Edgar Maxence |
sulla prateria
- oggi è novembre -,
tutto è ormai nato,
tutto ha statura,
ondulazione, fragranza.
Erba dopo erba
intenderò la terra,
a passo a passo,
fino alla linea folle
dell’oceano.
All’improvviso un’onda
d’aria agita e increspa
l’orzo selvatico:
salta
il volo di un uccello
dai miei piedi, il campo
pieno di fili d’oro,
di petali ignorati,
luccica brusco come rosa verde,
si aggroviglia in ortiche che rivelano
il nemico comune,
agili steli, rovi
punteggiati,
differenza infinita
di ogni vegetale che mi saluta
a volte con un rapido
scintillare di spine
e con la pulsazione del suo odore
fresco, fine ed amaro.
Camminando verso le schiume
del Pacifico
a passo lento sopra l’erba bassa
della primavera nascosta,
sembra
- prima che la terra abbia il suo limite,
a cento metri dal più grande oceano -
che tutto sia delirio,
germinazione e canto.
Le minuscole erbe
son coronate d’oro,
raggi violetti vennero
dalle piante arenose
e ad ogni piccola foglia ignorata
giunse un segnale di luna o di fuoco.
Vicino al mare, camminando,
nel mese di novembre,
tra i pruneti che accolgono
luce, fuoco e sale marini,
ho trovato un fiore azzurro
nato nella compatta prateria.
Da dove, da che abisso
estrai il tuo raggio azzurro?
La tua seta tremante,
sottoterra,
si unisce al mare profondo?
Presi quel fiore tra le mani
e lo guardai come se il mare vivesse
in una sola goccia,
come se nello scontro
della terra e delle acque
un fiore sollevasse
un piccolo stendardo
di fuoco azzurro, di pace irresistibile,
d’indomita purezza.
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ODA A LA FLOR AZUL
Caminando hacia el mar
en la pradera
-es hoy noviembre-,
todo ha nacido ya,
todo tiene estatura,
ondulación, fragancia.
Hierba a hierba
entenderé la tierra,
paso a paso
hasta la línea loca
del océano.
De pronto una ola
de aire agita y ondula
la cebada salvaje:
salta
el vuelo de un pájaro
desde mis pies, el suelo
lleno de hilos de oro,
de pétalos sin nombre,
brilla de pronto como rosa verde,
se enreda con ortigas que revelan
su coral enemigo,
esbeltos tallos, zarzas
estrelladas,
diferencia infinita
de cada vegetal que me saluda
a veces con un rápido
centelleo de espinas
o con la pulsación de su perfume
fresco, fino y amargo.
Andando a las espumas
del Pacífico
con torpe paso por la baja hierba
de la primavera escondida,
parece
que antes de que la tierra se termine
cien metros antes del más grande océano
todo se hizo delirio,
germinación y canto.
Las minúsculas hierbas
se coronaron de oro,
las plantas de la arena
dieron rayos morados
y a cada pequeña hoja de olvido
llegó una dirección de luna o fuego.
Cerca del mar, andando,
en el mes de noviembre,
entre los matorrales que reciben
luz, fuego y sal marinas
hallé una flor azul
nacida en la durísima pradera.
De dónde, de qué fondo
tu rayo azul extraes?
Tu seda temblorosa
debajo de la tierra
se comunica con el mar profundo?
La levanté en mis manos
y la miré como si el mar viviera
en una sola gota,
como si en el combate
de la tierra y las aguas
una flor levantara
un pequeño estandarte
de fuego azul. de paz irresistible,
de indómita pureza.
4 commenti:
Benedetto il Pablo delle odi.
Buona sera martedina...
Neruda e il suo novembre primaverile....
E già, un gran giorno, W gli abbronzati....
Buonasera!
Sono felice anch'io per gli USA, non posso farne a meno, per cui vi abbraccio strette strette, Francesca e Veronica, e ci metto anche i nostri animali e la ragazza con il fiore azzurro tra i capelli, e Pablo, naturalmente, e i passanti del blog, e questo pomeriggio di autunno trasparente e freddo al punto giusto, e le castagne che ho acquistato sia pure con il prezzo maggiorato e che mi papperò - gnam -.
Ringraziamo tutti, animali compresi e buona magnata....
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