
IL MIO PAESE E L'ITALIA
Più i giorni s'allontanano dispersi
Più i giorni s'allontanano dispersi
e più ritornano nel cuore dei poeti.
Là i campi di Polonia,
la piana dì Kutno 
con le colline di cadaveri 
che bruciano in nuvole di nafta, 
là i reticolati per la quarantena d'Israele,
il sangue tra i rifiuti,
l'esantema torrido, 
le catene di poveri già morti da gran tempo 
e fulminati sulle fosse aperte dalle loro mani,
là Buchenwald,
la mite selva di faggi,
i suoi forni maledetti; 
là Stalingrado, e Minsk 
sugli acquitrini e la neve putrefatta. 
I poeti non dimenticano. 
Oh la folla dei vili, dei vinti,
dei perdonati dalla misericordia! 
Tutto si travolge,
ma i morti non si vendono. 
Il mio paese è l'Italia, 
o nemico più straniero,
e io canto il suo popolo,
e anche il pianto coperto dal rumore del suo mare,
il limpido lutto delle madri,
canto la sua vita. 
Raffaello/Stanza della Signatura/Giustizia
 
 
 
 
 

 
Nessun commento:
Posta un commento