Il vento soffia e nevica la frasca,
e tu non torni ancora al tuo paese,
quando partisti, come son rimasta,
come l'aratro in mezzo alla maggese.

sabato 28 aprile 2012

Brindisi d'aprile di Giosuè Carducci

Hans Thoma*Aprile
Quando su l’elci nere
E i mandorli novelli
Tripudia de gli augelli
Il coro nuzïal,
E son le primavere
Per le colline apriche
Occhi di ninfe antiche
Che guardano il mortal,
E il sol d’un giovenile
Riso i verzier saluta
E pio sovra la muta
Landa s’inchina il ciel,
E il fiato de l’aprile
Move le biade in fiore
Come un sospir d’amore
Di nuova sposa il vel:
Sobbalza allor di palpiti
Sente le sue ferite,
Il tronco de la vite,
De la fanciulla il cor
Quella spira odorifere
Gemme a la fredda scheggia,
Questa desio lampeggia
Nel vergine rossor.
Allora a l’aer tepido
Tutto fermenta e langue,
Entro le vene il sangue, 
Entro le botti il vin.
Tu senti de la patria,
Rosso prigion, desío;
E l'aura del natío
Colle sommove il tin.
Di pampini giuliva
La dolce vite è là,
Tu qui ne’ lacci.... Oh viva,
Viva la libertà!
Andiamo, il prigioniere
Andiamo a liberar 
Facciamlo nel bicchiere
Rivivere e brillar
Brillare al colle in vetta,
Brillare in faccia al sol;
Ribaci lui l’auretta,
Riveda egli il magliol.
E tu arridigli, o sole. Ei di te nacque
Ne’ dí che ad Opi t’infondevi in seno:
De i doni suoi la vita egra compiacque,
Come te ardente, come te sereno:
Quando tu disparisti, ed ei soggiacque
Prigion celeste in carcere terreno:
Bagna i tuoi raggi nel gentil vermiglio,
Bacia, sole immortal, bacia il tuo figlio.
Vermiglio questo; ma quell’altro è biondo
Come la chioma tua, lene Agïeo,
Come le ninfe che inseguivi al mondo
Su le rive felici di Peneo,
Allor che il ionio spirito giocondo
D’ogni splendida cosa iddio ti feo:
Ora le forme belle han tolto esiglio;
Bacia, sole immortal, bacia il tuo figlio.
Unico ei resta, o sole; ed io d’amore
Unico l’amo, o biondo siasi o nero.
Biondo, è la luce che da i nervi fuore
Sprizza del canto il creator pensiero;
Nero, è il buon sangue che di fondo al cuore
Ne i magnanimi fatti ondeggia altero:
Versa al biondo i tuoi raggi ed al vermiglio,
Bacia, sole immortal, bacia il tuo figlio.
(Rime Nuove\Libro III)

4 commenti:

Rose ha detto...

Il vin, il tin, nuzial, rossor... quanti troncamenti!

A tutti buon sabato.

Francesca Vicedomini ha detto...

Chissà perchè Giosuè, è datato più di altri suoi coevi...
Buona domenica nuvolosetta...

Rose ha detto...

Chissà perchè Giosuè, è datato più di altri suoi coevi...

Azzardo qualche ipotesi.

1) Per il nome che porta. Giosuè era già desueto nel 1800, secondo me. E va be' che glielo avevano appioppato i genitori, ma prova tu a crescere con un nome simile. Sei anziano già a quattordici anni.

2)Ipotesi, questa, che in parte è dovuta alla pur non colposa progerie di Giosuè di cui al punto 1).
Giosuè era serioso, borioso, pedante e rompib***e di suo. Secondo me quando arrivava a Castagneto scappavano tutti. Se solo gli si diceva buongiorno attaccava a declamare certi papponi che stendevano chiunque.

3)Voleva dimostrare di saperci fare, con le rime, e quindi strafaceva. Va be', ognuno ha i suoi diletti e le sue consolazioni: lo perdoniamo?

Scherzavo, eh. Reagivo a questo pomeriggio nero nero.

Buona settimana.

Francesca Vicedomini ha detto...

Che simpatica che sei Rose! Mi hai fatto proprio sorridere, fino a quando ho letto del tuo nero pomeriggio, spero non sia così nero e che finisca presto. Ti abbraccio con affetto.