Il vento soffia e nevica la frasca,
e tu non torni ancora al tuo paese,
quando partisti, come son rimasta,
come l'aratro in mezzo alla maggese.

lunedì 31 marzo 2008

Disposizioni di Pablo Neruda

Delville/L'amore e l'animaDisposizioni
Compagni, seppellitemi a Isla Negra,
di fronte al mare che conosco, a ogni superficie rugosa
della pietra e delle onde che i miei occhi perduti
non rivedranno più.
Ogni giorno d'oceano
mi portò nebbia o puri dirupi di turchese,
o semplice estensione, acqua rettilinea, invariabile,
quello che chiesi, lo spazio che divorò la mia fronte.
Ogni passo funebre del cormorano, il volo
di grandi uccelli grigi che amavano l'inverno,
e ogni tenebroso circolo di sargasso
e ogni onda grave che si scrolla via il freddo,
e ancor di più, la terra che un nascosto erbario
segreto, figlio di foschie e di sali, roso
dall'acido vento, minuscole corolle
della costa incollate alla sabbia infinita:
tutte le chiavi umide della terra marina
conoscono ogni grado della mia gioia,
sannoche voglio dormire il tra le palpebre
del mare e della terra...Voglio essere trascinato
verso il basso nelle piogge che il selvaggio
vento del mare combatte e sminuzza,
e poi per canali sotterranei proseguire
verso la primavera profonda che rinasce.
Scavate accanto a me la fossa di colei che amo, e un giorno
lasciate che mi faccia compagnia anche nella terra.

domenica 30 marzo 2008

Ex voto di Eugenio Montale

Marc Chagall Ex voto
Accade
che le affinità d'anima non giungano
ai gesti e alle parole ma rimangano
effuse come un magnetismo. É raro
ma accade.
Puó darsi

che sia vera soltanto la lontananza,
vero l'oblio, vera la foglia secca
piú del fresco germoglio. Tanto e altro
puó darsi o dirsi.
Comprendo

la tua caparbia volontà di essere sempre assente
perchè solo così si manifesta
la tua magia. Innumeri le astuzie
che intendo.
Insisto

nel ricercarti nel fuscello e mai
nell'albero spiegato, mai nel pieno, sempre
nel vuoto: in quello che anche al trapano
resiste.
Era o non era

la volontà dei numi che presidiano
il tuo lontano focolare, strani
multiformi multanimi animali domestici;
fors'era così come mi pareva
o non era.
Ignoro

se la mia inesistenza appaga il tuo destino,
se la tua colma il mio che ne trabocca,
se l'innocenza é una colpa oppure
si coglie sulla soglia dei tuoi lari. Di me,
di te tutto conosco, tutto
ignoro.
(Eugenio Montale, Satura; Satura II)

sabato 29 marzo 2008

Definendo l'amore di Francisco Gomez de Quevedo y Villagas

Paris Bordone
E’ ghiaccio ardente ed è gelido fuoco,
è ferita che duole e non si sente,
è un sognato bene, un mal presente,
è un breve riposo molto stanco.
E’ una leggerezza che dà pena,
un codardo con nome di valente,
un andar solitario tra la gente,
un amar solamente essere amato.
E’ una libertà incarcerata,
che conduce all’estremo parossismo,
infermità che cresce, se curata.
Questo è il fanciullo Amor, questo l’abisso:
quale amicizia potrà aver con nulla
chi in tutto è contrario di se stesso?
Francisco Gómez de Quevedo y Villagas

venerdì 28 marzo 2008

Qualunque giorno non veggio'l mi' amore di Cecco Angiolieri

Dante Gabriel Rossetti
Qualunque giorno non veggio 'l mi' amore,
la notte come serpe mi travollo,
e sì mmi giro, che paio un bigollo,
tanta è la pena che sente 'l meo core.
Parmi la notte ben cento mili' ore,
dicendo: " Dio, sarà mma' dì, vedròllo? ";
e tanto piango, che tutto m'immollo,
ch' alcuna cosa m'aleggia 'l dolore.
Ed i' ne son da llei così cangiato:
ché 'n una ched e' giungo 'n sua contrada,
sì mmi fa dir ch'i' vi son troppo stato,
e ched i' voli, sì ttosto me'n vada,
però ch'ell' ha 'l su' amor a ttal donato,
che per un mille più di me li aggrada.

giovedì 27 marzo 2008

Il mistero delle cose di Angelo Novaro

A Young beauty/Lynch IL MISTERO DELLE COSE
Così leggero il mistero delle cose!
(oh lacerato a sangue giovine cuore)
un campo d'erba e fiori
uno scampanio di festa in villa
un saluto profumato
della terra al navigante,
un'onda un mare
da nuotarvi insaziato.

mercoledì 26 marzo 2008

Il male di Arthur Rimbaud

AltdorferMentre gli sputi rossi della mitraglia
Fischiano tutto il giorno nell'infinito azzurro del cielo;
E scarlatti o verdi, accanto al re che li deride
I battaglioni crollano in massa nel fuoco;
Mentre un'orrenda follia massacra

Centomila uomini in un mucchio fumante;
- Poveri morti! Nell'estate, nell'erba, nella tua gioia,
Natura! tu che santamente creasti questi uomini!... -
- C'è un Dio, che ride sulle tovaglie damascate

Degli altari, fra l'incenso, fra i grandi calici d'oro;
Che cullato dagli osanna si addormenta,
E si risveglia quando madri, raccolte

Nell'angoscia, piangendo sotto la vecchia cuffia nera
Gli offrono qualche moneta nel loro fazzoletto.

martedì 25 marzo 2008

Dormiva sotto un albero di Emily Dickinson

Eleanor Fortescue Brickdale
Dormiva sotto un albero -
Ricordata solo da me.
Toccai la sua Culla muta -
Ella riconobbe i passi -
Si mise la veste di carminio
Ed eccola!

lunedì 24 marzo 2008

Piaghe d'amore di Federico Garcia Lorca

Bernardino Licinio*1530
La luce, questo fuoco che divora.
Questo paesaggio grigio che m'attornia.
Questa pena per una sola idea.
Quest'angoscia di cielo, terra e d'ora.
Questo pianto di sangue che decora
lira senza timbro, torcia senza presa
Questo peso del mare che mi frusta.
Questo scorpione che attende entro di me.
Ghirlanda d'amore, letto di ferito
sono e di insonne, sogno la presenza
tua nel fondo in rovina del mio petto;
e se ricerco una vetta di prudenza
il tuo cuore mi dà una valle densa
di cicuta e passione d'aspra scienza.

domenica 23 marzo 2008

Parole di Pace del Mahatma Gandhi

Anonimo
L'Europa ha frainteso la saggia, audace e valorosa resistenza di Gesù di Nazareth, interpretandola come resistenza passiva, quasi si trattasse del comportamento di un debole.Quando lessi il Nuovo Testamento per la prima volta, non trovai alcuna passività o debolezza in Gesù, stando alle descrizioni che i quattro evangelisti danno di lui.
Harijan, 7.12.1947

sabato 22 marzo 2008

Vicino al Giordano di Alda Merini

Holbein giovane/Cristo giacente nella tombaVicino al Giordano
Ore perdute invano
nei giardini del manicomio,
su e giù per quelle barriere
inferocite dai fiori,
persi tutti in un sogno
di realtà che fuggiva
buttata dietro le nostre spalle
da non so quale chimera.
E dopo un incontro
qualche malato sorride
alle false feste.
Tempo perduto in vorticosi pensieri,
assiepati dietro le sbarre
come rondini nude.
Allora abbiamo ascoltato sermoni,
abbiamo moltiplicato i pesci,
laggiù vicino al Giordano,
ma il Cristo non c'era:
dal mondo ci aveva divelti
come erbaccia obbrobriosa.

venerdì 21 marzo 2008

Pasqua di Guido Gozzano

William Holman Hunt
A festoni la grigia parietaria
come una bimba gracile s'affaccia
ai muri della casa centenaria.
Il ciel di pioggia è tutto una minaccia
sul bosco triste, che lo intrica il rovo
spietatamente, con tenaci braccia,
quand'ecco dai pollai, sereno e nuovo,
il richiamo di Pasqua empie la terra
con l'antica pia favola dell'ovo.

giovedì 20 marzo 2008

Donna de Paradiso di Jacopone da Todi

Duccio di Buoninsegna*Al Calvario
«Donna de Paradiso,
lo tuo figliolo è priso
Iesù Cristo beato.
Accurre, donna e vide
che la gente l'allide;
credo che lo s'occide,
tanto l'ò flagellato»
«Cristo, la spene mia,
om l'avesse pigliato».
«Madonna, ello è traduto,
Iuda sì ll'à venduto;
trenta denar' n'à auto,
fatto n'à gran mercato».
«Soccurri, Madalena,
iona m'è adosso piena!
Cristo figlio se mena,
como è annunzïato».
«Soccurre, donna, adiuta,
cà 'l tuo figlio se sputa
e la gente lo muta;
ònlo dato a Pilato».
«O Pilato, non fare
el figlio meo tormentare,
ch'eo te pòzzo mustrare
como a ttorto è accusato».
«Crucifige, crucifige!
Omo che se fa rege,
secondo nostra lege
contradice al senato».
«Prego che mm'entenniate,
nel meo dolor pensate!
Forsa mo ve mutate
de que avete pensato».
«Traiàn for li latruni,
che sian sui compagnuni;
che spine s'encoroni,
ché rege ss'è clamato!».
«O figlio, figlio, figlio,
figlio, amoroso giglio!
Figlio, chi dà consiglio
al cor me' angustïato?
Figlio occhi iocundi,
figlio, co' non respundi?
Figlio, perché t'ascundi
al petto o' si lattato?».
«Madonna, ecco la croce,
che la gente l'aduce,
ove la vera luce
déi essere levato».
«O croce, e que farai?
El figlio meo torrai?
E que ci aponerai,
che no n'à en sé peccato?».
«Soccurri, plena de doglia,
cà 'l tuo figliol se spoglia;
la gente par che voglia
che sia martirizzato».
«Se i tolli'el vestire,
lassatelme vedere,
com'en crudel finire
tutto l'ò ensanguenato».
«Donna, la man li è presa,
ennella croc'è stesa;
con un bollon l'ò fesa,
tanto lo 'n cci ò ficcato.
L'altra mano se prenne,
ennella croce se stenne
e lo dolor s'accenne,
ch'è più multiplicato.
Donna, li pè se prenno
e clavellanse al lenno;
onne iontur' aprenno,
tutto l'ò sdenodato».
«Et eo comenzo el corrotto;
figlio, lo meo deporto
figlio, chi me tt'à morto,
figlio meo dilicato?
Meglio aviriano fatto
ch'el cor m'avesser tratto,
ch'ennella croce è tratto,
stace descilïato!».
«O mamma, o' n'èi venuta?
Mortal me dà' feruta,
cà 'l tu plagner me stuta
ch'el veio sì afferrato».
«Figlio, ch'eo m'aio anvito,
figlio, pat'e mmarito!
Figlio, chi tt'à firito?
Figlio, chi tt'à spogliato?».
«Mamma, perché te lagni?
Voglio che tu remagni,
che serve li miei compagni,
ch'êl mondo aio aquistato».
«Figlio, questo non dire!
Voglio teco morire,
non me voglio partire
fin che mo 'n m'esc'el fiato.
C'una aiàn sepultura,
figlio de mamma scura,
trovarse en afrantura
mat'e figlio affocato!».
«Mamma col core afflitto,
entro 'n le man' te metto
de Ioanni, meo eletto;
sia to figlio appellato.
Ioanni, èsto mea mate:
tolilla en caritate,
àginne pietate,
cà 'l core si à furato».
«Figlio, l'alma t'è 'scita,
figlio de la smarrita,
figlio de la sparita,
figlio attossecato!
Figlio bianco e vermiglio,
figlio senza simiglio,
figlio e a ccui m'apiglio?
Figlio, pur m'ài lassato!
Figlio bianco e biondo,
figlio volto iocondo,
figlio, perché t'à el mondo,
figlio, cusì sprezzato?
Figlio dolc'e piacente,
figlio de la dolente,
figlio àte la gente
mala mente trattato.
Ioanni, figlio novello,
morto s'è 'l tuo fratello.
Ora sento 'l coltello
che fo profitizzato.
Che mora figlio e mate
d'una morte afferrate,
trovarse abbraccecate
mat'e figlio impiccato!».

mercoledì 19 marzo 2008

Per sempre di Giovanni Pascoli

John Everett Millais/The ransomPer sempre!
Io t'odio?!... Non t'amo più,
vedi, non t'amo... Ricordi quel giorno?
Lontano portavano i piedi
un cuor che pensava al ritorno.
E dunque tornai... tu non c'eri.
Per casa era un'eco dell'ieri,
d'un lungo promettere. E meco
di te portai sola quell'eco:
PER SEMPRE!
Non t'odio. Ma l'eco sommessa
di quella infinita promessa
vien meco, e mi batte nel cuore
col palpito trito dell'ore;
mi strilla nel cuore col grido
d'implume caduto dal nido:
PER SEMPRE!
Non t'amo. Io guardai, col sorriso,
nel fiore del molle tuo letto.
Ha tutti i tuoi occhi, ma il viso...
non tuo. E baciai quel visetto
straniero, senz'urto alle vene.
Le dissi: "E a me, mi vuoi bene?"
"Sì, tanto!" E i tuoi occhi in me fisse.
"Per sempre?" le dissi. Mi disse:
"PER SEMPRE!"
Risposi: "Sei bimba e non sai
Per sempre che voglia dir mai!"
Rispose: "Non so che vuol dire?
Per sempre vuol dire Morire...
Sì: addormentarsi la sera:
restare così come s'era,
PER SEMPRE!"

martedì 18 marzo 2008

Paolo e Virginia X di Guido Gozzano

Evelyn De Morgan/Regina delle fate
Morii d'amore. Oggi rinacqui e vivo,
ma più non amo. Il mio sogno è distrutto
per sempre e il cuore non fiorisce più.
E chiamo invano Amore fuggitivo,
invano piange questa Musa a lutto
che porta il lutto a tutto ciò che fu.
Il mio cuore è laggiù,
morto con te, nell'isola fiorente,
dove i palmizi gemono sommessi
lungo la Baia della Fede Ardente...
Ah! Se potessi amare! Ah! Se potessi
amare, canterei sì novamente!
Ma l'anima corrosa
sogghigna nelle sue gelide sere...
Amanti! Miserere,
miserere di questa mia giocosa
aridità larvata di chimere!

lunedì 17 marzo 2008

L'amore di Hermann Hesse

Annie Louisa Swinnerton*Sense of Sight
L'amore non deve implorare e nemmeno pretendere,
l'amore deve avere la forza di diventare certezza dentro di sé.
Allora non è più trascinato, ma trascina.

domenica 16 marzo 2008

Funeral blues di Wystan Hugh Auden

Waterhouse
Fermate tutti gli orologi
isolate il telefono
fate tacere il cane con un osso succulento.
Chiudete i pianoforti
e tra un rullio smorzato,
portate fuori il feretro.
Si accostino i dolenti.
Incrocino aeroplani, lamentosi, lassù
e scrivano sul cielo il messaggio:
Lui è morto.
Allacciate nastri di crespo
al collo bianco dei piccioni.
I vigili si mettano
guanti di tela nera.
Lui era il mio nord, il mio sud,
il mio est e ovest,
la mia settimana di lavoro
e il mio riposo la domenica,
il mio mezzodì, la mezzanotte,
la mia lingua, il mio canto.
Pensavo che l'amore fosse eterno
e avevo torto.
Non servono più le stelle,
spegnetele anche tutte,
imballate la luna,
smontate pure il sole,
svuotatemi l'oceano e sradicate il bosco
perché ormai più nulla può giovare.

sabato 15 marzo 2008

Per il mio cuore di Pablo Neruda

Carl Kricheldorf/Nudo voluttuosoPer il mio cuore...
Per il mio cuore basta il tuo petto,
per la tua libertà bastano le mie ali.
Dalla mia bocca arriverà fino in cielo
ciò che stava sopito sulla tua anima.
E' in te l'illusione di ogni giorno.
Giungi come la rugiada sulle corolle.
Scavi l'orizzonte con la tua assenza.
Eternamente in fuga come l'onda.
Ho detto che cantavi nel vento
come i pini e come gli alberi maestri delle navi.
Come quelli sei alta e taciturna.
E di colpo ti rattristi, come un viaggio.
Accogliente come una vecchia strada.
Ti popolano echi e voci nostalgiche.
Io mi sono svegliato e a volte migrano e fuggono
gli uccelli che dormivano nella tua anima.
da Venti poesie d'amore e una canzone disperata

venerdì 14 marzo 2008

Ribaciami di Alda Merini

George Frederick Watts/EndymionRibaciami
Alda Merini
Ribaciami in uno stelo
di amore
e pensa alla giovinezza che mi
prende e mi ha lasciato sola
per lunghi anni.

giovedì 13 marzo 2008

Vero amore di Sir Philip Sidney

Sir John Everett Millais/Yes Vero amore
Il mio vero amore ha il mio cuore ed io ho il suo
in giusto scambio l’uno per l’altro dato.
Io tengo caro il suo, e il mio lui non può perdere,
non ci fu mai un patto meglio riuscito.
Il mio vero amore ha il mio cuore ed io ho il suo.
Il suo cuore in me ci tiene uniti,
il mio cuore in lui guida pensieri e sensi.
Lui ama il mio cuore, che era suo una volta,
io adoro il suo, perché in me ora ascolta.
Il mio vero amore ha il mio cuore ed io ho il suo.
Sir Philip Sidney

mercoledì 12 marzo 2008

Rime di Anacreonte

Von Stuck
 Con una palla purpurea, di nuovo,
Eros chioma d'oro mi colpisce,
e mi invita a giocare
con una fanciulla dal sandalo variegato.
Ma lei - è di Lesbo
ben costruita - disprezza
la mia chioma che è bianca,
e di fronte a un'altra sta a bocca aperta.
\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\
Di nuovo, con un maglio grande Eros, come un
fabbro,
mi colpì, e in un torrente gelido mi immerse.

martedì 11 marzo 2008

Dopo lunghe ricerche di Eugenio Montale

Ramon de ZubiaurreDopo lunghe ricerche
ti trovai in un bar dell'Avenida
da Liberdade; non sapevi un acca
di portoghese o meglio una parola
sola; Madeira. E venne il bicchierino
con un contorno di aragostine.
La sera fui paragonato ai massimi
lusitani dai nomi impronunciabili
e al Carducci in aggiunta.
Per nulla impressionata io ti vedevo piangere
dal ridere nascosta in una folla
forse annoiata ma compunta
(Eugenio Montale, Satura; Xenia II )
dedicato alla moglie, dopo la sua scomparsa

lunedì 10 marzo 2008

Amore di Mario Novaro

Millais AMORE
Io qui che tu vedi pensoso
della vita e del mondo
con infantil meraviglia
trepidare al tuo riso
che ne cela il profondo,
già fui un nulla
che nacque da amore,
e amando creai nuova vita
che ingenua si espande e si gode
non ancor punta
da questo incanto
in cui tremano
riso con pianto.

domenica 9 marzo 2008

Prima serata di Arthur Rimbaud

Allegoria degli amanti di Bordone- Ella era ben poco vestita
E degli alberi grandi e indiscreti
Flettevano i rami sui vetri
Con malizia, vicino, vicino...
Seduta sul mio seggiolone,
Seminuda, giungeva le mani.
Al suolo fremevano lieti
i suoi piccolissimi piedi.
- Io guardavo, colore di cera,
un piccolo raggio di luce
sfarfallare nel suo sorriso
e sul suo seno, - mosca al rosaio.
- Le baciai le caviglie sottili.
Ebbe un ridere dolce e brutale
Che si sciolse in un limpido trillo,
Un ridere grazioso di cristallo.
I suoi piedini sotto la camicia
Si salvarono: "Beh, vuoi finirla?"
- La prima audacia era stata permessa,
Ma ridendo fingeva di punirla!
- Baciai, palpitanti al mio labbro,
I suoi timidissimi occhi;
- Lei ritrasse la sua testolina
Esclamando: "Ma questo è ancor
meglio!...
Signore, ho qualcosa da dirvi...
" Tutto il resto gettai sul suo seno
In un bacio, del quale ella rise
D'un riso che fu generoso...
- Ella era ben poco vestita
E degli alberi grandi e indiscreti
Flettevano i rami sui vetri
Con malizia, vicino, vicino...

sabato 8 marzo 2008

Avevo una ghinea d'oro di Emily Dickinson

William Holman Hunt*1864
Avevo una ghinea d'oro
-La persi nella sabbia
-E nonostante la somma fosse modesta
E soldi ce ne fossero nel paese
-Tuttavia, aveva un tale valore
Ai miei occhi frugali
-Che quando non riuscii a trovarla
-Mi sedetti a sospirare.
Avevo un Pettirosso cremisi
-Che cantò per giorni interi
Ma quando i boschi si colorarono
-Lui - pure - volò via
-Il tempo mi portò altri Pettirossi
-Le loro ballate erano le stesse
-Tuttavia, a causa del mio assente Trovatore
Io tenni la "casa al morso".
Avevo una stella in cielo
-Una "Pleiade" era il suo nome
-E mentre non ero attenta,
Se ne andò allo stesso modo
-E malgrado i cieli siano affollati
-E la notte intera un luccichio
-Non me ne importa
-Da quando nessuna di loro è mia -
La mia storia ha una morale
-Io ho un amico assente
-"Pleiade" il suo nome - e Pettirosso
-E ghinea nella sabbia
-E quando questo dolente canto
Accompagnato dalle lacrime
-Incontrerà l'occhio del traditore
In un paese lontano da qui
-Fa' che un solenne pentimento
Possa ghermire la sua mente
-E nessuna consolazione
Sotto il sole possa trovare.

venerdì 7 marzo 2008

Sonetto del dolce lamento di Federico Garcia Lorca

Camille*Wauters
Temo di perdere la meraviglia
dei tuoi occhi di statua e la cadenza
che di notte mi posa sulla guancia
la rosa solitaria del respiro.
Temo di essere lungo questa riva
un tronco spoglio, e quel che più m'accora
è non avere fiore, polpa, argilla
per il verme di questa sofferenza.
Se sei tu il mio tesoro seppellito,
la mia croce e il mio fradicio dolore,
se io sono il cane e tu il padrone mio
non farmi perdere ciò che ho raggiunto
e guarisci le acque del tuo fiume
con foghe dell'Autunno mio impazzito.

giovedì 6 marzo 2008

Dai il meglio di te....di Madre Teresa di Calcutta

Gesù Bambino di Carlo Dolci
Dai il meglio di te...
Se fai il bene,
ti attribuiranno secondi fini egoistici
non importa, fa' il bene.
Se realizzi i tuoi obiettivi,
troverai falsi amici e veri nemici
non importa realizzali.
Il bene che fai verrà domani
dimenticato.
Non importa fa' il bene
L'onestà e la sincerità ti rendono vulnerabile
non importa, sii franco
e onesto.
Dà al mondo il meglio di te, e ti
prenderanno a calci.
Non importa, dà il meglio di te

mercoledì 5 marzo 2008

2° ricordo di Rafael Alberti

Franz Von Stuck
Anche prima,
molto prima della rivolta delle ombre,
e che nel mondo cadessero piume incendiate
e un uccello potesse essere ucciso da un giglio.
Prima,
prima che tu mi domandassi
il numero e il sito del mio corpo.
Assai prima del corpo.
Nell'epoca dell'anima.
Quando tu apristi nella fronte non coronata, del cielo,
la prima dinastia del sogno.
Allorché,
contemplandomi nel nulla,
inventasti la prima parola.
Allora,
il nostro incontro.

martedì 4 marzo 2008

Il gatto di Guillaume Apollinaire

Lesley Anne Ivory
In casa mia desidero
Una donna fornita di ragione,
Un gatto che passi tra i libri,
Amici in ogni stagione
Senza i quali non posso vivere.

lunedì 3 marzo 2008

Lo stormo bianco di Anna Achmatova

Jean Jacques Henner*Solitude
 Lo stormo bianco(Slepnevo, estate 1915)
Non so se sei vivo
o sei perduto per sempre,
se posso ancora cercarti nel mondo
o ti debbo piangere mestamente
come morto nei pensieri della sera.
Ti ho dato tutto: la quotidiana preghiera
e la struggente febbre dell'insonnia,
lo stormo bianco dei miei versi
e l'azzurro incendio degli occhi.
Nessuno mi è stato più intimo di te,
nessuno mi ha reso più triste,
nemmeno chi mi ha tradita fino al tormento,
nemmeno chi mi ha lusingata e poi dimenticata.

domenica 2 marzo 2008

Amaranta di Rafael Alberti

Gustav Klimt
Biondi, lucidi seni di Amaranta,
limati da una lingua di levriero.
Portico di limoni, dal sentiero
disviati che alla tua gola monta.
Rosso, un ponte di riccioli sormonta
il volto e incendia i tuoi ondulati avorii.
Morde e ferisce dei denti il biancore,
curvo, per aria, ti innalza nel vento.
Solitudine dorme in ombratura,
calza il suo piede di zeffiro e scende
dall'alto olmo al mar della pianura.
E il corpo in ombra, oscuro, le si accende,
e gladiatrice, come brace impura,
tra Amaranta e il suo amante si distende.
(Rafael Alberti)

sabato 1 marzo 2008

Deh, spiriti miei di Guido Cavalcanti

Raffaello/Stanza della Segnatura
Deh, spiriti miei, quando mi vedete
con tanta pena, come non mandate
fuor della mente parole adornate
di pianto, dolorose e sbigottite?
Deh, voi vedete che 'l core ha ferite
di sguardo e di piacer e d'umiltate:
deh, i' vi priego che voi 'l consoliate
che son da lui le sue vertù partite.
I' veggo a luï spirito apparire
alto e gentile e di tanto valore,
che fa le sue vertù tutte fuggire.
Deh, i' vi priego che deggiate dire
a l'alma trista, che parl' in dolore,
com' ella fu e fie sempre d'Amore.