérdida del reino que estaba para mí,
el pensar que un instante pude no haber nacido,
¡y el sueño que es mi vida desde que yo nací!

Todo esto viene en medio del silencio profundo
en que la noche envuelve la terrena ilusión,
y siento como un eco del corazón del mundo
que penetra y conmueve mi propio corazón.
*
Ruben è morto il 6 febbraio del 1916

giovedì 5 febbraio 2015

Grazie alla vita di Violeta Parra

Franz Dvorak (1862-1927), Chèvrefeuille
Grazie alla vita che mi ha dato tanto,
mi ha dato due stelle che quando le apro
perfetti distinguo il nero dal bianco,
e nell'alto cielo il suo sfondo stellato,
e tra le moltitudini l'uomo che amo.

Grazie alla vita che mi ha dato tanto,
mi ha dato l'ascolto che in tutta la sua apertura
cattura notte e giorno grilli e canarini,
martelli turbine latrati burrasche
e la voce tanto tenera di chi sto amando.

Grazie alla vita che mi ha dato tanto,
mi ha dato il suono e l'abbecedario
con lui le parole che penso e dico,
madre, amico, fratello luce illuminante,
la strada dell'anima di chi sto amando.

Grazie alla vita che mi ha dato tanto,
mi ha dato la marcia dei miei piedi stanchi,
con loro andai per città e pozzanghere,
spiagge e deserti, montagne e piani
e la casa tua, la tua strada, il cortile.

Grazie alla vita che mi ha dato tanto,
mi ha dato il cuore che agita il suo confine
quando guardo il frutto del cervello umano,
quando guardo il bene così lontano dal male,
quando guardo il fondo dei tuoi occhi chiari.

Grazie alla vita che mi ha dato tanto,
mi ha dato il riso e mi ha dato il pianto,
così distinguo gioia e dolore
i due materiali che formano il mio canto
e il canto degli altri che è lo stesso canto
e il canto di tutti che è il mio proprio canto.

Grazie alla vita che mi ha dato tanto.

***
Gracias a la vida


Gracias a la vida, que me ha dado tanto
Me dió dos luceros, que cuando los abro
Perfecto distingo, lo negro del blanco
Y en el alto cielo, su fondo estrellado
Y en las multitudes, el hombre que yo amo

Gracias a la vida, que me ha dado tanto
Me ha dado el oído, que en todo su ancho
Graba noche y día, grillos y canarios
Martillos, turbinas, ladridos, chubascos
Y la voz tan tierna, de mi bien amado

Gracias a la vida, que me ha dado tanto
Me ha dado el sonido, y el abecedario
Con el las palabras, que pienso y declaro
Madre, amigo, hermano y luz alumbrando
La ruta del alma del que estoy amando

Gracias a la vida, que me ha dado tanto
Me ha dado la marcha, de mis pies cansados
Con ellos anduve, ciudades y charcos
Playas y desiertos, montañas y llanos
Y la casa tuya, tu calle y tu patio

Gracias a la vida, que me ha dado tanto
Me dió el corazón, que agita su marco
Cuando miro el fruto del cerebro humano
Cuando miro el bueno tan lejos del malo
Cuando miro el fondo de tus ojos claros

Gracias a la vida, que me ha dado tanto
Me ha dado la risa y me ha dado el llanto
Así yo distingo dicha de quebranto
Los dos materiales que forman mi canto
Y el canto de ustedes, que es el mismo canto
Y el canto de todos, que es mi propio canto
Y el canto de ustedes, que es mi propio canto.
***
Il 5 febbraio del 1967 Violeta ha deciso di andarsene. Rispettiamo la sua decisione.

mercoledì 4 febbraio 2015

Helder di Giovanni Camerana

Love and the Pilgrim, c. 1896-1897, Sir Edward Burne-Jones.
Come un bel sogno il bel giorno passò,
le tetre dune sfuman nel crepuscolo,
sfuma il nordico mar dentro la nebbia,
come un bel sogno il bel giorno passò.

Le tetre dune sfuman nel crepuscolo,
le vigilanti del nordico mar:
desolati profili, enormi tumuli,
catene eterne del nordico mar.

Come un bel sogno il bel giorno passò.
Un fil d'ombra divien la freccia gotica;
lontan lontano, gigantesca lucciola,
già splende il faro; il bel sogno passò.

Un fil d'ombra divien la freccia gotica,
dei mulini il torneo strano finì;
sul cielo giallo nereggian le immobili
braccia di spettro; il bel sogno svanì.
1883
***
Camerana nacque 170° fa, il 4 febbraio 1845

martedì 3 febbraio 2015

Tempo di Ada Negri

John Melhuish Strudwick
Giorno per giorno, anno per anno, il tempo
nostro cammina! L'ora ch'è sì lenta
al desiderio, tu la tocchi infine
con le tue mani; e quasi a te non credi,
tanta è la gioia: l'ora che giammai
affrontare vorresti, a cauto passo
ti s'accosta e t'afferra - e nulla al mondo
da lei ti salva. Non è sorta l'alba
che piombata è la notte; e già la notte
cede al sol che ritorna, e via ne porta
la ruota insonne. Ma non v'è momento
che non gravi su noi con la potenza
dei secoli; e la vita ha in ogni battito
la tremenda misura dell'eterno.***
Ada Negri nacque il 3 febbraio del 1870

lunedì 2 febbraio 2015

La lanterna di Aldo Palazzeschi

Charles D. Weldon
E in fondo alle scale un'enorme lanterna di ferro battuto, 
dalla luce eterna, 
che tutto il suo foco ha spremuto. 
Lanterna dalla luce eterna, 
non potresti rischiarare per un poco, 
per un poco, l'ora d'un sopravvissuto? 
Io son breve tu sei eterna, mia lanterna, un po' di foco!
Obbligo non hai, ma se tu me lo farai ancora un poco, 
tu potrai in verità chiamarti eterna, mia lanterna. 
Io vorrei stasera stessa, se luce mi darai, 
sotto te venire a cena, se credi che ne valga la pena, 
via coraggio, un po' di foco, per un poco, per un poco!
***
LA LANTERNA
***
Aldo è nato 130 fa, il 2 febbraio 1885

domenica 1 febbraio 2015

Tieni stretti i tuoi sogni di Langston Hughes

Edward Steichen, The Flatiron, 1904
Tieni stretti i tuoi sogni
perché se i sogni muoiono
la vita è come un uccello
con le ali spezzate
che non può volare
Tieni stretti i tuoi sogni
perché se i sogni se ne vanno
la vita è un campo sterile
congelato dalla neve.
***
Hold fast to dreams
For if dreams die
Life is a broken-winged bird
That cannot fly
Hold fast to dreams
For when dreams go
Life is a barren field
Frozen with snow.
***
Langston Hughes è nato il 1° febbraio 1902
da PensieriParole