Il vento soffia e nevica la frasca,
e tu non torni ancora al tuo paese,
quando partisti, come son rimasta,
come l'aratro in mezzo alla maggese.

venerdì 31 luglio 2009

Elegia di Eugenio Montale

Arthur HackerNon muoverti.
Se ti muovi lo infrangi.
È come una gran bolla di cristallo
sottile
stasera il mondo:
è sempre più gonfia e si leva.
O chi credeva
di noi spiarne il ritmo e il respiro?
Meglio non muoversi.
È un azzurro subacqueo
che ci ravvolge
e in esso
pullulan forme immagini arabeschi.
Qui non c'è luna per noi:
più oltre deve sostare:
ne schiumano i confini del visibile.
Fiori d'ombra
non visti, immaginati,
frutteti imprigionati
fra due mura,
profumi tra le dita dei verzieri!
Oscura notte, crei fantasmi o adagi
tra le tue braccia un mondo?
Non muoverti.
Come un'immensa bolla
tutto si gonfia, si leva.
E tutta questa finta realtà
scoppierà
forse.
Noi forse resteremo.
Noi forse.
Non muoverti.
Se ti muovi lo infrangi.
Piangi?

giovedì 30 luglio 2009

Cara Lilli di Johann Wolfgang Goethe

John Godward
Cara Lilli, sei stata a lungo
tutta la gioia, tutto il mio canto;
adesso, ahimè, sei tutto il mio dolore, eppure
sei tutto il mio canto ancora.

mercoledì 29 luglio 2009

Amore che giaci di Alda Merini

Josè Villegas CorderoAmore che giaci
Dentro un'ampolla di vetro
Per le ricerche nobili
Di chi ha scoperto
Il verde delle stagioni,
con gli arabeschi dei prati
abbiamo intessuto la veste
e giubilando del nulla,
attoniti dentro la fede,
abbiamo gustato il vino
dell'incantevole inganno.

martedì 28 luglio 2009

Ella piange su Rahoon di James Joyce

Holman Hunt*Lost
La pioggia su Rahoon soffice cade, sofficemente cadendo,
dove il mio scuro amatore giace.
Triste la sua voce che mi chiama, tristemente chiamando,
alla grigia alba di luna.
Amore, ascolta,
come lieve, come triste la sua voce sempre chiama,
senza risposta mai, e la oscura pioggia che cade,
allora come ora.
Oscuri i nostri cuori pure, o amore, e freddi giaceranno,
come triste il suo cuore giacque
sotto le ortiche grige di luna, il nero terriccio
e la pioggia che sussurra.

lunedì 27 luglio 2009

I tuoi occhi i tuoi occhi i tuoi occhi di Nazim Hikmet

Jesus De Perceval
I tuoi occhi i tuoi occhi i tuoi occhi
che tu venga all'ospedale o in prigione
nei tuoi occhi porti sempre il sole.
I tuoi occhi i tuoi occhi i tuoi occhi
questa fine di maggio, dalle parti d'Antalya,
sono così, le spighe, di primo mattino;
i tuoi occhi i tuoi occhi i tuoi occhi
quante volte hanno pianto davanti a me
son rimasti tutti nudi, i tuoi occhi,
nudi e immensi come gli occhi di un bimbo
ma non un giorno han perso il loro sole;
i tuoi occhi i tuoi occhi i tuoi occhi
che s'illanguidiscano un poco, i tuoi occhi
gioiosi, immensamente intelligenti, perfetti:
allora saprò far echeggiare il mondo
del mio amore.
I tuoi occhi i tuoi occhi i tuoi occhi
così sono d'autunno i castagneti di Bursa
le foglie dopo la pioggia
e in ogni stagione e ad ogni ora, Istanbul.
I tuoi occhi i tuoi occhi i tuoi occhi
verrà un giorno, mia rosa, verrà un giorno
che gli uomini si guarderanno l'un l'altro
fraternamente
con i tuoi occhi, amor mio,
si guarderanno con i tuoi occhi.
1948

domenica 26 luglio 2009

Notti selvagge di Emily Dickinson

Hugues Merle
Notti selvagge - Notti selvagge!
Fossi io con te
Notti selvagge sarebbero
La nostra voluttà!
Futili - i venti -
Per un Cuore in porto -
Via il Compasso -
Via la Mappa!
Vogare nell'Eden -
Ah, il Mare!
Potessi soltanto ormeggiare - stanotte -
In te!

sabato 25 luglio 2009

Alla vita di Nazim Hikmet

Hodler/Il giorno
La vita non e' uno scherzo.
Prendila sul serio
come fa lo scoiattolo, ad esempio,
senza aspettarti nulla
dal di fuori o nell'aldilà.
Non avrai altro da fare che vivere.
La vita non e' uno scherzo.
prendila sul serio
ma sul serio a tal punto
che messo contro un muro, ad esempio, le mani legate,
o dentro un laboratorio
col camice bianco e grandi occhiali,
tu muoia affinché vivano gli uomini
gli uomini di cui non conoscerai la faccia,
e morrai sapendo
che nulla e' piu' bello, piu' vero della vita.
Prendila sul serio
ma sul serio a tal punto
che a settant'anni, ad esempio, pianterai degli ulivi
non perché restino ai tuoi figli
ma perché non crederai alla morte
pur temendola,
e la vita pesera' di piu' sulla bilancia.

venerdì 24 luglio 2009

Gli uomini che si voltano di Eugenio Montale

Albert LynchProbabilmente
non sei più chi sei stata
ed è giusto che così sia.
Ha raschiato a dovere la carta a vetro
e su noi ogni linea si assottiglia.
Pure qualcosa fu scritto
sui fogli della nostra vita.
Metterli controluce è ingigantire quel segno,
formare un geroglifico più grande del diadema
che ti abbagliava.
Non apparirai più dal portello
dell'aliscafo o da fondali d'alghe,
sommozzatrice di fangose rapide
per dare un senso al nulla. Scenderai
sulle scale automatiche dei tempi di Mercurio
tra cadaveri in maschera,
tu la sola vivente,
e non ti chiederai
se fu inganno, fu scelta, fu comunicazione
e chi di noi fosse il centro
a cui si tira con l'arco dal baraccone.
Non me lo chiedo neanch'io. Sono colui
che ha veduto un istante e tanto basta
a chi cammina incolonnato come ora
avviene a noi se siamo ancora in vita
o era un inganno crederlo. Si slitta.

giovedì 23 luglio 2009

Annette al suo amato di Johann Wolfgang Goethe

Godward
Ho visto Doride accanto a Damota,
lui le prese teneramente la mano.
Si guardarono fissi negli occhi, poi
guardarono in giro, che non vegliassero genitori;
e poiché non videro nessuno,
svelti – ma bene –
fecero come facciamo noi.

mercoledì 22 luglio 2009

Anche questa mattina mi sono svegliato di Nazim Hikmet

Raymond Daussy
Anche questa mattina mi sono svegliato
e il muro la coperta i vetri la plastica il legno
si sono buttati addosso a me alla rinfusa
e la luce d'argento annerito della lampada
mi si è buttato addosso anche un biglietto di tram
e il giallo della parete e tre righe di scritto
e la camera d'albergo e questo paese nemico
e la metà del sogno caduta da questo lato s'è spenta
mi si è buttata addosso la fronte bianca del tempo
e i ricordi più vecchi e la tua assenza nel letto
e la nostra separazione e quello che siamo
mi sono svegliato anche questa mattina
e ti amo.

martedì 21 luglio 2009

Sorridi oggi all'amico di A.E. Housman

Rodriguez
Sorridi oggi all'amico,
Oggi i suoi mali hanno fine;
Ascolti la parola dell'amante,
E l'amante è felice.
E' tardi per ascoltare, tardi per sorridere,
Ma meglio è tardi che mai:
Sarò vissuto un'ora
Prima di morire per sempre.

lunedì 20 luglio 2009

Ho sognato della mia bella di Nazim Hikmet

Marc Chagall
Ho sognato della mia bella
m'è apparsa sopra i rami
passava sopra la luna
tra una nuvola e l'altra
andava e io la seguivi
mi fermavo e lei si fermava
la guardavo e lei mi guardava
e tutto è finito qui.
(1947)

domenica 19 luglio 2009

Il mattino di Emily Dickinson

Flora Reid MacDonald
Il mattino - è il posto per la Rugiada
Il grano - si fa a Mezzogiorno -
Dopo pranzo la luce - per il fiori -
Duchi - al Calar del Sole!

sabato 18 luglio 2009

Nelle mie braccia tutta nuda di Nazim Hikmet

Max Klinger*Afrodite
Nelle mie braccia tutta nuda
la città la sera e tu
il tuo chiarore l’odore dei tuoi capelli
si riflettono sul mio viso.
Di chi è questo cuore che batte
più forte delle voci e dell’ansito?
è tuo è della città è della notte
o forse è il mio cuore che batte forte?
Dove finisce la notte
dove comincia la città?
dove finisce la città dove cominci tu?
dove comincio e finisco io stesso?

venerdì 17 luglio 2009

A Cesena di Marino Moretti

Kersti/Carl LarssonPiove. E' mercoledì. Sono a Cesena,
ospite della mia sorella sposa,
sposa da sei, da sette mesi appena.
Batte la pioggia il grigio borgo, lava
la faccia delle case senza posa,
schiuma a piè delle gronde come bava.
Tu mi sorridi. Io sono triste. E forse
triste è per te la pioggia cittadina,
il nuovo amore che non ti soccorse,
il sogno che non t'avvizzì, sorella
che guardi me con occhio che si ostina
a dirmi bella la tua vita, bella,
bella! Oh bambina, o sorellina, o nuora,
o sposa, io vedo tuo marito, sento,
oggi a chi dici mamma, a una signora;
so che quell'uomo è il suocero dabbene
che dopo il lauto pasto è sonnolento,
il babbo che ti vuole un po' di bene.
«Mamma!» tu chiami, e le sorridi e vuoi
ch'io sia gentile, vuoi ch'io le sorrida,
che le parli dei miei viaggi, poi...
poi quando siamo soli (oh come piove!)
mi dici rauca di non so che sfida
corsa tra voi; e dici, dici dove,
quando, come, perché; ripeti ancora
quando, come, perchè; chiedi consiglio
con un sorriso non più tuo, di nuora.
Parli d'una cognata quasi avara
che viene spesso per casa col figlio
e non sai se temerla o averla cara;
parli del nonno ch'è quasi al tramonto,
il nonno ricco del tuo Dino, e dici:
«Vedrai, vedrai se lo terrò di conto»;
parli della città, delle signore
che già conosci, di giorni felici,
di libertà, d'amor proprio, d'amore.
Piove. E' mercoledì. Sono a Cesena,
sono a Cesena e mia sorella è qui,
tutta di un uomo ch'io conosco appena,
tra nuova gente, nuove cure, nuove
tristezze, e a me parla... così,
senza dolcezza, mentre piove o spiove:
«La mamma nostra t'avrà detto che...
E poi si vede, ora si vede, e come!
sì, sono incinta... Troppo presto, ahimè!
Sai che non voglio balia? che ho speranza
d'allattarlo da me? Cerchiamo un nome...
Ho fortuna: è una buona gravidanza...»
Ancora parli, ancora parli; e guardi
le cose intorno. Piove. S'avvicina
l'ombra grigiastra. Suona l'ora. È tardi.
E l'anno scorso eri così bambina!

giovedì 16 luglio 2009

Lucìa Martìnez di Federico Garcia Lorca

J.R. De Torres
Lucìa Martìnez.
Penombra di seta rossa.
Le tue cosce, come la sera,
vanno dalla luce all'ombra.
Recondite ambre nere
oscurano le tue magnolie.
Eccomi qui, Lucìa Martìnez.
Vengo a consumarti la bocca
e a trascinarti per i capelli
in un'aurora di conchiglie.
Perché voglio, e perché posso.
Penombra di seta rossa.

mercoledì 15 luglio 2009

Avrò notizie di te di Paul Eluard

Marieta Ayerza De Gonzalez Garano/Camarasa
Avrò notizie di te
se entro nel sole.
Nel magma dei vulcani
coglierò il tuo colore.
Ti cercherò
nel fondo degli abissi,
nel mormorio del vento.
T'ascolterò
adagiati sulla luna,
ci parleremo,
ci culleremo nell'occhio del ciclone,
Perché nel mondo dei sogni
io t'ho incontrato...

martedì 14 luglio 2009

1° sciopero italiano dei blogger

…La vera libertà di stampa è dire alla gente ciò che la gente non vorrebbe sentirsi dire… George Orwell

lunedì 13 luglio 2009

Appuntamento mancato di Thomas Hardy

Isobel Lilian Gloag
Tu non venisti,
E il tempo in cammino trascorse e m'invase torpore.
Pure, non tanto per il vuoto della tua cara presenza laggiù,
Quanto perché trovai così mancare nella tua natura
Quell'alta compassione che sa superare
Riluttanza per mero impulso di pietà
lo mi dolsi, quando, come l'ora della speranza batté la sua somma,
Tu non venisti.
Tu non mi ami,
E, soltanto l'amore potrebbe donarti lealtà;
Lo so e l'ho sempre saputo. Ma al grande tesoro
Degli atti umani, divini in tutto fuor che nel nome,
Non valeva una piccola ora o poco più
Aggiungere anche questo: che una volta tu, donna, venisti
A lenire un uomo lacero di tempo, sebbene in verità
Tu non mi ami?

domenica 12 luglio 2009

Amo in te di Nazim Hikmet

Marquet
Amo in te
l'avventura della nave che va verso il polo
amo in te
l'audacia dei giocatori delle grandi scoperte
amo in te le cose lontane
amo in te l'impossibile
entro nei tuoi occhi come in un bosco
pieno di sole
e sudato affamato infuriato
ho la passione del cacciatore
per mordere nella tua carne.
amo in te l'impossibile
ma non la disperazione.
1943

sabato 11 luglio 2009

Era debole di Emily Dickinson

Lady Clementina Augusta Wellington/Winterhalter
Era debole, ed io ero forte - allora -
Così lasciò che lo guidassi dentro -
Ero debole, e Lui era forte allora -
Così lasciai che mi guidasse - a Casa.
Non era distante - la porta era vicina -
Non era buio - perché anche Lui - venne -
Non c'era rumore, perché Lui non disse niente -
Era tutto quello che mi premeva sapere.
Il giorno bussò - e dovevamo separarci -
Nessuno dei due - era il più forte - ora -
Egli lottò - e anch'io - lottai -
Non lo facemmo - tuttavia!

venerdì 10 luglio 2009

Benvenuta, donna mia, benvenuta! di Nazim Hikmet

Leighton
Benvenuta, donna mia, benvenuta!
certo sei stanca
come potrò lavarti i piedi
non ho acqua di rose né catino d’argento
certo avrai sete
non ho una bevanda fresca da offrirti
certo avrai fame
e io non posso apparecchiare
una tavola con lino candido
la mia stanza è povera e prigioniera
come il nostro paese.
Benvenuta, donna mia, benvenuta!
hai posato il piede nella mia cella
e il cemento è divenuto prato
hai riso
e rose hanno fiorito le sbarre
hai pianto
e perle son rotolate sulle mie palme
ricca come il mio cuore
cara come la libertà
è adesso questa prigione.
Benvenuta, donna mia, benvenuta!

giovedì 9 luglio 2009

Occhi scuri di Hermann Hesse

Mongrell Torrent
È la mia nostalgia ed il mio amore
oggi in questa notte calda
dolce come il profumo di fiori esotici,
svegliati ad una vita che scotta.
La mia nostalgia ed il mio amore
e tutta la mia fortuna e sfortuna
è scritta come una muta canzone
nel tuo sguardo oscuro da fiaba.
È la mia nostalgia ed il mio amore,
sfuggito al mondo e ad ogni suo rumore,
si è costruito nei tuoi occhi oscuri
un segreto trono da re.

mercoledì 8 luglio 2009

E dopo di Federico Garcia Lorca

Seon/Lamento di Orfeo
I labirinti
creati dal tempo
svaniscono.
(Rimane solo
il deserto.)
Il cuore,
fonte del desiderio,
svanisce.
(Rimane solo
il deserto.)
L'illusione dell'aurora
e i baci
svaniscono.
Rimane solo
il deserto;
l'onduloso
deserto.

martedì 7 luglio 2009

Sonetto 75 di William Shakespeare

Cadogan/NimueTu sei per i miei pensieri come il cibo per la vita,
o come per la terra le dolci piogge di primavera,
e per amor tuo sostengo una lotta
come l'avaro con le sue ricchezze:
Ora orgoglioso possessore, e quindi
affranto che i tempi ladri gli rubino il suo tesoro;
ora contando solo di stare con te, e ora preferendo
che anche altri partecipino delle mie conquiste;
Qualche volta deliziato della tua vista,
e poco dopo affamato di un tuo sguardo;
non possedendo né cercando altra gioia
che quella che tu dai o che da te io spero.
E così, giorno dopo giorno, languisco e sono sazio,
di tutto disponendo, e tutto desiderando.

lunedì 6 luglio 2009

Al cor gentil rempaira sempre amore di Guido Guinizzelli

Gerald Frenwick Metcalfe*Pan
Al cor gentil rempaira sempre amore
come l'ausello in selva a la verdura;
né fe' amor anti che gentil core,
né gentil core anti ch'amor, natura:
ch'adesso con' fu 'l sole,
sì tosto lo splendore fu lucente,
né fu davanti 'l sole;
e prende amore in gentilezza loco
così propïamente
come calore in clarità di foco.
Foco d'amore in gentil cor s'aprende
come vertute in petra prezïosa,
che da la stella valor no i discende
anti che 'l sol la faccia gentil cosa;
poi che n'ha tratto fòre
per sua forza lo sol ciò che li è vile,
stella li dà valore:
così lo cor ch'è fatto da natura
asletto, pur, gentile,
donna a guisa di stella lo 'nnamora.
Amor per tal ragion sta 'n cor gentile
per qual lo foco in cima del doplero:
splendeli al su' diletto, clar, sottile;
no li stari' altra guisa, tant'è fero.
Così prava natura
recontra amor come fa l'aigua il foco
caldo, per la freddura.
Amore in gentil cor prende rivera
per suo consimel loco
com' adamàs del ferro in la minera.
Fere lo sol lo fango tutto 'l giorno:
vile reman, né 'l sol perde calore;
dis' omo alter: "Gentil per sclatta torno";
lui semblo al fango, al sol gentil valore:
ché non dé dar om fé
che gentilezza sia fòr di coraggio
in degnità d'ere'
sed a vertute non ha gentil core,
com' aigua porta raggio
e 'l ciel riten le stelle e lo splendore.
Splende 'n la 'ntelligenzïa del cielo
Deo crïator più che 'n nostr'occhi 'l sole:
quella intende suo fattor oltra cielo,
e 'l ciel volgiando, a Lui obedir tole,
e consegue, al primero,
del giusto Deo beato compimento:
così dar dovria, al vero,
la bella donna, poi che 'n gli occhi splende
del suo gentil talento,
che mai di lei obedir non si disprende.
Donna, Deo mi dirà: "Che presomisti?",
sïando l'alma mia a Lui davanti.
"Lo ciel passasti e 'nfin a Me venisti
e desti in vano amor Me per semblanti:
ch'a Me conven le laude
e a la reina del regname degno,
per cui cessa onne fraude".
Dir Li porò: "Tenne d'angel sembianza
che fosse del Tuo regno;
non me fu fallo, s'eo li posi amanza".

domenica 5 luglio 2009

Se non fossi viva di Emily Dickinson

Leighton
Se non fossi viva
Quando verranno i Pettirossi,
Date a quello in Cravatta Rossa,
Una briciola in Memoria -
Se non potessi ringraziarvi,

Essendo profondamente addormentata,
Sappiate che sto tentando
Con le mie labbra di Granito!

sabato 4 luglio 2009

É come una marea di Pablo Neruda

Von StuckE' come una marea, quando lei fissa su me
i suoi occhi neri,
quando sento il suo corpo di creta bianca e mobile
tendersi a palpitare presso il mio,
è come una marea, quando lei è al mio fianco.
Disteso davanti ai mari del Sud ho visto
arrotolarsi le acque ed espandersi
incontenibilmente
fatalmente
nelle mattine e nei tramonti.
Acqua delle risacche sulle vecchie orme,
sulle vecchie tracce, sulle vecchie cose,
acqua delle risacche che dalle stelle
s'apre come una rosa immensa,
acqua che va avanzando sulle spiagge come
una mano ardita sotto una veste,
acqua che s'inoltra in mezzo alle scogliere,
acqua che s'infrange sulle rocce,
e come gli assassini silenziosa,
acqua implacabile come i vendicatori
acqua delle notti sinistre
sotto i moli come una vena spezzata,
o come il cuore del mare
in una irradiazione tremante e mostruosa.
E' qualcosa che dentro mi trasporta e mi cresce
immensamente vicino, quando lei è al mio fianco,
è come una marea che s'infrange nei suoi occhi
e che bacia la sua bocca, i suoi seni, le mani.
Tenerezza di dolore e dolore d'impossibile,
ala dei terribili
che si muove nella notte della mia carne e della sua
come un'acuminata forza di frecce nel cielo.
Qualcosa d'immensa fuga,
che non se ne va, che graffia dentro,
qualcosa che nelle parole scava pozzi tremendi,
qualcosa che, contro tutto s'infrange, contro tutto,
come i prigionieri contro le celle!
Lei, scolpita nel cuore della notte,
dall'inquietudine dei miei occhi allucinati:
lei, incisa nei legni del bosco
dai coltelli delle mie mani,
lei, il suo piacere unito al mio,
lei, gli occhi suoi neri,
lei, il suo cuore, farfalla insanguinata
che con le due antenne d'istinto m'ha toccato!
Non sta in questo stretto altopiano della mia vita!
E' come un vento scatenato!
Se le mie parole trapassano appena come aghi
dovrebbero straziare come spade o come aratri!
E' come una marea che mi trascina e mi piega,
è come una marea, quando lei è al mio fianco!

venerdì 3 luglio 2009

Ti sei stancata di portare il mio peso di Nazim Hikmet

Ritman*1917
Ti sei stancata di portare il mio peso
ti sei stancata delle mie mani
dei miei occhi della mia ombra
dei miei tradimenti
le mie parole erano incendi
le mie parole erano pozzi profondi
le mie parole erano stanchezza, noia serale,
un giorno improvvisamente
sentirai dentro di te
il peso dei miei passi
che si allontanano esitando
quel peso sarà quello più grave.

giovedì 2 luglio 2009

Canzone dell'uomo infedele di Alda Merini

Lawrence Alma TademaIl mio uomo è uguale al Signore
il mio uomo è uguale agli dèi
se lui mi tocca
io mi sento una donna
e mi sento l’acqua che scorre
nei lecci della vita.
Il mio uomo è un purosangue che corre
mentre io cavallerizza da nulla
sto immobile a terra
il mio uomo è una chitarra felice
e io sono la sua canzone
ma lui non mi canta mai
perché?
Aspetto che la chitarra si rompa
per vivere...
Il mio uomo è un uomo crudele
il mio uomo è la mia preghiera
è uguale a Rilke e a Garcìa
è uguale a Savonarola
ma il mio uomo tocca altri inguini ed altri capelli
è generoso con le fanciulle dorate
e lascia me povera
di vecchiezza e di vita a morire per lui.
Il mio uomo se si denuda
ha il petto villoso come le aquile
ma un rostro che ferisce a fondo
e punisce i pentimenti d’amore
allora io gli mostro le mie carni ferite
e maledico la sorte,
ma se il mio uomo sorride
io torno a fiorire e divento una bianca luna
che si specchia nel mare.

mercoledì 1 luglio 2009

Desiderio di Federico Garcia Lorca

Ernest Bieler
Solo il tuo cuore ardente
e niente più.
Il mio paradiso un campo
senza usignolo
né lire,
con un fiume discreto
e una fontanella.
Senza lo sprone del vento
sopra le fronde
né la stella che vuole
essere foglia.
Una grandissima luce
che fosse
lucciola
di un'altra,
in un campo di
sguardi viziosi.
Un riposo chiaro
e lì i nostri baci,
nèi sonori
dell'eco,
si aprirebbero molto lontano.
Il tuo cuore ardente,
niente più.