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Mariano De Cossio*La famiglia
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Baciami, baciami, baciami ancora ...
meglio che un secolo, vale quest'ora,
che in lungo e tenero sospir d'amore
due cuori battono come un sol cuore.
Ah, tutta un bacio la vita sia,
sia tutta baci l'anima mia!
Quanto la sorte pur mi prepara
meglio ignorarlo, fanciulla cara.
Le plebi covino, scoppii la guerra
fra cenci e porpore, fra cielo e terra;
solo un tuo roseo bacio ... e non curo
le cifre delfiche del mio futuro.
Altri la poca vita consumi
fra storte e formule, scheltri e volumi;
altri, agl'istinti superbi e avari,
sfidi la morte per terre e mari;
unica gloria, secreto vanto
per me un tuo fervido bacio soltanto.
No, questa scienza vecchia tiranna,
che reti a tessere sempre si affanna,
ne' suoi tentacoli non l'ha ghermita
la sempre indomita natura e vita ...
oh, no, mia cara, la scienza è prosa,
dammi un tuo bacio, bocca di rosa.
Di sangue e polvere lordi, gli eroi
marcino innanzi ... Vedremo poi,
se, a uno starnuto de la natura,
non cascheranno da la paura ...
oh, meglio un bacio lungo e profondo,
che le superbe glorie del mondo!
Questi Prometei, questi Titani
son così miopi, son così nani,
son tanto effimere le lor vittorie,
tanto ridicole le loro storie,
che non son certo poi così matto,
se per un bacio me le baratto.
Se tutto passa, tutto ruina,
cogli l'alata ora divina!
Credi, vittoria non v'ha o grandezza
che valga un'ora d'intima ebrezza,
l'ora che in lungo bacio d'amore
due cuori battono come un sol cuore …
cara fanciulla, tranne che il frutto
dell'ora alata, menzogna è tutto!
Ah, no, la sacra zolla del vero
no, non è certo l'uman pensiero:
chi sa quel fiore d'eterna foglia,
chi sa quel fiore dove germoglia!
Menzogna è tutto, tranne che questa
ora di rosei baci a tempesta,
in cui per l'anima tremoli soli
brillano, e cantano tanti usignoli;
tranne quest'ora, che s'ama e sogna
fra canti e baci, tutto è menzogna:
se pur que' soli, que' mondi arcani
cenere fredda saran domani;
credi, menzogna non saran mai
i dolci baci ch'or tu mi dai;
nè mai menzogna sarà il mio verso
del tuo soave alito asperso.
E, s'anco i baci, se i versi ancora
dilegueranno, come quest'ora,
figli de l'anima, echi fugaci,
arcana musica di versi e baci,
voi per l’istante che guizza e muore
siete l’eterna vita del cuore.
Ma per quest'ora che m'hai fiorita
di tanti baci, di tanta vita,
che posso, offrirti, bella eroina
di quest'alata ora divina?
Che posso offrirti, qual gemma o fiore
che sia pur degno del tuo gran cuore?
So che ti avrebbe sciolto un banchiere
perle e diamanti dentro un, bicchiere;
so che darebbe per questo istante
mezzo il tesoro qualche mercante;
so che potrebbe sulla tua fronte
l’avito serto deporre un conte...
ma io.... banchiere, conte io non sono,
e stemmi ed oro, no, non ti dono;
Non può donarti l'anima mia
che appena un fiore di poesia;
foglie di alloro, aure di canto,
questi i miei doni, questi soltanto.
Un verso, un lauro... altro mai nulla
non posso offrirti; ma tu, fanciulla,
sai ben che un verso, talora, vale
qualunque dono, sia pur regale;
sai che una sola foglia di alloro
val più che un serto di gemme e d'oro.
Io so che in basso tu, mai non scendi,
che i tuo' nettarei baci non vendi;
so che que'ricchi regali ambiti
li lasci ai vecchi bolsi, attrappiti,
che fra le, strette di lerce amanti,
presso agli sgoccioli, sudan brillanti
da l'inaccessa, libera altezza,
a me cui ride la giovinezza,
a me cui gl'inni fremono in cuore,
spontanee prodiga grazie ed amore...
musa d'ebbrezze profonde e audaci,
me solo inebbria d'ambrosii baci.
E credi pure, che, mentre scocca
l'eterno bacio dalla tua bocca,
sono poeta, poeta almeno
l'ora che, tacito, ti languo in seno,
l'ora che all'anima mi parla il verso
intimo ch'alita per l’universo.
Nuvole d'oro, astri romiti
visioni aeree per gli infiniti
cieli dell’anima, se tu lo vuoi,
a un lieve tocco de' labbri tuoi
in danza armonica, nova, sublime,
s’intrecceranno ne le mie rime.
Ed a' tuoi baci premio soltanto,
dolce fanciulla, sarà il mio canto;
poi che col canto, questa moneta
celeste, i baci paga il poeta;
né mai varranno doni e regali
quanto una strofa che t'immortali.
1886
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