Arkhip Ivanovich Kuindzhi*1890 |
di bellezza della terra esausta che si prepara a morire.
Quante volte avremmo voluto fissar nella carta bianca 1'emozione,
il nostro amore quasi carnale per la zolla grassa, bollente,
coperta di verdura robusta,
per la spiga pesante che il sole abbrustolisce,
per il grappolo azzurro, lustro,
turgido come una mammella,
per il ramo curvo carico di frutta.
Non abbiamo saputo!
Non perdiamo questi splendori estremi.
Empiamoci gli occhi del vermiglione, della porpora,
dell' arancione dei pampani agonizzanti;
del giallo e del bianco dei fiori ritardatari.
L'erba fresca inzuppata di guazza,
le foglie scintillanti nelle mattine ancora soleggiate,
i tetti che la luce inonda ancora,
i campi e le prode fumanti
come la groppa di un bue che ha lavorato troppo.
Domani il sipario della nebbia calerà su tutto e sul nostro cuore.
Non vedremo, non ameremo più nulla che i nostri ricordi;
non sentiremo che il nostro dolore solitario.
7 commenti:
bellissima poesia ....ti seguo con grande empatia e simpatia :)
Potente, vero? Temperamentino niente male: si sente pulsare un bel cuore tra le righe nonostante l'atteggiamento malinconico.
Buona sera venerina a tutti, anche ad Ardea che ho intravisto nei commenti passati, un saluto affettuoso. :)
Merci Rose, sempre gentile... buon WE a te a tutti....
che prorompenza di immagini e sensazioni, sembra di far l'amore con la natura! stupenda!
un abbraccio
Grazie, siete sempre gentilissime/i.
Questa poesia era molto colorata vero?
Buon sabato....
I colori come i ricordi non stingono se vivi, accesi e straripanti di poesia.
Davvero Nidia! Buon pomeriggio!
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