Il vento soffia e nevica la frasca,
e tu non torni ancora al tuo paese,
quando partisti, come son rimasta,
come l'aratro in mezzo alla maggese.
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martedì 29 gennaio 2013

Gennaio di Georgi Kasabov Milev

Joseph Farquharson
In questo giorno sono nato io.
In questo giorno, tra i denti gelidi del freddo, si smorza trattenuto
l’ultimo urlo delle bufere di neve. L’Orsa Maggiore rabbrividisce
irrigidita, bianca, di ghiaccio; tra i suoi denti sfavillanti trovo il
disco spezzato della Stella Polare.
Silenzio e immobilità sul ghiaccio azzurro; sotto le albe impassibili
dell’Aurora Boreale.
Sulla soglia del mio destino sta il vecchio Acquario: il flusso
ininterrotto del mio destino che egli fa sgorgare - si è agghiacciato -
il destino mio.
In questo giorno sono nato io e il mio cuore neonato, ad un tratto, si è
raggelato: un pezzo di ghiaccio, enorme e lucido.
Io credevo che un angelo soave e trasparente avesse portato con le sue dita
delicate il mio cuore - lontano dai beati orizzonti. Egli non è giunto: è
morto il mio tenero cuore tra gli artigli gelidi del ghiaccio.
In questo giorno sono nato io. Il mio cuore si è raggelato: un pezzo di
ghiaccio, enorme e lucido.
Non amo io. Il mio cuore è di ghiaccio - una pietra - spietato - come il
ferro. Non amo niente e nessuno. Non amo!
Oh, libro delle inimicizie!
Io strappo e prendo in mano il mio cuore - una pietra enorme e gelida - in
attesa - pronto a combattere!
Guai alle fronti fragili!
(1920)