Géza Faragò*1913 |
di frontiera in frontiera
risalendo all'idea dei tuoi occhi
oggi ti chiamo, amato,
amato che morrai come le selve
morranno, e il tempo, e il mare...
Di parola in parola t'ho cercato,
di cielo in cielo, là dove ogni nome
si fonde alla sua luce, e le future
albe sono il passato.
Ai miei gelidi vetri di prigione
attraccano i terrazzi di un'estate
piena dei fischi della ferrovia.
Bastano, a un cuore vivo, una canzone,
uno stridore, un grillo, un gatto sperso:
ed ecco la più lunga sinfonia
un universo
***
UTILITA' DELLA MEMORIA
1 commento:
Stiamo negli ultimi versi, vero, Francesca?
Come mi piace la donnina col gattone (che per quanto è grosso ricorda quello di Bulgakov).
Buona domenica!
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