Il vento soffia e nevica la frasca,
e tu non torni ancora al tuo paese,
quando partisti, come son rimasta,
come l'aratro in mezzo alla maggese.

lunedì 29 agosto 2011

Davanti il Castelvecchio di Verona di Giosuè Carducci

Angelo Dall'Oca Bianca*Verona*1884
Tal mormoravi possente e rapido
sotto i romani ponti, o verde Adige,
brillando dal limpido gorgo,
la tua scorrente canzone al sole,
quando Odoacre dinanzi a l’impeto
di Teodorico cesse, e tra l’erulo
eccidio passavan su i carri
diritte e bionde le donne amàle
entro la bella Verona, odinici
carmi intonando: raccolta al vescovo
intorno, l’italica plebe
sporgea la croce supplice a’ Goti.
Tale da i monti di neve rigidi,
ne la diffusa letizia argentea
del placido verno, o fuggente
infaticato, mormori e vai
sotto il merlato ponte scaligero,
tra nere moli, tra squallidi alberi,
a i colli sereni, a le torri,
onde abbrunate piangon le insegne
il ritornante giorno funereo
del primo eletto re da l’Italia
francata: tu, Adige, canti
la tua scorrente canzone al sole.
Anch’io, bel fiume, canto: e il mio cantico
nel picciol verso raccoglie i secoli,
e il cuore al pensiero balzando
segue la strofe che sorge e trema.
Ma la mia strofe vanirà torbida
ne gli anni: eterno poeta, o Adige,
tu ancor tra le sparse macerie
di questi colli turriti, quando
su le rovine de la basilica
di Zeno al sole sibili il còlubro,
ancor canterai nel deserto
i tedi insonni de l’infinito.
(A mio padre, nato e vissuto sulle rive del suo amato fiume Adige.)
20 anni senza te.

4 commenti:

Luigi ha detto...

è il mio preferito!!!
Bentrovata

Francesca Vicedomini ha detto...

Perchè sei veronese caro Luigi, poi più tardi vado a vedermi il tuo blog, a presto!

Rose ha detto...

Buona settimana agli atesini e ai passanti del blog.

Rose ha detto...

Ho finito di lggere ora, e solo ora ho visto la dedica al tuo papà. Francesca.
È bello che tu lo abbia ricordato così.