Il vento soffia e nevica la frasca,
e tu non torni ancora al tuo paese,
quando partisti, come son rimasta,
come l'aratro in mezzo alla maggese.

venerdì 3 febbraio 2012

Sulla morte, senza esagerare di Wislawa Szymborska

Jean Delville*Silenzio
Non s'intende di scherzi,
stelle, ponti,
tessitura, miniere, lavoro dei campi,
costruzione di navi e cottura di dolci.
Quando conversiamo del domani
intromette la sua ultima parola
a sproposito.
Non sa fare neppure ciò
che attiene al suo mestiere:
né scavare una fossa,
né mettere insieme una bara,
né rassettare il disordine che lascia.
Occupata ad uccidere,
lo fa in modo maldestro,
senza metodo né abilità.
Come se con ognuno di noi stesse imparando.
Vada per i trionfi,
ma quante disfatte,
colpi a vuoto
e tentativi ripetuti da capo!
A volte le manca la forza
di far cadere una mosca in volo.
Più di un bruco
la batte in velocità.
Tutti quei bulbi, baccelli,
antenne, pinne, trachee,
piumaggi nuziali e pelame invernale
testimoniano i ritardi
del suo svogliato lavoro.
La cattiva volontà non basta
e perfino il nostro aiuto con guerre e rivoluzioni
è, almeno finora, insufficiente.
I cuori battono nelle uova.
Crescono gli scheletri dei neonati.
Dai semi spuntano le prime due foglioline,
e spesso anche grandi alberi all'orizzonte.
Chi ne afferma l'onnipotenza
è lui stesso la prova vivente
che essa onnipotente non è.
Non c'è vita
che almeno per un attimo
non sia immortale.
La morte
è sempre in ritardo di quell'attimo.
Invano scuote la maniglia
d'una porta invisibile.
A nessuno può sottrarre
il tempo raggiunto.
(Addio Wislawa, ti sia lieve la terra.)

4 commenti:

Rose ha detto...

Mi aspettavo l'omaggio a Wislawa, ed è giustamente una delle sue poesie più lievi - e più acute: che sguardo intelligente aveva, e non solo metaforicamente parlando - a dirci che non c'è più e a ricordarci quanto era grande.

La siberia imperversa.

Have a nice Siberian week-end.

Francesca Vicedomini ha detto...

Sono prevedibile lo so, ma la poetessa del silenzio meritava un piccolo omaggio.
Buona Siberia, per domani hanno messo meno 9°.....

Rose ha detto...

D'accordo con te sul piccolo omaggio.

Mi permetto di aggiungere questa, anche perché il Baudelaire di oggi non è che mi faccia impazzire, ma tu sei comunque bravissima a scegliere le tue poesie e i tuoi colori.

Il gatto in un appartamento vuoto

Morire – questo a un gatto non si fa.
Perché cosa può fare il gatto
in un appartamento vuoto?
Arrampicarsi sulle pareti.
Strofinarsi tra i mobili.
Qui niente sembra cambiato,
eppure tutto è mutato
Niente sembra spostato,
eppure tutto è fuori posto.
E la sera la lampada non brilla più.
Si sentono passi sulle scale,
ma non sono quelli.
Anche la mano che mette il pesce nel piattino
non è quella di prima.
Qualcosa qui non comincia
alla sua solita ora.
Qalcosa qui non accade
come dovrebbe.
Qui c’era qualcuno, c’era,
poi d’un tratto è scomparso
e si ostina a non esserci.
In ogni armadio si è guardato.
Sui ripiani si è corso.
Sotto il tappeto si è controllato.
Si è perfino infranto il divieto
di sparpagliare le carte.
Che altro si può fare.
Aspettare e dormire.
Che provi solo a tornare,
che si faccia vedere.
Imparerà allora
che con un gatto così non si fa.
Gli si andrà incontro
come se proprio non se ne avesse voglia,
pian pianino,
su zampe molto offese.
E all’inizio niente salti nè squittii.


Wislawa Szymborska
(Vista con granello di sabbia, Adelphi)

Francesca Vicedomini ha detto...

Ma povero micio! La mia per esempio se sta troppo da sola appena arrivo mi fa pipì nelle ciabatte o su qualche altro indumento così imparo!
Che grande poetessa delle piccole cose era Wislawa! Grazie per questa bellissima poesia.