Il vento soffia e nevica la frasca,
e tu non torni ancora al tuo paese,
quando partisti, come son rimasta,
come l'aratro in mezzo alla maggese.

martedì 30 settembre 2014

Il nostro destino è la morte di Quinto Orazio Flacco

Eros and the Goddesses of Destiny - Julius Kronberg 1908
Ahimé fugaci, o Postumo, o Postumo, 
scorrono gli anni, la pietà 
non porterà impedimento alle rughe e 
alla vecchiaia che incalza e alla morte inesorabile 
neppure se tu placassi, o amico, 
con trecento tori tutti i giorni che passano,
l'illacrimato Plutone, che il tre volte grande Gerione 
e Tizio tiene chiusi con la sua triste onda, 
che senza dubbio dovrà essere oltrepassata da tutti noi, 
quanti fruiamo dei doni della terra, sia re sia umili coloni. 
Inutilmente ci terremo lontani dal cruento Marte e dai flutti infranti sul fragoroso Adriatico, invano negli autunni temeremo l'Austro dannoso ai corpi 
Dovremo vedere il nero Cocito errante con lento corso e la stirpe infame di Danao e l'Eulide Sisifo, condannato a eterna fatica. 
Bisognerà lasciare la terra e la casa e la sposa amata, 
e di queste piante che coltivi a parte gli odiosi cipressi, 
nessuna ti seguirà padrone per breve tempo. 
Un erede più degno assumerà Cècubo 
conservato sotto cento chiavi e bagnerà il pavimento
con il vino superbo migliore di quello della cena dei pontefici.
***
Eheu fugaces, Postume, Postume,
labuntur anni, nec pietas moram
rugis et instanti senectae
afferet indomitaeque morti,
non si trecenis quotquot eunt dies,
amice, places illacrimabilem
Plutona tauris, qui ter amplum
Geryonen Tityonque tristi
compescit unda, scilicet omnibus
quicumque terrae munere uescimur
enauiganda, siue reges
siue inopes erimus coloni.
Frustra cruento Marte carebimus
fractisque rauci fluctibus Hadriae,
frustra per autumnos nocentem
corporibus metuemus Austrum:
uisendus ater flumine languido
Cocytos errans et Danai genus
infame damnatusque longi
Sisyphus Aeolides laboris.
Linquenda tellus et domus et placens
uxor, neque harum quas colis arborum
te praeter inuisas cupressos
ulla breuem dominum sequetur.
Absumet heres Caecuba dignior
seruata centum clauibus et mero
tinget pauimentum superbo,
pontificum potiore cenis.
****

lunedì 29 settembre 2014

Calendario di Vincenzo Cardarelli

Alexey Shalaev
L'autunno romano tempesta
con furia senile.
E' Giove che si cruccia
di non poter risplendere
in tutta la sua gloria,
dio irragionevole e antico.
E tuona con fragore
di mobili in isgombero,
lampeggia con improvvise
accensioni di lampadina,
rinnovando in autunno i suoi capricci
primaverili,
e gli alberi si illudono
di rinverdire.
Nume violento e spossato
che, al dolce tempo restio,
poi che passò l'estate
nel caos ci precipita,
per farci rivedere la sua faccia,
di là da questo diluvio,
insostenibilmente luminosa.

venerdì 26 settembre 2014

Giorno d'autunno di Rainer Maria Rilke

Otto Modersohn*Autumn Morning
Signore: è tempo. Grande era l'arsura.
Deponi l'ombra sulle meridiane,
libera il vento sopra la pianura.

Fa' che sia colmo ancora il frutto estremo;
concedi ancora un giorno di tepore,
che il frutto giunga a maturare, e spremi
nel grave vino l'ultimo sapore.

Chi non ha casa adesso, non l'avrà.
Chi è solo a lungo solo dovrà stare,
leggere nelle veglie, e lunghi fogli
scrivere, e incerto sulle vie tornare
dove nell'aria fluttuano le foglie.
***
Herbsttag
Herr: es ist Zeit. Der Sommer war sehr groß.
Leg deinen Schatten auf die Sonnenuhren,
und auf den Fluren lass die Winde los.

Befiel den letzten Früchten voll zu sein;
gib ihnen noch zwei südlichere Tage,
dränge sie zur Vollendung hin und jage
die letzte Süße in den schweren Wein.

Wer jetzt kein Haus hat, baut sich keines mehr.
Wer jetzt allein ist, wird es lange bleiben,
wird wachen, lesen, lange Briefe schreiben
und wird in den Alleen hin und her
unruhig wandern, wenn die Blätter treiben.

martedì 23 settembre 2014

Canzone d'autunno di Paul Claudel

Edward Cucuel
Nella luce d'autunno risplendente
di mattino ci incamminiamo.
Esplode l'autunno magnificente
nel cielo lontano.

Il mattino che fu tutta la giornata,
l'intera giornata di purissimo argento,
e al'aria dell'oro fino all'ora in cui mostra
Dionea il suo corno nel firmamento.

Tutta la giornata ch'era di vergine argento,
e la foresta un grande angelo d'oro,
un angelo con albero bordato di rosso come
un cero lucente
che brilla fuoco su fiamma, oro su oro!

Oh sentire l'odore della foresta che muore!
Oh sentire l'odore del fumo! del sangue vivo
alla morte mischiato!
Oh l'infinita brusca attesa dell'oro per la rosa
del giorno chiaro in fiore!
Oh colore della violacciocca!

Che si è chiuso in silenzio, esplode, si smorza,
rinasce,
ascolto al cuore della foresta finita,
e riprende, arrochisce, si prolunga, più cupo,
l'inaccessibile richiamo del corno.

Il richiamo cupo del corno inconsolabile
per via del tempo che non esiste più,
che non esiste più per via di questo solo giorno
mirabile
per il quale la cosa non è più.

Che fu una volta, ahimè!
Una volta che non ci sarà più:
per via di quest'oro,
per via di tutto l'oro irreparabile,
per via di quest'ore
serali, di questa notte!
Di questa luna e di quest'Orsa Maggiore.
***
Chanson d'automne

Dans la lumière éclatante d'automne
Nous partîmes le matin.
La magnificence de l'automne
Tonne dans le ciel lointain.

Le matin qui fut toute la journée,
Toute la journée d'argent pur,
Et l'air de l'or jusqu'à l'heure où Dionée
Montre sa corne dans l'azur.

Toute la journée qui était d'argent vierge,
Et la forêt comme un grand ange en or,
Et comme un ange bordé de rouge avec arbre comme un cierge clair.
Brûlant feu sur flamme, or sur or !

O l'odeur de la forêt qui meurt, la sentir !
O l'odeur de la fumée, la sentir ! et de sang vif à la mort mêlée
O l'immense suspens sec de l'or par la rose du jour clair en fleur !
O couleur de la giroflée !

Et qui s'est tu, et qui éclate, et qui s'étouffe et reprend corps,
J'entends au cœur de la forêt finie,
Et qui reprend, et qui s'enroue, et qui se prolonge, plus sombre,
L'appel inaccessible du cor.

L'appel sombre du cor inconsolable
A cause du temps qui n'est plus,
Qui n'est plus à cause de ce seul jour admirable
Par qui la chose n'est plus.

Qui fut une fois, hélas !
Une fois et qui ne sera plus :
A cause de l'or que voici,
A cause de tout l'or irréparable,
A cause du soir que voici !
A cause de la nuit que voici !
A cause de la lune et de la Grande-Ourse que voici.

lunedì 22 settembre 2014

Sera di Roma di Alfonso Gatto

Lorraine Christie
O grande prateria del cielo, o rosa
decrepita, alle cupole sbandate
del temporale la città furiosa
delle speranze brucia l'estate.

L'odor di Villa Sciarra è autunnale,
piove dal verde muschio dei suoi marmi
sulla spoglia dell'aria con l'uguale
lentezza delle foglie, quasi a darmi

il ricordo dei secoli e dell'ora
vana che splende ai simulacri e all'erme.
Scesa al sepolcro già la terra odora
al suo buio gradito nelle ferme

chiese dove s'annuvola la notte.

E' come un sogno s'io ricordi il nome
scritto sui marmi scritto sull'oblio,
dimenticato sulle fresche chiome
dei morti che ci dicono addio.
***
POESIE DISPERSE

domenica 21 settembre 2014

Cade la sera di Walter Savage Landor

Fog over the river,  Ivan Augustovich Velz, 1916
Dal bosco profondo procede la sera dallo sguardo livido:
Dapprima attraverso le valli calde nascoste
E il pallido sentiero odoroso di ligustro;
Poi tra gli ontani che fiancheggiano il fiume.
Ora la ostacola il vento, che le pecore
Muovono sotto l'ombra del biancospino.
Ma, guarda laggiù! vedi una marea fosca
Salire per la collina. Opprime la macchia già scura,
Avviluppa persino la casa bianca; ne insidia le mura
Finché non affondano e si sgretolano.
Calando, raggiunge la torre del villaggio,
Ricopre la base, si ferma sugli archi,
Strappa l'edera avvinghiata ai merli,
Si confonde in un abbraccio con la pietra,
Continua a gonfiarsi come il mare
In onde lente che affondano indistinte.

PROGRESS OF EVENING
From yonder wool-mark blue-eyed Eve proceed:
First through the deep and warm and secret glens,
Through the pale glimmering privet-scented lane,
And through those alders by the river-side:
Now the soft dust impedes her, which the sheep
Have hollow'd out beneath their hawthorn shade.
But ah! look yonder! see a misty tide
Rise up the hill, lay low the frowning grove,
Enwrap tha gay white mansion, sap its sides
Until they sink and melt away like chalk;
Now it come down against our village-tower,
Covers its base, floats o'er its arches, tears
The clinging ivy from the battlements,
Mingles in broad embrace the obdurate stone,
(All one vast ocean), and goes swelling on
In slow and silent, dim and deepening waves.

sabato 20 settembre 2014

Declino dell'estate di Georg Trakl

Fiodor Vassiliev*Swamp in the forest
L'estate verde è divenuta
tanto sommessa, il tuo volto cristallino.
Sullo stagno serale sono morti i fiori
un grido di merlo spaurito.

Speranza vana della vita. Già s'appresta
al viaggio la rondine nella casa,
e il sole sprofonda lungo il colle;

già la notte accenna al viaggio delle stelle.

Pace dei villaggi; risuonano intorno
le foreste abbandonate. Cuore,
piegati ora più teneramente
sulla tranquilla dormente.

L'estate verde è divenuta
tanto sommessa, e risuona il passo
dello straniero per la notte d'argento.
Oh, se ricordi una fiera azzurra il suo sentiero,
l'armonia degli anni spirituali!

SOMMERSNEIGE
Der grüne Sommer ist so leise
Geworden, dein kristallenes Antlitz.
Am Abendweiher starben die Blumen,
Ein erschrockener Amselruf.

Vergebliche Hoffnung des Lebens.
Schon rüstet Zur Reise sich die Schwalbe im Haus
Und die Sonne versinkt am Hügel;
Schon winkt zur Sternenreise die Nacht.

Stille der Dörfer; es tönen rings
Die verlassenen Wälder. Herz,
Neige dich nun liebender
Über die ruhige Schläferin.

Der grüne Sommer ist so leise
Geworden und es läutet der Schritt
Des Fremdlings durch die silberne Nacht
Gedichte ein blaues Wild seines Pfads,
Des Wohllauts seiner geistlichen Jahre!

martedì 16 settembre 2014

Non sospendi un terremoto di Giovanni Raboni

Chaos.  The Genesis, Ivan Aivazovsky, 1841
Non sospendi un terremoto, non fermi
la deriva dei continenti; e uguale
successo avrà chi soffre il capitale
e per avversare i suoi non eterni

nè imperscrutabili disegni sale
fiducioso su navicelle inermi
contro le sue corazzate, o in interni
sabotaggi s'avventura. Eh! a che vale,

colombelle mie? Tanto durerà
quanto deve, non un giorno di meno,
a nostro cupo scorno - ma nemmeno

uno di più. La festa si farà
senza di noi, poveri untori senza
pestilenza, solchi senza semenza.
***
ALTRI SONETTI
Giovanni Raboni ci ha lasciati 10 anni fa, il 16 settembre 2004.

lunedì 15 settembre 2014

Test di Nicanor Parra

Salvador Dalì - Flores surrealistas, 1938
Cos'è un antipoeta:
Un commerciante di urne e bare?
Un sacerdote che non crede in niente?
Un generale insicuro?
Un vagabondo che ride di tutto
Anche della vecchiaia e della morte?
Un interlocutore irascibile?
Un ballerino sull'orlo dell'abisso?
Un narcisista che ama tutti?
Un burlone sanguinario
Deliberatamente miserabile
Un poeta che dorme su una sedia?
Un alchimista dei tempi moderni?
Un rivoluzionario tascabile?
Un piccolo borghese?
Un ciarlatano?
Un dio?
Un innocente?
Un paesano di Santiago del Cile?
Sottolinei la frase che considera corretta.

Cos'è l'antipoesia:
Una tempesta in un bicchier d'acqua?
Una macchia di neve su una roccia?
Un vassoio pieno di escrementi umani
come crede padre Salvatierra?
Uno specchio che dice la verità?
Uno schiaffo al Presidente
della Società degli Scrittori?
(che Dio l'abbia in gloria)
Un avvertimento ai giovani poeti?
Una bara a reazione?
Una bara a forza centrifuga?
Una bara a gas di paraffina?
Una camera ardente senza defunto?

Barri con una croce
La definizione che considera corretta.
******
TEST
Qué es un antipoeta:
Un comerciante en urnas y atáudes?
Un sacerdote que no cree en nada?
Un general que duda de sí mismo?
Un vagabundo que se ríe de todo
Hasta de la vejez y de la muerte?
Un interlocutor de mal carácter?
Un bailarín al borde del abismo?
Un narciso que ama a todo el mundo?
Un bromista sangriento
Deliberadamente miserable?
Un poeta que duerme en una silla?
Un alquimista de los tiempos modernos?
Un revolucionario de bolsillo?
Un pequeño burgués?
Un charlatán?
un dios?
un inocente?
Un aldeano de Santiago de Chile?
Subraye la frase que considere correcta.

Qué es la antipoesía:
Un temporal en una taza de té?
Una mancha de nieve en una roca?
Un azafate lleno de excrementos humanos
Como lo cree el padre Salvatierra?
Un espejo que dice la verdad?
Un bofetón al rostro
Del Presidente de la Sociedad de Escritores?
(Dios lo tenga en su santo reino)
Una advertencia a los poetas jóvenes?
Un ataúd a chorro?
Un ataúd a fuerza centrífuga?
Un ataúd a gas de parafina?
Una capilla ardiente sin difunto?

Marque con una cruz
La definición que considere correcta.

La camisa de fuerza, 1968
*
(Oggi, ma qualcuno da il 5 settembre - poco importa - Nicanor Parra
 compie 100 anni, è infatti nato nel settembre 1914....)

domenica 14 settembre 2014

Notte di luna di Rabindranath Tagore

Christian Schloe
Notte di luna,
come un viandante
passi dall’altra parte del mare
con la tua pallida lanterna oscillante.
Io sono uno straniero,
solitario e distratto;
sul balcone lontano
così tu mi incanti,
e porti via il mio cuore.
Le nuvole tramano
per fare prigioniera la luna:
la luna suona la conchiglia magica.
Al suono incantato svaniscono le tenebre;
le nuvole navigano bianche
come schiuma al chiaro di luna.
Il flauto magico canta
le meraviglie della primavera,
le sue modulazioni
si levano in aria
portate dal vento.
Giovane viaggiatore,
dimentica le stanchezze del viaggio,
procedi con coraggio!
Non spegnere nell’anima
la luce del tuo cammino.

giovedì 11 settembre 2014

Fotografia dell'11 settembre di Wisława Szymborska

Christian Schloe
Sono saltati giù dai piani in fiamme -
... uno, due, ancora qualcuno
sopra, sotto.

La fotografia li ha fissati vivi,
e ora li conserva
sopra la terra verso la terra.

Ognuno è ancora un tutto
con il proprio viso
e il sangue ben nascosto.
 
C'è abbastanza tempo
perchè si scompiglino i capelli
e dalle tasche cadano
gli spiccioli, le chiavi.

Restano ancora nella sfera dell'aria,
nell'ambito di luoghi
che si sono appena aperti.

Solo due cose posso fare per loro -
descrivere quel volo
e non aggiungere l'ultima frase.
***
11 settembre 2002.
*
Fotografia z 11 września

Skoczyli z płonących pięter w dół
- jeden, dwóch, jeszcze kilku
wyżej, niżej.
Fotografia powstrzymała ich przy życiu,
a teraz przechowuje
nad ziemią ku ziemi.
Każdy to jeszcze całość
z osobistą twarzą
i krwią dobrze ukrytą.
Jest dosyć czasu,
żeby rozwiały się włosy,
a z kieszeni wypadły
klucze, drobne pieniądze.
Są ciągle jeszcze w zasięgu powietrza,
w obrębie miejsc,
które się właśnie otwarły.
Tylko dwie rzeczy mogę dla nich zrobić
- opisać ten lot
i nie dodawać ostatniego zdania.

martedì 9 settembre 2014

Per i "Sweet Honey in the Rock" di Sonia Sanchez

Gianrico Gualtieri
Starò su questo campo di battaglia
Starò su questo campo di battaglia
Starò su questo campo di battaglia finché vivo
Starò su questo campo di battaglia
Starò su questo campo di battaglia
Starò su questo campo di battaglia finché vivo.
ero venuta in città portando la vita negli occhi
tra sussurri di morte,
urlando a tutti quelli che volevano ascoltare
è tempo di entrare tutti in un altro secolo
tempo per la libertà e la giustizia razziale e sessuale
tempo per le donne e i bambini e gli uomini tempo per le mani slegate
ero venuta in città portando seni pacifici
e gli spazi tra di noi sorridevano
ero venuta in città portando la vita negli occhi.
ero venuta in città portando la vita negli occhi.
E ci seguirono nelle macchine coi loro computer
e le loro lingue strisciavano coi caterpillar
e ci spinsero fuori dalla strada ci rovesciarono le macchine,
e ci bombardarono le case uccidendo i nostri bambini,
e spararono ai dottori che si occupavano dei nostri corpi,
e le loro corti si trasformarono in confessionali
ma continuammo ad organizzarci continuammo a insegnare e a credere
a amare a fare cose sante spostandoci su un terreno più alto
anche se le nostre mani erano piene di denti spaccati
ma alzavamo gli occhi deliranti di grazia.
ma alzavamo gli occhi deliranti di grazia.
Voglio trattare tutti con giustizia
Voglio trattare tutti con giustizia
Voglio trattare tutti con giustizia finché vivo.
Voglio trattare tutti con giustizia
Voglio trattare tutti con giustizia
Voglio trattare tutti con giustizia finché vivo.
venite. vi dico venite, voi che state seduti tra i batteri domestici
venite. vi dico venite, voi che state in piedi nelle mattine col doppiopetto
venite. vi dico venite, e tornate a lottare.
questa lotta per la nostra terra
questa lotta per i nostri figli
questa lotta per la nostra vita
abbiamo bisogno delle vostre voci di uragano
abbiamo bisogno delle vostre mani sacre
vi dico, venite, sorella, fratello al campo di battaglia
venite nelle foreste pluviali
venite nel ghetto
venite nel barrio
venite nelle scuole
venite nelle cliniche degli aborti
venite nelle prigioni
venite a carezzarci la schiena
vi dico venite, avvolgete i piedi intorno alla giustizia
vi dico venite, avvolgete la lingua intorno alla verità
vi dico venite, avvolgete le mani con opere e preghiere
voi marroni
voi gialli
voi neri
voi gay
voi bianchi
voi lesbiche
Venitevenitevenitevenitevenite in questo campo di battaglia
chiamato vita, chiamato vita, chiamato vita.
Starò su questo campo di battaglia
Starò su questo campo di battaglia
Starò su questo campo di battaglia finché vivo.
Starò su questo campo di battaglia
Starò su questo campo di battaglia
Starò su questo campo di battaglia finché vivo
******
For Sweet Honey in the Rock
I'm gonna stay on the battlefield
I'm gonna stay on the battlefield
I'm gonna stay on the battlefield til I die.
I'm gonna stay on the battlefield
I'm gonna stay on the battlefield
I'm gonna stay on the battlefield til I die.
i had come into the city carrying life in my eyes
amid rumors of death,
calling out to everyone who would listen
it is time to move us all into another century
time for freedom and racial and sexual justice
time for women and children and men time for hands unbound
i had come into the city wearing peaceful breasts
and the spaces between us smiled
i had come into the city carrying life in my eyes.
i had come into the city carrying life in my eyes.
And they followed us in their cars with their computers
and their tongues crawled with caterpillars
and they bumped us off the road turned over our cars,
and they bombed our buildings killed our babies,
and they shot our doctors maintaining our bodies,
and their courts changed into confessionals
but we kept on organizing we kept on teaching believing
loving doing what was holy moving to a higher ground
even though our hands were full of slaughtered teeth
but we held out our eyes delirious with grace.
but we held out our eyes delirious with grace.
I'm gonna treat everybody right
I'm gonna treat everybody right
I'm gonna treat everybody right til I die.
I'm gonna treat everybody right
I'm gonna treat everybody right
I'm gonna treat everybody right til I die.
come. i say come, you sitting still in domestic bacteria
come. i say come, you standing still in double-breasted mornings
come. i say come, and return to the fight.
this fight for the earth
this fight for our children
this fight for our life
we need your hurricane voices
we need your sacred hands
i say, come, sister, brother to the battlefield
come into the rain forests
come into the hood
come into the barrio
come into the schools
come into the abortion clinics
come into the prisons
come and caress our spines
i say come, wrap your feet around justice
i say come, wrap your tongues around truth
i say come, wrap your hands with deeds and prayer
you brown ones
you yellow ones
you black ones
you gay ones
you white ones
you lesbian ones
Comecomecomecomecome to this battlefield
called life, called life, called life. . . .
I'm gonna stay on the battlefield
I'm gonna stay on the battlefield
I'm gonna stay on the battlefield til I die.
I'm gonna stay on the battlefield
I'm gonna stay on the battlefield
I'm gonna stay on the battlefield til I die.
ALTRE AMERICHE
***
Oggi Sonia Sanchez compie 80 anni.
Auguri Signora!
(http://www.casadellapoesia.org/poeti/sanchez-sonia/poesie)

lunedì 8 settembre 2014

Mia madre di Alfonso Gatto

Julian Alden Weir
Mia madre all'alba non ha colore
ma il freddo celesti aurore
le porta nel seno,
dolci paesi d'albicocca.
Alle sue mani la musica degli anni,
ascolta come l'oriente sereno
indora i mesti inganni
del suo sorriso,
e d'un palpito ha gli occhi
d'un soffio il suo viso.
***
POESIE DISPERSE
*
Mamma, 6 anni.

sabato 6 settembre 2014

L'addio dell'estate di Maria Luisa Spaziani

Gaetano Bellei
Lo spirito del fieno impregna l'anima.
L'addio dell'estate. Si raccolgono
le rondini sui fili e sulle antenne,
anomali emigranti verso l'Africa.

Nuvole non più rosa si scaglionano
a isterici plotoni nel vento che le opprime.

Già si arrende il roseto e batte ai vetri
con raffiche di petali e di spine.
***
(Non si riposa il mare)

venerdì 5 settembre 2014

Gatti di Dario Bellezza

Suzanne Valadon
Ti basta un filo di cotone, un pezzo
di carta raggomitolando il tutto
niente parole per fortuna, solo
qualche bacetto dato di nascosto
al tuo faccino, davanti allo specchio
di tutte le meraviglie. In paradiso
ci andrai dritta, con vele bianche e
la fanfara, io a stento ti terrò
dietro sapendo di fermarmi
molto prima.
***
Rimorso a guardarti nella confusione;
sei solo una gatta, anzi sei una gatta,
una natura felice, un miracolo, un incanto:
quando agiti la coda o cerchi di afferrarla
sei più dispettosa di ogni ragazzo,
più dolce di ogni zucchero filato.
Ma il rimorso mi divora, sapessi,
pensando che dovrò lasciarti,
non sono fedele negli amori,
non so sacrificarmi.
Dimmi che fine farai
lasciami libero di decidere,
di perdermi in un altro destino.
***
Dario Bellezza nacque 70 anni fa
il 5 settembre 1944

dal blog: http://toniorasputin.blogspot.it/2009/12/parlando-di-gatti.html

giovedì 4 settembre 2014

Alla sorella Paola di Carlo Michelstaedter

Joseph DeCamp*Pauline DeCamp age 13
Come le rondinelle anno per anno
tornano al nido che le vide implumi,
così l’uomo nel giro dei suoi giorni
torna e ritorna al pensier della culla.
Ed ogni anno quel dì rifesteggiando
che alla fame, alla sete, che al dolore,
che alla vita mortale l’ha svegliato,
ogni anno in quel dì si riconforta
ad amar la sua vita.

E i parenti che allor nel neonato,
nella creatura fragile impotente,
della speranza lor videro il frutto,
e con pavido amore a lui porgendo
quanto la vita dona a chi la chiede,
del suo pianto si fecer velo agli occhi,
confidando che vesti e nutrimento
gli potessero far vivere la vita,
anno per anno poi rinnovellando
la speranza lontana ed il dolore
si fanno velo ancora agli occhi stanchi,
grazie porgendo a lui dell’esser nato,
perch’ei sia grato a lor della sua vita,
perchè il muto dolore sia obliato
e la promessa vana ogni presente.
Ma l’augurio che ciò ch’ei mai non ebbe
pur un istante
promette in lunghi anni luminosi,
dia la sua luce presa dal futuro
al giorno natalizio, e l’illusione
moltiplicando gli finga la fame
essere un bene e vita sufficiente
la diuturna morte.
E baci e doni e la mensa imbandita,
dolci parole in copia e dolci cose,
liete promesse e guardi fiduciosi
faccian chiara la stanza familiare,
facciano schermo alla notte paurosa...

Paola, non ti so dir dolci parole,
cose non so che possan esser care,
poichè il muto dolore a me ha parlato,
e m’ha narrato quello che ogni cuore
soffre e non sa, chè a sè non lo confessa.
Ed oltre il vetro della chiara stanza
che le consuete immagini riflette
vedo l’oscurità pur minacciosa,
e sostare non posso nel deserto.
Lasciami andare, Paola, nella notte,
a crearmi la luce da me stesso,
lasciami andare oltre il deserto, al mare,
perch’io ti porti il dono luminoso.
.... molto più che non credi mi sei cara.
2 agosto 1910.

mercoledì 3 settembre 2014

Cartolina postale di Guillaume Apollinaire

Theo Van Rysselberghe 1918
Ti scrivo da sotto la tenda
Mentre muore questo giorno d’estate
In cui nel cielo appena azzurrato
come uno sboccio di fiori sfolgorante
una cannonata eclatante
sfiorisce prima di essere stata
***
Carte postale
Je t'écris de dessous la tente
Tandis que meurt ce jour d'été
Où floraison éblouissante
Dans ce ciel à peine bleuté
Une canonnade éclatante
Se fane avant d'avoir été
***
Calligrammes, 1918

martedì 2 settembre 2014

Valvins di Paul Valéry

Edouard Manet
Se sciogliere tu vuoi la foresta che lieta
Ti vèntila alle foglie tu ti confondi se
Vai sul canotto lieve, ormai sacro al poeta,
Scintillante di soli in accensione che

Errano sulla bianca fiancata alla carezza
Della Senna increspata o prèsaga del canto
Del Pomeriggio mentre tuffa una lunga treccia
Il gran bosco e la tua vela mischia all'incanto

Dell'Estate. Ma sempre presso te, abbandonato
Dal silenzio ai crescenti gridi del vivo azzurro,
L'ombra di qualche foglio di libro, sparpagliato,

Trema come la tua vela e scivola sulla
Carne della verde acqua di polvere coperta
In mezzo a un lungo sguardo, la Senna semiaperta.
Trad: Luigi De Nardis
****************
Si tu veux dénouer la forêt qui t’aère
Heureuse, tu te fonds aux feuilles, si tu es
Dans la fluide yole à jamais littéraire,
Traînant quelques soleils ardemment situés

Aux blancheurs de son flanc que la Seine caresse
Émue, ou pressentant l’après-midi chanté,
Selon que le grand bois trempe une longue tresse,
Et mélange ta viole au meilleur de l’été.

Mais toujours prês de toi que le silence livre
Aux cris multipliés de tout le brut azur,
L’ombre de quelque page éparse d’aucun livre

Tremble, reflet de voile vagabonde sur
La poudreuse peau de la rivière verte
Parmi le long regard de la Seine entr’ouverte.
1920

lunedì 1 settembre 2014

La luna di settembre di Sandro Penna

Antonello Da Messina*1474
La luna di settembre su la buia
valle addormenta ai contadini il canto.ù

Una cadenza insiste: quasi lento
respiro di animale, nel silenzio,
salpa la valle se la luna sale.

Altro respira qui, dolce animale
anch’egli silenzioso. Ma un tumulto
di vita in me ripete antica vita.

Più vivo di così non sarò mai.