Il vento soffia e nevica la frasca,
e tu non torni ancora al tuo paese,
quando partisti, come son rimasta,
come l'aratro in mezzo alla maggese.

sabato 9 febbraio 2013

Er Carnovale smascherato di Giuseppe Gioachino Belli

Thomas Couture*1857
Nonna, a li tempi ch’èrimo frittura
e jje sfilamio la conocchia e ’r fuso,
se schiaffava una mmaschera, e cco st’uso
sce fasceva stà bboni e avé ppavura.
Me capischi? È ll’età cquella che scuso:
cos’ha da fà una povera cratura
cuanno sta sgangherata prelatura
nun pò vvéde le mmaschere sur muso?
Leva cuer po’ de mmaschere, che rresta
der Carnovale? un torzo lisscesbrisscio,
un urinale che nnun abbi vesta.
Ma sti cazzacci cqui ppieni de pisscio
ar Papa j’arivòrteno la testa
come fussi una bboccia ar gioco-lisscio.
Roma, 13 gennaio 1833
(Sonetti romaneschi)
Trad.
Erimo frittura=Eravamo fanciullaglia: come pescetti da friggere.
Sfilamio=Sfilavamo.
Schiaffare:=mettere vivamente (brusquement).
Sce=Ci.
Vvède=Vedere.
Lisscesbrisscio=nudo
J’arivòrteno=Rivoltano.
Gioco-lisscio=Terreno battuto e chiuso da sponde in parallelogrammo, per giuocarvi alle bocce. (Note del Belli)

2 commenti:

Rose ha detto...

Sempre colorito.

Anch'oggi ci sarebbe da metter su la maschera della nonna del Belli, con quello che si vede in giro...

Buon sabato. Che qui non è nevoso, ma di un freddo che mozza le orecchie.

Francesca Vicedomini ha detto...

E' sempre difficoltoso per i "fuori Roma" ma vale la pena conoscerlo. Ancora sole ma per poche ore....