Ambrogio da Fossano detto il Bergognone*Santa Lucia |
ma chiusa; e dentro è piena d’ombra, eppure
si sente quasi un tremolìo di luce
tra quel buio crepuscolo, che guizza.
Lenze di pescatori sono appese
alle pareti, e in fondo ove sull’asse
scintilla qualche povera stoviglia,
si vede un letto con lunghe cortine
abbassate. C’è poi, proprio d’accanto,
sopra di vecchie panche un pagliericcio,
dove sonnecchian cinque bimbi. È un nido.
Nido d’anime. Sopra il focolare
veglia qualche favilla, e pel soffitto
un subito baglior spesso ne corre.
Con la fronte sul letto, inginocchiata,
prega una donna, e pensa e impallidisce.
È la madre. Ed è sola. Di fuor, bianco
di schiuma, al cielo ai venti ed agli scogli
l’Oceano getta il suo cupo singhiozzo.
***
L’uomo è in mare. Durissima battaglia
sin da fanciullo, ei marinar, combatte
con la fortuna. Ei deve uscire, andare,
piova pur, tuoni pur, chè i suoi piccini
hanno fame. Di sera egli s’imbarca
quando l’acqua sormonta un po’ lo scalo,
e solo è della sua barca al governo.
La donna resta, e vecchie tele cuce,
e rassetta le reti, e appresta gli ami,
pur sorvegliando al focolar la zuppa
di pesce e, appena i bimbi han preso sonno,
pregando Dio. Lui, solo, erra frattanto
sbalzato e urtato dal continuo fiotto:
sol, l’abisso e le tenebre viaggia.
Dura fatica! Tutto è nero; tutto
freddo, gelato, nulla c'è che splenda;
con la fortuna. Ei deve uscire, andare,
piova pur, tuoni pur, chè i suoi piccini
hanno fame. Di sera egli s’imbarca
quando l’acqua sormonta un po’ lo scalo,
e solo è della sua barca al governo.
La donna resta, e vecchie tele cuce,
e rassetta le reti, e appresta gli ami,
pur sorvegliando al focolar la zuppa
di pesce e, appena i bimbi han preso sonno,
pregando Dio. Lui, solo, erra frattanto
sbalzato e urtato dal continuo fiotto:
sol, l’abisso e le tenebre viaggia.
Dura fatica! Tutto è nero; tutto
freddo, gelato, nulla c'è che splenda;
il posto buono per la pesca, il luogo
mobile oscuro ove s’accoglie il pesce,
nei frangenti, tra pazze onde che s’urtano,
nell’infinito dell’oceano, è un punto
grande due volte quella stanza appena.
nei frangenti, tra pazze onde che s’urtano,
nell’infinito dell’oceano, è un punto
grande due volte quella stanza appena.
***
Or la notte, in decembre, tra la bruma
e i marosi, ne va, di maestria
e di pazienza, a calcolare il vento
e la marea, timoneggiar sicuri
per rincontrar quel punto in quel deserto.
Strisciano lungo i fianchi orride l’onde
come verdi serpenti, e il cupo vortice
nelle sue spire smisurate aggirasi,
e spaventati fa cigolar gli argani
e fischiar le carrucole e le gomene.
Egli pensa a Lucia di tra la notte
del freddo mar. Lucia lo chiama e piange.
Ed ecco nella oscurità s’incontrano
i lor pensieri, come uccelli in via.
(Poesie varie*Raccolte da Maria*1913)
Or la notte, in decembre, tra la bruma
e i marosi, ne va, di maestria
e di pazienza, a calcolare il vento
e la marea, timoneggiar sicuri
per rincontrar quel punto in quel deserto.
Strisciano lungo i fianchi orride l’onde
come verdi serpenti, e il cupo vortice
nelle sue spire smisurate aggirasi,
e spaventati fa cigolar gli argani
e fischiar le carrucole e le gomene.
Egli pensa a Lucia di tra la notte
del freddo mar. Lucia lo chiama e piange.
Ed ecco nella oscurità s’incontrano
i lor pensieri, come uccelli in via.
(Poesie varie*Raccolte da Maria*1913)
2 commenti:
Sempre grande, Giovanni.
Buona serta. Frrrreddo.
Eh, Giovanni non si tocca, buon fine settimana prenatalizio!
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