Il vento soffia e nevica la frasca,
e tu non torni ancora al tuo paese,
quando partisti, come son rimasta,
come l'aratro in mezzo alla maggese.

mercoledì 31 ottobre 2007

Soffitta di Ezra Pound

Soffitta
Vieni, compiangiamoli quelli che stanno meglio di noi.
Vieni, amica, e ricorda
che i ricchi han maggiordomi e non amici,
E noi abbiamo amici e non maggiordomi.
Vieni, compiangiamo gli sposati e i non sposati.
L'aurora entra a passettini
come una dorata Pavlova,
E io son presso al mio desiderio.
Ne ha la vita in sé qualcosa di migliore
Che quest'ora di chiara freschezza,
l'ora di svegliarsi in amore.
Nell'anniversario della nascita 30 ottobre 1885 e della morte 1 novembre 1972
L'autunno è di Ferdinand Hodler

martedì 30 ottobre 2007

Primo mattino d'autunno di Antonio Machado

(Alberi autunnali vicino a Madrid è di Hodler)
a Julio Romero de Torres
La lunga carreggiata
tra grigie rocciose terre
e qualche umile prato
dove pascolano neri tori. Rovi, cisti, sterpi.
La terra è inzuppata
dalle gocce di rugiada
e il pioppeto dorato
verso la curva del fiume.
Dietro i monti di violetta
si è aperto il primo albore.
Col fucile sulla spalla,
tra i suoi sagaci veltri, cammina un cacciatore.

lunedì 29 ottobre 2007

Notte d'autunno di Nazim Hikmet

Hodler*Autunno
In questa notte d'autunno
sono pieno delle tue parole
parole eterne come il tempo
come la materia
parole pesanti come la mano
scintillanti come le stelle.
Dalla tua testa alla tua carne

dal tuo cuore
mi sono giunte le tue parole
le tue parole cariche di te
le tue parole, madre
le tue parole, amore
le tue parole, amica.
Erano tristi, amare

erano allegre, piene di speranza
erano coraggiose, eroiche
le tue parole
erano uomini.

domenica 28 ottobre 2007

Retornos del otono di Rafael Alberti

Goya*Marchesa de Santa Cruz
Nos dicen: Sed alegres.
Que no escuchen los hombres rodar en vuestros cantos
ni el más leve ruido de una lágrima.
Está bien. Yo quisiera, diariamente lo quiero,
mas hay horas, hay días, hasta meses y años
en que se carga el alma de una justa tristeza
y por tantos motivos que luchan silenciosos
rompe a llorar, abiertas las llaves de los ríos.
Miro el otoño, escucho sus aguas melancólicas

de dobladas umbrías que pronto van a irse.
Me miro a mí, me escucho esta mañana
y perdido ese miedo
que me atenaza a veces hasta dejarme mudo,
me repito: Confiesa
grita valientemente que quisieras morirte.
Di también: Tienes frío.

Di también: Estás solo, aunque otros te acompañen.
¿Qué sería de ti si al cabo no volvieras?
Tus amigos, tu niña, tu mujer, todos esos
que parecen quererte de verdad, ¿qué dirían?
Sonreíd. Sed alegres. Cantad la vida nueva.

Pero yo sin vivirla, ¡cuántas veces la canto!¡
Cuántas veces animo ciegamente a los tristes,
diciéndoles: Sed fuertes, porque vuestra es el alba!
Perdoname que hoy sienta pena y la diga.

No me culpéis. Ha sido
la vuelta del otoño.
(Nell'anniversario della sua morte 28 ottobre 1999)

sabato 27 ottobre 2007

La prima pioggia di Marino Moretti

La prima pioggia
Scendon le gocce della prima pioggia
che sui selciati ancor timida batte,
mentre settembre lietamente sfoggia
l'ardore delle sue bacche scarlatte.
E le foglie chiacchierine
parlano dell'autunno che ritorna
e che sotto la pioggia fine fine
di pampini e di bacche agile s'adorna.
(dipinto di Sothall)

...E verranno le piogge di Enrico Testa

E verranno le piogge solenni
di novembre e le vistose noiose
(querule o silenziose)
e le insolenti mie preghiere
recitate a mezza voce
per i viali e sulle crose.
(Porto bretone è di Redon)

Prima che l'inverno giunga di Luigi Manzi

Watts*Baccante
Prima che l'inverno giunga
e riduca gli alberi in croci, o le gru
oltrepassino rare il resto dei vigneti,
fa che io possa prestarti fino in fondo
la mia gola.
Prima che mi vuoti,
fa che il mio sangue si trasformi
in un rogo di pampini appassiti,
in un ritrovo
d'uccelli perduti sotto il tiro
di chi, risalendo la collina,
guardingo li cattura e in mille occhi
li mostra appesi alla cintura.

venerdì 26 ottobre 2007

Nebbia di Giovanni Pascoli

Nascondi le cose lontane,
tu nebbia impalpabile e scialba,
tu fumo che ancora rampolli,
su l'alba,
da' lampi notturni e da' crolli,
d'aeree frane!
Nascondi le cose lontane,

nascondimi quello ch'è morto!
Ch'io veda soltanto la siepe
dell'orto,
la mura ch'ha piene le crepe
di valerïane.
Nascondi le cose lontane:

le cose son ebbre di pianto!
Ch'io veda i due peschi, i due meli,
soltanto,
che danno i soavi lor mieli
pel nero mio pane.
Nascondi le cose lontane

Che vogliono ch'ami e che vada!
Ch'io veda là solo quel bianco
di strada,
che un giorno ho da fare tra stanco
don don di campane...
Nascondi le cose lontane,

nascondile, involale al volo
del cuore! Ch'io veda il cipresso
là, solo,
qui, quest'orto, cui presso
sonnecchia il mio cane.
(dipinto di Osborn)

Foglie morte di Giovanni Pascoli

Oh! Che già il vento volta
e porta via le pioggie!
Dentro la quercia folta
ruma le foglie roggie
che si staccano, e fru...
partono; un branco ad ogni
soffio che l'avviluppi.
Par che la quercia sogni
ora, gemendo, i gruppi
del novembre che fu.
Volano come uccelli,
morte nel bel sereno:
picchiano nei ramelli
del roseo pesco, pieno
de' suoi cuccoli già.
E il roseo pesco oscilla

pieno di morte foglie:
quale s'appende e prilla,
quale da lui si toglie
con un sibilo, e va.
Ma quelle foglie morte
che il vento, come roccia,
spazza, non già di morte
parlano ai fiori in boccia,
ma sussurrano "Orsù!
Dentro ogni cocco all'uscio
vedo dei gialli ugnoli:
tu che costì nel guscio
di più covar ti duoli,
che ti pèriti più?
Fuori le aluccie pure,

tu che costì sei vivo!
Il vento ruglia... eppure
esso non è cattivo.
Ruglia, brontola: ma
contende a noi! Ché tutto
vuol che sia mondo l'orto
pei nuovi fiori, e il brutto,
il secco, il vecchio, il morto,
vuol che netti di qua.
Noi c'indugiammo dove
nascemmo, un po', ma era
per ricoprir le nuove
gemme di primavera..."
Così dicono, e fru...

partono, ad un rabbuffo
più stridulo e più forte.
E tra un voletto e un tuffo
vanno le foglie morte,
e non tornano più.
(dipinto di Steinlen)

giovedì 25 ottobre 2007

Canzone di Thomas Stearn Eliot

Kees Van Dongen
Quando tornammo a casa per la collina
Nessuna foglia era caduta dagli alberi;
Le dita gentili della brezza non avevano
Strappato nessuna ragnatela tremolante.
La siepe era ancora coperta di fiori,
Nessun petalo avvizzito copriva la terra;
Ma le rose selvatiche della tua ghirlanda
Erano sbiadite, e le foglie abbrunate.

Autunno di Rainer Maria Rilke

AUTUNNO
Cadon le foglie, cadono da lungi
come fioccando da remote selve
che avvizziscan pei cieli. Ed è, nell'atto,
quasi una volontà d'annientamento.
Lungo le notti, la terra, pesante
cade, dagli astri, nella solitudine.
Tutti. cadiamo. Questa mano, cade.
Guàrdati intorno!... E tutto, intorno, cade.
Ma uno Spirito v'è, che questo immenso
universo cadere, entro le mani,
con insonne pietà, regge ed eterna.
(dipinto di Thompson)

Notte d'autunno di Rainer Maria Rilke

NOTTE D'AUTUNNO
Pesante d'olezzi, sul folto
del parco la Notte s'adagia.
Le stelle, tacendo
rimiran la pallida luna:
barchetta d'argento,
che sogna l'approdo
per entro le chiome dei tigli.
Richioccola lungi una fiaba
la garrula fonte, sommessa.
Un tonfo leggero di pomi
su l'erba che immobile sta.
Dal poggio vicino,
la brezza notturna sospira,
recando sovr'ali d'azzurra
falena, traverso le querce,
un greve sentore
di fervidi mosti recenti.
(dipinto di Schiele)

mercoledì 24 ottobre 2007

Tonalità d'autunno di R.M.Rilke


De Laszlo
L’aria raggela, come nella stanza
d'un moribondo, alle cui porte chiuse,
tacita e ritta, già la Morte origlia.
Sovra gli umidi tetti, un balenìo
scialbo s’adagia: quasi di candele
ripalpitanti in guizzi d'agonia.
Rantola l'acqua via per le grondaje;
passa in rassegna uno sfilar di morte
aride foglie, esaustamente, il vento.
Come stormi di rondini spaurite,
trepide nubi van pe'l cielo grigio.

Luz de dia di Pablo Neruda

Perduti nella nebbia
il colibrì e la sua amante.
Due pietre scagliate dal desiderio
s’incontrano nell’aria.
È viva la ginestra,
arde nella nebbia,
abitata.
(dipinto di Rackham)

Cacciatore di F.G.Lorca

Prinsep Valentine Cameron*Il barbagianni
Pineta alta!
Quattro colombe nell'aria.
Quattro colombe
volano e tornano.
Sono ferite
le quattro ombre.
Pineta bassa!
Quattro colombe sulla terra.

martedì 23 ottobre 2007

Amaro accordo di Giuseppe Ungaretti

AMARO ACCORDO
da IL DOLORE - da IL TEMPO E' MUTO
Oppure in un meriggio d'un ottobre

Dagli armoniosi colli
In mezzo a dense discendenti nuvole
I cavalli dei Dioscuri,
Alle cui zampe estatico
S'era fermato un bimbo,
Sopra i flutti spiccavano
(Per un amaro accordo dei ricordi
Verso ombre di banani
E di giganti erranti
Tartarughe entro blocchi
D'enormi acque impassibili:
Sotto altro ordine d'astri
Tra insoliti gabbiani)
Volo sino alla piana dove il bimbo
Frugando nella sabbia,
Dalla luce dei fulmini infiammata
La trasparenza delle care dita
Bagnate dalla pioggia contro vento,
Ghermiva tutti e quattro gli elementi.
Ma la morte è incolore e senza sensi
E, ignara d'ogni legge, come sempre,
Già lo sfiorava
Coi denti impudichi.
(dipinto di Rylov)

Stelle di Giuseppe Ungaretti

STELLE
da SENTIMENTO DEL TEMPO - da SOGNI E ACCORDI
Tornano in alto ad ardere le favole.

Cadranno colle foglie al primovento.
Ma venga un altro soffio,
Ritornerà scintillamento nuovo.
1927
(dipinto di Thompson)

La vigna vecchia di Leonardo Sinisgalli

LA VIGNA VECCHIA
Mi sono seduto per terra
accanto al pagliaio della vigna vecchia.
I fanciulli strappano le noci
dai rami, le schiacciano tra due pietre.
lo mi concio le mani di acido verde,
mi godo l'aria dal fondo degli alberi.
(dipinto di Barbara Felisky)

lunedì 22 ottobre 2007

Viene l'autunno di Sandro Penna

Viene l'autunno sonnolento. Brillano
dietro i lucenti vetri due lucenti
occhi.
(dipinto di Dali')

Già mi parla l'autunno di Sandro Penna

Già mi parla l'autunno. Al davanzale
buio, tacendo, ascolto i miei pensieri
piegarsi sotto il vento occidentale
che scroscia sulle foglie dei miei neri
alberi solo vivi nella notte.
Poi mi chiudo nel letto. E mi saluta
il canto di un ragazzo che la notte,
immite, alleva: la vita non muta.
(Dipinto di Thompson)

Autunno di Sandro Penna

Autunno
Il vento ti ha lasciata un'eco chiara,
nei sensi, delle cose ch'ài vedute
- confuse - il giorno. All'apparir del sonno
difenderti non'sai: un crisantemo,
un lago tremulo e una esigua fila
d'alberi gialloverdi sotto il sole.
(dipinto di Hughes)

Il vento di Luigina Castiglioni

Eastman Johnson
S'insinua tra i capelli
dita invisibili
di un amante giocoso
mi spettina impertinente
come a distogliermi
dai pensieri solitari
che affollano la mente.
Accarezza il viso
le braccia
solleva la sabbia
sospinge l'onda.
Invita a godere
l'aria ottobrina.

domenica 21 ottobre 2007

Corno inglese di Eugenio Montale

Corno inglese ll vento che stasera suona attento -
ricorda un forte scotere di lame -
gli strumenti dei fitti alberi e spazza
l'orizzonte di rame
dove strisce di luce si protendono
come aquiloni al cielo che rimbomba
(Nuvole in viaggio, chiari
reami di lassù! D'alti Eldoradi
malchiuse porte!)
e il mare che scaglia a scaglia,
livido, muta colore
lancia a terra una tromba
di schiume intorte;
il vento che nasce e muore
nell'ora che lenta s'annera
suonasse te pure stasera
scordato strumento,
cuore.
(Eugenio Montale, Ossi di seppia; Movimenti)
Dipinto di Egon Schiele

Dopo la nebbia di Giuseppe Ungaretti

Dopo la nebbia
Dopo tanta nebbia
a una
a una
si svelano
le stelle.
Respiro
il fresco
che mi lascia
il coloredel cielo
(An autumn garden è di Shaw)

Sera d' autunno di A.Crapsey

Gustav Klimt
Ascolta....
Con un fruscio secco e lieve,
simile a scalpiccio di fantasmi che passano,
le foglie accartocciate dal gelo si staccano dagli alberi
e cadono.

sabato 20 ottobre 2007

Autunno di M. Moretti

Autunno
Il cielo ride un suo riso turchino
benchè senta l'inverno ormai vicino.
Il bosco scherza con le foglie gialle
benchè l'inverno senta ormai alle spalle.
Ciancia il ruscel col rispecchiato cielo,
benchè senta nell'onda il primo gelo.
é sorto a piè di un pioppo ossuto e lungo
un fiore strano,un fiore a ombrello,un fungo.
(M.Moretti.Sentimento)

Nebbia di C.Sandburg

Nebbia
La nebbia arriva
su zampine di gatto.
S'accuccia e guarda
la città e il porto
sulle silenziose anche
e poi se ne va via.
Dipinto di Casas

In rosa di Paolo Bertolani

Arthur Hacker*Autumn
IN ROSA
Oh - in questa luce di fine
ottobre come approntata qui per una
festa in cui potrebbero agire a balzi
e gesti di garza fate e gnomi -
l'appena udibile impatto
delle foglie col viale
in questa luce che è uno svenimento,
il sogno di passarti in una
foglia un po' l'autunno
un po' la vigna e il passo
delicato degli uccelli.

venerdì 19 ottobre 2007

Dolce ottobre di Cristina Campo

Louis Valtat

Si ripiegano i bianchi vestiti estivi
e tu discendi sulla meridiana,
dolce Ottobre, e sui nidi.
Trema l'ultimo canto nelle altane

dove sole era l'ombra ed ombra il sole,
tra gli affanni sopiti.
E mentre indugia tiepida la rosa

l'amara bacca già stilla il sapore
dei sorridenti addii.

La pergola di Alfonso Gatto

Alfred Stevens*1885
I primi freddi e l'ultimo tepore
dell'ottobre marino, la canaria
nel suo scialle di brividi ne muore
teneramente, quasi fatta d'aria
e di luce e di nulla, solitaria

cerula voce del posteggiatore
al suo filo di grazia, ma la varia
tristezza del suo volgere all'amore
il sollievo dell'anima è nel vento

prima di sera, ancora chiaro: porta
al largo la memoria ch'ebbe un volto,
un nome che ritorna dall'ascolto,

invocata distanza, luna sorta
dal nulla agli occhi dell'incantesimo.

Nell'aria della sera di Olindo Guerrini

Gerhartz
Nell'aria della sera umida e molle
Era l'acuto odor de' campi arati
E noi salimmo insieme su questo colle
Mentre il grillo stridea laggiu' nei prati.
L'occhio tuo di colomba era levato.
Quasi muta preghiera al ciel stellato;
Ed io che intesi quel che non dicevi
M'innamorai di te perche' tacevi.

giovedì 18 ottobre 2007

D'autunno di Ruben Dario

Thompson
So che dicono alcuni: perché non canta ora
più con quella pazzia armoniosa d'un tempo?
Non vedono il lavoro profondo delle ore,
l'opera del minuto e il prodigio dell'anno.
Povera pianta, detti, movendomi la brezza,
quando ancora crescevo, un vago e dolce suono.
E' passato ormai il tempo del giovanile riso:
lasciate l'uragano agitare il mio cuore !

Giardino autunnale di Dino Campana

Giovanni Boldini*Passeggiata al Bois de Boulogne
Al giardino spettrale al lauro muto
de le verdi ghirlande
a la terra autunnale
un ultimo saluto!
A l'aride pendici
aspre arrossate nell'estremo sole
confusa di rumori rauchi grida la lontana
vita:
grida al morente sole
che insanguina le aiole.
S'intende una fanfara
che straziante sale: il fiume spare
ne le arene dorate; nel silenzio
stanno le bianche statue a capo i ponti
volte: e le cose già non sono più.
E dal fondo silenzio come un coro
tenero e grandioso
sorge ed anela in alto al mio balcone:
in aroma d'alloro,
in aroma d'alloro acre languente,
tra le statue immortali nel tramonto
ella m'appar, presente.

Foglie morte di Nazim Hikmet

Millais
Veder cadere le foglie mi lacera dentro
soprattutto le foglie dei viali
Soprattutto se sono ippocastani
soprattutto se passano dei bimbi
soprattutto se il cielo è sereno
soprattutto se ho avuto,quel giorno,
una buona notizia
soprattutto se il cuore,quel giorno,
non mi fa male
soprattutto se credo,quel giorno,
che quella che amo mi ami
soprattutto se quel giorno
mi sento d'accordo
con gli uomini e con me stesso.
Veder cadere le foglie mi lacera dentro
soprattutto le foglie dei viali
dei viali d'ippocastani.
(Poesie d'amore)

mercoledì 17 ottobre 2007

Autunno veneziano di Vincenzo Cardarelli

Canal grande è di Fritz Thaulow
L'alito freddo e umido m'assale
di Venezia autunnale,
Adesso che l'estate,
sudaticcia e sciroccosa,
d'incanto se n'è andata,
una rigida luna settembrina
risplende, piena di funesti presagi,
sulla città d'acque e di pietre
che rivela il suo volto di medusa
contagiosa e malefica.
Morto è il silenzio dei canali fetidi,
sotto la luna acquosa,
in ciascuno dei quali
par che dorma il cadavere d'Ofelia:
tombe sparse di fiori
marci e d'altre immondizie vegetali,
dove passa sciacquando
il fantasma del gondoliere.
O notti veneziane,
senza canto di galli,
senza voci di fontane,
tetre notti lagunari
cui nessun tenero bisbiglio anima,
case torve, gelose,
a picco sui canali,
dormenti senza respiro,
io v'ho sul cuore adesso più che mai.
Qui non i venti impetuosi e funebri
del settembre montanino,
non odor di vendemmia, non lavacri
di piogge lacrimose,
non fragore di foglie che cadono.
Un ciuffo d'erba che ingiallisce e muore
su un davanzale
è tutto l'autunno veneziano.
Così a Venezia le stagioni delirano.
Pei suoi campi di marmo e i suoi canali
non son che luci smarrite,
luci che sognano la buona terra
odorosa e fruttifera.
Solo il naufragio invernale conviene
a questa città che non vive,
che non fiorisce,
se non quale una nave in fondo al mare.

martedì 16 ottobre 2007

Autunno di Vincenzo Cardarelli

Bouquet d'autunno è di Repin 
Già lo sentimmo venire
nel vento d'agosto,
nelle pioggie di settembre
torrenziali e piangenti
e un brivido percorse la terra
che ora, nuda e triste,
accoglie un sole smarrito.
Ora che passa e declina,
in quest'autunno che incede
con lentezza indicibile,
il miglior tempo della nostra vita
e lungamente ci dice addio.

lunedì 15 ottobre 2007

Segno di Guillaume Apollinaire

Aguado
Sono nato sotto il segno dell'Autunno
Perciò amo i frutti e detesto i fiori
Rimpiango i miei baci ad uno ad uno
Come un noce bacchiato al vento racconta i suoi dolori
Eterno autunno o stagione mia mentale
Le mani degli amanti d'una volta cospargono il tuo suolo
Mi segue una sposa è la mia ombra fatale
Stasera le colombe spiccano l'ultimo volo

domenica 14 ottobre 2007

Acqua sessuale di Pablo Neruda

Acqua Sessuale
Rotolando a goccioloni soli,
a gocce come denti,
a densi goccioloni di marmellata e sangue,
rotolando a goccioloni,
cade l'acqua,
come una spada in gocce,
come un tagliente fiume vitreo,
cade mordendo,
scuotendo l'asse di simmetria, picchiando sulle costure dell'anima,
rompendo cose abbandonate, infradiciando il buio.
È solamente un soffio, più madido del pianto,
un liquido, un sudore, un olio senza nome,
un movimento acuto,
che diviene, si addensa,
cade l'acqua,
a goccioloni lenti,
verso il suo mare, verso il suo asciutto oceano,
verso il suo flutto senz'acqua.
Vedo l'estate distesa, e un rantolo che esce da una granaio,
cantine, cicale,
città, eccitazioni,
camere, ragazze
che dormono con le mani sul cuore,
che sognano banditi, incendi,
vedo navi,
vedo alberi col midollo
irti come gatti rabbiosi,
vedo sangue, pugnali e calze da donna,
e peli d'uomo,
vedo letti, vedo corridoi dove grida una vergine,
vedo coperte ed organi ed alberghi.
Vedo i sogni silenziosi,
accetto gli ultimi giorni
e anche le origini e anche i ricordi,
come una palpebra atrocemente alzata per forza
sto guardando.
E allora c'è questo suono:
un rumore rosso di ossa,
un incollarsi di carne
e gambe, bionde come spighe, che si allacciano.
Io ascolto in mezzo al fuoco di fila dei baci,
ascolto, turbato tra respiri e singhiozzi.
Sto guardando, ascoltando,
con metà dell'anima in mare e metà dell'anima in terra
e con le due metà guardo il mondo.
E per quanto io chiuda gli occhi e mi copra interamente il cuore,
vedo cadere un'acqua sorda,
a goccioloni sordi.
È un uragano di gelatina,
uno scroscio di sperma e di meduse.
Vedo levarsi un cupo arcobaleno.
Vedo le sue acque attraversare le ossa.
Pablo Neruda

(Autumn è di Penot)

sabato 13 ottobre 2007

Tristezza di Gabriele D'Annunzio

De Riquer*Autunno
AlcyoneTRISTEZZATristezza, tu discendi oggi dal Sole.
La tua specie mutevole è la nube
del cielo, e son le spume
del mare gli orli del tuo lino lungo.
Sembri Ermione, sola come lei
che pel silenzio vienti incontro sola
traendo in guisa d'ala il bianco lembo.
Sì le somigli, ch'io m'ingannerei
se non vedessi ciocca di viola
su la sua gota umida ancor del nembo.
Ha tante rose in grembo
che la spina dell'ultima le punge
il mento e glie l'ingemma d'un granato.
Come fauno barbato
accosto accosto mòrdica le rose
il capricorno sordido e bisulco.

venerdì 12 ottobre 2007

Gli uomini che si voltano di Eugenio Montale

Gli uomini che si voltano
Probabilmente
non sei piú chi sei stata
ed é giusto che cosí sia.
Hai raschiato a dovere la carta a vetro
e su noi ogni linea si assottiglia.
Pure qualcosa fu scritto
sui fogli della nostra vita.
Metterli controluce é ingigantire quel segno,
formare un geroglifico piú grande del diadema
che ti abbagliava.
Non apparirai piú dal portello
dell'aliscafo o da fondali d'alghe,
sommozzatrice di fangose rapide
per dare un senso al nulla. Scenderai
sulle scale automatiche dei templi di Mercurio
tra cadaveri in maschera,
tu la sola vivente,
e non ti chiederai
se fu inganno, fu scelta, fu comunicazione
e chi di noi fosse il centro
a cui si tira con l'arco dal baraccone.
Non me lo chiedo neanch'io. Sono colui
che ha veduto un istante e tanto basta
a chi cammina incolonnato come ora
avviene a noi se siamo ancora in vita
o era un inganno crederlo. Si slitta.
(Eugenio Montale, Satura; Satura II)
12 ottobre 1896-12 ottobre 2007
dipinto di Carl Fleker

giovedì 11 ottobre 2007

Bosco d'autunno di B.Pasternak

Bosco d'autunno
Ha messo chiome il bosco d'autunno.
Vi dominano buio,sogno e quiete.
Nè scoiattoli,nè civette o picchi
lo destano dal sogno.
E il sole pei sentieri dell'autunno
entrando dentro quando cala il giorno
si guarda intorno bieco con timore
cercando in esso trappole nascoste.
(B.Pasternak)
Bird song è di S.Anderson

Cadono le foglie di R.Callevi

The wine that maketh glad the heart of man*Hebert
Cadono già le foglie. Sono stanche.
Hanno visto tant'acqua e tanto sole.
Sbocciate con le tenere viole,
cadono prima delle nevi bianche.
La loro vita dura una stagione:
cadono a sciami, a sciami frusciando;
i bimbi le sparpagliano passando
e le raccolgono a farsene corona.
Il vento le trasporta in mulinello
e soffia e picchia con malinconia;
esse fan tutti gli anni questa via:
parton col brutto e tornano col bello.
Là nella macchia
il vecchio boscaiolo,
con un rastrello, lieto le raduna:
saranno letto per la mucca bruna,
saranno fiamma per il suo paiolo.

Foglie gialle di Trilussa

Foglie gialle
Ma dove ve ne andate,
povere foglie gialle
come farfalle
spensierate?
Venite da lontano o da vicino
da un bosco o da un giardino?
E non sentite la malinconia
del vento stesso che vi porta via?
(Trilussa) dipinto di Georges Feure

mercoledì 10 ottobre 2007

Ottobre di Robert Frost

Autumn di Grimshaw
O silenzioso mite mattino d'ottobre,
le foglie son mature per cadere;
il vento di domani,se avrà forza,
le spazzerà via tutte.
Chiamano i corvi sopra la foresta;
domani forse a stormi se ne andranno.
O silenzioso mite mattino d'ottobre;
lento comincia le ore di questa giornata.
Fa' che il giorno ci sembri meno breve.
Non ci dispiace se tu dolcemente ci illudi,
illudici nel modo che tu sai.
Stacca una foglia allo spuntar dell'alba,
a mezzogiorno stacca un'altra foglia;
una dai nostri alberi,ed un'altra
molto lontano.
Trattieni il sole con nebbie gentili;
incanta la campagna d'ametista.
Ma piano,piano!
Per amore dell'uva,se non altro,
i cui pampini bruciano nel gelo,
i cui grappoli andrebbero distrutti
per amore dell'uva lungo il muro.