Il vento soffia e nevica la frasca,
e tu non torni ancora al tuo paese,
quando partisti, come son rimasta,
come l'aratro in mezzo alla maggese.

martedì 29 dicembre 2015

Comunicazione interna

Victor Hugo,  Château Fort 1854


Sì, ci sono stati dei problemi, nulla di grave per fortuna, e sotto non c'è nulla...non vi sapevo così preoccupati...Grazie.
Dal 1° di Gennaio si riparte! Buon fine d'anno!

domenica 25 ottobre 2015

Presentimento di Alfonsina Storni

John George Brown (1831-1913) - When the Flowing Tide Comes In
Ho il presentimento che vivrò molto poco.
Questa mia testa assomiglia a un crogiolo,
purifica e consuma,
ma senza un gemito, senza un accenno di orrore.
Per uccidermi chiedo che un pomeriggio senza nubi,
sotto il limpido sole,
nasca da un grande gelsomino una vipera bianca
che dolce, dolcemente, mi punga il cuore.

(da Il dolce danno, 1918)***
PRESENTIMIENTO

Tengo el presentimiento que he de vivir muy poco.
Esta cabeza mía se parece al crisol,
purifica y consume,
pero sin una queja, sin asomo de horror.
Para acabarme quiero que una tarde sin nubes,
bajo el límpio sol,
nazca de un gran jazmín una víbora blanca
que dulce, dulcemente, me pique el corazón.

(de El dulce daño, 1918)***
Alfonsina è morta suicida in mare, davanti alla spiaggia "La Perla" il 25 ottobre 1938

lunedì 12 ottobre 2015

Senza colpi di scena di Eugenio Montale

On the seashore - George Elgar Hicks
Le stagioni
sono quasi scomparse.
Era tutto un inganno degli Spiriti
dell’Etere.

Non si può essere vivi
a momenti, a sussulti, a scappa e fuggi
lunghi o brevi.

O si è vivi o si è morti, l’altalena
non poteva durare oltre l’eterna
fugacissima età della puerizia.

Ora comincia il ciclo della stagnazione.
Le stagioni si sono accomiatate
senza salamelecchi o cerimonie, stanche
dei loro turni. Non saremo più
tristi o felici, uccelli d’alba o notturni.
Non sapremo nemmeno
che sia sapere e non sapere, vivere
o quasi o nulla affatto. È presto detto,
il resto lo vedremo a cosa fatte.
***
 Diario del ’72
*
Eugenio Montale nacque il 12 ottobre 1896

lunedì 14 settembre 2015

Due donne di Dante Alighieri

Innocence by Arthur Hacker (1899)
Due donne in cima de la mente mia
venute sono a ragionar d'amore:
l'una ha in sé cortesia e valore,
prudenza e onestà in compagnia;
l'altra ha bellezza e vaga leggiadria,
adorna gentilezza le fa onore:
e io, merzé del dolce mio signore,
mi sto a piè de la lor signoria.
Parlan Bellezza e Virtù a l'intelletto,
e fan quistion come un cor puote stare
intra due donne con amor perfetto.
Risponde il fonte del gentil parlare
ch'amar si può bellezza per diletto,
e puossi amar virtù per operare.
***
DANTE ALIGHIERI  morì il 14 settembre 1321

sabato 12 settembre 2015

Rimuginando di Eugenio Montale

Granadas, 1929. Federico Beltrán-Masses
I
Probabilmente
sta calando la sera. Non per gli anni
che sono molti ma perchè lo spettacolo
annoiava gli attori più che il pubblico.
Non  mi sono addentrato nella selva
nè ho consultato San Bonaventura come C.
che Dio la protegga.
Non si tarda ad apprendere che gli anni
sono battibaleni e che il passato
è già il futuro. E il guaio è che l'incomprensibile
è la sola ragione che ci sostiene.
Se si fa chiaro che le Cause Prime
già contenevano in sè lo scoppio del ridicolo
si dovrà pure cercare altrove senza successo
poichè l'avvenire è già passato da un pezzo.
II
Pare assodato che la vita sia nata
da una furente incompatibilità
di vapori e di gas e questo ci conforta
perchè il cervello umano n'esce illeso.
L'infinito, il sublime e altri cacumi
se sono a nostro carico non ci caricano
di un ben fondato orgoglio. Non possumus.
Ma se n'esce incolpevoli. Le colpe
verranno dopo e sono incontestabili.
E il peccato d'orgoglio che dovrebbe essere perdonato qualora un giudice
fosse a disposizione il che si nega
da più parti. E se poi così non fosse?
*
da ALTRI VERSI
**
Eugenio è mancato il 12 settembre 1981

sabato 5 settembre 2015

Tre poesie di Nicanor Parra

Thomas Wilmer Dewing
1

Ormai non mi rimane niente da dire
Tutto quello che dovevo dire
E' stato detto non so quante volte

2

Ho domandato non so quante volte
ma nessuno risponde alle mie domande
E' assolutamente necessario
Che l'abisso risponda subito
Perchè ormai sta restando poco tempo

3

Solo una cosa è chiara:
Che la carne si riempie di vermi
***
TRES POESÍAS

1

Ya no me queda nada por decir
Todo lo que tenía que decir
Ha sido dicho no sé cuántas veces.

2

He preguntado no sé cuántas veces
pero nadie contesta mis preguntas.
Es absolutamente necesario
Que el abismo responda de una vez
Porque ya va quedando poco tiempo.

3

Sólo una cosa es clara:
Que la carne se llena de gusanos.

Versos de salón (1962)Trad. Carmelo Pinto
***
Oggi il Poeta compie 101 anni, è nato in Cile il 5 settembre 1914

mercoledì 2 settembre 2015

Marina di Carlo Bordini

Leighton/At the Fountain
Circonda le pietre e in uno slancio
bagna gli aranci ancora verdi.
Da molti anni l’ho visto singhiozzare.
Sollevare le sue creste, abbattersi sull’arena.
Rompersi in ali di luce viola e scarlatte
Grave e sontuoso nel suo mormorare lontano.
Il sole addormenta le cicale.
Candide e ingenue errano le nuvole.

Questo penso quando contemplo
Le immagini fulgenti del mezzogiorno.
L’ape sopra le uve di spiaggia
Succhia in estasi il loro purpureo nettare,
ebbra di un dolce sogno celeste.
*
http://www.carlobordini.com/poesie.html
*
Auguri a Carlo, nato il 2 settembre 1938

martedì 1 settembre 2015

Canzoniere dei vent'anni di Vittorio Betteloni

Federico Andreotti

Poi ti tenevo dietro piano piano,
com'è costume dei novelli amanti,
pur di scorgerti solo da lontano,
senza parere all'occhio dei passanti:

e tu con atto cauto e sospettoso,
per non mostrar che a me ponessi mente,
volgevi a mezzo il capo tuo vezzoso,
ad or ad or non molto di sovente;

ma non molto di rado tuttavia
temendo pur che addietro io fossi troppo,
o non pigliassi a caso un'altra via,
o in qualche amico non facessi intoppo.

Quindi arrivata, ancor sul limitare
il piede soffermavi un breve istante:
là t'arrestavi a rapida guardare
s'io pur non ero tuttavia distante;

poscia, fatte le scale in un momento,
al terrazzo accorrendo t'affacciavi;
io ti venivo innanzi lento, lento,
tu col sorriso allor mi salutavi.***
Betteloni, poeta mio concittadino, morì il 1° settembre 1910

mercoledì 26 agosto 2015

L'enchantement lunaire...de Cécile Sauvage

L'enchantement lunaire endormant la vallée
Et le jour s'éloignant sur la mer nivelée
Comme une barque d'or nombreuse d'avirons,
J'ai rassemblé, d'un mot hâtif, mes agneaux ronds,
Mes brebis et mes boucs devenus taciturnes
Et j'ai pris le chemin des chaumières nocturnes.
Que l'instant était doux dans le tranquille soir !
Sur l'eau des rayons bleus étant venus s'asseoir
Paraissaient des sentiers tracés pour une fée
Et parfois se plissaient d'une ablette apeurée.
Le troupeau me suivait, clocheteur et bêlant.
Je tenais dans mes bras un petit agneau blanc
Qui, n'ayant que trois jours, tremblait sur ses pieds roses
Et restait en arrière à s'étonner des choses.
Le silence était plein d'incertaines rumeurs,
Des guêpes agrafaient encor le sein des fleurs,
Le ciel était lilas comme un velours de pêche.
Des paysans rentraient portant au dos leur bêche
D'argent qui miroitait sous un dernier rayon,
Et des paniers d'osier sentant l'herbe et l'oignon.
Les champs vibraient encor du jeu des sauterelles.
Je marchais. L'agneau gras pesait à mes bras frêles.
Je ne sais quel regret me mit les yeux en pleurs
Ni quel émoi me vint de ce coeur sur mon coeur,
Mais soudain j'ai senti que mon âme était seule.
La lune sur les blés roulait sa belle meule ;
Par un même destin leurs jours étant liés,
Mes brebis cheminaient auprès de leurs béliers ;
Les roses défaillant répandaient leur ceinture
Et l'ombre peu à peu devenait plus obscure.***
Cécile, era la madre di Olivier Messiaen ed è morta il 26 agosto 1927
Vasily Kotarbinsky (1849-1921), L’Etoile dans la Nuit.

lunedì 24 agosto 2015

Alle vergini, perché facciano buon uso del loro tempo di Robert Herrick

Beneš Knüpfer (1844-1910), Nereida - 1905
Cogliete le rose finché potete,
Il Vecchio Tempo ancora vola,
E lo stesso fiore che oggi sorride,
Domani sarà morto

La gloriosa lampada del cielo, il Sole,
Diviene sempre più alta,
Presto la sua corsa sarà compiuta,
Ed è prossimo a tramontare.

Quell'età che è la prima è la migliore,
Quando la giovinezza e il sangue sono più caldi;
Ma essendo trascorsa, il peggio, il peggior
Tempo già subentra al precedente.

Quindi non siate riluttanti, ma usate il vostro tempo
E finché potete, sposatevi;
Perché, avendo perduto una volta il primo,
Potreste attardarvi per sempre. ***
To the Virgins, to Make Much of Time

Gather ye rosebuds while ye may,
Old Time is still a-flying;
And this same flower that smiles today
Tomorrow will be dying.

The glorious lamp of heaven, the sun,
The higher he's a-getting,
The sooner will his race be run,
And nearer he's to setting.

That age is best which is the first,
When youth and blood are warmer;
But being spent, the worse, and worst
Times still succeed the former.

Then be not coy, but use your time,
And while ye may, go marry;
For, having lost but once your prime,
You may forever tarry. ***
Herrick nacque il 24 agosto 1591, e si sente...
grazie a Wikipedia.

domenica 23 agosto 2015

Paul McNeely di Edgar Lee Masters

A Comfortable Corner, 1887, Charles Courtney Curran.
Dear Jane! dear winsome Jane!
How you stole in the room (where I lay so ill)
In your nurse’s cap and linen cuffs,
And took my hand and said with a smile:
“You are not so ill—you’ll soon be well.”
And how the liquid thought of your eyes
Sank in my eyes like dew that slips
Into the heart of a flower.
Dear Jane! the whole McNeely fortune
Could not have bought your care of me,
By day and night, and night and day;
Nor paid for you smile, nor the warmth of your soul,
In your little hands laid on my brow.
Jane, till the flame of life went out
In the dark above the disk of night
I longed and hoped to be well again
To pillow my head on your little breasts,
And hold you fast in a clasp of love—
Did my father provide for you when he died,
Jane, dear Jane?
***
Cara Jane! Cara dolcissima Jane!
Come mi entravi nella stanza -quand'ero malato-
con la cuffietta da infermiera e i polsini di lino,
mi prendevi la mano e mi dicevi sorridendo:
"Non siete poi così malato - guarirete presto".
E come il liquido pensiero dei tuoi occhi
discendeva nei miei, quale rugiada che si insinua
nell'anima di un fiore.
Cara Jane! tutta la fortuna dei McNeely
non avrebbe comprato la cura che avesti di me,
giorno e notte, e notte e giorno;
non avrebbe pagato il tuo sorriso, né il calore della tua anima
nelle tue manine appoggiate alla mia fronte.
Jane, finché la fiamma della vita si spense
nel buio, di là dal disco della notte,
io anelai e sperai di di guarire
per posare il mio capo sui tuoi dolci seni
e tenerti avvinghiata in una stretta d'amore.
Ha pensato mio padre a te quando è morto,
Jane, cara Jane?

Trad. di Fernanda Pivano
Edgar nacque il 23 agosto 1868

giovedì 20 agosto 2015

Che breve notte di Salvatore Quasimodo

Blind Narcissus (detail), Jeffrey Jones
Che breve notte, amore. Un raggio
di luce è già sulla tua fronte,
nei tuoi capelli di madonna bizantina:
e dai carrozzoni lungo il fiume
assale antiche radici
la voce dei giovani nomadi, funamboli
di gramo pane e di parole murate nello sdegno.
Riconosco il fanciullo che sul Bosforo di Sicilia
gettava la sua solitudine di isolano
isolato. Ma tu ti svegli, bellissima.
Bruna e bruciante mi svegli
a nuova vertigine; scavato d'ansie e di sangue
mi trascini nel buio, senza memoria.
Qui vivo forse la mia ultima vita.1967
Grazie a http://carrubbabiagio.blog.kataweb.it/aspirante_poeta/2013/01/23/le-ultime-poesie-damore-di-salvatore-quasimodo/
Quasimodo è nato il 20 agosto 1901

domenica 12 luglio 2015

Ode al pomodoro di Pablo Neruda

Tom Wesselmann
La strada si riempie di pomodori,
mezzogiorno, estate,
la luce si divide in due
nella metà di un pomodoro
e scorre per le strade
il succo.
In dicembre
il pomodoro invade le cucine,
entra per i pranzi,
si siede, riposato, nelle credenze,
tra i bicchieri,
e le saliere azzurre.
Emana
una luce propria
maestà benigna.
Ma dobbiamo assassinarlo:
affonda il coltello
nella sua polpa vivente
e una rossa viscera,
un sole fresco,
profondo, inesauribile,
riempie le insalate
del Cile,
si sposa allegramente
con la chiara cipolla,
e per festeggiare
si lascia cadere addosso l'olio,
figlio
essenziale dell'ulivo,
sugli emisferi socchiusi,
si aggiunge il pepe
la sua fragranza
il sale
il suo magnetismo:
sono le nozze
del giorno
il prezzemolo
issa la bandiera,
le patate
bollono vigorosamente,
l'arrosto colpisce
con il suo aroma
è ora!
andiamo!
e sopra
il tavolo, nel mezzo dell'estate,
il pomodoro,
astro della terra,
stella ricorrente
e feconda,
ci mostra le sue circonvoluzioni,
i suoi canali,
l'insigne pienezza
e l'abbondanza senza ossa,
senza corazza,
senza squame né spine,
ci offre il dono
del suo colore focoso
e la totalità della sua freschezza.***
Oda al Tomate
La calle
se llenó de tomates,
mediodia,
verano,
la luz
se parte
en dos
mitades
de tomate,
corre
por las calles
el jugo.
En diciembre
se desata
el tomate,
invade
las cocinas,
entra por los almuerzos,
se sienta
reposado
en los aparadores,
entre los vasos,
las matequilleras,
los saleros azules.
Tiene
luz propia,
majestad benigna.
Debemos, por desgracia,
asesinarlo:
se hunde
el cuchillo
en su pulpa viviente,
es una roja
viscera,
un sol
fresco,
profundo,
inagotable,
llena las ensaladas
de Chile,
se casa alegremente
con la clara cebolla,
y para celebrarlo
se deja
caer
aceite,
hijo
esencial del olivo,
sobre sus hemisferios entreabiertos,
agrega
la pimienta
su fragancia,
la sal su magnetismo:
son las bodas
del día
el perejil
levanta
banderines,
las papas
hierven vigorosamente,
el asado
golpea
con su aroma
en la puerta,
es hora!
vamos!
y sobre
la mesa, en la cintura
del verano,
el tomate,
astro de tierra,
estrella
repetida
y fecunda,
nos muestra
sus circunvoluciones,
sus canales,
la insigne plenitud
y la abundancia
sin hueso,
sin coraza,
sin escamas ni espinas,
nos entrega
el regalo
de su color fogoso
y la totalidad de su frescura.
***
Neruda nacque il 12 luglio 1904

lunedì 6 luglio 2015

Le valigie di Marino Moretti

Georgy Fedorovich Yartsev - Village, (1890).
Voglio cantare tutte l'ore grigie
in questa solitudine pensosa
mentre raduno ogni mia vecchia cosa
a riempir le mie vecchie valigie.

Oh le valigie, le compagne buone
dei poveri viaggi in terza classe
vecchie, sfiancate, fatte con qualche asse
sottile e con la tela e col cartone.

Le camicie van qui da questa parte,
quaggiù ai colletti cerco di far posto,
lì le cravatte e qua, quasi nascosto,
un manoscritto, e ancora libri e carte.

Ecco il pacchetto della mamma. Odora
vagamente di cacio e di salame.
Già, se avessi in viaggio ancora fame.
E questo libro e un altro, un altro ancora.

Dove vado? Non so. Ma mi sovviene
d'averla pur desiderata questa
partenza come, il piccolo, la festa
che col serraglio e con la giostra viene.

Dove vado? Non so. Ma pare a me ch'io debba
vivere senza scopo, allo sbaraglio;
e a tratti con l'inutile bagaglio
partir per i paesi della nebbia...***
POESIE SCRITTE COL LAPIS
***
Marino Moretti è morto il 6 luglio 1979

martedì 30 giugno 2015

Entro in questo amore di Maria Luisa Spaziani

Reverie, Charles-Amable Lenoir - 1893
Entro in questo amore come in una cattedrale,
come in un ventre oscuro di balena.
Mi risucchia un’eco di mare, e dalle grandi volte
scende un corale antico che è fuso alla mia voce.

Tu, scelto a caso dalla sorte, ora sei l’unico,
il padre, il figlio, l’angelo e il demonio.
Mi immergo a fondo in te, il più essenziale abbraccio,
e le tue labbra restano evanescenti sogni.

Prima di entrare nella grande navata,
vivevo lieta, ero contenta di poco.
Ma il tuo fascio di luce, come un’immensa spada,
relega nel nulla tutto quanto non sei.***
Maria Luisa manca da un anno, è volata via il 30 giugno 2014, chi mi conosce un pochino
sa quanto l'amo.

giovedì 25 giugno 2015

Notte d'amore di Ingeborg Bachmann

Karl Wilhelm Diefenbach (1851–1913), Sirène dans le Vortex de la Vague.
In una notte d’amore dopo una lunga notte
ho di nuovo imparato a parlare e piangevo
perché mi è uscita di bocca una parola. Ho imparato di 
   nuovo a camminare,
sono andata alla finestra e ho detto fame e luce
e notte mi stava bene per luce.

Dopo una notte troppo lunga,
dormito di nuovo bene,
confidando,

nel buio parlavo più facilmente
continuavo a farlo di giorno.
Muovevo le dita sul mio viso,
non sono più morta.

Un cespuglio incendiato nella notte.
Il mio vendicatore si è fatto avanti e si chiamava vita.
Ho detto addirittura: lasciatemi morire e pensavo
senza timore alla morte più amata.
***
Non conosco mondo migliore
trad. Silvia Bortoli

Ingeborg è nata il 25 giugno 1926

martedì 23 giugno 2015

Il signore non è benigno di Anna Andreevna Achmatova

At Harvest Time, Jules Bastien-Lepage
Il signore non è benigno con i mietitori e con gli ortolani.
Tintennando cadono oblique piogge
E screziano i larghi mantelli delle acque
che prima specchiavano il cielo.

Prati e campi in un regno subacqueo,
e sciolti rigagnoli cantano, cantano,
sui rami gonfi le prugne scoppiano,
e le erbe distese marciscono.

E attraverso una fitta reticella d'acqua
io vedo il tuo volto gentile,
il parco silente, il capanno cinese
e il terrazzino rotondo dinanzi alla casa.1915
*
Achmatova nacque il 23 giugno 1889

sabato 20 giugno 2015

Le rose di Saadi di Marceline Desbordes Valmore

Juan van der Hamne. Offering of Flora, 1627
Stamattina volevo portarti delle rose
ma ne ho messe così tante nel mio corsetto
che i lacci troppo stretti non hanno potuto trattenerle.

I nastri sono saltati. Le rose sono volate via
nel vento, e sono giunte tutte al mare.
Hanno seguito la corrente per non ritornare più;

l’onda appariva rossa, come se fosse in fiamme.
Stasera il mio vestito ne conserva ancora il profumo…
Respirane su di me l’odoroso ricordo.
*
Les roses de Saadi

J’ai voulu ce matin te rapporter des roses ;
Mais j’en avais tant pris dans mes ceintures closes
Que les nœuds trop serrés n’ont pu les contenir.

Les nœuds ont éclaté. Les roses envolées
Dans le vent, à la mer s’en sont toutes allées.
Elles ont suivi l’eau pour ne plus revenir ;

La vague en a paru rouge et comme enflammée.
Ce soir, ma robe encore en est tout embaumée…
Respires-en sur moi l’odorant souvenir.

Poésies inédites, 1860***
Marceline nacque il 20 giugno 1786

giovedì 18 giugno 2015

L'alba di Luisa Giaconi

Afterglow, George Inness
S'apre una pagina d'ambra
nel cielo, all'orlo del monte;
fioca sul nero orizzonte
l'ultima stella sparì.

E già per l'erto pineto
brucando il gregge si sperde,
piccoli punti fra il verde,
fiocchi di bianco qua e là...

Fremiti di fogli e d'acque
par che si sveglino a pena,
via via la luce s'insena
lenta nel bosco là giù.

L'ombra riprese i fantasmi
e riaccostò le sue porte;
di là, il silenzio, la morte,
il giorno dolce di qua;

il giorno, ch'è fra due notti,
come la vita nel nulla
che nel mistero ci culla;
un sogno anch'esso e non più.***
Luisa Giaconi nacque il 18 giugno 1870 e morì appena
38enne di tisi.

lunedì 15 giugno 2015

Haiku di Kobayashi Issa

wang-meifang
La prima lucciola,
perchè te ne vai?
Sono Issa.

Nuvole di zanzare,
tutto sarebbe spoglio
senza di loro.

O luna del monte,
illumina la via
al ladro dei fiori.

Solitudine:
dovunque guardo
vedo violette.

Ranocchietto ossuto,
non lasciarti sconfiggere!
Issa è qui, a incoraggiarti

Perle di rugiada:
in ognuna vedo
il mio villaggio*
Issa nacque il 15 giugno 1673

domenica 14 giugno 2015

Amore a me... di Attilio Bertolucci

Léon Kamir-Kaufman (1872-1933), La Lecture - 1921
Amore a me vicino
di tua crudeltà mi consola,
fuori è notte e cade
una dolce pioggia improvvisa.

La famigliare lampada rivela
le intime e care cose,
amore parla e parla di te
sommesso, come acqua fra erbe alte.***
Bertolucci è mancato il 14 giugno 2000

venerdì 5 giugno 2015

Le donne devono di Virginia Woolf

Edward Robert Hughes Twilight Fantasy


Le donne devono sempre ricordarsi chi sono,
e di cosa sono capaci.
Non devono temere di attraversare gli sterminati campi dell’irrazionalità’,
e neanche di rimanere sospese sulle stelle,
di notte, appoggiate al balcone del cielo.
Non devono aver paura del buio che inabissa le cose,
perché quel buio libera una moltitudine di tesori.
Quel buio che loro, libere, scarmigliate e fiere,
conoscono come nessun uomo saprà mai
***
Grazie ad Alfredo Appiani

martedì 2 giugno 2015

Viaggio con un fantasma di Thomas Hardy

Vertige, Denis Etcheverry circa 1903
Viaggio con un fantasma adesso
perchè la gente non vuole vedere
in carne ed ossa un ramo così spoglio
come la natura fa di me.

E così visito incorporee
strane cupe famiglie spesso in dissidio
e mi chiedo se la coscienza umana
sia uno degli errori di Dio.

E dopo incontro te e mi calmo
e penso che se fosse un errore
come alcuni han detto, sarebbe allora
uno di quelli che riesco a tollerare.***
I TRAVEL AS A PHANTOM NOW

I travel as a phantom now,
For people do not wish to see
In flesh and blood so bare a bough
As Nature makes of me.

And thus I visit bodiless
Strange gloomy households often at odds,
And wonder if Man’s consciousness
Was a mistake of God’s.

And next I meet you, and I pause,
And think that if mistake it were,
As some have said, O then it was
One that I well can bear!***
Thomas Hardy nacque il 2 giugno 1840

domenica 31 maggio 2015

Talvolta con uno che amo di Walt Whitman

Spring, Frederick McCubbin
Talvolta con uno che amo ribollo d'ira, al timore d'effon-
dere un amore che non vien corrisposto,
Ma ora penso che non esista amore non corrisposto, la
corresponsione è sicura in un modo o nell'altro
(Ho amato una certa persona ardentemente, e il mio
amore non fu corrisposto,
Eppure per quell'amore ho scritto questi canti.)
*
Sometimes with One I Love
Sometimes withone I love I fili myself with rage for fear
I effuse unreturn' d love,
But now I think there is no unretum'd lave, the pay is
certain one way or another,
(I loved a certain person ardently and my lave was not
return'd,
Yet out of that I have written these songs.)
*
Foglie d'erba
°°°
Whitman nacque il 31 maggio 1819

mercoledì 27 maggio 2015

La frangia dei capelli che ti vela di Eugenio Montale

Leighton
La frangia dei capelli che ti vela
la fronte puerile, tu distrarla
con la mano non devi. Anch'essa parla
di te, sulla mia strada è tutto il cielo,
la sola luce con le giade ch'ài
accerchiate sul polso, nel tumulto
del sonno la cortina che gl'indulti
tuoi distendono, l'ala onte tu vai,
trasmigratrice Artemide ed illesa,
tra le guerre dei nati-morti; e s'ora
d’aeree lanugini s'infiora
quel fondo, a marezzarlo sei tu, scesa
d'un balzo, e irrequieta la tua fronte
si confonde con l'alba, la nasconde.

sabato 23 maggio 2015

Solo di Henrik Ibsen

Sprague Pearce
Portrait of Paul Wayland Bartlett 1870
Noi abbiamo accompagnati gli ultimi ospiti fino alla cancellata,
fino alla cancellata della villa.

L’addio morì nel vento della notte.

E ora il giardino, la casa che risuonavano
poco fa dei suoni armoniosi della sua voce

tacciono orribilmente!

Prima ch’ella partisse ero felice di vivere,
e ora sono solo, tutto solo.***
Ibsen è morto il 23 maggio 1906

mercoledì 20 maggio 2015

Hai lasciato di te solo il dolore di Giorgio Caproni

Scena Mistica
Henri Martin 1895
Hai lasciato di te solo il dolore
chiuso nell’ossa dei giorni cui manchi
così improvvisa – il velo di sudore
che soffoca le piazze, ove già stanchi
allentasti i tuoi passi al disamore
eterno. E ai nostri ponti, e agli atrii, e ai bianchi
archi travolti in un cielo incolore
più dell’ultimo viso, i cari fianchi
spezzati tanto giovani al ricordo
nessuno sosterrà: come la cera
se la mano stringe – come il sordo
suono del sangue, se cade la sera
che non s’appoggia più al trafitto accordo
della tua spalla crollata leggera.

lunedì 18 maggio 2015

Corollario, 6 di Edoardo Sanguineti

Sogno e realtà  Dream and reality, Angelo Morbelli.
se mi stacco da te, mi strappo tutto:
          ma il mio meglio (o il mio peggio)
ti rimane attaccato, appiccicoso, come un miele, una colla, 
   un olio denso:
ritorno in me, quando ritorno in te: (e mi ritrovo i pollici e 
i polmoni):
tra poco atterro a Madrid:
   (in coda qui all'aereo, selezionati miei connazionali,
gente d'affari, dicono numeri e numeri, mentre bevono e 
   fumano, eccitati,
agitatamente ridendo):
          vivo ancora per te, se vivo ancora:
***
Il gatto lupesco
***
Edoardo è morto il 18 maggio 2010

sabato 16 maggio 2015

Messaggio personale

Goblin Market by Frank Craig, 1911.

A LUNEDÌ

venerdì 15 maggio 2015

Le bionde trecce di Giusto De' Conti

Sandro Botticelli-Simonetta Vespucci
Le bionde trecce, il riso, e le parole,
e le maniere elette
fur l’arco, e le saette,
che m’han passate il cor come Amor vuole.

La bella Man che per virtù d’Amore
rinfresca al petto mio l’antica piaga,
ond’io languisco sempre, è fatta vaga
della mia morte e del mio gran dolore.

Sfidando di speranza il tristo core
ahi lasso me dolente,
che l'affannata mente
non sa che voglia, e meco pur si duole.
***
Bella Simonetta vero?

giovedì 14 maggio 2015

Vi amai nella città dove per sole di Dino Campana

Albert Edelfelt
Vi amai nella città dove per sole
Strade si posa il passo illanguidito
Dove una pace tenera che piove
A sera il cuor non sazio e non pentito
Volge a un’ambigua primavera in viole
Lontane sopra il cielo impallidito.(Per Sibilla Aleramo)

mercoledì 13 maggio 2015

Messaggio personale

The Gardens of the Alcazar of Seville Manuel Garcia y Rodriguez

Stasera....no!
A domani.

martedì 12 maggio 2015

Un dono di Amy Lowell

Charles Courtney Curran Green Lattice 1919
Guarda! Mi dono a te, Mio amato!
Le mie parole sono piccoli vasi
Che tu prendi e poni su un ripiano.
Hanno forme bizzarre e belle,
E molti gradevoli colori e riflessi.
Per renderli grati
Anche la loro fragranza riempie la camera
Con dolcezze di fiori ed erbe secche.

Quando ti avrò donato l'ultimo
Avrai tutto di me,
Ma io sarò morta.
*
Amy è morta da 90 anni, il 12 maggio 1925

lunedì 11 maggio 2015

Assenza di Jorge Luis Borges

Giuseppe Mentessi (1857-1931), Lagrime - 1898
Dovrò rialzare la vasta vita
che ancora adesso è il tuo specchio:
ogni mattina dovrò ricostruirla.
Da quando ti allontanasti,
quanti luoghi sono diventati vani
e senza senso, uguali
a lumi nel giorno.
Sere che furono nicchia della tua immagine,
musiche in cui sempre mi attendevi,
parole di quel tempo,
io dovrò frantumarle con le mie mani.
In quale profondità nasconderò la mia anima
perchè non veda la tua assenza
che come un sole terribile, senza occaso,
brilla definitiva e spietata?
La tua assenza mi circonda
come la corda la gola
il mare chi sprofonda.

domenica 10 maggio 2015

E' tardi di Attila József

James Jebusa Shannon
Da otto giorni il pensiero di mia mamma
m'accompagna ogni istante. La rivedo:
la cesta del bucato pressata contro il seno,
salire ansante su nella soffitta.

Io, a quel tempo, ero ancora un essere
sincero: piangevo, mi stizzivo:
lascia stare quella cesta colma,
porta invece me nella soffitta.

Ma lei, senza curarsi di quel pianto
nè dei gridi, saliva cheta a stendere:
e i panni, tutti brividi e riverberi,
frusciavano e danzavano nel vento.

Ora non piangerei: ma è tardi ormai
Ora, sì, vedo quanto lei sia alta
che coi grigi capelli tocca il cielo:
e scioglie il turchino nell'acqua del cielo

sabato 9 maggio 2015

Azzarelina di Giovanni Prati

Federico Andreotti
Asdraëlina suo velata excessit ab Indo 
parvula in Hesperiam. Modo cantat, docta sacerdos

 Azzarelina, 
  bella indovina, 
  che sui vapori 
  danzi de' fiori,  
  che i tuoi segreti dici ai pianeti, 
  che ciurmi l'aere, 
  che incanti il mar; 
strana fanciulla,  
  che in India hai culla, 
  che di Golconda 
  scemati all'onda, 
  perle e rubini 
  porti sui crini,  
  e a me gli oroscopi 
  vieni a cantar;  
austera e grave, 
  dolce e soave, 
  cui nel pensiero  
  siede il mistero, 
  cui nel sorriso 
  s'apre l'Eliso, 
  cui nelle lacrime 
  nuota l'amor;  
gli occhi sereni 
  donami e vieni, 
  vieni a spirarmi 
  l'aura de' carmi, 
  guardami e taci,  
  dammi i tuoi baci, 
  prendi il mio spirito, 
  dammi il tuo cor.
***
Prati è morto il 9 maggio 1884

venerdì 8 maggio 2015

Serenata di Edith Sitwell

Maximilian Lenz, A Song of Spring, 1913
Ori di stelle tremanti nei tuoi capelli: sono
Gialle api discese a schiera da un alveare notturno -
Il nido dei tuoi occhi a loro è più gradito
Di ogni pallido fiore avvolto dalla luce.
Dunque svegliati, o Cara, apri i tuoi occhi sognanti,
Dove danzano api di luce, e la tenebra scompare.
**
Trad. Silvio Raffo
°°°°°°°
Serenade

The tremulous gold of stars within your hair
Are yellow bees flown from the hive of night,
Finding the blossom of your eyes more fair
Than all pale flowers folded from the light.
Then, Sweet, awake, and open your dreaming eyes
Ere those bright bees have flown and darkness dies.

giovedì 7 maggio 2015

Dimenticherai il mio nome...di Antonio Colinas

Balthus
Dimenticherai il mio nome
e così, definitivamente,
cesserai di sognarmi.
Questo mio amore
sarà nella solitudine
del mio orto invernale
solo un frutto amaro.
Dimentica, appicca il fuoco
al tuo recinto di rovi.
Se smetti di sognarmi,
se muoio nel tuo sogno,
questa notte potrai
sotterrare i tuoi coltelli.
***
Trad. Josè Luis Puerto

mercoledì 6 maggio 2015

Messaggio personale

Jacob’s Dream, Giorgio Vasari, 1557-58

Stasera non ci sono.
A domani!

martedì 5 maggio 2015

Nelle tue braccia di Miklòs Radnóti

Gari Melchers-The Bride
Nelle tue braccia mi cullo silenziosamente
Tra le mie braccia ti culli silenziosamente
Tra le tue braccia sono bambino silenzioso
Tra le mie braccia sei bambina
Ti ascolto
Con le tue braccia m'abbracci se ho paura
Con le mie braccia ti abbraccio e non ho paura
Tra le tue braccia non mi spaventa neanche la grande morte
Silenziosa
Tra le tue braccia cadrò come in sogno nella morte.
20 aprile 1941
*
Miklòs nacque il 5 maggio 1909 e fu assassinato il 9  novembre del 1944

lunedì 4 maggio 2015

Il signore intoccabile e La signora non gelosa di Vivian Lamarque

At night, 1894-1897 Achille Casanova
Nei sogni baciabilissimo, intoccabile come un filo scoper-
  to nella realtà, era quel signore.
Allora come fare?
Bastava confondere un poco sogno e realtà, cancellare con
   una bianca gomma l'inutile linea di confine:
***
Una signora che stava diventando gelosa non lo diventò.
Nemmeno un po'?
Sì, un po' si ma pochissimo, come un solletico al contrario
   che invece di far ridere manca poco a piangere.
*
Il signore d'oro

domenica 3 maggio 2015

Il marciapiede di Margaret Atwood

Moonlight Sonata, 1889–92, Ralph Albert Blakelock
Ci teniamo per mano lungo
una vecchia strada, stavolta presso il lago, e ridiamo
anche di qualche scherzo
fatto e scordato, e c'è
il sole o piove, di pranzo in pranzo,
di cena in cena. Si potrebbe vederlo
come una cosa dopo l'altra. Dove
andiamo? In nessun
luogo, sembra; sebbene andiamo
dove va infine l'amore,
a fondo. Ma non
ancora, per ora abbiamo
un corpo, sebbene le piante
vadano a fuoco, ardano, disperse
in un soffio, si fanno cenere, tutto
continua a bruciare e anche noi
bruceremo, anche il lago
ora è acceso, è sera e il marciapiede
s'inonda di luce blu, vi si vede
attraverso, camminiamo
sull'acqua un attimo
prima che la fede crolli e
anche noi ci lasciamo. E' tutto
più chiaro poco prima, ed
è poco prima sempre.

sabato 2 maggio 2015

Dolce sorriso di Paolo Silenziario

A Stitch is Free, John William Godward
Dolce sorriso ha Laide, o amici,
ma dolci ha pure le lacrime,
che versa con moto lieve di ciglia.
Ieri, sulla mia spalla celato il viso,
piangeva: a lungo, senza motivo.
La baciavo, e come da fonte viva
la dolce rugiada cadeva
sulle nostre labbra confuse.
"Che son queste lacrime?" le chiesi.
"Temo che tu m'abbandoni" mi disse;
"io vi so tutti spergiuri".

venerdì 1 maggio 2015

Poesia Carnale 4 di Jannis Ritsos

Sir William Russell Flint
Le poesie che ho vissuto tacendo sul tuo corpo
mi chiederanno la loro voce un giorno, quando andrai.
Ma io non avrò più voce per ridirle allora. Perché tu eri abi
   tuata
a camminare scalza per le stanze, e poi ti rannicchiavi sul 
   letto,
gomitolo di piume, seta e fiamma selvaggia. Incrociavi le 
   mani
sui ginocchi, mettendo in mostra provocante
i piedi rosa impolverati. Devi ricordarmi così - dicevi;
ricordarmi così coi piedi sporchi; coi capelli
che mi coprono gli occhi - perché ti vedo più profonda
mente così. Dunque,
come potrò più avere voce. La Poesia non ha mai cammi
   nato così
sotto i bianchissimi meli in fiore di nessun paradiso.
***
Ritsos è nato il 1° maggio del 1909

giovedì 30 aprile 2015

Versi d'amore di Anonimo dall'Antologia Palatina

Collier*Lilith 1887
Sia che lucente ti veda di neri capelli, signora,
   sia che bionda di chiome ti riveda,
pari ne sfolgora sempre la grazia, Se fossero bianchi,
   abiterebbe in quei capelli Amore.
*
Una ragazza, di sera, mi bacia con umide labbra.
Nèttare il bacio, spirava di nèttare tutta la bocca:
eccomi sbronzo del bacio: era tanto l'amore! ho bevuto.
*
Ah, s'io fossi una rosa di porpora, e tu mi prendessi,
   e il tuo seno di neve mi donassi!
***
ANTOLOGIA PALATINA
Bisanzio metà X sec.

mercoledì 29 aprile 2015

Amore di Cristina Campo

Margaret Bernardine Hall*Fantine
Amore, oggi il tuo nome
al mio labbro è sfuggito
come al piede l'ultimo gradino...

Ora è sparsa l'acqua della vita
e tutta la lunga scala
è da ricominciare

T'ho barattato, amore, con parole.

Buio miele che odori
dentro i diafani vasi
sotto mille e seicento anni di lava -

ti riconoscerò dall'immortale
silenzio.

LA TIGRE ASSENZA
*
Cristina Campo è nata il 29 aprile del 1923

martedì 28 aprile 2015

Gli amanti di Vilma Tapia Anaya

Francesco Didioni
Eclissati dalla loro stessa Luna
nella loro somiglianza
quasi monocromi
intimi
riposano

Nessuna impazienza
si manifesta

Diafani
gli ornamenti delle loro carezze
tintinnano
lontani e vicini

lunedì 27 aprile 2015

Invece di parole di Yehuda Amichai

Thoma Benjamin Kennington
Il mio amore ha una veste bianca e lunghissima,
di sonno, d’insonnia e di nozze,
va a sedersi la sera a un tavolino
sopra cui posa un pettine, due fiale,
una spazzola, invece di parole.
Dagli abissi della chioma pesca
molte forcine e poi le mette in bocca, invece di parole.

La scompiglio, lei si pettina
nuovamente scompiglio. Poi che resta?
Lei si addormenta invece di parole,
e il suo sonno ormai mi conosce,
scodinzola con la sua coda di sogni lanosi,
il suo ventre s’è impregnato facilmente
di tutte le funeste profezie
della fine dei tempi.

Io la sveglio: siamo gli umili
strumenti di un difficile amore.

domenica 26 aprile 2015

Trionfo dell'amore di Vicente Aleixandre

An Interior, 1919, Harold Harvey
Brilla la luna tra il vento d'autunno,
nel cielo risplendendo come pena lungamente sofferta.
Ma non sarà il poeta a rivelare
le ragioni segrete, il segno indecifrabile
di un cielo liquido di ardente fuoco che annegherebbe le
   anime,
se sapessero il loro destino sulla terra.

La luna quasi mano
divide ingiustamente, come bellezza usa,
i suoi doni sul mondo.
Guardo pallidi volti.
Guardo fattezze amate.
Non sarò io a baciare il dolore che nei volti si mostra.
Solo la luna può chiudere, baciando,
quelle palpebre dolci che la vita ha stancate.
Quelle labbra lucenti, labbra di luna pallida,
labbra sorelle per i tristi uomini,
sono un segno d'amore nella vita deserta,
sono il concavo spazio dove l'uomo respira
e vola sulla terra ciecamente girando.
Il segno dell'amore nei volti amati a volte
è solo la bianchezza brillante,
la dischiusa bianchezza di quei denti che ridono.
Allora sì che in alto la luna si fa pallida,
si estinguono le stelle
e c'è un'eco remota, uno splendore a oriente,
vago suono di soli che anelano ad irrompere.
Quale gioia, che giubilo quando il riso rifulge!
Quando un corpo adorato,
eretto nel suo nudo, brilla come la pietra,
Jcome la dura pietra infiammata dai baci.

Guarda la bocca. In alto diurno un lampeggiare
attraversa un bel volto, un cielo dove gli occhi
non sono ombra, ciglia, inganni rumorosi,
ma la brezza di un'aria che percorre il mio corpo
come un'eco di giunchi che cantano levati
contro le acque vive, fatte azzurre dai baci.

Il puro cuore amato, la verità, la vita,
la certezza presente di un amore irraggiante,
la sua luce sui fiumi, il suo nudo stillante,
tutto vive, resiste, sopravvive ed ascende
come brace lucente di desiderio ai cieli.

Ormai è soltanto il nudo. Solo il riso nei denti.
La luce, la sua gemma folgorante: le labbra.
È l'acqua che piedi adorati bacia,
come occulto mistero bacia la notte vinta.

Ah meraviglia lucida di stringer nelle braccia
un odoroso nudo, circondato da boschi!
Ah mondo solitario che sotto i piedi gira,
ciecamente cercando la sua sorte di baci!
Io so chi ama e vive, chi muore e gira e vola.

So che lune si estinguono, nascono, vivon, piangono.
So che due corpi amano, due anime si fondono.
*
Triunfo del amor

Brilla la luna entre el viento de otoño,
en el cielo luciendo como un dolor largamente sufrido.
Pero no será, no, el poeta quien diga
los móviles ocultos, indescifrable signo
de un cielo líquido de ardiente fuego que anegara
las almas,
si las almas supieran su destino en la tierra.

La luna como una mano,
reparte con la injusticia que la belleza usa,
sus dones sobre el mundo.
Miro unos rostros pálidos.
Miro rostros amados.
No seré yo quien bese ese dolor que en cada rostro asoma.
Sólo la luna puede cerrar, besando,
unos párpados dulces fatigados de vida.
Unos labios lucientes, labios de luna pálida,
labios hermanos para los tristes hombres,
son un signo de amor en la vida vacía,
son el cóncavo espacio donde el hombre respira
mientras vuela en la tierra ciegamente girando.

El signo del amor, a veces en los rostros queridos
es sólo la blancura brillante,
la rasgada blancura de unos dientes riendo.
Entonces sí que arriba palidece la luna,
los luceros se extinguen
y hay un eco lejano, resplandor en oriente,
vago clamor de soles por irrumpir pugnando.
¡Qué dicha alegre entonces cuando la risa fulge!
Cuando un cuerpo adorado;
erguido en su desnudo, brilla como la piedra,
como la dura piedra que los besos encienden.

Mirad la boca. Arriba relámpagos diurnos
cruzan un rostro bello, un cielo en que los ojos
no son sombra, pestañas, rumorosos engaños,
sino brisa de un aire que recorre mi cuerpo
como un eco de juncos espigados cantando
contra las aguas vivas, azuladas de besos.

El puro corazón adorado, la verdad de la vida,
la certeza presente de un amor irradiante,
su luz sobre los ríos, su desnudo mojado,
todo vive, pervive, sobrevive y asciende
como un ascua luciente de deseo en los cielos.

Es sólo ya el desnudo. Es la risa en los dientes.
Es la luz o su gema fulgurante: los labios.
Es el agua que besa unos pies adorados,
como un misterio oculto a la noche vencida.

¡Ah maravilla lúcida de estrechar en los brazos
un desnudo fragante, ceñido de los bosques!
¡Ah soledad del mundo bajo los pies girando,
ciegamente buscando su destino de besos!
Yo sé quien ama y vive, quien muere y gira y vuela.
Sé que lunas se extinguen, renacen, viven, lloran.
Sé que dos cuerpos aman, dos almas se confunden.
***
Vicente è nato il 26 aprile 1898

sabato 25 aprile 2015

Amor, l'alma m'allaccia e Tu mi somigli pallidetta oliva di Torquato Tasso

A Young Lady Writing in a Hymnal. Giacomo Pacchiarotto
Non avendo ardire di parlar con la sua donna nel ballo, prega
Amore che sciolga i legami de la lingua e raddoppi quelli del core.

Amor l’alma m’allaccia
di dolci aspre catene:
non mi doglio io per ciò, ma ben l’accuso
che mi leghi ed affrene
la lingua a ciò ch’io taccia
anzi a madonna timido e confuso
e ‘n mia ragion deluso.
Sciogli, pietoso Amore,
la lingua, e se non vuoi
che mi stringa un sol men de’ lacci tuoi
tanti n’aggiungi in quella vece al core.
*
Rime per Lucrezia Bendidio
***
Vita de la mia vita
tu mi somigli pallidetta oliva
o rosa scolorita; 
né di beltà sei priva, 
ma in ogni aspetto tu mi sei gradita, 
o lusinghiera o schiva; 
e se mi segui o fuggi
soavemente mi consumi e struggi. 
***
Torquato Tasso morì il 29 aprile del 1595