Charles Sprague Pearce |
dove ora il pettirosso tintinnìa,
col gelsomino rampicante al muro,
c'è la gaggìa;
e or che ottobre dentro la vermiglia
foresta il marzo rende morto al suolo,
e sembra marzo, come rassomiglia
bacca a bocciuolo,
alba a tramonto; nelle tenui trine
l'una si stringe, al roseo vespro, quando
l'altro i suoi fiori, candide stelline,
apre, alitando;
ed al sospiro dell'avemaria,
quando nel bosco dalle cime nude
il dì s'esala, il cuore in una pia
ombra si chiude;
e l'anima in quell'ombra di ricordi
apre corolle che imbocciar non vide;
e l'ombra di fior d'angelo e di fior di
spina sorride.
(Alberi e fiori/Myricae)
5 commenti:
Che bella questa tua 'riscoperta' dei poeti 'scolastici'! Pascoli è stato forse un po' sottovalutato, ogni parola di questa poesia è una vera piacevolezza.
Grazie per questa poesia.
Amo moltissimo Pascoli!
Ciao e buona serata,
Lara
Sembra di trovarcisi, nel giardino di Giovanni... quanti fiori riesce a "vedere": non sono molti a farlo!
Buona notte.
anch'io ho pubblicato una poesia di pascoli, una delle poche che mi piacciono, perchè a dire il vero è un poeta che non mi ha mai preso molto... ma questa devo dire che è molto bella.
un abbraccio
Quanto io ami Pascoli già lo si capisce dal nome che ho dato a questo blog.
Grazie carissime Nidia, Lara, Rose e Ellie!
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