Il vento soffia e nevica la frasca,
e tu non torni ancora al tuo paese,
quando partisti, come son rimasta,
come l'aratro in mezzo alla maggese.

martedì 3 giugno 2014

Canzone di giugno di Marino Moretti

Charles Sprague Pearce
Stormiscono le fronde
nell’aria greve e il sole
ride alle prataiole
ed alle biche bionde,
e rende tutto l’oro
il campo donde arriva
la canzone giuliva
dell’agreste lavoro.
Ecco, è piena la spiga
e la falce è nel pugno;
il buon sole di giugno
rallegra la fatica.
E la canzone sale
dal campo del lavoro
e s’accompagna a un coro
stridulo di cicale;
e sale il canto anelo
da bocche più lontane
lodando in terra il pane
ed il buon padre in cielo.

5 commenti:

Francesca Vicedomini ha detto...

Un pò scolastica....

Rose ha detto...

Sì. Ma non è detto che non sia stato sincero, Marino!

Buonanotte.

Francesca Vicedomini ha detto...

Ingenuo ma sincero, certamente!

Juliet ha detto...

Il primo piano delle fanciulle sa della terra secca e verde messa a coltivare, e poi, come son belle fitte quelle frasche,vien voglia di frugarci dentro,
poesia orecchiabile, tutta rime cadenzate
Buonanotte anticipata gradevolissime donne, contenta di condividere questo spazio con voi.. :)

Francesca Vicedomini ha detto...

E noi con te dolce Juliet!