Il vento soffia e nevica la frasca,
e tu non torni ancora al tuo paese,
quando partisti, come son rimasta,
come l'aratro in mezzo alla maggese.

mercoledì 11 luglio 2012

Nel tempo che s’infiora e copre d’erba di Fazio Degli Uberti

Elizabeth Sonrel*Fiori d'acqua
Nel tempo che s’infiora e copre d'erba
La terra sì che mostra tutto verde,
Vidi una donna andar per una landa,
La qual cogli occhi vaghi in essa serba
Amore e guarda sì che mai no'l perde.                                        
Luceva intorno a sè da ogni banda:
Per farsi una ghirlanda
Poneasi a sedere in su la sponda,
Dove batteva l'onda
D'un fiumicello, e co' biondi capelli                                          
Legando i fior quai le parean più belli.
D'alberi chiusa dentro ad un bel rezzo,
Su la rivera d'un corrente fiume,
Legava insieme l'un con l'altro fiore.
E raggi suoi passavan per lo mezzo
De' rami e delle foglie, con quel lume
Che si vedea nel suo gentil valore.
Quivi con lei Amore
Vedeva star con tanta leggiadrìa,
Che fra me dir sentìa                                                                         
- Questa è la donna che fu in ciel creata
Ed ora è qui come cosa incarnata. -
Volgeva ad or ad or per la campagna
Gli occhi soavi che parean due stelle
Vêr quella parte d'onde era venuta.                                            
E poco stando, vidi una compagnia
Venir di donne e di gaie donzelle,
Che tanta gioia mai non fu veduta.
Ciascuna lei saluta;
Ed essa all'ombra per più bella festa
Poneasi in su la testa
La ghirlandetta che sì ben le stava,
Che l'una all'altra a dito la mostrava.
In poco stante, a guisa d'una spera,
Dinanzi all'altre lei vid'io venire,
Pavoneggiando per le verdi piagge:
E come il sol in su'l far della sera
L'aere fa d'oro fin spesso apparire,
Così per gli occhi suoi le vedea ragge.
E tal'or per le fogge                                                                       
Dov'io nascoso m'era si volgea :
Quel ch'io di lei credea
E con quanti sospiri e pensier fui
Dicalo Amor, ch'io no'l so dire altrui.
Canzon, figliuola mia, tu te ne andrai                                     
Colà dove tu sai
Ch'onesta leggiadrìa sempre si trova,
Sì come Amor fa prova,
E par sì come su la spina rosa:
Così tutta vezzosa,
Se puoi, per modo ch'altri non ti vegga,
Entrale in mano, e fa' ch'ella ti legga.
(Canzoni)

2 commenti:

Rose ha detto...

Versi gentili e sospirosi da dedicare a belle ragazze - che delizia, la giovane dai biondi capelli tutta fiorellosa e inghirlanadata - corteggiamenti protratti nel tempo e ciò nonostante quasi sempre vani... noi figli d'altri secoli fatichiamo a entrare in questa mentalità, ma ci commuovono ancora certe delicate timidezze.

Buon giovino, speriamo senza troppi mostri mitologici.

Francesca Vicedomini ha detto...

Ma il senso del possesso è prealessandrino no???
Buona serata cara!