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| Delaroche*Giovane martire | 
dai grandi occhi di sole
ha maturato le sue radici
Sono tornato dove abbiamo
sepolto la nostra giovinezza 
e dove il nome di battaglia 
nasceva tra bagliori di fuoco
Ed ho ritrovato la mia estate 
L’estate dei ramarri sui muri 
la fionda dall’elastico rosso 
i piedi scalzi color di terra 
e tutta la luce del giorno
a tingerci d’ambra le mani
Qui “giocavamo” alla guerra 
fra siepi di rovi e di more
dietro lo scudo delle foglie 
povera “canaglia” della libertà inerme
come grembi di colombe
Raccogliemmo morte e mirtilli 
e tra cappotti di lune rosse 
rubammo l’oro alle lucciole
Quando tua madre ingobbita 
come la collina che ti colse 
soffocò l’urlo e i singhiozzi
nella “tana” d’uno scialle nero
per te cantarono le cicale 
e si schiusero nidi di viole 
C’era un profumo di ginestre 
nel cielo della tua ultima estate 
Ora ti guardo senza piangere
compagno dagli occhi di sole
e mi chiedo se non fu fortuna
quel tuo andartene allora
col freddo sudore di morte
sul tenerume delle labbra 
ancora ebbre di latte materno 
Te ne andasti e forse fu meglio
perchè adesso solo le pietre
urlano come monumenti nudi 
e perchè ragazzo senza nome 
siamo ormai pochi 
a ricordare il “sorriso” 
delle tue tenere vene 
che si svuotavano come calici 
per l’ultimo brindisi alla vita.
 
 
 
 
 

 
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