Il vento soffia e nevica la frasca,
e tu non torni ancora al tuo paese,
quando partisti, come son rimasta,
come l'aratro in mezzo alla maggese.

giovedì 10 marzo 2011

Marzo, che mette nuvole a soqquadro di Arturo Onofri

Marzo/Hans ThomaMarzo, che mette nuvole a soqquadro
e le ammontagna in alpi di broccati,
per poi disfarle in mammole sui prati,
accende all'improvviso, come un ladro,
un'occhiata di sole,
che abbaglia acque e viole.
Con in bocca un fil d'erba primaticcio,
Marzo è un fanciullo in ozio, a cavalcioni
sul vento che sepàra due stagioni;
e, zufolando, fa, per suo capriccio,
con strafottenti audacie,
il tempo che gli piace.
Stanotte, fra i suoi riccioli, spioventi
sul mio sonno a rovesci e a trilli alati,
il flauto di silenzio dei suoi fiati
vegetali svegliava azzurri e argenti
nel mio sognarlo, e fuori
ne son sbocciati i fiori.
(Vincere il drago!)

2 commenti:

Rose ha detto...

Mi ha riportato ai banchi di scuola, con "soqquadro" e con le metafore marzoline.

Buon giovedì!

Francesca Vicedomini ha detto...

Già, l'unico sostantivo con la doppia q, io mi chiedevo sempre come avrei potuto adoperarlo...
Buon inizio di week-end, ancora sole per ora.