Il vento soffia e nevica la frasca,
e tu non torni ancora al tuo paese,
quando partisti, come son rimasta,
come l'aratro in mezzo alla maggese.

venerdì 4 dicembre 2009

Sonetto 3 di William Shakespeare

Van Orley/Charles VGuarda allo specchio, e di' a quella faccia
che di formarne un'altra ormai è tempo;
se ora non ne rinnovi il fresco aspetto,
inganni il mondo, defraudi una madre.
Dov'è la bella il cui grembo inarato
sdegni il dissodamento del tuo vomere?
Chi tomba al suo amor di sè vuol essere,
fermando, fatuo, la posterità?
Di tua madre sei specchio, e lei il leggiadro
aprile evoca in te del suo rigoglio;
pur con le rughe, tu questo aureo tempo
vedrai dalle finestre dell'età.
Ma se vivi per non lasciar ricordo,
muori, e con te la tua Immagine, solo.

2 commenti:

sauvage27 ha detto...

Un passaggio in punta di piedi...
tra le tue pagine poetiche..
Ciao Francesca...
che il sorriso ti accompagni sempre...
Un saluto nottambulo... Loris...

Francesca Vicedomini ha detto...

ciao Loris, benvenuto tra i miei cari amici, le tue note sono graditissime!