Il vento soffia e nevica la frasca,
e tu non torni ancora al tuo paese,
quando partisti, come son rimasta,
come l'aratro in mezzo alla maggese.

domenica 10 maggio 2009

A mia madre di Edmondo De Amicis

Edouard Comes Ferrer
Non sempre il tempo la beltà cancella
O la sfioran le lacrime e gli affanni:
Mia madre ha sessant’anni,
E più la guardo e più mi sembra bella.
Non ha un accenno, un guardo, un riso, un atto
Che non mi tocchi dolcemente il core;
Ah, se fossi pittore,
Farei tutta la vita il suo ritratto!
Vorrei ritrarla quando china il viso
Perch’io le baci la sua treccia bianca,
O quando, inferma e stanca,
Nasconde il suo dolor sotto un sorriso
Pur, se fosse il mio priego in ciel accolto,
Non chiederei di raffael da urbino
Il pennello divino
Per coronar di gloria il suo bel volto;
Vorrei poter cangiar vita con vita,
Darle tutto il vigor degli anni miei,
Veder me vecchio, e lei
Dal sacrificio mio ringiovanita.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

CREPUSCOLO (a P., L., T.)

Non è momento che alba precede
è lento declivio e sfinisce
nei passi di chi percorre la via.
Non è quella dolcezza che lessi
in quei poeti miei che ho amato
ma goccia continua a svuotare esistenze.
Lo vedo, il crepuscolo, in occhi di altri
lo sento esaurire energie, risorse,
e io prima lo amavo, ora non so.
Guido, Sergio, Eugenio...voi...e ora?
Chi mi può ora spiegare il buio che incombe?
Vorrei chiederlo a Dio...


Gujil

Francesca Vicedomini ha detto...

bellissime parole