Il vento soffia e nevica la frasca,
e tu non torni ancora al tuo paese,
quando partisti, come son rimasta,
come l'aratro in mezzo alla maggese.

mercoledì 31 agosto 2011

Il trovatore di Giovanni Berchet

Eduard Veith
Va per la selva bruna
solingo il trovator,
domato dal rigor
della fortuna.
La faccia sua sì bella
la disfiorò il dolor;
la voce del cantor
non è più quella.
Ardea nel suo segreto;
e i voti, i lai, l'ardor
alla canzon d'amor
fidò indiscreto.
Dal talamo inaccesso
udillo il suo signor:
l'improvvido cantor
tradì se stesso.
Pei dì del giovinetto
tremò alla donna il cor,
ignara fino allor
di tanto affetto.
E supplice al geloso,
ne contenea il furor:
bella del proprio onor
piacque allo sposo.
Rise l'ingenua. Blando
l'accarezzò il signor:
ma il giovin trovator
cacciato è in bando.
De' cari occhi fatali
più non vedrà il fulgor,
non berrà più da lor
l'obblio de' mali.
Varcò quegli atri muto
ch'ei rallegrava ognor
con gl'inni del valor,
col suo lïuto.
Scese, varcò le porte;
stette, guardolle ancor:
e gli scoppiava il cor
come per morte.
Venne alla selva bruna:
quivi erra il trovator,
fuggendo ogni chiaror
fuor che la luna.
La guancia sua sì bella
più non somiglia un fior;
la voce del cantor
non è più quella.

2 commenti:

Rose ha detto...

Alle elementari imparai a memoria "L'han giurato, li ho visti in Pontida [...]".
Poesia e trovatore hanno fatto una brutta fine.

A tutti, buona sera!

Francesca Vicedomini ha detto...

Buon giovedì per ora senza sole Rose! Ma il Trovatore di Verdi è un'opera bellissima....