Il vento soffia e nevica la frasca,
e tu non torni ancora al tuo paese,
quando partisti, come son rimasta,
come l'aratro in mezzo alla maggese.

mercoledì 13 gennaio 2010

Sonetto 32 di William Shakespeare

Memling/Tommaso Portinari e moglieSe vivi oltre il mio giorno atteso, quando
Morte villana coprirà di polvere
le mie ossa, e qualora i rozzi versi
del tuo povero amante rivedessi,
paragonali al meglio di quei tempi,
e se inferiori fossero a ogni penna,
per l'amor mio, non per la rima serbali,
sorpassata da più dotati autori.
Oh, dammi allora un pensiero amoroso:
«Fosse cresciuta coi tempi, darebbe
miglior parto la Musa del mio amico,
da tener testa al migliore equipaggio;
morto lui, per lo stile i versi altrui
leggerò, per il suo amore i suoi».

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