Il vento soffia e nevica la frasca,
e tu non torni ancora al tuo paese,
quando partisti, come son rimasta,
come l'aratro in mezzo alla maggese.

sabato 9 aprile 2011

Zitella di Sylvia Plath

Charley Toorop/1927
E così questa particolare ragazza
In una cerimoniosa passeggiata d'aprile
Col suo più recente pretendente
Si trovò all'improvviso oltremodo sconvolta
Dalla sfrenata babele degli uccelli,
Da quel mare di foglie.
In preda a questo tumulto, osservava
I gesti del suo innamorato che sbilanciavano l'aria.
E il proprio passo vagante ineguale
In quel solitario rigoglio di felci e fiori.
Giudicava i petali in scompiglio,
E la stagione in generale, sciatta.
Come desiderò allora l'inverno!-
Scrupolosamente austero nel suo ordine
Di bianco e nero
Ghiaccio e roccia, ogni senso nei suoi limiti,
E la gelida disciplina del cuore
Esatta come fiocco di neve.
Ma ecco- un germogliare
Anormale abbastanza da mettere in scompiglio
Le sue cinque regali facoltà -
Un tradimento da non tollerare. Sì, impazziscano pure
Gli idioti nel manicomio primavera:
Lei se ne tirò subito fuori.
E mise tutt'intorno alla sua casa
Tale una barricata di spine e impedimenti
Contro quella stagione sediziosa
Che nessun uomo all'assalto potè sperare d'infrangerla
Per anatemi, pugni o terrore;
E nemmeno per amore.
*****
SPINSTER
Now this particular girl
During a ceremonious April walk
With her latest suitor
Found herself, of a sudden, intolerably struck
By the birds' irregular babel
And the leaves' litter.
By this tumult afflicted, she
Observed her lover's gestures unbalance the air,
His gait stray uneven
Through a rank wilderness of fern and flower.
She judged petals in disarray,
The whole season, sloven.
How she longed for winter then!-
Scrupulously austere in its order
Of white and black
Ice and rock, each sentiment within border,
And heart's frosty discipline
Exact as a snowflake.
But here--a burgeoning
Unruly enough to pitch her five queenly wits
Into vulgar motley-
A treason not to be borne. Let idiots
Reel giddy in bedlam spring:
She withdrew neatly.
And round her house she set
Such a barricade of barb and check
Against mutinous weather
As no mere insurgent man could hope to break
With curse, fist, threat
Or love, either.

7 commenti:

Rose ha detto...

Ho una sorta di predilezione per le donne capaci di stare da sole. Trovo in loro un atteggiamento meditato, consapevole, un rigore che sfiora l'ascetismo e che non posso non ammirare.
Zitella è un termine derisorio, di stampo veteromaschilista, che mi auguro finisca presto nel dimenticatoio.

Aprile oggi è più aprile che mai!

Buon week-end.

Francesca Vicedomini ha detto...

E ti dirò di più Rose, le donne ce la fanno a stare da sole, e checchè se ne dica molto spesso è una libera scelta. E io adoro anche quelle che hanno il coraggio di non tingersi i capelli. Che si sottraggono al giudizio erotico/maschile.
Zitella è solo il titolo. Non l'avrei mai usato per offendere nessuna. Io amo le donne!
Buon tardo sabato cara!

Rose ha detto...

Buon tardo sabato anche a te, Francesca!
Non dubitavo in alcun modo che anche a te piacessero le donne autonome, e sono sicurissima che tu non avresti usato quella brutta parola se non fosse stata il titolo della poesia! ;)
D'altra parte anche Sylvia trova interessante quella ragazza particolare che compie una scelta di controtendenza...

Gianrico Gualtieri ha detto...

Derrière moi mes yeux se sont fermés
La lumière est brûlée la nuit décapitée
Des oiseaux plus grands que les vents
Ne savent plus où se poser.

Dans les tourments infirmes dans les rides des rires
Je ne cherche plus mon semblable
La vie s’est affaissée mes images sont sourdes
Tous les refus du monde ont dit leur dernier mot
Ils ne se rencontrent plus ils s’ignorent
Je suis seul je suis seul tout seul
Je n’ai jamais changé.

(Paul Eluard)

Francesca Vicedomini ha detto...

Ardea, so che non volevi rovinare il fascino della scrittura originale di Eluard, ma non sono in grado di capirla...piccola traduzione?
Ciao.

Gianrico Gualtieri ha detto...

I miei occhi si sono richiusi dietro di me
La luce è bruciata la notte
decapitata
Uccelli più grandi del vento
non sanno più dove posarsi.

Nei tormenti infermi nelle rughe
delle risa
Non cerco più il mio simile
La vita si è afflosciata le mie immagini
sono sorde
Tutti i rifiuti del mondo hanno detto
la loro ultima parola
Non si incontrano più, si ignorano
Sono solo sono solo tutto solo
non sono mai cambiato.

Bon dimanche!

Francesca Vicedomini ha detto...

Non avevo dubbi sulla grandezza di Eluard. Grazie Gianrico!
Buon lunedì.