Il vento soffia e nevica la frasca,
e tu non torni ancora al tuo paese,
quando partisti, come son rimasta,
come l'aratro in mezzo alla maggese.

martedì 16 ottobre 2012

Il cacciatore di Giovanni Pascoli

Winslow Homer
Frulla un tratto l'idea nell'aria immota;
canta nel cielo. Il cacciator la vede,
l'ode; la segue: il cuor dentro gli nuota.
Se poi col dardo, come fil di sole
lucido e retto, bàttesela al piede,
oh il poeta! gioiva; ora si duole.
Deh! gola d'oro e occhi di berilli,
piccoletta del cielo alto sirena,
ecco, tu più non voli, più non brilli,
più non canti: e non basti alla mia cena.
(Le pene del poeta*Myricae)

4 commenti:

Rose ha detto...

Non c'è sport più cretino che sparare a un unccellino.

Buona serata, Francesca. 24 ore sono già passate!

Francesca Vicedomini ha detto...

Ora ne son passate 48, e anche il primo controllo ok.
Ora ci sarà quello del 13 novembre con eventuale cambio lenti....grazie del pensiero costante!
Sparare a un uccellino, a una lepre, a una piccola volpe...non lo concepisco nemmeno.

Francesca ha detto...

Forse il cacciatore è il poeta, e l'ispirazione la sua povera preda? Ma parlo da ignorante, magari mi sto facendo influenzare da qualche parola equivocabile qua e là nel testo... E soprattutto dai due versi finali.
Sarà che appartengo ad una generazione cui hanno messo in testa che "con la cultura non si mangia"!
Un saluto a tutti e auguri a te, Francesca, per l'intervento.

Francesca Vicedomini ha detto...

Tutte le interpretazioni sono accettate e personali!
Il bello della Poesia! Ciao Francesca....