Il vento soffia e nevica la frasca,
e tu non torni ancora al tuo paese,
quando partisti, come son rimasta,
come l'aratro in mezzo alla maggese.

sabato 10 luglio 2010

Notte d'estate di Umberto Saba

Genth Dalla stanza vicina ascolto care
voci nel letto dove il sonno accolgo.
Per l'aperta finestra un lume brilla,
lontano, in cima al colle, chi sa dove.
Qui ti stringo al mio cuore, amore mio,
morto a me da infiniti anni oramai.

4 commenti:

Anonimo ha detto...

l'amore, quello vero, resta dentro di noi....per sempre, anche se veste i panni della malinconia perchè è morto....
veronica (penso all'uomo che amo che mi ha tradita e che nonostante il dolore resterà per sempre l'unico amore della mia vita...)

Francesca Vicedomini ha detto...

La mia cara e oramai scomparsa zia Virginia mi raccomandava sempre di seguire l'amore, diceva: "Quando sarai vecchia e te ne starai seduta su una poltrona di qualche ospizio, il ricordo del tuo grande amore sarà la tua dolce compagnia".

Anonimo ha detto...

Francescaaa ma io non parlo dall'ospizio! Ho la finestra aperta e la porta anche ... ed è casa mia!In quanto all'uomo che amo e che non mi ama: non mi ha lasciato nessun ricordo. E' solo assenza. Sentirsi monchi.
Veronica

Francesca Vicedomini ha detto...

Non volevo certamente dire che tu fossi all'ospizio...mamma mia, lungi da me...ciao Veronica.