Kersti/Carl LarssonPiove. E' mercoledì. Sono a Cesena,
ospite della mia sorella sposa,
sposa da sei, da sette mesi appena.
Batte la pioggia il grigio borgo, lava
la faccia delle case senza posa,
schiuma a piè delle gronde come bava.
Tu mi sorridi. Io sono triste. E forse
triste è per te la pioggia cittadina,
il nuovo amore che non ti soccorse,
il sogno che non t'avvizzì, sorella
che guardi me con occhio che si ostina
a dirmi bella la tua vita, bella,
bella! Oh bambina, o sorellina, o nuora,
o sposa, io vedo tuo marito, sento,
oggi a chi dici mamma, a una signora;
so che quell'uomo è il suocero dabbene
che dopo il lauto pasto è sonnolento,
il babbo che ti vuole un po' di bene.
«Mamma!» tu chiami, e le sorridi e vuoi
ch'io sia gentile, vuoi ch'io le sorrida,
che le parli dei miei viaggi, poi...
poi quando siamo soli (oh come piove!)
mi dici rauca di non so che sfida
corsa tra voi; e dici, dici dove,
quando, come, perché; ripeti ancora
ospite della mia sorella sposa,
sposa da sei, da sette mesi appena.
Batte la pioggia il grigio borgo, lava
la faccia delle case senza posa,
schiuma a piè delle gronde come bava.
Tu mi sorridi. Io sono triste. E forse
triste è per te la pioggia cittadina,
il nuovo amore che non ti soccorse,
il sogno che non t'avvizzì, sorella
che guardi me con occhio che si ostina
a dirmi bella la tua vita, bella,
bella! Oh bambina, o sorellina, o nuora,
o sposa, io vedo tuo marito, sento,
oggi a chi dici mamma, a una signora;
so che quell'uomo è il suocero dabbene
che dopo il lauto pasto è sonnolento,
il babbo che ti vuole un po' di bene.
«Mamma!» tu chiami, e le sorridi e vuoi
ch'io sia gentile, vuoi ch'io le sorrida,
che le parli dei miei viaggi, poi...
poi quando siamo soli (oh come piove!)
mi dici rauca di non so che sfida
corsa tra voi; e dici, dici dove,
quando, come, perché; ripeti ancora
quando, come, perchè; chiedi consiglio
con un sorriso non più tuo, di nuora.
Parli d'una cognata quasi avara
che viene spesso per casa col figlio
e non sai se temerla o averla cara;
parli del nonno ch'è quasi al tramonto,
il nonno ricco del tuo Dino, e dici:
«Vedrai, vedrai se lo terrò di conto»;
parli della città, delle signore
che già conosci, di giorni felici,
di libertà, d'amor proprio, d'amore.
Piove. E' mercoledì. Sono a Cesena,
sono a Cesena e mia sorella è qui,
tutta di un uomo ch'io conosco appena,
tra nuova gente, nuove cure, nuove
tristezze, e a me parla... così,
Parli d'una cognata quasi avara
che viene spesso per casa col figlio
e non sai se temerla o averla cara;
parli del nonno ch'è quasi al tramonto,
il nonno ricco del tuo Dino, e dici:
«Vedrai, vedrai se lo terrò di conto»;
parli della città, delle signore
che già conosci, di giorni felici,
di libertà, d'amor proprio, d'amore.
Piove. E' mercoledì. Sono a Cesena,
sono a Cesena e mia sorella è qui,
tutta di un uomo ch'io conosco appena,
tra nuova gente, nuove cure, nuove
tristezze, e a me parla... così,
senza dolcezza, mentre piove o spiove:
«La mamma nostra t'avrà detto che...
E poi si vede, ora si vede, e come!
sì, sono incinta... Troppo presto, ahimè!
Sai che non voglio balia? che ho speranza
d'allattarlo da me? Cerchiamo un nome...
Ho fortuna: è una buona gravidanza...»
Ancora parli, ancora parli; e guardi
le cose intorno. Piove. S'avvicina
l'ombra grigiastra. Suona l'ora. È tardi.
E l'anno scorso eri così bambina!
E poi si vede, ora si vede, e come!
sì, sono incinta... Troppo presto, ahimè!
Sai che non voglio balia? che ho speranza
d'allattarlo da me? Cerchiamo un nome...
Ho fortuna: è una buona gravidanza...»
Ancora parli, ancora parli; e guardi
le cose intorno. Piove. S'avvicina
l'ombra grigiastra. Suona l'ora. È tardi.
E l'anno scorso eri così bambina!
1 commento:
E' bellissima quest poesia. Mi commuove sempre. Ho persino creato il gruppo su facebook "Coloro che si commuovono leggendo A Cesena di Marino Moretti". Bella davvero =)
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